Storia di Natale. Figlio mio, grazie a te è nato tuo fratello!

Natale 1975. Massimo Campagnolo, quando era piccolo, sembra quasi invitarci a leggere la sua bella storia. Una favola per Natale; assolutamente vera!

Questo Natale voglio parlarvi di un grande amore di mamma. Recentemente ho scritto spesso di madri snaturate, di madri che hanno ucciso le loro creature, di genitori che hanno negato loro il diritto ad un’infanzia serena. Adesso voglio raccontarvi una vicenda che si è conclusa felicemente; bella, commovente, in sintonia con la ricorrenza del Natale, il cui senso è proprio legato alla nascita.

Olanda. 23 settembre 1965. Il matrimonio di Mario, un bell’uomo italiano con Giois, la sua olandesina!

Tanti, tanti anni fa, nella splendida Milano, in Italia, viveva una giovane coppia. Lui, Mario, era italiano, lei, Giois, olandese. Giois aveva imparato molto bene la lingua del marito: era intelligente, creativa. Svolgeva la sua professione come interprete traduttrice presso il Centro Italiano della Moda in Piazza San Babila. Lui era proprietario di una ditta di traslochi. Non avevano figli. Un giorno vennero a sapere da un conoscente la storia di una donna che aveva dei problemi con il suo bambino, Massimo, appena nato. Il padre era “ inesistente”, lei doveva lavorare, non aveva una famiglia a cui affidarlo nelle ore di assenza. A questo punto Giois, d’accordo con Mario, aprì le sue braccia e le porte di casa loro. “Ci penso io”, disse alla donna: “non preoccuparti, portalo pure da me quando vuoi”.

Appena lo vide, tanto dolce e tenero, appena lo strinse al petto, gli volle subito bene. La madre glielo affidò “totalmente”, sin dal primo giorno. Giorno e notte. All’inizio andava a trovarlo una volta alla settimana; ma durò poco. Poi una volta al mese. Visite brevissime, spesso di cinque minuti, di fretta: tanto per segnalare che in qualche modo ” esisteva” come madre. Ma soltanto all’apparenza. Mentre Giois, al contrario, aveva abbandonato la sua professione per dedicarsi esclusivamente a lui, che già la considerava ” la sua mamma”.

Infatti, mentre per la madre biologica di Massimo Mario e Giois erano soltanto una soluzione di comodo, per il bimbo erano diventati i suoi ” veri” genitori: quelli che sin dall’inizio erano stati in grado di dargli un nido caldo ed accogliente, amore, sicurezza e protezione.
Ad un certo punto Mario e Gios decisero di rinunciare a tutto quello che avevano costruito con tanta fatica in Italia per la serenità del piccolo ( la cui madre attuava anche delle minacce nei loro confronti), decidendo di trasferirsi in Olanda. Lasciarono una fiorente attività lavorativa, gli agi che ne derivavano, la loro bella casa. Un sacrificio che non tutti i genitori naturali farebbero! Cambiare vita per amore di un figlio! Ricominciare da capo! I primi tempi nei Paesi Bassi non furono facili; Mario dovette adattarsi ad una nuova cultura, ad un clima e ad un cibo tanto diversi da quello mediterraneo. Un’altra casa, un altro lavoro. Anche per Giois fu difficile: oramai era diventata …più italiana di una vera italiana!

Nei momenti di disagio, di stanchezza, si ripetevano spesso: “non importa. Abbiamo Massimo! Lui è la nostra felicità, il nostro scopo nella vita.”

Non desidero parlarvi delle tristi vicende giudiziarie che seguirono, in quanto troppo delicate e private. Mentre voglio sottolineare il fatto che Mario e Giois trovarono un gran sostegno, a Milano, da parte dei giudici del Tribunale dei minorenni, e di alcuni medici i quali, per il bene del bambino, decisero di darlo a loro in adozione, una pratica che si concluse quando Massimo compì 6 anni. Giois non può dimenticare come queste persone, soprattutto uno, il cui nome è indelebile nella sua mente e nel suo cuore, il giudice Sergio Silocchi, si prodigarono per il bene del bambino, priorità assoluta.

Poi accadde un meraviglioso, inaspettato evento: Giois rimase incinta! Dopo 11 anni! Oramai avevano rinunciato ad avere un figlio loro! Invece accadde anche questo “miracolo”. Dopo il parto la prima cosa che Giois disse a Massimo, tornando dall’ospedale, mettendoglielo in braccio, fu: “ecco il tuo fratellino! Si chiama Raf. Prendilo, è il nostro dono per te! Se ora la nostra famiglia è al completo è grazie a te! Se non ci fossi stato tu non sarebbe mai nato”. Quanto amore in queste parole, quanta intelligenza!

Venezia 1976. “Dopo aver adottato Massimo sono rimasta incinta”, mi ha detto Giois Campagnolo durante il suo racconto. “Grazie a lui!”

