Mamma, voglio morire! La terribile storia di una bimba nata infelice.

bambinidepressione

“Quando me lo disse per la prima volta aveva solo 3 anni di vita, e in quel momento mi sentii morire anch’io”. Così è iniziato il calvario di una mamma olandese.

Questa è il disperato racconto di una madre e della sua bimba, tratto dal settimanale olandese, “Vriendin”. Per motivi di privacy abbiamo cambiato il nome della bambina, che chiameremo Chrystel. Ve la riportiamo così, direttamente dalle parole di questa donna che ha vissuto il dramma inimmaginabile della sua bambina nata..con la morte nell’anima, “vittima di un male che non le era mai stato inferto”.

“Tutto iniziò quando mia figlia aveva solo 3 anni. Stavamo tornando dall’asilo, con la bicicletta, lei dietro di me, quando improvvisamente ho sentito la sua vocina che diceva: mamma, non mi piace più!

Pensavo che si riferisse all’asilo, per cui le domandai di spiegarsi meglio: non le piaceva più recarsi in quel posto o non le piacevano i suoi compagni? Mi rispose, senza esitazione: la vita! Non mi piace più vivere.
Già da tempo era triste, silenziosa. Oserei dire …profondamente infelice. Dopo quella volta cominciò sempre più spesso a parlare di morte. Anche il suo comportamento divenne sempre più strano. Se giocava per la prima volta con un bambino, dopo un secondo era diventato il suo migliore amico; ma dopo cinque minuti diceva di odiarlo ed interrompeva ogni contatto con lui.

Quando aveva pochi mesi di vita a volte te la dimenticavi, tanto era tranquilla e zitta; ma poteva anche succedere che di colpo si mettesse a strillare istericamente. Le piaceva giocare con i Lego, tuttavia, se non riusciva a metterli uno sopra l’altro, ben incastrati, si infuriava e li tirava per tutta la camera. Mangiava pochissimo e beveva pochissimo. Neppure i pediatri riuscivano a capire la causa della sua inappetenza. Dopo qualche anno le fu diagnosticata una patologia chiamata ADHD (Attention-Deficit Hyperactivity Dis-
order
).

Ricordo una volta in cui la trovai in cucina con un coltello contro la gola; si girò verso di me e guardandomi fisso negli occhi mi chiese, gelida: che cosa dici? La faccio finita? In quel momento anche a me si gelò il sangue nelle vene! Le levai il coltello di mano e il giorno dopo mi rivolsi ad uno psichiatra infantile, che mi consigliò di starle vicino con tanto amore. Ma l’amore può bastare in questi casi? Infatti diventava ogni giorno più difficile; c’era qualcosa in lei che la spingeva a volersi fare del male, a cercare la sofferenza e a coinvolgere anche me in questa sua ricerca; godendo quasi del dolore che mi dava.

A 5 anni per esempio voleva che la vestissi con magliette strettissime e che stringessi pure la cintura del calzoncini così tanto… che quasi non respirava. La stessa cosa valeva per i capelli; li voleva raccolti in una coda di cavallo tiratissima. In seguito mi disse che voleva sentire tutto il dolore della vita sul suo corpo.

A scuola picchiava gli altri bambini oppure si isolava e se ne stava taciturna in un angolo davanti alla finestra, guardando fuori. A volte si scagliava contro di me quasi con odio; ma dopo 5 minuti volava nelle mie braccia chiedendomi scusa e baciandomi. Suo padre era sempre via per lavoro e tutto il peso di questa situazione ricadeva su di me.
Una volta spinse il coltello con più forza contro la gola, ferendosi. Allora non ce la feci più a stare a guardare impotente; chiedemmo aiuto ad un ospedale psichiatrico, dove la ricoverarono per sei mesi, insieme ad altri bimbi con problemi psichici.

Fu il periodo più brutto della mia vita. Mi sentivo in colpa per averla allontanata da casa, per non avercela fatta più ad assisterla da sola, a capire il suo disperato grido di aiuto. Quando tornò a casa, secondo gli psichiatri, guarita, ma imbottita di medicine, ricordo che era Natale e che io, mio marito e la sorella maggiore, eravamo molto felici di riaverla fra di noi. Purtroppo dopo pochi giorni scappò. La polizia la ritrovò in un campo, in mezzo alla neve, al freddo, inebetita. Andò mio marito a prenderla e la prima cosa che gli chiese fu “se qualcuno si era accorto della sua assenza. Se a qualcuno era mancata”. Suo padre rispose che era mancata a tutti.

Da allora scappò un giorno si ed uno no; ed ogni volta io salivo sulla mia bicicletta per andare a cercarla. Devo ammettere con tanta vergogna che mi capitò persino di pensare che poteva pure arrangiarsi, che mi ero stancata di inseguirla; arrivai addirittura a provare fastidio nei suoi confronti, e a chiedermi se le volevo veramente bene. Ma, vi prego, non mi giudicate per questo! Per fortuna si trattava di momenti di sconforto passeggeri; mi rendevo subito conto che era la stanchezza fisica e psichica che mi portava a provare quelle terribili emozioni, inimmaginabili per una madre. E correvo di nuovo a cercarla, nel timore che potesse veramente farsi del male.

Infatti una cosa era certa; Chrystel non amava la vita. Non l’aveva mai amata e neppure lei sapeva perchè. Spesso ripeteva che voleva farla finita per il semplice fatto la vita stessa non le interessava. Io e mio marito siamo in terapia, aiutati da uno psicologo. Ma il dramma che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo non ci abbandonerà mai”.

Maria Cristina Giongo
CHI SONO

Link alla sindrome ADHD: clicca qui

Pubblichiamo con emozione questa poesia perchè è in tema con il nostro racconto. L’abbiamo trovata navigando su internet, nel sito danzateonline.blogspot.com. E’ firmata Giorgia Vezzoli, che ringraziamo per averla scritta e avercela donata.

La più piccola della famiglia

Tutti sapevano molte più cose,
ma lei sosteneva il rumore del mare.
I bambini lontani le chiedevano conto del proprio dolore
e quando la notte oscurava ogni sua fortuna,
li piangeva.
Era la vittima di un male che non le era mai stato inferto.
Soffriva fino a cadere per terra,
fino a capire cos’è che succede
quando il dolore t’infiamma le gote e t’inquina il respiro,
fino a sentire quell’ultima goccia di un qualche infinito
cui aggrapparsi per poter dire: so cos’è il male.
E ne sono scampata.
Il resto era gioia di avere mutato l’inferno
in un senso.
Un’altra ragione per stare nel mondo.

(di Giorgia Vezzoli)

Tratta da: http://danzateonline.blogspot.com/
Vi consigliamo di leggere anche una bella intervista di Giorgia, “Streghe in 10 domande”, che troverete in un interessante blog che si chiama DONNE PENSANTI. Soltanto il nome fa venire voglia di visitarlo!
Link: http://www.donnepensanti.net/2010/05/io-non-ci-sto/
L’intervista è a Viviana Vivarelli, una donna coraggiosa
(leggendola capirete perchè) molto speciale, che ha creato il blog Masadaweb.

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315 Responses to “Mamma, voglio morire! La terribile storia di una bimba nata infelice.”

  1. Martina scrive:

    Credo che sia solo una bambina che vuole attirare l’attenzione, lo fa decisamente nel modo sbagliato ma credo sia così.

    • admin scrive:

      E’ vero, cara Martina, ma quando una bimba o un bimbo vogliono attirare l’attenzione c’è quasi sempre un motivo di sofferenza sotto. Ciao, Cristina

    • manuela scrive:

      non riesco a pensare che esista qualcosa di piu’ devastante di un bimbo che non vuol vivere…non esiste nulla di piu’ eloquente che mostri la debolezza e il fallimento degli adulti…..ma si puo’ ancora fare tanto…lei vive ancora…ancora mette alla prova la capacita’ di comprensione delle persone che dovrebbero amarla e quindi proteggerla…auguriamoci che quelle persone possano ravvedersi e capire gli errori che lacerano questa giovanissima vita. Che il sole risplenda in lei.

