Olanda e coronavirus. La vita acquista il suo vero valore dimenticato. Sospesi eutanasia e suicidio assistito

E nel silenzio più totale una voce disse; forza, vai avanti. Devi vivere. Apri gli occhi e guardati attorno, ascolta il tuo cuore e guarda la bellezza della natura che si sta risvegliando. Era la voce di Dio?

Il covid-19 è esploso come una bomba, lasciando dietro di sè morti e feriti. In tutto il mondo. Di questo terribile virus, terribile come ogni virus che colpisce a tradimento, di colpo, mutante nella sua rapida, aggressiva trasmissione dall’animale all’uomo, ho già scritto il mese scorso nel quotidiano Avvenire. Ne ho parlato anche in un’intervista a Telepace; oltre che nel Cofanetto magico (con statistiche su dati inerenti i Paesi Bassi, che aggiorno frequentemente).

Oggi desidero sottolineare ancora una volta che, fra tanto dolore, c’è un aspetto positivo; la voglia di sopravvivenza che si è fatta strada nel cuore e nell’animo dell’uomo. Avviene spesso, quando stai per perdere la vita, che cominci a comprenderne il valore, la bellezza, scoprendoli anche nelle piccole cose di ogni giorno. Questo è accaduto in questo lungo periodo di isolamento in casa, in cui ci siamo ritrovati soli con noi stessi e abbiamo cercato di reagire, di attivare la nostra sofferenza. Avviene anche in punto di morte, con un guizzo di… vita; una reazione in cui il corpo prima di lasciarsi andare, riacquista pochi secondi delle sue potenzialità. Quasi volesse lottare ancora un poco per esistere. Sono i momenti in cui ognuno di noi dovrebbe stare vicino al proprio caro che sta per affrontare il viaggio finale su questa terra, per accompagnarlo, senza che ne abbia paura, verso una nuova meta. Con una carezza, un abbraccio, stringergli la mano dicendogli: coraggio, ti amo, sono qui, accanto a te.

A questo proposito nei Paesi Bassi sono state sospese per ora le eutanasie e il suicidio assistito. Cliccate su questi due link per leggere un mio articolo di cronaca a riguardo pubblicato dal quotidiano Avvenire e un’intervista che mi ha fatto Telepace Verona.

I medici si stanno prodigando per salvare vite umane, a rischio di perdere la loro; non certo per distrugggerle. Lo stesso vale per tutto il personale paramedico. Circa il suicidio assistito vorrei precisare che spesso si parla di suicidio assistito con riferimento ai Paesi Bassi senza conoscere la legge a riguardo nella sua completezza e complessità. Per fare chiarezza bisogna citare il principio di base che tuttora afferma “la punibilità di un atto che porta ad una morte innaturale.” Partendo da questo inconfutabile assioma, negli archivi storici si trova il primo caso di un uomo, un tale Slotboom, che nel 1852 aiutò una sua conoscente con problemi psichici a porre fine alla sua vita. Fu condannato a 20 anni di reclusione per omicidio.

Un bellissimo quadro di Aldo Sterchele, grande pittore lombardo.

In seguito, nel 1859, un militare, Dettemeijer, tentò di suicidarsi con la moglie bevendo del veleno. Lei morì, lui si salvò. Tuttavia venne denunciato come complice per la morte della moglie.
A questo punto si evinse la necessità di un codice di procedura penale per “accorpare e sistematizzare la materia giuridica a riguardo, al fine di semplificare il compito dei giuristi,” emanato nel 1886 (art. 294). Esso dichiarava punibile l’aiuto al suicidio sia materialmente che procurando i mezzi per attuarlo; con una pena al massimo di 3 anni, oppure pecuniaria. Valida anche per l’istigazione al suicidio (art. 294.1).
Quando nel 2002 entrò in vigore la legge sul “controllo del fine vita” che condannava l’eutanasia, ma con delle eccezioni (fra cui una sofferenza insostenibile, una malattia incurabile, la dichiarazione del paziente scritta in stato di intendere e volere ) furono inseriti anche gli articoli inerenti “la richiesta di suicidio assistito”: creando polemiche a livello etico e sociale. Oltre al sospetto che il suicidio agevolato dall’ intervento di un medico venisse considerato quasi come una “forma eutanasica,” auto-eutanasica: un mezzo per aggirare la precedente, antica legge del 1886, che lo dichiarava punibile sempre e comunque.
Questo ha portato ad una reazione contraria da parte di molti medici. Infatti un’inchiesta del 2011 ha rivelato che solo il 20% sarebbe stato disposto ad assistere un paziente deciso a togliersi la vita; e “solo” nel 3,6% dei casi di eutanasia si è trattato di aiuto al suicidio.

