Re Willem Alexander d’Olanda con la bella regina Maxima e la splendida Rania di Giordania contro le atrocità delle guerre, passate e odierne. Fra orrore, lacrime e rabbia.

Auschwitz-Birkenau, 27 gennaio 2015. Il re Willem Alexander con la regina Maxima Zorreguieta, argentina, raccolti in preghiera nel tristemente famoso campo di concentramento e sterminio in Polonia. Il regnante olandese indossa il tipico copricapo ebreo in segno di rispetto per le tante vittime dell’eccidio compiuto dai nazisti. Foto ANP.

A 70 anni da quella terribile guerra e dallo sterminio di poveri ebrei vittime di una persecuzione inumana, crudele ed incomprensibile, ancora una volta il mondo intero si è riunito nel campo di concentramento polacco di Auschwitz, il 27 gennaio scorso. C’erano le rappresentanze di ben 49 paesi, che hanno posato tante candele nel luogo della strage di ebrei perpetrata dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Grande assente il presidente russo Putin; eppure furono proprio le truppe dell’Unione Sovietica di allora a liberare i prigionieri ebrei sopravvissuti, facendo irruzione in quel lager! I giovani reali olandesi erano visibilmente commossi, intensamente coinvolti, con gli occhi velati di lacrime. Impossibile dimenticare! E pensare che il padre di Willem Alexander, il principe Claus, marito dell’ ex regina Beatrice, era tedesco. Come il nonno Bernhard. Re Willem Alexander ha partecipato alla commemorazione indossando il kippah, il copricapo usato dagli ebrei maschi nei luoghi di culto e spesso anche durante la vita quotidiana. Un segno di rispetto per una religione ed una cultura diversi, che ha colpito tutti. Accanto a lui anche il premier Mark Rutte, che pure portava il kippah. Un segno di affetto per le tante vittime che morirono fra atroci sofferenze in quei campi maledetti. Unito ad segno di condanna per le guerre e la cattiveria umana, a cui non debbono essere concesse motivazioni e scusanti.

La bellissima regina Rania di Giordania, con il marito re Abdullah II. Belli, innamorati e felici.

Un’altra regina tanto amata dal suo popolo e stimata a livello mondiale è Rania di Giordania, della casa reale Hashemita, 45 anni, membro di numerose organizzazioni per la tutela della donna e dell’infanzia, lo sviluppo scolastico e progetti economici. E’ stata definita la regina più bella del secolo. Ma ciò che la contraddistingue è anche la sua bellezza interiore. Infatti Rania ha un animo dolcissimo e radioso come il suo sorriso; oltre ad un cuore prezioso, ricco di sensibilità, empatia e bontà.

Rania nacque il 31 agosto 1970 in Kuwait, da genitori palestinesi. Una donna intelligente e attiva. Nel 1991 conseguì la laurea in Gestione di impresa presso l’Università Americana del Cairo. Incontrò il suo re, Abd Allah II di Giordania, ad una cena, quando lui era ancora…un principe. Anche lui un uomo intelligente, con gli occhi azzurri. Era il gennaio 1993. Fu un colpo di fulmine; dopo solo due mesi si fidanzarono e dopo tre mesi si sposarono! Il 10 giugno 1993. Una storia d’amore intensa e profonda, che dura ancora oggi e da cui sono nati 4 figli. Basta vedere come il re e la sua regina si guardano, come si sfiorano, anche in pubblico e con quanta tenerezza… per capire il senso della parola amore.

La coppia reale con il loro bimbo, il principino Hashem (il 30 giugno 2010, giorno della festa dell’Indipendenza).

L’ultima impresa di Rania è stata la sua partecipazione alla marcia contro l’Isis, per manifestare la sua rabbia contro questi criminali terroristi che si definiscono “stato islamico”. Ha sfilato in mezzo al suo popolo reggendo la fotografia del pilota giordano bruciato vivo dagli jihadisti, Muath Al- Kasaesbeh. Senza trucco, con un semplice maglioncino a girocollo, senza velo, accanto alla “povera gente”, alla SUA GENTE, alle donne che difende strenuamente.

6 febbraio 2015. La regina Rania di Giordania ad Amman, in marcia contro l’Isis, accanto al suo popolo.

Pochi giorni prima si era recata dalla moglie dell’uomo arso vivo, (in questo caso indossando il velo) per porgerle le condoglianze. L’aveva stretta in un abbraccio affettuoso. La donna le aveva posato la testa sulla spalla, piangendo disperata. (nella foto qui sotto).

Rania di Giordania, donna e regina di straordinaria bellezza e ricchezza interiore, sempre in prima fila per la difesa dei diritti del suo popolo; soprattutto delle donne

Ho scritto questo articolo per dividere con voi l’ emozione che ho provato nel vedere le immagini di questi regnanti, d’Olanda e di Giordania, davanti agli orrori delle guerre: passate e presenti. Occhi velati di lacrime e di dolore, a tratti di rabbia, espressioni di una pietà profondamente vera e sentita.

Auschwitz (Polonia),27 gennaio 2015. Accanto ai reali d’Olanda, re Willem Alexander e regina Maxima Zorreguieta, alla sinistra della foto, si vede il premier olandese Mark Rutte, anche lui con il tipico copricapo usato dagli ebrei.

Ogni giorno ci domandiamo perchè il passato non ha insegnato nulla all’uomo. Perchè le guerre continuano, in tutto il mondo; in Ucraina, in Siria… Uomini decapitati, donne violate nel corpo e nell’anima, bimbi usati come scudo o come bombe umane fatte saltare in aria allo scopo di dare la morte ad altri bambini, bambine, ad altri uomini. PERCHE’?! Il problema è che Dio ci ha donato il libero arbitrio, la libertà; il regalo più bello che potesse farci! Tuttavia in questo modo ci ha resi responsabili. Anche del male che facciamo. Allora “ la colpa” di tante miserie non è certo di Dio, di Allah o di chiunque altro. Ma solo e soltanto dell’uomo. Dell’uomo cattivo che sceglie il male sopra al bene.

Maria Cristina Giongo
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