Posts Tagged ‘viaggi’

Le poesie di maggio: due componimenti di Luigi Cannillo

venerdì, maggio 27th, 2022

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Luigi Cannillo, Between Windows and Skies. Selected Poems 1985-2020,
Gradiva Publications, New York, 2022

 

Cari amici de «Il Cofanetto Magico»,
dalla raccolta Between Windows and Skies, vi propongo i versi dello scrittore Luigi Cannillo e, naturalmente, procedo subito a spiegarveli, delucidandone il contenuto; eccolo: mentre le incombenze giornaliere smobilitano e tutti, nell’intimità del riposo, già progettano di dedicarsi all’estate e ai viaggi, il poeta –mosso da una serena desolazione, che forse si chiama pazienza– preferisce non partire e anzi (rivelandosi, in tal modo, allievo del tempo nonché maestro dell’uomo) rimane indietro a presidiare la vita: solo così coloro che invece hanno pensato di concedersi una tregua e risparmiarsi per un po’ le fatiche (aspre ma indispensabili, e dunque preziose) dell’esistenza quotidiana, potranno ritrovare quest’ultima intatta, al ritorno, e pronta ad accoglierli nuovamente.

Pietro Pancamo
CHI SONO

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Turismo responsabile: seconda parte

venerdì, dicembre 20th, 2019

giovane esemplare di Kudu

Una mattina, di fronte agli uffici della Cooperazione Italiana in Swaziland, vidi due bambinetti che sembravano attendere, dai passanti, un po’ di elemosina. Chiesi al nostro autista di domandar loro se avrebbero gradito qualcosa da mangiare e da bere. Lo mandai a comperare del pane in cassetta e due succhi di frutta. La bambina più grandicella diede una fetta di pan carré al fratellino e se ne prese mezza per lei. In due bevvero un solo succo e se ne andarono.
Perché decisi di dar loro il pane? Perché sicuramente a casa avevano una famiglia o, forse erano orfani accuditi da famigliari poveri. Il pane era l’alimento che sarebbe stato gradito anche a casa.
Vennero ancora ogni due o tre giorni per un po’ di tempo ed ogni tanto associai al pane anche un pacchetto di farina di mais per il “Mielie Meal” (o Pap), elemento principe dell’alimentazione locale simile alla nostra polenta. E sempre i due bimbi mangiavano una fetta di pane a testa e se ne andavano non prima che la bimba accennasse ad una flessione delle ginocchia in segno di ringraziamento e, dopo qualche tempo, anche ad un sorriso.

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Turismo responsabile, prima parte

venerdì, novembre 22nd, 2019

In cambio della foto ho acquistato delle buonissime banane

Durante il Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile, tenutosi a Cape Town nell’agosto 2002, fu adottata la “Dichiarazione sul turismo responsabile” con i seguenti principi:
1-Minimizzare l’impatto negativo economico, ambientale e sociale
2-Generare importanti benefici economici per le popolazioni locali; migliorare il benessere delle
comunità ospitanti, migliorare le condizioni di lavoro e l’accesso al mercato
3-Coinvolgere le popolazioni locali nelle decisioni che influenzano le loro vite e possibilità
4-Dare contributi positivi alla conservazione del patrimonio naturale e culturale e al mantenimento
della diversità globale
5-Fornire al turista piacevoli esperienze attraverso interazioni con la popolazione maggiormente
significative e maggior comprensione delle problematiche culturali sociali ed ambientali locali
6-Garantire l’accesso per le persone con difficoltà fisiche
7-Essere sensibile dal punto di vista culturale, generare rispetto tra turisti ed ospiti, e costruire
orgoglio e fiducia nella comunità locale

Nel 1998 fu creata l’Associazione Italiana Turismo Responsabile con lo scopo di promuovere un tipo di turismo che non generi disparità sociale ed economica e che sia sostenibile.
Nel 2005 l’assemblea dell’Associazione adottò la seguente dichiarazione che sintetizza la dichiarazione di Cape Town.

«Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture.
Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio.
Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori.»

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Esserci adesso. Storia curiosa di una antica avventura fotografica londinese

giovedì, ottobre 18th, 2018

Questa storia ha 21 anni e qualche mese. Ma è iniziata 22 anni fa. Ed è assolutamente vera. Posso dirlo con granitica certezza, perché è capitata a me.

Più o meno in questi stessi giorni di ottobre del 1996 ero a Londra per una vacanza organizzata dal mio amico Franco, che quasi senza avvertirmi, anzi più esattamente senza aspettare una mia conferma, un po’ a sorpresa aveva prenotato volo e hotel, consapevole di una mia debolezza del resto inconfutabile: ad una vacanza a Londra io non so mai dire di no. Ci sono stato, per periodi che variano da un giorno a un mese, ben otto volte, e sto pensando di tornarci prestissimo, forse già nel prossimo novembre.

