Invece di lamentarti del buio accendi una luce! Eindhoven, la città olandese della luce e della Philips. Intervista all’ingegner Michele Mongelli, italiano in Olanda.

Eindhoven (Paesi Bassi), Philips Museum. Foto Hans Linsen.

Lo scorso mese, vi ho parlato della visita dell’Ambasciatore italiano nei Paesi Bassi S.E. Giorgio Novello ad Eindhoven, nel Noord Brabant, conosciuta proprio come la città della luce e della Philips, che, se vogliamo usare un termine simbolico, “le ha dato luce” creando un’impresa fra le più famose del mondo. Vi avevo promesso di riparlarne approfondendo la storia di questa azienda: partendo dal suo fondatore Gerard Leonard Frederik Philips.

Eindhoven, durante la festa delle luci, chiamata Glow.

Desidero farlo proprio nel mese di maggio, il mio preferito, in cui la luce, dopo l’inverno, ha ripreso ad illuminare i fiori, gli alberi, la natura; con giornate più lunghe, per goderla al massimo, riscaldati dai raggi solari. Ricordiamo che il suo contrario è buio . Un detto popolare cita: “invece di lamentarti del buio, accendi una luce.” Accendi una luce per meglio vedere gli ostacoli da superare.

Infatti la luce, (lasciando l’immaginario popolare per addentrarci nel campo della fisica), è una radiazione magnetica corrispondente a determinte lunghezze d’onda, che stimola la retina dell’occhio, permettendo la vista.

Lascio la parola ad un italiano che abita proprio ad Eindhoven, ingegnere, Michele Mongelli, per raccontarci lui la sua storia personale, quella del luogo dove ha scelto di vivere, e quella della famiglia Philips. Aggiungendo per tutti voi, cari lettori: buon mese di maggio, buona festa del lavoro!

Eindhoven. Nella foto Michele Mongelli con la sua splendida gatta Leila.

Ingegnere Mongelli, per cominciare, ci parli di sè; dove è nato, quando e perché ha deciso di trasferirsi nei Paesi Bassi?

Sono nato a Milano, ma all’età di due anni e mezzo la mia famiglia, barese, è rientrata a Bari. Si può dire quindi che sono milanese di nascita, ma barese di adozione.

Ho festeggiato recentemente il decennale di trasferimento nei Paesi Bassi. Nel mio caso si può dire che sia stato davvero voluto dal destino, nel senso che non era la mia intenzione iniziale: io vivevo e lavoravo vicino Milano, nel settore dell’ elettronica, ma stavo maturando da un po’ di tempo l’idea di spostarmi all’estero, in Europa continentale. In cima alla lista dei miei “desiderata” vi erano Germania, Svezia e Francia, i Paesi Bassi non li avevo minimamente presi in considerazione all’inizio.

Non perché avessi qualcosa contro, ma perché non li conoscevo per nulla, non avendoci praticamente mai messo piede in precedenza, al contrario dei Paesi menzionati prima.
Così, inserii il mio curriculum in alcuni siti di cacciatori di teste, e rimasi in attesa di eventuali chiamate. Ne arrivarono diverse, ma la più interessante venne dalla sede olandese di Altran, un’ importante società di consulenza, a livello mondiale, nel settore dell’alta tecnologia. Mi invitarono ad Eindhoven per dei colloqui interni e con dei loro clienti, tra questi anche la Philips Research. Mi fecero quindi una ottima proposta… ed eccomi qui.

Lei lavora proprio alla Philips, con quale funzione? Di che cosa si occupa precisamente?

Proprio oggi, 1 Maggio, sarà un anno esatto da quando ho lasciato Altran per entrare alle dirette dipendenze della Philips, un ambiente che conoscevo e “mi” conosceva benissimo, in quanto vi avevo già lavorato a lungo come consulente per conto di Altran.

La mia funzione è “Digital ASIC Designer”: nello specifico, mi occupo di progettazione ASIC, cioè di microchip, quei componenti basati sul silicio di cui negli ultimi anni si è sofferta una grossa carenza sul mercato mondiale, per intenderci.

Sono esperto di tutto ciò che riguarda la loro realizzazione fisico-tecnologica. In Philips progettiamo microchip per applicazioni di tipo medicale.