      • admin scrive:

        Cara Manuela, purtroppo anche i bimbi, per non parlare degli adolescenti, provano lo stesso senso di dolore che proviamo noi adulti, soffrono addirittura di depressione. Ma posso rassicurarti che questa storia è finita bene. Anche se non è il caso di questa bambina, ci sono tante piccole creature maltrattate sin dall’infanzia, che portano ferite che spesso non si possono più rimarginare. Ecco perchè io, anche come giornalista, sono molto attiva contro chi fa male ai bambini ( pensa ai pedofili), chi ruba loro l’infanzia. A loro auguro il carcere a vita, sperando in leggi veramente severe. Grazie per i tuoi due commenti, per l’empatia. E rassicurati; questa volta la triste vicenda è finita bene.

  2. marghe scrive:

    Mi dispiace ma anch io ne “soffro” e credo che morirò prima di aver compiuto 20anni ma sarà la cosa giusta il destino nn ci pone sfode/scelte che nn possiamo superare/vincere ma svolte sarebbe bello poter decidere per la vita di qualcuno oltre che per la propria un bacio

    • admin scrive:

      Cara Marghe, ti prego, non rinunciare alla vita così presto, quando non sai ancora quanto amore e belle cose ti porterà. Perchè ti assicuro che non porta solo sofferenza. Anche momenti felici. Quanti anni hai? Coraggio!

      • sergio scrive:

        premetto: sono capitato in queste pagine per caso (come del resto probabilmete accade spesso in internet): io cercave da dove provenisse la nota citazione “per te la migliore cosa sarebbe non essere mai nato; in alternativa morire al più presto” (Sileno) …più o meno.
        beh, in definitiva non ho potuto sapere da dove provenga (pensavo da Sofocle , ma non ne ho avuto conferma. in ogni modo, per vie collaterali sono arrivato a questo “forum”(??) e ho letto con un certo interesse le lettere pubblicate.
        sa cosa mi ha colpito?
        l’assenza della ricerca di una spiegazione . della volontà , diciamo logica, di indagare e capire le ragioni della propria condizione: perchè sono arivato/a a questo? cosa mi succede?/mi è successo?
        l’idea di essere indatti a questo mondo, di non essere a casa propria può essere evocatica, poetica..ma in definitiva..bisogna chiedersi: cosa c’è dietro? quale la causa?
        in definitiva un atteggiamento fatalista o addirittura superstizioso: sono nato sbagliato, sono maledetto/a…a cui contribuisce l’idea per me sbagliata e probabilmente surrettizia della depressione come malattia (altro modo, mutatis mutandis, di identificare un castigo divino ). addirittura che pensa a scompernsi del cervello (Lombroso?)…
        ho capito che intende scrivere un saggio sull’ argomento…
        bene,: cosa ne ha tratto?
        questo perchè, in effetti ,anche io ho sempre avuto quella sensazione. ma ne ho anche sempre cercato le ragioni da un punto di vista logico ..
        saluti
        sergio

        • admin scrive:

          Purtroppo, Sergio, una logica a volte non c’è. Soprattutto se si tratta di bambini che non hanno ancora sperimentato la vita e il dolore a fondo. C’è un’atavica paura, un disagio, che poi diventa forte e indebolisce. Come accade a tutti nel corso della vita. Bisogna lottare per farcela e godere delle cose belle che per fortuna anche succedono. Meglio che il nulla assoluto. Coraggio!

    • manuela scrive:

      ciao marghe…resta qua…con noi..sicuramente sei una stella e appartieni al cielo..ma proprio per questo ti chiedo di continuare a brillare qua..tra noi!…c’e’ bisogno della tua luce. Ti abbraccio…forte.

  3. Francy scrive:

    Penso di capire la situazione. Ne soffro da quando di anni ne avevo 6. già da allora mi ero pentito di essere nato e la cosa non è di certo migliorata.
    Diciamo che ha un andamento ondulatorio, per così dire. Ma ogni volta che si arriva alla zona bassa dell’onda, diventa sempre più difficile uscirne. E il bello è che non trovo aiuto da nessuna parte. Non nella mia famiglia, non dalla mia ragazza e manco dagli amici. Fanno quello che possono, ma non è abbastanza. sinceramente, non so per quanto potrò ritirarmi su da solo, come ho sempre fatto.
    Ormai penso di tirare avanti più per curiosità o per abitudine piuttosto che per voglia.

    • Mi spiace tanto Francy; arrivare ad essere pentiti di essere nati a soli 6 anni è molto triste. Ma purtroppo succede. Ecco perchè ti ringrazio di avermi scritto; per dividere la tua esperienza e cercare di capire, tutti insieme, che cosa è questo improvviso malessere di vivere, in così giovane età.

      In realtà è anche l’età più delicata, quella in cui siamo più fragili e abbiamo ancora tanto bisogno del mondo esterno ed affettivo per crescere. Se ci manca questo è un problema. Ti auguro di ” ritirarti su da solo”, come scrivi, ogni volta che sei stanco. Sei un ragazzo molto intelligente e sensibile, si vede da come scrivi e che cosa scrivi. Ti prego: provaci sempre!

      Ti abbraccio con tutto l’affetto provato leggendo il tuo messaggio; e ancor di più. Scrivimi quando vuoi. Il Cofanetto magico serve anche per questo.

    • XX67 scrive:

      Anch’io pensavo già alla morte a 6 anni. Mio padre morì quando di anni ne avevo 9,
      lasciandoci con una madre violenta, alcolista che ci torturata;
      Ci legava a una sedia, ci chiudeva la bocca con uno straccio e ci pichiava con dei fili eclettici, ci meteva le mani sopra i fornelli, mi chiamava parassita, tideva della mia dislessia. Ho cominciato a soffrire di depressione e a 12 anni bevevo whisky per farmi venire la tachicardia e morire. Ho subito molestie dai famigliari e dei professori. Mi sono sposata con un uomo che poco a poco diventava più padrone e violento, ho tentato il suicidio e ci penso anche adesso. Il suicidio non è una malattia mentale, ma una liberazione a quel male che ci divora dentro e lo dico lucidamente e da non credente. Serve chiedete aiuto? Spesso chiedere aiuto è peggio, umiliante e ti fanno sentire in colpa. Avevo bisogno di parlare e così sono andata da uno psicologo, ma mi disse che dovevo farmi due risate, e se non riuscivo a farmi due risate allora mi avrebbe portata in clinica per un po’…Non mi sono più fatta vedete.
      Il suicidio è un diritto, un porre fine a tutto ciò che ci tormenta. XX67

      • admin scrive:

        Cara Anna Mary, la tua storia è terribile e l’istintivo desiderio di morte, dopo quello che hai passato da piccola, è comprensibile. Ancor più terribile è che nessuno vi abbia aiutati allontanandovi da quella madre violenta e cattiva ( parli al plurale quindi avevi anche fratelli, sorelle…); possibile che nessuno abbia fatto una denuncia? Neanche contro i professori e familiari che ti molestavano invece di aiutarti? Tua madre dove è adesso? Che cosa posso dirti, se non che ti sono vicina con tutto il cuore? E’facile parlare, consigliare, ma di fronte a tanto dolore posso solo ripetere anch’io che dovresti trovare un bravo psichiatra; non aver paura della parola psichiatra. Sto proprio scrivendo un libro su “Mamma voglio morire.” Uno psichiatra potrà esaminarti a fondo e capire poi che tipo di persona potrà aiutarti meglio e quale terapia. In questo caso non credo che una persona possa farcela da sola. Certe sofferenze lasciano segni indelebili. Fammi sapere come stai e ti prego, non pensare più al suicidio. La vita può essere bella se sai come affrontarla anche nei momenti bui. Ti auguro veramente che qualcuno accenda una luce nel buio per te. Un grande abbraccio, Maria Cristina

        • xx67 scrive:

          Cara Cristina, dallo psichiatra ci manderei mia madre e mio ex marito, sicuramente ne hanno bisogno. Penso raramente a mia madre e penso di essere fortuna a non avere la faccia segnata dalla la sua cattiveria, ho soltanto un piccolo segno che manco si vede. Perché nessuno ci ha aiutati? Dono nata in Sudamerica, ecco perché.
          Adesso vivo il presente e basta. Amo la vita, ma sono consapevole di quel lato oscuro che ogni tanto mi fa visita . Un abbraccio ed un grazie di cuore per la tua gentile risposta.?

          • admin scrive:

            Brava, continuiamo ad amare la vita, cara amica, nonostante a volte ci ferisca ingiustamente. Un abbraccio doppio con tutto il cuore.