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I Monti del Drago (Drakensberg) in Sudafrica: uno spettacolo da non perdere

venerdì, dicembre 22nd, 2017

Lo spettacolo che si presentò agli occhi dei primi coloni Boeri quando, durante la “Grande Marcia” raggiunsero un’alta e vasta catena montuosa (se ne andarono dalla Colonia del Capo attorno alla metà dell’800 per vari motivi, ma soprattutto per fuggire la progressiva inglesizzazione del territorio), fu impressionante: picchi aguzzi che si stagliavano contro il cielo azzurro, profondi burroni, cascate.
Da dove origini il nome Drakensberg (Monti del Drago) è incerto.
Una leggenda narra che una coppia di Boeri raccontò, trafelata, di aver visto un dragone con ali e coda, che volava sopra le nuvole o, in alternativa, che il dragone soffiava fiamme e fumo.
Meno fantasioso il nome dato dagli Zulu: uKhahlamba (barriera di lance) ad indicare le aguzze punte dei picchi.
Ma cosa sono i Drakensberg e dove sono esattamente?

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Il Cervino d’Africa

mercoledì, novembre 22nd, 2017

Spitzkoppe

Anche in Africa si può scalare il Cervino.
A dire il vero il nome del monte è Spitzkoppe, ma è anche chiamato il Cervino della Namibia per la sua conformazione che ricorda molto il nostro monte alpino.
Alto 1728 m sul livello del mare, il monte si erge, però, solo 700 m dalla pianura del Namib Desert.
È parte di una struttura granitica, nata più di 700 milioni di anni fa, che comprende anche vette di minore altezza.

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“Nuvole di drago” (una recensione di Pietro Pancamo)

lunedì, giugno 27th, 2016

Nuvole di drago

La copertina del libro Nuvole di drago

 

Luciano Troisio, Nuvole di drago. Otto itinerari asiatici, Edizioni Il Foglio, Piombino, 2009

In buona sostanza avvicinandosi alla “passione” universale che Dio nutre per ogni particola del creato (sia essa uomo, animale o luogo geografico), chi sulla Terra avverta il bisogno d’istruirsi, per acquisire una maggior consapevolezza, si ritrova sul serio ad amare tutto e tutti: perché si accorge ben presto che qualunque incontro –con persone, cibi, cose, civiltà, monumenti (o magari paesaggi al gran completo di flora e fauna)– è un’occasione preziosa per accrescere il patrimonio delle proprie conoscenze e dunque arricchirsi.

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Il mistero della «Dama Bianca» dei monti Brandberg

mercoledì, giugno 22nd, 2016

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White Lady

«Quando verrà a visitare la nostra Dama Bianca dei Brandberg?».
Così, si narra, nei primi anni ’40 del secolo scorso J. Smuts, Primo Ministro della Repubblica del Sud Africa, invitò l’abate Henry Breuil a visitare la famosa pittura rupestre nei monti Brandberg, in Namibia, che allora era governata dai sudafricani.
Breuil (1877-1961), archeologo e antropologo francese, fu uno dei massimi studiosi di arte rupestre al mondo.
Egli passò diversi anni nell’Africa del sud compiendo studi sulla ricca arte rupestre; riguardo alla Dama Bianca commise, però, un errore d’interpretazione.

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Swakopmund, il paesaggio lunare e l’eccidio di otarie a Cape Cross in Namibia

sabato, aprile 23rd, 2016

Palazzo Hohenzollern, 1906

Swakopmund

Swakopmund è una delle più apprezzate destinazioni turistiche della Namibia: sia la città, con i suoi palazzi di stile coloniale, sia i dintorni sono meta di turisti di tutte le età.
È singolare entrare in un ristorante di Swakopmund e trovare, tra i piatti elencati nel menu, lo stinco di maiale, i wurstel con crauti, il polpettone e così via (tutti, peraltro, molto ben cucinati) accompagnati da una buona birra locale.
È ancor più singolare che il cameriere si rivolga a noi in tedesco; poiché moltissimi turisti giungono dalla Germania per visitare quella che fu una sua colonia in Africa, il tedesco è ancora parlato.
Una piacevole sorpresa è la vasta collezione di torte e pasticcini, di tradizione germanica, del Café Anton.

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Edifici ben conservati

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Bloccati nel deserto dei deserti

giovedì, marzo 24th, 2016

A cavallo tra il 1979 e il 1980 partecipai, a bordo di un’ambulanza fuoristrada Fiat Nuova Campagnola, al rally “Transafrica ’80” aperto ad auto e moto che, partendo da Abidjan, in Costa d’Avorio, doveva raggiungere Tunisi attraverso il Burkina Faso, il Niger e la Libia.
Quest’ultimo paese non era ancora aperto al turismo per cui il raid ottenne uno speciale permesso di transito.

Non è il caso di rispolverare discorsi sulla disorganizzazione del rally: si era agli albori delle gare Trans-Africane (la prima Parigi-Dakar si era svolta l’anno precedente) e in ogni caso anche i più critici ammisero, in seguito, che si trattò di un’esperienza formativa.
Da quegli anni iniziò la stagione dei Rally africani che in seguito sparirono o cambiarono percorso, con il venir meno delle condizioni di sicurezza.
Il nostro rally si congiunse, alcuni giorni dopo la partenza, con quello francese chiamato “Échappement”, meglio organizzato.
Solo per citare il tema sanitario, i francesi avevano a disposizione diversi medici con cassette di Pronto Soccorso a bordo dì veicoli intervallati tra i concorrenti mentre noi avevamo un unico veicolo, la citata Fiat Nuova Campagnola diesel.

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