Sclerosi multipla. Una meravigliosa storia d’amore. Oltre il dolore. Chi era quella ragazza?

Il gorgo. Un magnifico quadro del pittore lombardo Aldo Sterchele, che ha dipinto spesso la profondità di due anime che…si raccolgono in volo mentre stanno cadendo, si sorreggono e confortano.

Vorrei raccontare una storia vera di amicizia, quell’amicizia che si fonda con l’amore, la solidarietà, il coraggio. E tanto di più. C’era una volta una ragazza che, durante un suo viaggio a Lourdes, conobbe un giovane affetto da sclerosi multipla: era allettato, completamente paralizzato. Solo il suo cervello funzionava perfettamente. Rimase subito colpita da lui.

Foto di Maria Cristina Giongo. Nessun fiore è eterno ma la sua particolare bellezza sì. Se l’hai conosciuta ti rimane dentro.

Tornata nella sua città, la stessa di lui, decise di andare a trovarlo. Da quel momento lo fece ogni domenica, per tredici anni. Si chiamava Aldo Barale, era stato colpito da quella devastante malattia all’età di 17 anni e da allora amorevolmente accudito dai suoi genitotori, i quali non lo lasciavano mai, un’intera esistenza dedicata a lui. Era figlio unico. Aveva degli occhi bellissimi color indaco grigio chiaro.

La giovane ragazza conduceva un programma in una televisione privata, che andava in onda, in diretta, i giorni feriali. La domenica correva da lui. Avevano trovato un sistema per comunicare, in quanto Aldo poteva muovere ancora due dita; una specie di alfabeto muto che per loro diventò comprensibile. Ci metteva molto a formulare un concetto ma quando ci riusciva era un successo, tanta felicità. Ed ogni sua parola aveva un senso, era profonda, faceva riflettere.

La madre, aspettando pure lei quelle visite domenicali, si vestiva bene, preparava un the con i pasticcini, si sedevano accanto al suo letto. Intorno a quel letto si svolgeva il loro mondo di genitori; quando uscivano, anche soltanto per fare la spesa, lo facevano a turno. E a turno si alzavano di notte per permettergli di cambiare posizione. Quella era la loro vita. Ogni tanto qualche amico le chiedeva se non desiderasse alla domenica di andare a ballare, al cinema e come riuscisse a mantenere un impegno così costante e “deprimente”.

Lei rispondeva, stupita, che lui era il suo amico del cuore, non c’era nulla di deprimente nella loro amicizia! Anzi, non provava nemmeno pietà nei suoi confronti. Il termine pietà lo riservava alle persone cattive, ai malviventi. Provava amore. Tenerezza. Attraverso lui capiva quanto piccoli fossero i suoi problemi rispetto a chi ne ha di ben più grandi. Gli raccontava tutto, anche dei suoi ammiratori, riusciva persino a farlo sorridere, quasi ridere. A modo suo. Nonostante ogni minimo “sforzo” gli costasse fatica; nutrirsi, sopravvivere, persino sorridere.

Il sole, del pittore norvegese Edvard Munch (1863-1944) «Dipinge le cose, o piuttosto, le vede, in maniera diversa da altri artisti. Vede solo l’essenziale, che naturalmente è solo quello che dipinge”, scrisse di lui il pittore, scrittore, giornalista Christian Krohg.

Una volta le “confidò”, attraverso il loro speciale alfabeto muto: “quando seppi da che malattia era stato colpito avrei voluto spararmi. In seguito non avrei neanche potuto tenere un’arma in mano. Poi sei arrivata tu. Il mio sole. E ora voglio vivere. Adesso ho la gioia di vivere.” Ci mise tanto tempo a formulare questa frase che lei non dimenticò più, influenzò la sua esistenza, le insegnò sino a che punto l’amore, la solidarietà fraterna, il dare senza nulla chiedere sono valori importanti nella vita. Fondamentali. Quelli che le danno un senso.

Ovviamente ogni giorno guardava la sua amica in televisione; spesso lei, una volta smessi i suoi vezzosi e coloratissimimi abitini luccicanti, che tanto le piacevano, correva da lui per raccontargli un sacco di cose talvolta inutili, di pettegolezzi nell’ambito del suo lavoro, gli chiedeva come era andata la puntata, se era stata brava…. E lui sorrideva.