  4. giuseppe scrive:

    Avete mai provato a portare la ragazza da un sacerdote esorcista?
    portatela da un sacerdote .. se anche non credete non importa portatela da un sacerdote…

  5. M. scrive:

    So bene come ci sente.. Io ho solo 23 anni eppure, fin da piccolo, ho desiderato spesso di morire. Non so bene il motivo, sono solo stanco; Stanco di tutta questa “insensatezza”. Non riesco a capire lo scopo, e anche prima ( da bambino) non lo capivo. Perché devo soffrire? A cosa serve? Probabilmente a niente, quindi non sarebbe meglio mettere fine a tutto? Me lo sono chiesto così tante volte, con i tavor in mano ( volevo ingerirli) o con una lama ( per tagliarmi le vene). Ma non l’ho mai fatto: sono un codardo, ho paura del dolore.. di quell’ultimo e fatale dolore. Buffo, vero? Vorrei tanto non provare più niente, non essere più ” sensibile” come dicono in tanti.. Vorrei poter di essere di pietra, e non sentire più nulla, ma non ci riesco.. Va contro la mia natura immagino. La cosa più orribile poi è che le persone, quelle malvagie, fiutano la tua sensibilità e ti braccano, come un animale. ( sono stato bersaglio di bullismo, purtroppo.. e anche in casa avevo tanti problemi con mio padre: un uomo violento e che proprio non riusciva a capirmi. Ah, e anche con mio fratello: una persona gretta e crudele). Non so se mi salverò.. Probabilmente sta a me riuscirci, non credo nei principi che vengono a soccorrerti nel momento del bisogno. Se sono vivo lo devo a Dio ( credo fortemente in lui) e a me stesso. Spero di riuscire a salvarmi.. Lo spero tanto.

    • admin scrive:

      Mi spiace tanto M. per questo suo dolore così palese, forte. Capisco dal suo bel commento che comunque lei è un ragazzo forte, intelligente, buono. Oltre tutto, nonostante la sfortuna che lo ha colpito, con un padre violento ed un fratello gretto e crudele, oltre ad essere stato bersaglio di bullismo, non si piange addosso. Considera la sua sofferenza UN DATO DI FATTO. Non cerca e non vuole pietà. Il suo commento mi ha veramente colpita, per la dignità che contraddistingue la sua personalità. Per questo SONO SICURA che “si salverà”. E non solo per la sua fede in Dio, sicuramente un grande sostegno, ma anche per la bellezza del suo carattere. Una sola domanda: non parla di sua mamma. Perchè? Se ha voglia mi risponda e ci scriva ancora. Il suo coraggio potrebbe aiutare tante persone che come lei soffrono chiedendosi continuamente: ” perchè tutta questa sofferenza, questa malvagità”, questa “INSENSATEZZA” ( come la definisce lei). Vorrei aggiungere che lei potrebbe scrivere; scrivere libri, scrivere articoli, mettere sulla ” carta” i suoi sentimenti; in quanto sa esaminare e descrivere lucidamente il proprio disagio di vivere.
      In questo modo potrebbe dividere con gli altri i suoi pensieri, le sue delusioni e speranze, come ha fatto ora; potrebbe veramente essere d’aiuto a se stesso e a chi la legge. Buona giornata e grazie! Maria Cristina Giongo

    • martina scrive:

      ciao

      soffro di depressione da quando avevo 16 anni anche per un problema di tiroide che da anni sto curando so che devo aiutarmi da me e chi mi circonda fa quello che può
      io sono anche disabile motoria dalla nascita io cerco di fare del bene a chi mi circonda ma quando mi rendo conto che più faccio del bene piu la gente mi usa allora mi sento inutile e vorrei morire
      nonostante la depressione sono riuscita a concludere le scuole superiori e ad avere due lauree una triennale e una magistrale conclusa da poco anche se i miei insegnanti delle superiori per il fatto che sono disabile mi avevano sconsigliato di affrontare l’università io no li ho ascoltati e sono andata avanti lo stesso e ora posso dire che tali professori si sbagliavano di grosso su questo punto di vista e ho in un certo senso dimostrato loro quanto davvero valgo ma il senso di depressione e certe volte di inadeguatezza non vuole sparire l’ultimo colpo di grazia mi è stato dato da una persona che ho aiutato per anni e che ha pensato bene di abbandonarmi per una strada forse per lui più facile scegliere un altra a me pure lui aveva problemi e nonostante il connubio depressione-disabilità ho sempre cercato di aiutarlo come mi era possibile ma non è bastato mi ha cacciato dicendo di non cercarlo più beh ho pianto giorni interi sentendomi una nullità e chiedendomi cosa lotto a fare se la gente poi fa cs? volevo farmi del male ai polsi come ho fatto a 16 anni ma ho evitato non volevo più mangiare e avevo sempre sonno
      ora sto cercando di riprendermi voi cosa ne pensate?
      grazie a chi risponderà.

      • admin scrive:

        Cara Martina, mi spiace tanto per la tua vita così travagliata e ti rispetto molto per la forza che hai avuto andando avanti, con coraggio e nonostante tutto con il desiderio di aiutare chi aveva bisogno di te. Però, anche se questo non può certo consolarti, vorrei dirti che non sei la sola che ..più dà più gli altri prendono; e per giunta se ne approfittano. Capita a tutti.
        La persona che alla fine ti ha abbandonata in quel modo lo avrebbe fatto comunque, anche se tu non fossi stata diversamente abile. Ci sono donne bellissime, donne intelligenti, sensibili, fantastiche che vengono lasciate ( idem per quanto riguarda gli uomini). La vita purtroppo è anche questa, cara Martina; e la croce la portiamo tutti sulle spalle. Poi ci sono persone come te ( e me..infatti mi riconosco molto nella tua storia) che spesso si portano pure la croce degli altri! Ma sai che cosa si dovrebbe fare, ogni tanto? Dire a quegli egoisti: “adesso il peso della tua croce lo reggi tu. Io non ce la faccio più”. Ma solo se ti accorgi che non si meritano più il tuo aiuto e, come dici tu, se capisci che ti usano. Altrimenti continuiamo a far del bene agli altri: ma senza aspettarci nulla in cambio! Coraggio, Martina e…buon anno, per tutto l’anno. Un abbraccio, Maria Cristina Giongo

      • bintou scrive:

        ciao martina ho una storia molto simile alla tua: depressione bipolare di tipo2 con ciclotimia dall’età di 16 anni, più ipotiroidismo, più una malattia fisica. e fatalità anch’io o avuto una storia d’amore breve ma intensissima con uno con una malattia mentale che ho cercato di aiutare inutilmente, finendo col trascurarmi io e perdendo il mio equilibrio psicofisico già precario di per sè. non sò quanti anni hai tu: io ne ho ormai 37 ed esperienze ne ho fatte parecchie, e di brutte pure troppe, ma la mia più grande conquista è che non voglio + morire anzi son contenta di esserci (nel senso + profondo di questa parola). non mi prendo il merito di questa conquista percè non è stata voluta o costruita con un percorso da una psicoterapeuta o un santone o altro. mi è capitata per caso quando a causa di coplicazioni della mia malattia fisica pensavo che sarei morta nel giro di un anno. ecco: lì mi è scattato l’istinto alla sopravvvienza che è insito in ogni essere vivente, e questo mi dà forza di andare avanti finchè una morte naturale non mi colga.
        per il resto sappi che il 90% delle mie giornate è una guerra per sopravvvivere alla meno peggio, guerra che ho scelto di combattere da sola il + possibile per non far troppo soffrire i miei genitori. un eventuale compagno lo escludo a priori.
        io non ho parole per consolarti e penso non ce ne siano. l’unica speranza è che la scienza arrivi a capire bene il cervello e i suoi malfunzionamenti e di conseguenza come curarli, ma sicuramente non capiterà in questa generazione. ti dico solo sii fiera di te stessa sempre, perchè nelle nostre condizioni anche riuscire a tirar sera è una gran cosa fatta e ci meriteremmo un premio. non te lo darà nessuno nella vita: ma tu sì che puoi dartelo, tu che sai quanta fatica c’è dietro ogni piccolo gesto fatto, o anche non fatto: se eviti di tagliarti i polsi, se eviti di drogarti o darti all’alcool, se riesci a prendere le medicine ance se solo bere un bicciere d’acqua in realtà ti costa! se sei riuscita a laurearti, se nonostante il male che hai dentro sei riuscita a far del bene anzichè del male, come invece fanno gli altri. continua a fare del bene e a vivere a testa alta perchè sei strabrava a essere come sei.se vuoi sono qui.
        con affetto e solidarietà
        bintou

