Poesia di dicembre: “Sui vetri appannati”

L’adorazione dei Magi del Beato Angelico e di Filippo Lippi

 

La Terra è un mondo alla giornata nel quale, ogni dicembre, si registra un aumento esponenziale della “natalità”: cioè la propensione (puntualizzo all’istante, per evitare malintesi) a comportarsi bene, come adorabili (dai Magi?) frugoletti od angelici (divin?) pargoletti e a compiere intanto nobili gesti di cortesia se non generosità, coi quali rallegrare il cuore del prossimo nostro, testimoniandogli fra l’altro una solidarietà sia festosa che festiva. Confesso che talora anch’io mi lascio vincere da questa moda pervasiva e planetaria; ma essendo più sensibile al freddo autentico, che non al calore artificiale (umano, forse, eppure finto e di facciata, perché indotto dalle suggestioni ipocrite e collettive, con cui c’ipnotizziamo a fine d’anno), di solito mi limito semplicemente ad ammalarmi d’influenza o raffreddore e a leggere dunque in abbondanza, seduto nel mio letto. E d’una tale usanza, ho messo al corrente la poesia che segue: Sui vetri appannati.

 

 

SUI VETRI APPANNATI
-Da Manto di vita (LietoColle, Como, 2005)-

Sabbiature di letto e di lenzuola
durante la malattia
semplice e leggera.

Sui vetri appannati
l’inverno, intanto,
stacca ideogrammi
di cuoio, di spazio
di lotta serena…

Pietro Pancamo
CHI SONO

 
 

A tutti gli amici di Pietro Pancamo, che sempre ci onorano di splendidi commenti, e ai gentilissimi lettori di questo mensile on-line, auguriamo di cuore un 2015 radioso, che sia in ogni istante come uno scrigno (o meglio cofanetto) stracolmo di gemme preziose e magiche!

La Redazione
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47 Responses to “Poesia di dicembre: “Sui vetri appannati””

  1. Nella scrive:

    Bellissimi vetri appannati disegnati dal ghiaccio all’esterno, apro ed ecco tutto imbiancato con il sole che filtra tra i rami di ghiaccio, niente moda niente ipocrisia, questa è la natura.

    • Pietro Pancamo scrive:

      Vetri superbi, sono d’accordo. Battono in bellezza persino quelli delle cattedrali.
      Che il tuo 2015 sia schietto e genuino proprio come la natura, cara Nella!

  2. marisa scrive:

    bella questa malattia che non dà sofferenza ma consente di crogiolarsi un po’ (avendo una buona scusa) tra le coperte, guardando i graffiti sui vetri appannati, magari aspettando qualcuno o qualcosa che non arriva…..

  3. Laura e Mariateresa scrive:

    Ungaretti ha scelto di stare con le capriole di fumo del focolare.Ma c’è invece chi ascolta il pianto del bambino che morirà poi in croce fra due ladri per portare finalmente la pace nel cuore dell’uomo anzichè alle figure di legno di un presepe?

    • admin scrive:

      Care… Laura e Mariateresa, temo che purtroppo la pace nel cuore dell’uomo destinato a vagare sulla terra in attesa di raggiungere il paradiso, non arriverà mai completamente. Inoltre ci sono uomini ” cattivi” e uomini ” buoni”. Quelli buoni sono capaci di consolare ” il pianto del bambino che morirà poi in croce”. Il libero arbitrio ci dà la possibilità di scegliere a quale categoria appartenere. Questa è la forza dei buoni; di chi soffre di più ma anche di chi, prima o poi, conquisterà la serenità. Buon anno!

    • Pietro Pancamo scrive:

      Quel pianto ce l’ho sempre nelle orecchie. E sapessi che pena mi fa… non riuscire più a sentire la tele.

  4. ANTONELLA scrive:

    Quando ero bambina tantissimi anni fa aspettavo dicembre perché per noi piccoli era il mese più bello dell’anno, il mese più dolce, il mese della natività dove tutti erano più buoni e donavano amore. In questi ultimi anni forse è meglio crogiolarsi ed ammalarsi stando ad aspettare che tutto passi in fretta ….Buongiorno caro Pietro colgo l’occasione per augurarti un Buon Anno colmo di tante cose belle.

    • Pietro Pancamo scrive:

      È vero: “Non esiste nulla di così triste che lo svegliarsi la mattina di Natale e ricordarsi di non essere più un bambino” (Erma Bombeck). Tuttavia “è bene tornar bambini qualche volta e non vi è miglior tempo che il Natale, allorché il suo onnipotente Fondatore era Egli stesso un bambino” (Charles Dickens).
      Ogni bene anche a te, carissima Antonella!

  5. Luisa scrive:

    È un’atmosfera calda e rilassante quella che ci accoglie sotto le lenzuola, e ,alla finestra si osserva (anzi si pensa) il mondo . Si cerca di stordirsi .Non si vuole vedere…. Perché fa male ….