Riproduzione di Maria Cristina Giongo

Ricordo che ogni anno al mondo si suicidano circa un milione di persone: dal 1990 al 2016 con un aumento del 6,7%. La maggior parte sono uomini. Nel 2018 in Olanda sono stati 1829: di cui 1176 uomini e 653 donne. Circa 5 al giorno. Nel corso degli anni, a partire dal 2013 sono saliti quelli tra i giovani (dai 10 ai 20 anni). Per questo motivo il Ministero della salute ha improntato un vasto piano di prevenzione con un’agenda che prevede interventi sino al 2021, sussidi ad associazioni e fondazioni per programmi di formazione ed informazione a livello professionale e scolastico, specialisti nel campo, accanto ai volontari. L’investimento annuale è passato da circa 3, 4 milioni di euro a 5,4 milioni, con la convinzione che con la prevenzione, più che con una legge o adeguamento di una legge, si possono aiutare le persone a scegliere di vivere. Invece che morire.

Proprio basandomi sull’angosciante statistica che indica il suicidio come la seconda causa di morte fra i giovani e giovanissimi, con un aumento di comportamento suicidario e autolesionismo di 20 volte in più in 8 anni (purtroppo ci sono anche dei bambini) e soprattutto dopo aver raccolto nel corso degli anni alcune storie vere, ho scritto il romanzo Mamma voglio morire (www.bertonieditore.com). Vi ricordo che potete richiederlo anche allo stesso editore (spedizione gratuita in questi mesi di forzata… “quarantena”, in cui leggere è veramente una salvezza per la nostra mente e spirito).

Nonostante il titolo triste è un racconto con risvolti da libro giallo. Il mio scopo era e continua ad essere quello di sottolineare che la vita va comunque salvata. Ogni vita, umana ed animale. Come va salvata la natura, che infatti, proprio in questi tempi di pandemia, si sta riprendendo i suoi spazi; l’inquinamento è talmente diminuito che di nuovo si può godere di un cielo limpido, terso, di un tripudio di fiori spesso mai visti, specie animali che ricominciano a… riprodursi. Persino i colori degli alberi in fiore in questa stagione hanno acquistato la meravigliosa intensità di quelli di alcuni quadri di Van Gogh, che più era depresso più dipingeva usando tonalità abbaglianti, incantevoli.

Vincent van Gogh, Pesco in fiore.

Allora viva la vita, comunque! Anche quando ci appare tanto crudele, non rinunciamoci; combattiamo, coltiviamo amicizie, non finiamo mai di amare, stringiamoci comunque in un caldo abbraccio virtuale, pensando che siamo vivi, che siamo forti. Che abbiamo imparato a cadere, a piangere, a disperarci ma anche a rialzarci aprendo gli occhi davanti ad un mondo che ancora può darci tanto.

Infine coraggio alla mia bella Italia, che ha saputo affrontare con tanta dignità questa epidemia da cui è stata colpita in modo violento, più che in altri Paesi. Che ogni lacrima versata si trasformi in una luminosa perla preziosa fra le mani dei nostri cari già andati in cielo, i quali da lassù continueranno ad inviarci altrettanta luce e amore eterno.

Maria Cristina Giongo
CHI SONO

Link al passato articolo del Cofanetto magico scritto sul coronavirus in Olanda, con continui aggiornamenti: cliccare qui

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2 Responses to “Olanda e coronavirus. La vita acquista il suo vero valore dimenticato. Sospesi eutanasia e suicidio assistito”

  1. Elisa scrive:

    Appunto, brava Cris: parola d’ordine non mollare mai

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