        • admin scrive:

          Il tuo commento è veramente bello, profondo. Cara Bintou non me la semto di aggiungere altro perchè condivido tutto, anche il coraggio di cui sei dotata. Un abbraccio forte e grazie per averci scritto con una testomonianza così importante. Cristina

  6. Marco scrive:

    Salve, la ringrazio per avermi risposto. Le sue parole mi hanno fatto molto piacere. Perché non ho parlato di mia madre?? Perché l’ho sempre reputata una figura ” neutrale”, positiva ma pur sempre..neutrale; neutrale perché non riesco a tollerare alcuni suoi atteggiamenti: il suo aggrapparsi al fantasma di mio padre ( è morto nel 2010) e il suo scusare ogni cosa che ha fatto( Perché ha fatto del male a tutti, ma lei accecata dai suoi sentimenti lo ignora). Non mi piace nemmeno il fatto che lei non abbia mai reagito davvero: si butta sul letto, inerte, sperando che tutto passi da solo, ma purtroppo non è così. Magari lo fosse.. Sarebbe tutto più facile. Ma se c’è una cosa che ho capito è che la vita tutto è tranne che semplice. Lo sembra… ma è un inganno. Alla fine vorrei solo riuscire a rispettarla, a stimarla completamente ma a volte non ci riesco anche se comunque fa quello che può, e lo apprezzo. Comunque io già scrivo.. anche se di solito non lo condivido. Scrivo poesie, racconti e a volte dipingo; la pittura e la poesia mi aiutano molto ( e anche la lettura) riesco, con quei mezzi, a sintetizzare quello che sento in un determinato momento e in un certo senso riesco a capire meglio quello che mi succede. Quando scrivo è come se tutto si aggiustasse… Come se riuscissi a ricomporre una specie di puzzle ingarbugliato che a primo impatto sembrava impossibile da gestire; la scrittura elimina i miei tentennamenti, i miei prolungati silenzi, il mio costante imbarazzo..il mio continuo ” scusarmi con il mondo”.

    • admin scrive:

      Caro Marco, ho difficoltà a ricevere i tuoi commenti, che mi vengono messi nella cartella Spam, non so come mai. Allora avevo ragione nel pensare che…tu dovresti scrivere. Infatti scrivi molto bene. Sembri anche più adulto per la tua età. Per quanto riguarda tua mamma evidentemente lei ha meno forza di te, anche nella disperazione. Può sembrare un controsenso ma mi sembra veramente più debole ed indifesa lei. Forse perchè tu hai trovato in più elementi uno spiraglio di vita, per andare avanti. Nella scrittura, nel dipingere. Oltre che nella fede in Dio, come mi hai precedentemente raccontato. Sei veramente una persona in gamba e mi farebbe piacere leggere un tuo racconto. Perchè non ne scrivi uno per il Cofanetto magico? Te lo pubblico volentieri. Noi abbiamo già un poeta bravissimo, Pietro Pancamo, che ci dona una poesia ogni fine mese e da ottobre Valentino Di Persio, nostro collaboratore, inizierà di nuovo a scrivere una storia a puntate. Ma un tuo racconto, breve, magari illustrato da tre dipinti o tuoi disegni, sono certa che mi piacerà e quindi, nel caso, te lo pubblicherò volentieri. Noi siamo non profit, nel senso che il Cofanetto magico è nato per puro amore del giornalismo VERO, disinteressato. Io ho alle spalle una lunga carriera di giornalista legata a varie testate nazionali ( guarda il mio sito http://www.mariacristinagiongo.nl o clicca il mio nome su wikipedia e potrai vedere dove escono i miei articoli) ma se vuoi scrivere quello che veramente vuoi, senti, se vuoi intervistare chi vuoi devi, farlo gratis su un tuo ” giornale”. Per questo è nato il Cofanetto magico, seguito anche su facebook, dove abbiamo due pagine. Allora pensaci e …se ti piace l’idea, aspetto un tuo scritto. E non “scusarti con il mondo…”; al contrario è il mondo che dovrebbe scusarsi con noi, per tutte le sfortune che ci procura!!! Coraggio e…mettiti all’opera! Cari saluti, Maria Cristina Giongo
      P.S. Scusa le tante domande ( ma…sono giornalista, eh eh..); che studi fai o hai fatto? Lavori? Mi sembra che tu abbia una buona cultura di base. E ora giuro che la smetto con le domande!!!!

  7. Marco scrive:

    Salve, sono lusingato dalla sua richiesta e la accetto volentieri! Mi piacerebbe tanto poter scrivere un racconto per il suo giornale. Anzi, ho già in mente una storia che potrebbe, o almeno spero, trovare interessante ( la volevo scrivere da un po’ ma non avevo mai trovato la motivazione giusta per iniziare, io di solito scrivo un altro tipo di racconto). Mi dica quanto deve essere lunga, più o meno. e inizio! P.S: le ho scritto anche su f.b e spero che non le abbia creato disappunto.. Comunque io studio scienze politiche a Macerata. La ringrazio e le auguro una buona giornata!

    • admin scrive:

      Caro Marco, non ho visto il tuo commento su FB. Dopo guardo.Va bene, scrivila pure. Hai visto come sono lunghi gli articoli del Cofanetto magico? Allora fallo più o meno come quelli che pubblichiamo. Una pagina intera, massimo due. Poi ci vorrebbero, appunto, tre o 4 foto per illustrarlo. Dovresti firmarlo perchè per me è importante di firmare sempre i propri pezzi. Sotto la firma dovresti mettere due righe su ciò che fai. Quando sei pronto dimmelo che ti darò la mia email privata. Non la metto qui perchè è proprio privata e non vorrei che mi contattassero troppe persone ( te la mando sulla tua che vedo solo io perchè sono ” admin” del Cofanetto magico. ). Ovviamente la pubblico se la trovo interessante e ben scritta; su questo punto sono sincera. Qualche volta mi è successo di non poter pubblicare storie o articoli perchè scritti male. Anche se tutti noi scriviamo gratis il livello del Cofanetto deve rimanere alto. A proposito: anch’io ho studiato scienze politiche! Allora…buon lavoro e aspetto il tuo racconto! Maria Cristina

  8. Caro Marco, non trovo il tuo commento su FB. Ma dove lo hai messo? Sotto quale articolo? Non lo vedo neppure nella mia pagina di FB.

    • Marco scrive:

      Salve, penso che il messaggio sia finito nella cartella ” altro”, nella sezione messaggi.. Comunque, le avevo scritto quello che ha letto qui più o meno. Io ora inizio a scrivere e spero che le possa piacere! E se mi lascia la mail una volta terminato glielo invio. La ringrazio comunque per l’opportunità, mi fa davvero tanto piacere! Le auguro una buona serata.

  9. Veronica scrive:

    Mi dispiace tanto per la bambina e per la sua famiglia.. va aiutata sul serio.. Bisogna darle speranza, insegnarle che la vita è fatta anche di gioia, e che senza dolore essa non esisterebbe. Siamo fatti per imparare, le sfide della vita non finiranno mai e bisogna accettarlo, altrimenti si finisce in un limbo infinito di depressione e disgusto per qualsiasi cosa, senza riconoscere e saper far durare le cose belle. Ci facciamo sconfiggere così facilmente dal MALE? E’ sempre esistito e sempre esisterà, si è solo insinuato nella vita delle persone così bene che pochi si rendono conto che ha solo cambiato aspetto.. fate attenzione, TUTTI! Noi siamo esseri nati per uno scopo, SCEGLIERE! Essere felici e contrastare ogni ostacolo, con fatica ma abbellendo sempre di più la nostra PARTE MIGLIORE di noi. Oppure preferite gettare l’unica vita che DIO ci ha dato, e cadere nele mani del maligno, diventando sempre più insicuri del bene in noi e nel mondo? Io no… e sul serio… non siete soli!! Concentratevi sulle cose belle della vita, anche se avete pochissimo.. attaccatevi a quel poco e plasmatelo con la vostra creatività, la vostra anima, chiudetevi e scacciate la parte che non crede in voi! DIMOSTRATE a voi stressi in primis di essere FANTASTICI e SPECIALI. Perchè lo siete tutti, ve lo siete solo dimenticato….