Anton Frederik Philips (Zaltbommel, 14 marzo 1874-Eindhoven, 7 ottobre 1951.) Egli fondò ad Eindhoven la Royal Philips Electronics N.V.nel 1912, con suo fratello maggiore Gerard.

La grande famiglia Philips… a cominciare dal capostipite Gerard, al fratello Anton, al padre Frederik a…..

Non si può non citare Frits Philips, “Mijnheer Frits” come era familiarmente noto. Ha goduto di una popolarità immensa ad Eindhoven, ha salvato quasi quattrocento ebrei da morte sicura durante l’occupazione nazista, sostenendo che si trattava di lavoratori indispensabili per il funzionamento della fabbrica, che per i nazisti era essenziale (si pensi solo agli apparati radio per comunicazioni militari).

E ha portato il PSV a conquistare la sua prima Coppa dei Campioni. PSV in cui giocava un certo Ruud Gullit…

Che cosa ha reso la Philips famosa in tutto il mondo?

L’enorme capacità tecnologico-scientifica. Un mare di oggetti che usiamo o abbiamo usato praticamente tutti, e che hanno rivoluzionato la vita di tutti i giorni, sono nati o sono stati sviluppati qui. L’industrializzazione della lampadina elettrica, che ha “illuminato il mondo”, è ben nota, ma pensiamo anche solo al rasoio elettrico, oppure al mangiacassette portatile: la musicassetta portatile non esisteva prima della idea geniale della Philips negli anni Sessanta, si usavano quelle grosse bobine di nastro magnetico da montare su ancora più grossi apparati, che non potevi minimamente pensare di portarti in automobile e men che mai al picnic!

Il tubo a raggi X, che ha rivoluzionato la scienza medica, introdotto ai primi del Novecento.

Vi ricordate il compact disc? Tutti noi, fino all’inizio degli anni ’80, conoscevamo solo i dischi in vinile, i famosi 33 o 45 giri, ma ricordo benissimo a quel tempo le prime pubblicità che cominciavano a comparire sulle pagine di giornali e settimanali: “Philips presenta il compact disc”, il cui primo prototipo uscì dai laboratori di Eindhoven nel 1976! Fu una tale rivoluzione tecnologica che, per lungo tempo, ogni prodotto Philips in Italia venne commercializzato con il marchio “Da Philips, il creatore del Compact Disc”.

E poi ancora il Video2000, standard di videocassette che ha avuto putroppo una vita commerciale breve, soppiantato dal VHS, ma qualitativamente assolutamente all’avanguardia e superiore a tutti gli altri concorrenti. Ricordate le famose “strisce orizzontali” che apparivano sullo schermo quando si avvolgeva, riavvolgeva? Inesistenti nel Video2000.

La grande forza di Philips, il “marchio di fabbrica”, secondo me è stata ed è tutt’ora proprio questa: la capacità innovativa che ha prodotto tonnellate e tonnellate di brevetti, un sapere scientifico enorme, praticamente in tutti i campi della tecnologia. In un certo senso Philips “è” la tecnologia!

Eindhoven, l’Ambasciatore Italiano nei Paesi Bassi, S.E. Giorgio Novello ( nella foto con accanto la moglie Bianca) al Philips Museum, prima tappa della sua visita alla città di Eindhoven, organizzata dal consigliere comunale Miriam Frosi e Pasquale Adesso, ex console onorario. Nella prima e seconda immagine si vede anche l’ing. Michele Mongelli, intervistato per questo articolo. Nella seconda foto, dietro l’Ambasciatore, la sottoscritta, giornalista, invitata dallo stesso Ambasciatore per accompagnarlo in questa visita al Philips Museum, in rappresentanza della stampa nazionale italiana. Purtroppo grande assente quella olandese, anche perché non abbiamo giornalisti italiani che collaborino con testate olandesi, se non per articoli di cucina, ogni tanto. Foto Hans Linsen.

Lei era presente quando siamo stati al Philips Museum di Eindhoven, insieme al nostro Ambasciatore italiano nel Regno dei Paesi Bassi, Giorgio Novello, che desiderava tanto vederlo. Può descrivere a chi non lo conosce, ai turisti che verranno in Olanda, quale è il suo valore, per cui vale la pena di visitarlo?

Visitare il Philips Museum è anche e soprattutto fare un viaggio nella storia, non solo tecnologica.