Infine…arrivò il momento in cui Mario e Giois dovettero dire a Massimo che era stato adottato. Aspettarono molto; non riuscivano mai a trovare il momento migliore, erano sempre alla ricerca delle parole più adatte, un po’ in ansia per la reazione che avrebbero potuto avere sia lui che Raf. Aspetta…aspetta.. finalmente un giorno, quando Massimo aveva varcato la soglia dei 18 anni, si sedettero tutti e due su un divano, davanti a lui e pronunciarono la fatidica frase: “dobbiamo dirti una cosa molto importante….”.

La prima a parlare fu mamma Giois che aveva affidato “il loro segreto” ad un diario che teneva da anni, in cui c’era scritta tutta la storia di Massimo, sin dal momento in cui lo vide e lo strinse forte a sè. “Leggilo”, gli disse. Qui troverai la risposta a tante tue domande. Per esempio ad una che mi poni spesso: perchè abbiamo lasciato un Paese che amavamo tanto e un ottimo lavoro per venire in Olanda. Tuo fratello non sa nulla. Sarai tu a decidere quando raccontargli la verità, se lo riterrai opportuno.”

Una tenera foto di Massimo che dà il biberon al fratellino Raf.

Giois Campagnolo, mamma superdecorata, da più di 30 anni insegnanate d’italiano all’Università popolare e all’Istituto Dante Alighieri di Eindhoven. Con lei i suoi due figli, oramai adulti. Giois ha ricevuto ben due onorificenze: una da parte della Casa Reale olandese come ” Lid in de orde van Oranje-Nassau”, l’altra in nome del Presidente della Repubblica Italiana come cavaliere( dell’Ordine della stella della solidarietà italiana)

Massimo cominciò a leggere, per ore ed ore…La storia della sua vita era lì, davanti a lui, a testimonianza della grandezza dell’amore di coloro che aveva sempre creduto fossero i suoi genitori biologici. La sua reazione fu semplice, naturale, quasi felice. Felice nell’apprendere di essere stato tanto desiderato, intensamente e consapevolmente, dai suoi genitori adottivi.

Non una parola sulla sua “vera” madre, nonostante in seguito Giois gli avesse detto che se voleva l’avrebbe aiutato a cercarla. Non gli interessava. I suoi genitori “veri” erano già accanto a lui. Subito dopo lo raccontò al fratello Raf che accolse la notizia nello stesso modo. Con assoluta semplicità. Per lui non cambiava nulla. Erano fratelli da sempre, cresciuti come tali e tali si sentivano. Punto e basta.

Purtroppo Mario è già volato in cielo; una brutta malattia lo ha portato via da questo mondo. Ma ha lasciato dietro di sè una tale eredità d’amore che è come se fosse ancora accanto alla sua straordinaria e adorata Giois; e ai suoi adorati figli.

Ho scelto di raccontarvi questa storia che mi ha fatto battere il cuore più forte, quando l’ho sentita, in quanto racchiude il senso profondo della maternità, della genitorialità, come simboli di accettazione incondizionata dell’altro, sacrificio, generosità, dono della propria vita per i figli. Anche San Giuseppe e Maria che accolsero il figlio di Dio, Gesù, disposti a fare da tramite, da ponte per il suo passaggio su questa terra.

Per finire, buon Natale a Mario, lassù in paradiso, buon natale a Mamma Giois, a Massimo, a Raf e…..
a tutti voi, cari affezionati lettori!

Maria Cristina Giongo
CHI SONO

Le fotografie fanno parte dell’album di famiglia di Mario e Giois Campagnolo, che ringraziamo per avercele imprestate per la pubblicazione. Esclusa quella di Papa Francesco e del cigno, presa dal web; nel caso quest’ultima fosse coperta da diritti d’autore la leveremo subito, se ci verrà richiesto.

Proibita la riproduzione di questo articolo e delle immagini senza citare il nome dell’autore e la fonte di provenienza.
No part of this publication may be reproduced or transmitted, in any form or any means, without prior permission of the publisher and without indicating the source.

Tags: , , , , , , , ,

16 Responses to “Storia di Natale. Figlio mio, grazie a te è nato tuo fratello!”

  1. Elisa scrive:

    Spendida storia, cara Cristina, merita di figurare come simbolo del Natale e della generosità che dovrebbe accompagnarlo|

  2. Maria Cristina Giongo scrive:

    Grazie, Elisa, per il tuo commento. Buon Natale!!!!

  3. Bianca scrive:

    I miei auguri di un sereno e buon Natale 2015 Cristina! A te, Hans, i figlioli e i vostri cari.
    E naturalmente un felice Anno Nuovo 2016 che porti tutto o quasi tutto :-) secondo i vostri desideri.
    Auguri da estendersi anche a lettrici, lettori, collaboratrici, collaboratori del “Cofanetto Magico”.

    Buone feste!
    Bianca

  4. Maria Cristina Giongo scrive:

    Cara Bianca,

    grazie di cuore, anche a nome di Hans, Christiaan ed Alexander.
    Auguro a te e famiglia un felicissimo giorno di Natale e un anno nuovo molto sereno, pieno di amore, pace, salute, amicizie.

    Un affettuoso abbraccio da me e da tutti i collaboratori del Cofanetto magico, felice che ci leggi ancora dopo tanti anni….