    • admin scrive:

      Cara Veronica, grazie di cuore per il suo bel commento!Oramai la bimba è cresciuta e sta bene. Ma purtroppo ci sono ancora tanti bambini e giovani infelici. Lo dimostra il fatto che in Olanda esiste un padiglione in un manicomio, solo per bambini. Il fine settimana possono dormire anche i loro genitori e fratelli o sorelle, in speciali stanzette, nel caso il bimbo non possa tornare a casa. Lei ha ragione, dovremmo essere felici, ma non è facile. Purtroppo il male di vivere colpisce chiunque: sia chi è nato senza problemi particolari, che persone che subiscono ogni sorta di disgrazie. La ringrazio di nuovo per il suo messaggio colmo di speranza! Maria Cristina Giongo

  10. Fe scrive:

    Purtroppo mi riscontro tanto in quella bambina. Io ho tanta paura degli altri, perché nessuno è veramente sincero nella vita, tutte le persone finiscono per tradirmi o prendermi in giro. Non ho più voglia di essere solo, evitato. Non ho più voglia di non essere amato da qualcuno. Non ricevo abbracci da anni, non so nemmeno più come sia il contatto umano, il calore. Non ho più voglia di soffrire per gli altri. Ho una grandissima voglia di morire, lo desidero con tutto il mio cuore, sicuramente agli altri non mancherei, alla fine un “essere” come me è destinato a rimanere da solo. Degli altri alla fine non importa. L’unica cosa che veramente mi interessa adesso è quella di porre fine alla mia esistenza. Cordiali saluti.

    • admin scrive:

      Mi spiace tanto tanto quello che scrivi, Fe. Mi spiace quando sento un dolore così forte, che ” uccide” l’anima. Allora non ho neppure più parole di conforto a disposizione. Però… leggi il mio editoriale di oggi, parlo proprio ” del buio” e della ricerca di un po’ di luce. La cattiveria umana? La conosco bene anch’io, la conosciamo tutti! Tutti nella vita hanno incontrato persone come quelle che descrivi tu. Oltre tutto comincio a pensare che spesso sia dettata dalla gelosia, dall’invidia, non solo dalla voglia di far del male o di colpire qualcuno indifeso. Una cosa è certa: non soffrire più per gli altri. Hai ragione! Non permettere loro di farti altro male. Ti sono molto vicina, insieme a tutti noi del Cofanetto magico! Coraggio! Maria Cristina Giongo

  11. lucky domi scrive:

    Ciao sono Luca sono un bimbo di 8anni e sono un esperto di pc
    Ho scoperto che la malattia di questa bimba. Si chiama psicologia
    Una malattia che potrebbe contagiare il pensiero di morte
    Oppure altre malattie ma la malattia primaria è adhd
    E scritto pure nel commento di Maria
    Informatemi pure sul mio sito ufficilucari ciao

    • admin scrive:

      Caro Luca, che bello avere anche un lettore di 8 anni!!!! Grazie per il tuo commento. Certo, potrebbe essere adhd.
      Un disturbo della personalità che comunque ha ricevuto molta attenzione da parte di psicologi e psichiatri. Ma stai tranquillo: ora la bimba è cresciuta e sta bene. Cari saluti!!! Ho guardato il sito di cui parli, è in inglese ed è un sito di informazione scientifica. Grazie, ciao! Cristina

  12. Iris scrive:

    Spesso la solitudine (tra le tante altre cose) gioca brutti scherzi, la detesto, mi fa soffrire, non voglio stare sola, eppure la cerco, la desidero, preferisco stare in compagnia della mia mente raggomitolata in un letto piuttosto che stare in un gruppo di persone e sentirmi alienata. Così questa lotta interiore diventa una tortura, mi fa desiderare di sparire, di non essere mai nata. Si entra in un giro di ragionamenti contorti che affollano disordinati la mente; spesso dormivo tutto il giorno: disattivando il cervello trovavo pace per qualche ora, buio e silenzio diventavano il mio habitat ideale, allora pensavo alla morte, non si sa cosa si prova ad essere morti, ma se è minimamente simile a un lungo sonno sarebbe stata la soluzione ai miei problemi…
    Secondo la mia personale esperienza la battaglia contro questo nemico spietato si può vincere, si può tornare a provare una sorta di pace e serenità, anche da svegli…la domanda è: si può vincere la guerra? Come ogni battaglia, le ferite restano, ma sento che c’è la possibilità che si riaprano. Ho capito che da quando ho iniziato questo percorso sono entrata in un giro turbinoso dal quale è difficile (se non impossibile) uscire del tutto e incolumi. L’addentrarsi in questo circolo vizioso è una sorta di dichiarazione di guerra al mondo, al fato, una ribellione contro una società alla quale non importa niente di quello che pensi, se ridi o piangi, se vivi o muori…una lotta contro i mulini a vento…un’altra domanda che mi tormenta è: in realtà la guerra contro cosa è? Contro me stessa? Contro la chimica nel mio cervello? Contro le mie convinzioni? O contro la vita? È in realtà la società a sfidarmi? Sarò io a essere sbagliata, indegna di vivere bene in questo mondo?…non ho risposte, ma sono convinta di una cosa: alla fine solo una di noi due sopravviverà…

    • admin scrive:

      Cara ” la maschera fragile”, mi spiace per la tua sofferenza, che capisco; prima o poi capita a tutti di provare questo dolore di vivere, questo malessere, scoraggiamento, sfiducia negli altri. La lotta è quella che facciamo contro gli altri, contro le ingiustizie, le calamità naturali, contro questo mondo così bello a volte, così ” perfetto” nella sua imperfezione. Ci arrabbiamo perchè vorremmo che ogni cosa fosse al suo posto; gridiamo ed esigiamo il diritto alla felicità, perchè ” NON CAPIAMO”. La fatica di esistere!Lo so che è difficile ma vorrei tanto che tu continuassi a lottare, ma non contro te stessa ” o la chimica del tuo cervello”. Tu non c’entri nulla con il male che capita. Capita e basta. Ma non diamogli la possibilità di sconfiggerci. Un abbraccio, cara, dolce creatura! Cristina

  13. lucky domi scrive:

    Ciao sono io per chi avesse visitato ufficilucari non deve farlo- devo ancora creare il sito grazie

  14. davide scrive:

    Curioso ho trovato questa pagina cercando “ragazzi che non vogliono morire e non vorrebbero essere nati”. E’ quello che provo io. Nel modo piu’ assoluto non voglio morire, e odio la vita perche’ prima o poi mi buttera’ via come fa con tutti. Non mi interessa nulla e voglio bene solo al mio psichiatra. Ho trentasei anni e ci vado da circa venti e ormai so che non smettero’ piu’ anche perche’ non c’e’ nient’altro che mi interessa fare. Se avessi potuto scegliere avrei volentieri evitato di nascere.

    • admin scrive:

      Caro Davide, mi spiace tanto per la tua situazione e sono felice che il tuo psichiatra possa almeno aiutarti un po’. Non voglio usare parole banali, tipo ” la vita è bella”; non lo è. Almeno NON E’ SEMPRE bella. Ma ci sono anche momenti belli; sono sicura che li avrai avuti anche tu. E forse dovresti pensare a quei momenti quando sei tremendamente giù. Lo faccio anch’io.
      Il problema è che non tutti hanno la forza di affrontare pene e dolori, soprattutto se si ha la sfortuna di averne provati tanti…. Allora posso solo dirti: coraggio! Un caro saluto, Cristina

  15. Ele.05 scrive:

    Mi dispiace per tutti quelli che hanno questo malessere. Spero tanto che passerà presto!! Un bacio a tutti!! :-*

  16. Ddd scrive:

    Scusa mamma se ti ho fatto tanto soffrire! Giuro che non scapperò più di casa!
    Questo da cui ti sto scrivendo è un telefono rubato, ma giuro che ora ho capito che… LA VITA È BELLA

    • admin scrive:

      Kiki, non so se questo messaggio sia ” vero”; nel caso spero tanto che tu e tua madre siate riuscite a riabbracciarvi e a ricominciare una nuova vita. Senza telefonini rubati….

