Attualità. Allarme nei Paesi Bassi.

Ieri sera sono stati avvistati parecchi droni sorvolare l’aeroporto civile e miliare di Eindhoven e sopra la loro base militare. Sospesi i voli. Viaggiatori fuori, al freddo, in attesa del ripristino. Pronte le “armi” per abbatterli se torneranno. Ma quali armi ? Il Ministro della difesa mantiene il più stretto riserbo.

Preoccupazione nei Paesi Bassi ieri sera in quanto sono stati avvistati più droni sorvolare l’aeroporto di Eindhoven. Pare che si tratti degli UAV (Unmanned Aerial Vehicle) o Aerei a pilotaggio remoto(APR), usati dalle forze armate per missioni di sorveglianza, raccolta di informazione ed attacchi mirati. Già erano stati segnalati venerdi sera sopra la base militare di Volkel, un piccolo paese di circa 3.545 abitanti che si trova nelle vicinanze, nella provincia Noord -Brabant, al sud dell’Olanda.

Il (dimissionario ministro) della difesa Ruben Brekelmans ha detto che sono state prese delle “misure speciali” ma non ha voluto rivelare quali. Ha poi aggiunto che nel caso dovessero tornare, sono pronti ad “abbatterli”, con l’uso di “armi”; ma non ha voluto spiegare di quali armi si tratti. Insomma, il massimo riserbo, e l’assoluta necessità di mantenere il segreto a riguardo.

Si sa solo che questi avvistamenti hanno creato uno stato di allarme. Infatti è subito intervenuta la polizia reale aeronautica e di controlli di frontiera, “Marechaussee” per chiudere l’aeroporto civile di Eindhoven, con ovvie conseguenze per i passeggeri in attesa di raggiungere le destinazioni prefissate, i quali si sono lamentati di essere stati mandati fuori…al freddo (ieri sera le temperatura ad Eindhoven era di zero gradi, molto freddo e vento). I voli sono ripresi solo alle ore 23.00.

L’aeroporto di Eindhoven, il secondo per grandezza ed importanza dopo quello di Amsterdam “Schiphol”, ha due funzioni; quella di scalo aereo civile per i voli turistici e per affari e quella di campo di aviazione militare. L’aeroporto militare, che è proprietà dello Stato neerlandese e dell’Air Mobility Command che appartiene all’aeronautica militare reale “Koninklijke luchtmacht”, serve per varie missioni, anche a livello mondiale: sia militari che umanitarie, rifornimenti di benzina per altri aerei di passaggio, trasporti di materiale bellico.

Il Ministero della difesa ha quindi ammesso che si sono preparati per adoperare armi in grado di abbatterli. L’esperto in azioni di guerra, l’ex generale Frans Osinga, ora professore di Studi sulla guerra e la sicurezza internazionale all’Università di Leiden ha aggiunto che si tratta di “un chiaro segnale verso i criminali che li hanno inviati e pilotati da remoto. In quanto sappiano che non verranno più accettate queste invasioni in un Paese straniero”. Ricordiamo che i droni, fra i vari scopi hanno quello di monitorare zone di interesse per raccogliere informazioni strategiche. Recentemente ne sono stati avvistati anche in Belgio, in Germania, in Polonia.

Ufficialmente non è dato di sapere se nella base militare di Volkel ci siano armi nucleari. Ma i dubbi sono parecchi. La qual cosa la rende un obiettivo sensibile per questo tipo di spionaggio ed eventuali attacchi.

Massima allerta quindi, in quanto la presenza di droni non autorizzati su un aeroporto è considerata un grave rischio per la sicurezza aerea, per tale motivo si devono immediatamente attivare procedure di emergenza, fra cui l’interruzione di tutti i voli. Come è avvenuto. Infatti i droni, anche di piccole dimensioni, se entrano in collisione con un aereo, nelle fasi di decollo ed atterraggio, mettono a repentaglio la sicurezza dei passeggeri.

Per questo motivo è severamente vietato dalla legge farli volare in prossimità di un aeroporto, come si evince dalle norme ENAC in Italia e EASA in Europa. Gli aeroporti sono circondati da zone a traffico controllato (CTR) e da quelle “no-fly zones”, in cui il divieto è assoluto.