Quando tornava a casa si rendeva conto che in realtà era lui quello che le dava di più. Dopo 13 anni si innamorò di un olandese e prese la decisione di seguirlo nel suo Paese, per formare una famiglia con lui. Quando, a fatica, lo comunicò ad Aldo non si rattristò, non si disperò; le “disse” che era ora che si facesse una famiglia, doveva seguire il suo cuore: certa di rimanere nel suo. Un’altra lezione di vita; l’amore non è mai egoismo. Aldo visse ancora a lungo, sino a 50 anni. I suoi genitori scomparvero a pochi anni di distanza, dopo aver sacrificato tutta la vita per lui.

Dal film Ghost; grande successo che va oltre la favola romantica e a tratti divertente che ha fatto sognare e… piangere generazioni di giovani. E anche di meno giovani! Nella speranza che nessuno se ne vada per sempre. Ci aspetta solo…”in un’altra stanza”, piena di luce e felicità.

Un giorno la ragazza, ormai diventata una donna, madre di due figli, ricevette un pacchettino da una persona venuta dall’Italia; quando lo aprì rimase abbagliata, sia per la pregevole fattura dell’oggetto contenuto, sia per la luce che sprigionava. Il signore le disse che gli era stato affidato dalla mamma di Aldo, di cui era il nipote, poco prima di morire, affinchè glielo recapitasse.

Non c’era nessun biglietto di accompagnamento. Esso fu e rimane il ricordo tangibile di un’amicizia bellissima, la testimonianza che certi incontri non avvengono per caso. Sono luce nella luce, anche attraverso il dolore; per sempre. Oltre la morte. Per l’eternità.

Quella ragazza ero io.

Maria Cristina Giongo
CHI SONO

Oggi, 24 giugno 2021, è il compleanno del nostro Ambasciatore italiano nei Paesi Bassi, S.E. Giorgio Novello. A lui dedico questa storia speciale, certa che la capirà; insieme ai più cari auguri a nome di tutti i collaboratori, redattori, affezionati lettori del Cofanetto magico.

S.E. Giorgio Novello, dallo scorso gennaio Ambasciatote italiano nel Regno unito dei Paesi Bassi. La foto originale è di Lavinia Novello.

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8 Responses to “Sclerosi multipla. Una meravigliosa storia d’amore. Oltre il dolore. Chi era quella ragazza?”

  1. Elisa scrive:

    Cara Cris, sono senza parole, tutto quello che mi viene in mente mi pare retorica. Storia bellissima, insegnamento bellissimo. E un augurio particolare al nostro ambasciatore, nato, guarda caso, il giorno di san Giovanni Battista…

    • admin scrive:

      Grazie, Elisa, queste persone aiutano te ad essere forti e capisci il valore profondo dell’amicizia. Un saluto affettuoso, Cristina

  2. Maristella Grillo scrive:

    Cara Maria Cristina, che storia meravigliosa! Sin da subito, ho capito che quella ragazza era Maria Cristina Giongo. Donare del nostro tempo a qualcuno è un doppio regalo, si dona e si riceve contemporaneamente…arricchendo il nostro animo! Donare è un grande valore aggiunto!
    Tantissimi auguri al nostro Ambasciatore.

    Un caro saluto.

    • admin scrive:

      Grazie di cuore, Maristella, anche per gli auguri all’Ambasciatore. Un abbraccio a te e a tutti coloro che soffrono di questa devastante malattia.

  3. Emilio scrive:

    Che meravigliosa storia….piena di vero amore…complimenti a te..
    un grande cuore….una grande donna tu sei…
    ❤❤❤????‍♂️?‍♂️?‍♂️

  4. Rita Grillo scrive:

    Un’ emozione incalzante, parola dopo parola, un’ emozione
    che si è miscelata con diverse sensazioni molto belle avvolte però da un velo di tristezza!
    Maria Cristina hai suscitato emozioni profonde con tutta la flessibilità di chi sa amare.
    L’ amicizia quel sentimento, di amore stima rispetto confronto….sempre più raro ma indiscutibilmente al posto delle cose primarie e importanti.
    Meravigliosa esperienza questa storia di pura amicizia?

    • admin scrive:

      Grazie, cara Rita Grillo, l’amicizia è sempre un sentimento emozionante, spesso molto più dell’amore, perchè, se è vera e profonda, dura tutta la vita, in quanto basata sul dare, più che sull’avere e chiedere.

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