  17. mamma scrive:

    Credere a lei, ha ragione di quello che prova

  18. Asia scrive:

    Io un pò capisco come si sente perchè anche la mia vita non è tanto facile,ma infondo mi arrangio.
    Io sono un pò in sovvrappeso e mi vergogno perche ho 10 anni e non voglio essere presa in giro dagli altri,voglio essere me stessa,non coprirmi la pancia con il grembiule a scuola, per colpa delle persone che mi prendono in giro!

    • admin scrive:

      Cara Asia, brava! Reagisci; rimani te stessa! Non devi assolutamente vergognarti se sei un po’ sovrappeso! Anzi, ora le ragazze un po’ in carne e le donne con tutte le curve a posto….sono finalmente tornate di moda! Basta con le anoressiche! Oltre tutto la pelle si rovina, cade, avvizzisce prima. Sono sicura che tu sei una bella ragazzina, anche con la tua pancetta. Se vuoi fare una dieta quindi falla NON per gli altri o per quello che dicono di te ( tanto chi vuole sparlare, perchè è cattivo, lo fa lo stesso! Cerca altri difetti per poter prendere in giro qualcuno!); ma falla per te stessa, o per motivi di salute ( imparare a mangiare SANO). Fregatene se chi è geloso ti prende in giro; l’amicizia di questi idioti non dovrebbe certo interessarti. Fatti viva ancora …un abbraccio, Cristina

  19. Loli scrive:

    Poverina

  20. Loli scrive:

    Allora prima di tutto questa bambina NON è assolutamente una bambina che vuole attirare l’attenzione.Ha una malattia psicologica.E poi mi dispiace molto per lei perché se ha 11 anni è nel periodo dell’adolescenza e quindi deve andare alle medie dove ci possono essere bulli ecc.

    • admin scrive:

      E’ vero, ma l’intervista oramai è di tanto tempo fa e la mamma racconta che questo desiderio di ” uscire di vita” lo aveva sino a quando aveva 4 anni. Comunque in Olanda è stata ben curata e assistita e ora sta bene.

  21. Martina scrive:

    Sono finita in questa pagina perchè cercavo esperienze di chi,come me,vorrebbe farla finita. Sono circa 5 anni che non sto bene, ho 27 anni, mi hanno rovinato la vita mio padre che ha sempre trattati me e mio fratello come due scarti di figli inutili perchè io laureata non trovo lavoro da due anni e lui un semplice operaio, e dal mio ex fidanzato che mi ha fatto fare scelte sbagliate, mi ha quasi stregata e plagiata a suo piacimento trasformandomi nella persona che sono ora. L’unica cosa positiva è stato l’incontro con il mio attuale ragazzo un anno fa, con il quale andrò a viver eper liberarmi da mio padre, pure senza un lavoro, senza soldi, con l’aiuto di mia mamma che soffre per me ma spera in un futuro migliore. Almeno loro ci sperano, io non ci spero più, ho solo sprazzi e momenti meno pessimi, a volte meno disperati ma niente di più…non mi ha salvato nemmeno l’amore, oppure credo che se sono ancora in vita sia solo per lui altrimenti l’avrei già fatta finita con tutti gli psicofarmaci che prendo. A 22 anni desideravo sposarmi, avere dei figli, una vita serena, ora tutto questo non lo vedo più perchè non potrò permettermelo economicamente parlando e poi con che coraggio costruisco una famiglia in queste condizioni? E vedo gente che ha avuto solo fortune,fortune su fortune, bella famiglia, tuttò cio che uno possa desiderare…e vengono a fare la morale a me….odio il mondo…ripeto, se non fosse per il mio ragazzo e mia madre mi sarei fatta fuori tutte le schifezze che prendo…tanto non vedo via d’uscita…scusate per lo sfogo…

    • admin scrive:

      Cara Martina, capisco la tua tristezza, la rabbia per i tanti problemi che non ti meritavi. Ti sono molto vicina ma purtroppo non posso dirti altro che la vita è questa; un alternarsi di momenti belli e momenti brutti. Io non credo che esistano persone sempre e solo fortunate; tutti hanno i loro dispiaceri, le loro sofferenze, drammi più o meno nascosti. Ho intervistato un cantante molto famoso che credevo fortunato ma che alla fine dell’intervista mi disse di avere un figlio handicappato. Non ha mai voluto parlarne per non cercare reazioni di pietà nei suoi confronti. Una volta intervistai una fotomodella che mi sembrava il ritratto della salute e della felicità: invece era gravemente malata. “Ogni casa ha la sua croce”, come dicono anche in Olanda, dove vivo. Questo non può certo consolarti; ma almeno posso augurarti di portare la tua senza farti schiacciare dal suo peso; pensa al bene che ti vuole tua madre e a quello del tuo ragazzo e vivi per loro. Dimentica chi ti ha fatto del male. Lo so, è difficile; ma…almeno provaci! Grazie per averci scritto. Un abbraccio, Cristina

    • Tatiana scrive:

      Sono con te dall’altra parte del continente compagna del mondo.

  22. micky scrive:

    Sono capitata su questa pagina perchè in questo periodo, più di altre volte, non riesco a vedere una soluzione positiva per me. Sono giorni che ci rifletto sulla soluzione finale che potrebbe finalmente togliere al mondo il peso della mia inutile esitenza. Rispetto al passato ora sono piuttosto convinta, determinata e quasi tranquilla. C’è una sola cosa che razionalmente mi trattiene. 10 mesi fa è nato il mio piccolo e lui è veramente la gioia fatta persona. Siamo due opposti, lui è bello (veramente, non so come sia accaduto), simpatico, allegro, vivace, energico, incredibilmente sveglio e avanti rispetto alla sua tenera età. E poi ci sono io, sua mamma, una brutta, grassa, inoccupata donna vecchia (per il modno del lavoro) di 35 anni. Ho sempre sofferto di depressione più o meno lieve, non sono mai andata a parlare con nessuno (non me lo sono mai potuta permettere), ma perlomeno una volta – ai tempi di scuola e università – riversavo il mio essere inutile nello studio e potevo essere anche orgogliosa di me stessa. Per una buona parte della mia vita ho anche avuto tantissimi amici, persone che volevano stare con me nonostante i miei picchi di umore basso e/o alto. Anzi da molti ero vista come una persona decisa, sicura e che nonostante il suo aspetto mostruoso era in grado di catalizzare l’attenzione. Ora, senza un lavoro, senza speranza che qualcuno me lo offra, con accando una persona che mi vuole bene, ma che incolpo (silenziosamente) ogni giorno per come è andata la mia vita mi sento arrivata la capolinea. Sono ormai così messa male che sono invidiosa dei suoi successi professionali e privati: penso in modo cattivo e perfido che non se li meriti, che ha tutto quello che avrei voluto e potuto avere io, ma senza meritarlo. In parte ho ragione ad avercela con lui all’università avevo ancora amici e piano piano mi ha isolata, con la scusa che in due avevamo già tutto. Però, mentre io li perdevo, lui se ne faceva sempre di nuovi. Ed eravamo visti da tutti come i due opposti: io brutta, musona, antipatica e sola, lui sempre bello, corteggiato da amici e ragazze, solare e vitale. Io arrivavo da una famiglia che si è spezzata, lui dalla famiglia benestante del mulino bianco. A un certo punto mi sono ripresa e sono riuscita per un po’ a risollevarmi. Allora ero ancora molto giovane e facevo leva almeno sul fatto che avevo ancora tutte le strade aperte. Dopo l’università ho trovato un lavoro interessante, pieno di stimoli, che mi faceva viaggiare. Non è stato tutte rose e fiorni, dato che mi facevo un mazzo tanto, ma era un bel lavoro. Per lui girava al contrario in quel momento, così abbiamo avuto la bella idea di provare a fre qualcosa insieme di autonomo. Ovvimanete in un settore di cui non sapevamo nulla: per un po’ abbiamo mantenuto ognuno il suo lavoro, poi a un certo punto lui mi ha messo davanti alla scelta o lasci tu il tuo o lo faccio io. Ovviamente ho lasciato io (lui guadagnava di più e il mio era un lavoro ancora precario, anche se bello).
    Da allora la mia vita è crollata di nuovo: le cose sono andate malissimo, per incapacità mia di sicuro e perchè mi vergongnavo di fare un lavoro così pesante e umile dopo anni di studio. Per lui invece le cose sono decollate, ottimo lavoro, ottimo stipendio, ottimo ambiente di lavoro (prima almeno in questo era il contrario), tanti colleghi/amici, soddisfazioni di carriera, trasferte, viaggi, hobby. Io invece ero sempre più isolata, chiusa in un magazzino vuoto e freddo, sempre più brutta. Avevo solo l’aiuto di mio padre, per cui provavo un senso di colpa assurdo per avergli fatto mettere tutta la liquidazione in un’impresa fallimentare. Per 4 anni non mi sono mai potuta permettere nemmeno un caffè se ero da sola; al bar ci andavo soltanto se uscivo con il mio compagno che poteva pagare per me. Tanto per dire al massimo un paio di scarpe da ginnastica ogni 2 anni e solo perchè mia nonna mi dava la “mancetta” a pasqua. Agli altri dicevo che andava tutto bene, che era un’impresa di successo e mentivo sul reale lavoro che facevo (cassette di frutta) facendo finta che il mio lavoro reale nell’impresa fosse manageriale. Poi l’anno scorso abbiamo chiuso, non si poteva andare avanti, io ero anche incinta quindi non potevo più sollevare casse pesanti o cose simili. Da allora sono alla ricerca di qualcosa, ma niente di niente. Sono vecchia per qualsiasi cosa. Una deluzione e un rifiuto dietro l’altro. E ora non ho più la forza di reagire. Nemmeno il mio piccolo mi sta dando la forza in questi giorni. Non vedo che esempio possa esssere per lui: una perdente su tutta la linea, che non ha mai avuto amor proprio, che ha fallito sempre, per quanto ci abbia provato. Poi penso che avere una madre, per quanto negativa, è pur sempre una madre. E penso che anche questa volta supererò prima o poi questa costrizione dell’anima. Forse questa volta ci riuscirò, anche se è peggio del solito; ma mi chiedo alla prossima? Oltre ad essere inutile, sono una vigliacca, un’egoista, un’invidiosa, brutta, senza capacità e senza coraggio. Una che accampa scuse per non farlo, perchè in fin dei conti sono anche estremamente egocentrica e viziata. Non ho qualità, ma non ho coraggio di farla finita. Spero solo in un incidente. Ne capitano tanti a tanti, perchè a me no una volta per tutte?