Essi possono essere individuati con i radar tradizionali e con particolari dispositivi per interferire nel loro segnale, come lo “spoofing” che consiste nell’ingannare il sistema GPS del drone, un sistema sofisticato che in poche parole gli “fa perdere la testa”, inducendolo a “credere” di trovarsi in un altro luogo, per cui perde la bussola e spesso atterra; o da altri disturbatori simili chiamati “jamming.”

Soltanto se il drone rappresenta una minaccia per la sicurezza si può abbattere, sempre tenendo conto di farlo atterrare in sicurezza, in quanto potrebbe cadere ovunque provocando danni. Oppure si può colpire un drone in cielo con i cosiddetti “cannoni a rete”, atti a catturarlo in una rete (da cui il termine) che si impiglia nelle eliche, bloccandone i motori ed impedendogli di continuare il volo: per poi portarlo a terra, avvolto nella stessa rete, allo scopo di analizzarlo e cercare di carpirne la provenienza.

Aeroporto militare di Eindhoven (Paesi Bassi). Marzo 2011. Quando scrissi un importante articolo sul ritorno dei tre ostaggi olandesi trattenuti in Libia con l’accusa di spionaggio e poi liberati. Proibita la riproduzione di questa foto che appartiene a me.

Il 23 luglio 2014 mi trovavo ancora all’aeroporto militare di Eindhoven, accreditata, con altri giornalisti di varie nazionalità, per assistere al rientro delle bare con i primi resti delle 193 vittime olandesi che erano sull’aereo partito da Amsterdam e diretto in Malesia,(volo MH17) colpito da un missile probabilmente russo nei cieli dell’Ucraina. Una cerimonia commovente, alla presenza anche dei reali dei Paesi Bassi. Le vittime di quella tragedia furono in totale 298. Fra cui 3 neonati e 80 bambini

Aeroporto militare di Eindhoven (Paesi Bassi) I tre ostaggi liberati in Libia al loro arrivo all’aereoporto di Eindhoven.
L’arrivo nel loro Paese dei tre militari olandesi trattenuti in Libia con l’accusa di spionaggio appena liberati. Ecco il momento in cui vengono ricevuti dal Generale Peter van Uhm. Io ero l’unica giornalista italiana presente al commovente momento e poi all’abbraccio con i loro cari. (troverete tutto il reportage con le foto nel link alla fine di questo articolo. Proibita la diffusione di questa fotografia. Copyright Maria Cristina Giongo

Ultimamente la minaccia degli sciami di droni ha portato ad improntare anche “armi” per annientarli, come “laser antidroni”, all’avanguardia. A quali armi si riferisce quindi il Ministro della difesa olandese (I Paesi Bassi sono ancora senza un governo, dopo le ultime elezioni legislative del 29 ottobre scorso) quando dichiara di avere pronte ed in assetto delle “armi”, in caso di nuovi avvistamenti sulle loro basi militari?

Infine un dato rilevante: nel 2025 l’investimento per la difesa è stato di circa 26,8 miliardi, con un aumento di 3,4 miliardi rispetto al 2024. Quindi ben superiore al 2% delle norme stabilite dalla NATO, (il cui segretario generale è proprio Mark Rutte, premier dei Paesi Bassi dall’ottobre 2010 al luglio 2024) che ogni nazione deve destinare alle spese militari. Un punto importante che si sta discutendo adesso in fase (critica) di formazione della nuova coalizione di governo.

Maria Cristina Giongo
CHI SONO

Link ad uno mio reportage sul ritorno in patria dei tre militari olandesi che nel 2011 furono trattenuti in Libia con l’accusa di spionaggio, con belle fotografie esclusive.

Link ai due articoli scritti sulla tragedia delle 298 persone uccise da un missile nei cieli dell’ Ucraina mentre si recavano in aero in vacanza in Malesia, nel luglio 2014. 193 erano olandesi partiti dall’aeroporto di Amsterdam.

Libero
Il Cofanetto Magico

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