Chiese “spedite” e chiese di fango: aspetti della fede nell’Africa del sud

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La chiesa Renana di Walvis Bay

Rhenish Church a Walvis Bay (Namibia)

Se è vero che “la fede muove le montagne” anche una chiesa può essere spostata.
Non sono riuscito a scoprire perché i fedeli della Rhenish Church (Chiesa Renana) di Walvis Bay (Namibia) abbiano importato una chiesa di legno prefabbricata dalla Germania invece di costruirla in loco con pietre e legno come usava all’epoca.
La Società Missionaria Renana nacque, si può dire, ai primi dell’800 in Germania. Missionari furono inviati in Sud Africa e, da qui, essi giunsero anche in Namibia.

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A sinistra la storia della chiesa; a destra il pulpito come è oggi

L’edificio fu assemblato ad Amburgo nel 1879, smontato e imbarcato su di una nave diretta a Walvis Bay ove, nel 1881, fu eretto nei pressi del porto.
Fine delle peripezie della chiesa? No, perché alcuni anni dopo essa fu rimaneggiata ed ampliata e, nel 1918, in seguito all’allargamento degli spazi portuali, fu di nuovo smontata e poi riassemblata alcune centinaia di metri all’interno (da quella che è ora la 7a strada alla 5a strada).
Qui, intonacata per proteggere il legno, fu utilizzata fino al 16 gennaio 1966 quando fu abbandonata dai fedeli che, nel frattempo, ne avevano costruita una più capiente, robusta e confortevole.
Essa fu quindi dimora di vagabondi tanto che la municipalità irriconoscente, considerandola un pugno nell’occhio al decoro urbano, decise di demolirla.
Per fortuna venne in suo soccorso il Lions Club locale che l’acquistò per usarla come sede dopo un completo restauro.
Poiché tutti i salmi finiscono in gloria ecco che, nel 1972, la chiesa fu proclamata monumento nazionale ed oggi, ancora utilizzata dai Lions, è la più vecchia costruzione della città.

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Chiesa costruita con risorse locali

Zionist Church (Swaziland)

Ci sono anche comunità che si sono costruite la chiesa usando risorse locali: legno, pietre e fango.
Mi ci sono imbattuto durante i miei vagabondaggi esplorativi alla ricerca di pitture rupestri.
Stavo viaggiando con l’archeologo Bob Forrester e una sua amica nell’ovest dello Swaziland (non lontano dal confine col Sud Africa), quando abbiamo notato una serie di costruzioni in fango, quasi tutte malridotte. Sopra una di esse era stata posta una rudimentale croce fatta con due pezzi di ferro saldati.
Incuriositi ci siamo avvicinati ed abbiamo incontrato quello che potrebbe essere definito il “sacrestano”.
La chiesa era stata eretta dalla comunità Cristiana Zionista locale.
La chiesa di Zion è una confessione originata in nord America alla fine dell’800 (Chiesa Cristiana Apostolica di Zion, Illinois) e giunta in Africa del sud agli inizi del secolo scorso. Nonostante scissioni interne, si è rapidamente diffusa, divenendo probabilmente la principale confessione tra le popolazioni autoctone dell’emisfero australe anche per la capacità di assimilare le credenze tradizionali (guarigioni, spiriti ancestrali, ecc.)

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La croce rudimentale e l’interno semplice

Devo ammettere che il desiderio di Papa Francesco di una “Chiesa povera per i poveri” ben si adatta alla chiesa dello Swaziland e, forse, anche a quella di Walvis Bay che è semplice, non certo una cattedrale.
Pur da non praticante (e probabilmente con una sfumatura di agnosticismo) sono affascinato dai luoghi di culto semplici e piccoli (adoro le chiesette campestri della Sardegna).
In fondo entrambe le chiese descritte hanno svolto la loro funzione di centro di aggregazione e di preghiera al pari delle grandi cattedrali.

Auguro a tutti i collaboratori e ai lettori del “Cofanetto” buon Natale Felice Anno Nuovo.

Foto e testo di Mauro Almaviva
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One Response to “Chiese “spedite” e chiese di fango: aspetti della fede nell’Africa del sud”

  1. Claudia Tagliabue scrive:

    Gesù è nato in una capanna. Le Chiese dovrebbero sempre apparire nella più assoluta semplicità. Quella fotografata, Zionist Church, rende perfettamente l’idea, che non è la costruzione il fulcro, ma bensì, ciò che accade all’interno. I fedeli raccolti, nelle loro preghiere. Il Prete che parla con e per loro.
    Grazie Mauro, bellissimo racconto, come sempre !!!

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