    • Pietro Pancamo scrive:

      “L’oblio è una forma di libertà”, dice Gibran, e ci stordisce quel tanto che basta a non vedere più.
      Però io vedo bene, cara Luisa, quanto e come tu t’impegni per la mia rubrica di poesia. E questa è una cosa che non voglio certo dimenticare. Te ne sono, anzi, davvero riconoscente.

  6. Cristiano scrive:

    La febbre ha un che di trascendente. Di tanto in tanto è anche piacevole godersela e sentirla passare.

    • Pietro Pancamo scrive:

      “Mi piace la convalescenza: è la cosa per cui vale la pena ammalarsi” (George Bernard Shaw).

      Mi auguro che il tuo 2015 sia cominciato alla grande, caro Cristiano.

  7. Cinzia C scrive:

    Ciao Pietro, bellissimo il pensiero dell’inverno che evapora dolcemente e lentamente dai vetri appannati…

  8. Luisa scrive:

    Mi chiedo: ma in questo mondo è tutto ipocrisia ? Si fanno le cose perché le fanno tutti, si è buoni perché è Natale ….. ma lo si fa veramente col cuore, o sta diventando una festa pagana ?

    • Pietro Pancamo scrive:

      Credo che Altan possa risponderti molto meglio di me, cara Luisa: “È Natale. Sono indeciso se sentire un grande senso di fratellanza o andare a sciare a Cortina”.

  9. Arrigo scrive:

    ALBANO E ROMINA HANNO PARTECIPATO AD UN BELLISSIMO PROGRAMMA TELEVISIVO NATALIZIO IN GERMANIA.
    SENZA FALSA INFLUENZA PROTETTIVA E SENZA IPOCRISIA PERCHÈ BEN PAGATI.

  10. Marisa B. scrive:

    Un ricordo di infantile malattia si insinua nelle pieghe di queste lenzuola; quando il letto tornava a cullare i nostri sogni, perduti in un libro di avventure, dimentichi del ritorno a scuola.

    • Maria Cristina Giongo scrive:

      E ci si sentiava tanto bene, cara Marisa, in quei momenti; perchè ci si sentiva protetti, nella nostra casa, nel nostro letto, ricevendo più attenzioni dalla mamma perchè ” un po’ malate”….

    • Pietro Pancamo scrive:

      “I genitori ti insegnano ad amare, ridere e correre. Ma solo entrando in contatto con i libri, si scopre di avere le ali” (Helen Hayes).
      Che queste ali ti portino sempre più lontano, cara Marisa. Ma non dalla mia rubrica di poesia, possibilmente. La tua presenza, finora così assidua, mi mancherebbe per davvero.

  11. Luisa scrive:

    Sui vetri appannati l’inverno disegna i sui magnifici geroglifici, da sotto le lenzuola ci si crogiola ad interpretarli a proprio gusto,mentre i pensieri volano in strada dove già la vita è frenetica ….

    • Pietro Pancamo scrive:

      Il mondo è frenetico perché son tante davvero le cose che ciascuno di noi deve fare, ogni giorno, per meritarsi la vita. E solo se il tempo si fermasse, avremmo tempo per tutto.

  12. Elena Cassardo scrive:

    Nostalgia di lieve malattia infantile …. un ricordo lontano, lontano !

    Febbricitante, alla ricerca di coccole, di cibi leggeri di dolce tepore …. mentre

    al di la’ dei vetri il gelo si scatena in fantasiosi arabeschi !

    Grazie Pietro, è bello sognare ricordando il passato

    • Pietro Pancamo scrive:

      Grazie a te, cara Elena! E come si domandava, anni fa, una poetessa italo-francese di mia conoscenza: “Che cosa è più vicino?/ Un sogno o un ricordo?// Che cosa è più lontano?” (Monica Paperot).

  13. Laura e Mariateresa scrive:

    Dopo la breve(e forse necessaria) pausa”influenzale” è bene riaprire coraggiosamente porte e finestre alla luce che illumina ogni uomo perchè tutti la possano ,un giorno,riconoscere ed accogliere.

    • Pietro Pancamo scrive:

      Se invece entra l’aria fredda e ti riammali? Scherzo, scherzo ovviamente… e anzi, carissime Laura e Teresa, vi auguro di cuore uno splendido 2015!

  14. Marisa scrive:

    Con pochi versi questa poesia ci conferma i sentimenti che molti di noi avvertono in questo periodo natalizio, un periodo fatto quasi solo più di convenienze, di abitudini di un desiderio perchè tutto passi in fretta e si ritorni alla “NORMALITA”, ccn i vetri appannati per darci la possibilità di SOGARE.

  15. Marisa scrive:

    Con pochi versi questa poesia ci richiama i sentimenti che ci assalgono durante le feste natalizie: abitudini di convenienze, fastidio, desiderio che i giorni passino in fretta e si ritorni alla normalità: per fortuna i vetri appannati ci danno la possibilità di “uscire” e di “sognare” diverso.