Si possono vedere i primi esemplari degli apparati sopra citati; musicassette ad es. come si sia evoluta la tecnologia e, grazie ad essa, la civiltè industriale e la qualità della vita dall’Ottocento a oggi. Si può constatare come tali innovazioni, che per noi sono assolutamente normali come il tubo a raggi X, abbiano rivoluzionato la scienza medica e abbiano dato un decisivo contributo per la diagnostica, aumentando significativamente l’aspettativa di vita. Si possono vedere i primi apparati radio e i primi cinescopi, poi diventati televisori, che utilizzavano a loro volta le prime valvole termonioniche. Si può addirittura assistere alla ricostruzione della prima comunicazione in diretta radio del 1927 tra la regina dei Paesi Bassi e le Indie Orientali Olandesi, l’attuale Indonesia, i cui cittadini non avevano mai sentito la voce della loro regina fino a quel momento!

Eindhoven testimonia la presenza della Philips, si potrebbe dire in ogni angolo di strada. Dai due bei parchi naturali Philips-De Jongh park, al Philips-van Lennep park, molto belli, al famoso Evoluon…Ad una bellissima sala da concerti, con un’acustica perfetta! Oltre alle meravigliose luminarie che addobbano la città a festa per più settimane, a partire dal 18 settembre, giorno della liberazione dall’invasione tedesca. Qualche notizia aggiuntiva, curiosità a riguardo?

Eindhoven ha una qualità di vita molto alta, una enorme quantità di verde pubblico pro capite. Io, se faccio due passi da casa, in poche centinaia di metri trovo le mucche al pascolo e i dei laghetti con i pescatori alle loro sponde. Eppure, sono a meno di dieci minuti di bicicletta dal centro città! All’High Tech Campus siamo circondati da aziende di livello tecnologico elevatissimo, ma, allo stesso tempo, passeggiando all’interno del parco possiamo tranquillamente incontrare greggi di pecore al pascolo… C’è un connubio tra servizi elevati, tra alta tecnologia e natura, come forse da nessun’altra parte che abbia visitato. In un certo senso, a differenza di altre grandi realtà urbane, che si sono sviluppate “sopra” la natura, qui si e’ “fusa” con essa.

Ma non dimentichiamo anche la moda e il design: qui c’è la Dutch Design Academy, un concentrato di idee nell’interior design che attira studenti da tutta Europa, e che raggiunge il suo apice nella Dutch Design Week, ma che lascia la sua impronta all’interno di molti locali ed edifici in cui si vede il tipico design postindustriale.

Eindhoven (Olanda), ancora un particolare del Glow, uno spettacolo di luminarie grandioso! Foto Hans Linsen

Cliccare qui per vedere il video amatoriale di un laghetto nel mezzo di un quartiere di Eindhoven, illuminato per festeggiare, come ogni anno, la liberazione della città dall’invasore tedesco, avvenuta il 18 settembre 1944

L’Evoluon di Eindhoven. Venne costruito nel 1966 grazie alla Philips su un progetto degli architetti Louis Kalff e Leo de Bever. Ricorda un disco volante; oggi diventato un museo della scienza e della tecnica, spesso sala per mostre e congressi . Dal 2018 è stato designato museo e patrimonio nazionale.

Per concludere, ci dia lei una definizione di luce; fisica, chimica, tecnica o di sentimento, di mente e cuore: quella che preferisce. Energia, forza, speranza nel futuro… quali altri termini, aggettivi aggiungerebbe per completare il quadro appena dipinto, con qualche pennellata di colore in più…

Da ingegnere dovrei dire radiazione elettromagnetica e, per citare Einstein, “la cui velocità è una costante indipendente da qualsiasi sistema di riferimento”… ma, instintivamente, direi che “colori” sia quella che mi ispira di piu’. Percepiamo i colori grazie alla luce!

Maria Cristina Giongo
CHI SONO

Link all’articolo precedente sulla visita ad Eindhoven del nostro Ambasciatore nei Paesi Bassi, Giorgio Novello.

Agli italiani in Olanda e non solo, che hanno bisogno di un sostegno psicologico, in questo caso per affrontare i problemi inerenti l’adattarsi a vivere in un altro Paese, segnalo la dottoressa Susanna Minasi, psicologa, psicoterapeuta. È possibile seguirla anche su facebook a questo link di Psicologa On-line.

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