  5. Bianca scrive:

    Buon Santo Stefano Cristina! Certo, un salto al “Cofanetto” lo faccio regolarmente… complimenti a te e allo staff per l’impegno e la costanza, ancora dopo ben sei anni e diversi mesi dal luglio 2009, quando l’hai fondato!
    😉

    Un affettuoso saluto e ogni bene a te, alla tua famiglia e a voi tutti per un buon proseguimento di feste e un sereno Capodanno seguito da un buon Anno Nuovo 2016.

    A presto cara!
    Bianca
    :-*

  6. massimo stempfel scrive:

    sono nipote di Mario e Giois, questa storia mi era già nota ma mi ha ugualmente fatto piacere rileggere e rivivere . complimenti all’ autrice del pezzo e un abbraccio ai miei cugini Massimo e Raf e a “tante” Giois , donna straordinaria. MASSIMO STEMPFEL e Marika

    • Maria Cristina Giongo scrive:

      Caro Massimo,

      grazie per averci scritto e per i complimenti!

      Vorremmo poter pubblicare sempre delle storie belle come questa!

      Tanti auguri di buone feste a Lei e a Marika

  7. Bianca scrive:

    Aggiungo: molto bella la storia di Giois, del suo gesto e della sua famiglia!

    L’ho conosciuta dieci anni fa a Eindhoven a un evento culturale davvero bello: una recita in italiano di un gruppo di ragazzi olandesi, suppongo preparati da lei.
    Una signora simpatica, squisita e piena di brio.
    Anzi, se la rivedi porgile i miei saluti!

    Di nuovo buon Santo Stefano e a presto,
    Bianca

    • Maria Cristina Giongo scrive:

      Hai ragione, cara Bianca,

      Giois è, oltre tutto, una bravissima insegnante d’italiano ed i suoi allievi le vogliono molto bene.

      Leggerà di sicuro il tuo commento con i saluti.

      Un bacione

  8. Bianca scrive:

    Preparata, simpatica e briosa la signora Giois… un caro saluto, anche a te naturalmente!

    Un abbraccio, a presto,
    Bianca

  9. giois campagnolo scrive:

    Questa è la mia storia, scritta da Maria Cristina Giongo, una bravissima giornalista che sarò grata per sempre. Cristina ha scritto la mia bellissima storia di Natale che mi ha commosso tanto. Purtroppo ho letto anche la traduzione in olandese . È terribile !! È tutta sballata !!(klopt van geen kanten).
    Agli olandesi che hanno letto solamente la traduzione in olandese , dico che la vera storia è diversa. Quelli che mi conoscono lo capiranno !
    Un abbraccio forte a Cristina.
    Giois.

    • admin scrive:

      Cara Giois, grazie per il tuo commento. E per averci donato la vostra bella storia.

      Circa la traduzione, tutti coloro che leggono via internet sanno che non si devono mai usare i traduttori automatici. Non preoccuparti, quindi. Infatti sono traduzioni terribili, spesso sbagliate, ridicole. Non bisogna mai usarli. Soprattutto per articoli come questo, in una lingua piena di sentimento come l’italiano.

      Qualche volta io faccio tradurre da veri traduttori alcuni articoli, come potrete vedere il 1 e 2 gennaio, per l’articolo sul Papa, che uscirà in perfetto fiammingo ( in quanto tradotto in Belgio) e in perfetto inglese, in modo che venga letto in tutto il mondo. Però anche tu potresti far tradurre il tuo articolo da qualche tuo allievo del gruppo di conversazione, che già parla italiano o tradurlo in classe, durante le lezioni, tutti insieme. Io lo faccio spesso, con gli articoli dei Cofanetto, quando i miei allievi me lo domandano. Un abbraccio, Cristina

  10. Maria Cristina Giongo scrive:

    Ho ricevuto questa bella email dalla nostra fedele lettrice, Claudia Tagliabue, che pubblico con molto piacere.

    ” Desidero commentare questa splendida Fiaba di Natale. Si perché ritengo che questo articolo scritto dalla nostra carissima Maria Cristina Giongo, meriti un attimo di attenzione. Esso racconta la storia, commovente, di una coppia di genitori fantastici, che sono riusciti a creare intorno a loro, un alone di vero, benedetto, amore. I loro figli sono molto fortunati ed auguro ad ognuno, senza distinzione, un futuro sereno e radioso. Grazie Giois e Mario. Grazie Cristina. Natale è passato. Con qualche giorno d’anticipo, auguro a tutta la Famiglia Campagnolo, un Nuovo Anno, sereno, pieno di cose belle.”

    Claudia Tagliabue ( Milano)

  11. Roberto Campagnolo scrive:

    Sono uno dei nipoti di Giois e Toruccio (Mario), ricordo quando con la mamma andavamo a trovare la zia e il cuginetto in via Petrella, tra l’altro mio papà lavorava con lo zio.
    Fui dispiaciuto quando gli zii con Massimo e Raf si trasferirono in Olanda e allora non capii bene il perchè, ma non abbiamo mai perso i contatti.
    Farò leggere l’articolo ai mie genitori che si commuoveranno sicuramente.
    Roberto Campagnolo

Leave a Reply for Roberto Campagnolo