    • Pietro Pancamo scrive:

      “La normalità è la cosa più importante, divertente e interessante che ci sia” (Antonio Albanese).
      Grazie, cara Marisa, della tua coraggiosa sincerità.

  16. Luisa scrive:

    rileggo sempre volentieri, più volte le tue poesie,ma questa mi scalda il cuore .Crogiolarsi sotto le lenzuola al calduccio, mentre fuori il gelo dipinge i vetri ! Che bello !

    • Pietro Pancamo scrive:

      Leggi e rileggi? Per me è un onore.
      E per quanto riguarda il resto, lasciarsi “influenzare” dalla febbre, o dal desiderio di oblio, è certamente bello. Però meglio non esagerare.

  17. susy pagliaro scrive:

    Una ‘pennellata ‘ di vita calda e leggera, come l’ antica immagine di memoria collettiva, ed originale ed accattivante,come l’ inverno ‘in ideogrammi di cuoio sui vetri appannati’ che rende più accettabile il presente. Davvero una bellissima poesia!

    • Pietro Pancamo scrive:

      Secondo Tolstoj, le cose che rendono più accettabile il presente, e dunque la vita, sono “un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità; e poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo”. Insomma, vogliamoci bene, carissima Susy. E grazie, naturalmente, del profondissimo commento.

  18. Laura e Mariateresa scrive:

    I vetri appannati isolano dall’esterno , ma rivelano il calore che c’è all’interno.

    • Pietro Pancamo scrive:

      Niente paura: ho già chiamato i vigili del fuoco. Certo, però, che avete ragione: le finestre sono poco affidabili, perché a volte si bloccano, col risultato che i vetri finiscono per attutire le grida e isolare dall’esterno. Meno male che oggi, grazie a Internet e alla mia rubrica di poesia, si può chiedere aiuto anche solo digitando un commento.

  19. Elena scrive:

    Senza neanche un raffreddore ,mi vedo sdraiata su una comoda poltrona magari ergonomica ,davanti alle affascinanti fiamme del camino con in braccio il mio bellissimo micio ,con la mia amata musica di Mozart …mentre fuori fa freddo ed ilgelo continua a formare sui vetri ghirigori che rappresentano i mille sentieri tortuosi della mia vita…

    • Pietro Pancamo scrive:

      A proposito di gatti, ho sempre pensato che Micene fosse la città dei mici. Ma forse la mia conoscenza della storia antica lascia un po’ a desiderare.
      Che il tuo 2015 sia armonioso e musicale, cara Elena.

  20. Santina. P scrive:

    In questi giorni di influenze iinvernali e starsi a letto, è leggere un buon libro. Mentre il mio sguardo si sofferma sui vetri appannati disegnati dal Freddo gelo. Ciao Pietro

    • Pietro Pancamo scrive:

      “Niente di più bello d’un buon libro, nel mondo”. Parola di Joseph Joubert!
      Grazie d’essere tornata a trovarmi, cara Santina.

  21. valeria scrive:

    Ricordi d’infanzia…e piccole gioie del presente poter stare al caldo a letto, ammalata poco, quel tanto da poter giustificare a me stessa questo piacere… Ma perchè non consentirmelo in piena salute,per un pomeriggio almeno, quando fuori fa un freddo becco e i vetri appannati raccontano storie? Ci proverò … Grazie Pietro

    • Pietro Pancamo scrive:

      Son lieto davvero che la mia poesia ti abbia suggerito quest’ottima idea di prenderti, ogni tanto, un pomeriggio di ferie dalla vita. Magari ci proverò anch’io, cara Valeria. Nel frattempo ti ringrazio per aver dimostrato che i miei versi possono avere, talora, anche un risvolto pratico, concreto e quindi utile al prossimo. Devo dire che già mi sento un piccolo Tolstoj.

  22. Laura e Mariateresa scrive:

    …ma quali e quante meravigliose opere d’arte ha ispirato il Natale e questo è già un grandioso miracolo.

    • Pietro Pancamo scrive:

      Sì, è un vero prodigio. Ma ancor più favoloso è ammirarle. O magari leggerle, quando si tratta di libri. “Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto; io sono orgoglioso di quelle che ho letto” (Jorge Luis Borges).

  23. Elfi scrive:

    Bella poesia che mi riporta indietro nel tempo quando cercavo con l’immaginazione di decifrare cosa rappresentassero gli arabeschi che si formavano sui vetri ghiacciati.

    • Pietro Pancamo scrive:

      Sì, è un po’ come leggere le nuvole. E in fondo anche “gli uomini sono piccole nuvole che si formano, passano e si sciolgono […]” (Franz Fischer).
      Grazie mille, Elfi, per avermi espresso il tuo apprezzamento.

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