    • admin scrive:

      Cara Micky,
      ma che cosa dici? A me sembri una ragazza, di 35 anni ( quindi giovane!!!!) in gamba!!!! Leggendo tutto quello che hai fatto in soli 35 anni, ho provato molta stima nei tuoi confronti. I fallimenti fanno parte della vita, non del tuo modo di essere. Come tu stessa scrivi ti sei fatta una mazzo così…..hai studiato, lavorato, ti sei sempre ripresa con coraggio. Tutti cadiamo ma non tutti sappiamo rialzarci e ricominciare. Circa l’invidia può capitare di invidiare qualcuno che CREDIAMO sia più fortunato di noi; ma ti assicuro che non esiste nessuno più fortunato di noi. Ognuno ha i suoi problemi, le sue perdite, le sue malattie, le sue sconfitte. i suoi drammi. Fa parte di questa nostra vita a volte tanto crudele. Non credo che tu sia brutta o cattiva, se hai trovato anche tanti amici ed un compagno che ti ama. Infine, ma non ultima…..la cosa più bella ” che hai fatto”; mettere al mondo un bimbo. Per me è stata e lo è ancora adesso ( che i miei ” bimbi” hanno 29 e 33 anni) l’esperienza più felice della mia vita. L’amore più grande. Ti prego, concentrati su di lui e poi mi darai ragione: l’amore che gli darai ti tornerà indietro raddoppiato. Come quello che puoi dare occupandoti di persone sole, malate, con gravi disagi. Vivi per lui, Micky, e ti si apriranno porte che mai ti porteranno a luoghi dove ti sentirai sola. Perchè LUI sarà con te; anche da grande. Ti abbraccio forte forte, sperando con tutto il cuore che tu possa tirare di nuovo fuori le unghie e tutto il tuo coraggio per andare avanti! Dicono che io porti fortuna; allora….te ne mando un sacco!Fammi sapere se ti è arrivata! Maria Cristina

  23. Stoica Mariana scrive:

    Io farei a lei conoscere Gesù, e pregherei per lei e con lei….Dio e amore e vita. Signore a la soluzione a tutto basta chiedere e aspetare in silenzio. Un abbraccio picolina.

  24. enrico scrive:

    Ci vuole più coraggio a uccidersi che a vivere .Se non fosse così , io mi sarei già suicidato

    • Maria Cristina Giongo scrive:

      Io credo che ci voglia più coraggio a vivere, caro Enrico, superando i momenti più difficili, quelli che proprio ti annientano…..per andare avanti, sicuri che ne arriveranno dei migliori!

    • Tatiana scrive:

      Spesso penso lo stesso, ma la vita é ancora píu tosta e dobbiamo essere temerari, nonostante tutto.

      • maria cristina giongo scrive:

        Cara Tatiana, la vita è tosta, per tutti…ma dobbiamo farcela, perchè spesso è anche bella. E allora viviamo per quello che ancora di bello ci attende. Cari saluti

  25. Carla scrive:

    Carissima famiglia. .sfortunata..posso darvi un consiglio?provate a portare la bambina da un esorcista lui vi dira’se gesu’verra’in suo soccorso..sicuramente ha bisogno di prrghiere continue..un abbraccio

  26. Tatiana scrive:

    Un saluto a tutti, vi scrivo dal Sud america in un momento di luiciditá, sono una studentessa di 25 anni, di origine ecuadoriana cresciuta e naturalizzata in Italia. Da quando avevo 4 anni mi sono sentita fuori luogo e infelice, da piccola pensavo di essere figlia della terra, e spesso pensavo che con la mia morte non sarei stata piú un peso, in piú ero curiosa di vedere chi mi avrebbe pianto, ma sono sempre stata paurosa nel soffrire e vorrei andare in paradiso. Da piccola, non parlavo, e mi piaceva stare sulle mie, in Ecuador i bambini sono molto solari e mi facevano bullying perché ero diversa sempre triste e cupa, ovviamente piú mi chiudevo… Alle elementari parlavo a segni, pur avendo maestre fantastiche, i dispetti continuavano, e la mancanza dei miei genitori non giovava, dovevo prendermi cura della sorellina. Quando avevo tempo per me, di solito il sabato e la domenica, piangevo di nascosto perché volevo essere felice come i miei compagni. Ho inizato ad avere degli sfoghi di pianto silenziosi all’etá di otto anni, e tut’oggi mi accompagnano, con il problema che a volte il vuoto mi assale e piango anche in pubblico. Era estate e avevo 15 quando iniziai a lavorare e chiesi aiuto per la prima ed ultima volta aiuto a mia madre che conosceva uno spicoterapeuta, lei é evangelica. Mi sono trasferita in Ecuador per cambiare vita e voltar pagina diventare sicura, forte e felice, devo riconoscere che la mia salute é migliorata un pó, sono diventata vegetariana, aiuto alcuni animali non umani randagi, ho fede in Dio questo mi aiuta a non farla finita. In questi giorni mi sono persa, il dolore mi assale la notte e la mattina, mi vergogno di sentirmi cosí, da piccola pensavo che sarei morta giovane o che il dolore sarebbe sparito, con gli anni ancora ci credo… non so quale sia il mio scopo nella societá, sopratutto mi sento di non appartenere al sistema, le persone… Cavoli, so di essere fortunata ma allo stesso tempo non voglio capirlo e intanto sopravvivo.

    • admin scrive:

      Cara Tatiana, devo dire che sei stata forte, anche se non lo credi. E’ difficile, è terribile sentirsi infelici, soprattutto da bambini, quando si è indifesi davanti a tutto e tutti. Purtroppo sono tanti i bambini e gli adolescenti che passano momenti bui; più di quanto si pensi. A ragione, o senza ragione. Anche quando hanno genitori che li amano tantissimo, che si occupano di loro a tempo pieno e con attenzione. Il motivo non lo so, forse uno psicologo potrebbe aiutarci, o uno psichiatra, come nel caso della bimba dell’articolo. Anche se spesso loro stessi sono incapaci a comprendere tanto dolore; e alla fine si sentono costretti a ricorrere, sia pur il più tardi possibile, ai farmaci. Questo malessere, questo desiderio di morte spesso viene definito depressione. Io lo chiamo male di vivere, paura di vivere. La tua storia è pesante ma tu sei una ragazza veramente in gamba; sai che cosa devi affrontare, sei riuscita a chiedere aiuto alla mamma, e a tua volta aiuti gli animali randagi. Hai persino fede in Dio! Allora coraggio, cara Tatiana! Non cedere! Ad una persona come te sicuramente è facile voler bene!!!!! Non sei sola. Ti abbraccio forte, Cristina

  27. adri scrive:

    Ciao a tutti sono adri
    Ho letto tutto, in uni dei tanti momenti di sconforto..e mi ha aiutato sentire altre persone che come me …pensano che questo mondo nn sia x loro.
    Ho 39anni, separata con un figlio adhd di 13, una madre psicotica grave che mi ha fatto nascere con inganno all uomo che poi l ha sposata …cosa nn ha combinato poi e indicibile x la vergogna con l omertà della sua famiglia..origini istriane…per poi poterla abbandonare al suo destino senza problemi…
    Sono cristiana…ma poco credibile visti i miei precedenti..prima discotecara, poi alternativa, poi barbona, e poi alla fine madre di un figlio avuto a 24anni , che mi da forza e mi fa essere integrata…con lavoro, casa , fede, x bene insomma..
    Ma il vuoto che ho intorno mi fa male, anzi mi fa morire da viva, vorrei fare qualcosa ma no riesco a cavare un ragno dal buco..nonostante ci provi…
    L unica cosa e mio figlio, e la sua grande fragilità..ho paura che senza di me nessuno lo proteggerà e finirà in mezzo a una strada…
    Una società che aiuta x finta..profughi, terremotati, disabili, anziani…quanta sofferenza, e quanta cattiveria e addirittura ce chi se ne approfitta x i soldi…
    A ognuno la sua croce…in questa valle di lacrime…
    Grazie x avermi ascoltato..

    • admin scrive:

      Cara Adri, mi spiace molto per la tua vita così pesante e difficile, segnata da drammi continui. L’unica cosa che puoi fare è proteggerlo tu questo tuo figlio ” fragile” , con tanto amore e carezze. Che Dio, se esiste, vi aiuti e ti risparmi altre lacrime. Un abbraccio!

  28. luca73 scrive:

    Buongiorno
    sono capitato su questo sito per caso in un momento di tristezza, ho vari problemi esistenziali, ma quello che mi assilla in questi giorni è che la mia ragazza dopo 4 anni e mezzo inizia ad interessarsi ad un’altro.
    Questa potrebbe essere anche una storia lieve e anche frivola, ma con la situazione che sto vivendo non è per nulla facile.
    Mi sento nuovamente solo e in certi casi vorrei veramente non essere mai esistito.
    Mi sento morire dentro in questi giorni e piango e non dormo.
    I miei genitori sono gente molto garbata, ma entrambi anziani e malati io con un lavoro che forse c’è forse no vado avanti per questa vita torta e spesso ingiusta.
    Faccio da badante ai miei genitori, ma sento il peso di tutto ciò. Ho digitato, in un momento di tristezza estrema, “voglio morire” e mi ha fatto raggiungere questo sito.
    Tutto questo che vi ho detto è condito con una mia condizione che dovrò portarmi dietro per il resto della mia vita.
    Sono cieco da quando un glaucoma mi ha preso all’età di 17 anni. All’apparenza sembro un ragazzo sereno e cordiale, ma ci sono episodi come questo in questo periodo che mi ammazzano dentro.
    Anche la mia ragazza o presunta tale non vede, ma temo che l’età più precoce della mia la porti a scoprire nuovi orizzonti.
    Io sto male, ma devo far finta di nulla per non preoccupare i miei genitori.
    Io ringrazio e mi scuso se sono stato troppo prolisso.
    a presto,
    Luca.

    • admin scrive:

      Caro Luca, non scusarti per la tua bella lettera. Dire commento mi sembra riduttivo…..Hai tutte le ragioni del mondo per soffrire in questo modo e mi spiace tanto per questa tua vita così difficile. Lo so, non è giusto e purtroppo il dolore tocca tutti e tocca A TUTTI, prima o poi. Anche chi all’apparenza sembra ” felice”, sereno e invece a volte ha dentro un mondo di sofferenza pure lui, o lei. Allora non posso fare altro che farti coraggio. Però, ti prego, non chiedere troppo a te stesso; ” fare da badante ai tuoi genitori ” è molto bello ma non devi prendere sulle tue spalle ogni peso. Rivolgiti alle strutture sociali, per loro; alcune funzionano, per fortuna. Pensa a te stesso; io spero che la tua storia d’amore non finisca. Ma se dovesse succedere, anche se è duro dirlo….vai avanti, troverai un’altra ragazza che ti amerà ancora. Lo dicevo ai miei figli quando piangevano disperati ( appena lasciati dalle loro ragazze…..) dicendomi ” mamma, non troverò mai più una donna che mi vorrà bene.” E invece l’hanno trovata, uno dei due anche più di una….Coraggio, coraggio e coraggio. Un abbraccio, Cristina

  29. marina scrive:

    Mi dispiace per questa bimba. Sicuramente c’era qualcosa di più profondo che i medici non sono riusciti ad individuare. Chiunque sia depresso e voglia lasciare questo mondo ha sempre un motivo o un insieme di motivi.
    Anche io soffro di depressione a causa ti tante avversità che mi sono capitate e in questo periodo sto peggio perchè ho avuto una delusione in campo affettivo. Il mio ex si è approfittato della mia condizione e mi ha fatto del male, sia mentre eravamo fidanzati sia dopo che ci siamo lasciati. Non riesco ad uscire da questo tunnel e nemmeno vedo la luce in fondo ad esso. Sono isolata da tutti e da tutto e questa solitudine mi fa sentire anche più triste. Spero che prima o poi tutto questo dolore finisca.. ormai sono stanca di sopportare

    • admin scrive:

      Cara Marina, vedrai che ti riprenderai presto. Le delusioni d’amore fanno tanto male proprio perchè coinvolgono la sfera affettiva, quel sentimento di cui tutti abbiamo bisogno. A volte comunque ci aprono gli occhi sul valore della persona scelta e se vale la pena di soffrire tanto per quella persona. Coraggio, mi raccomando, non abbatterti. Supera presto questa fase e torna a vivere e a sorridere. Ti abbraccio, Cristina

      • marina scrive:

        Ti ringrazio per le parole di conforto Cristina. Spero che un giorno, ripensando a ciò che ho vissuto, possa non provare più dispiacere e rabbia. Spero che quel giorno arrivi presto

  30. Anna scrive:

    Io già quando ero molto piccola alle elementari, ho cominciato a pensare di voler morire. Poi, verso gli 11 anni, quando ero da sola in bagno alcune volte riempivo la vasca al massimo, mi stendevo sul fondo pensando di rimanere lì finché non avrei smesso di respirare. Poi tornavo su. Qualche altra volta mi sono infilata un sacchetto di plastica in testa pensando che così avrei smesso di respirare. Altre volte maneggiavo le lamette da barba di mio padre pensando di tagliarmi i polsi. Nessuno si è mai accorto di niente.
    Non è che non mi piacesse la vita, al contrario, ma la mia vita era una sofferenza e a volta non ne potevo più. Sono sempre stata diversa dagli altri bambini, non so perché ma era così. Ricordo una volta, stavo giovando con un’amichetta e lei mi ha detto: “tu sei diversa dagli altri, sei come un marziano”. Ho pensato che avesse ragione.
    Mi rifugiavo nello studio, il che a livello sociale non faceva che peggiorare le cose.
    Mi sono sempre detta “vai avanti, vedrai le cose miglioreranno”, così sono passati gli anni e adesso ne ho 37, compiuti pochi giorni fa. Di cose ne ho fatte, ho studiato, ho lavorato, ho riso, ho pianto. Ma oggi come allora sono sola e a volte mi sento come quando ero una bambina che si stendeva nella vasca da bagno. Solo che adesso comincio a sentirmi vecchia e stanca e ho paura che arriverà un giorno in cui non riuscirò più a dirmi “vai avanti, fai cose, scopri cosa ti riserva il futuro, le cose miglioreranno”. Non è colpa di nessuno, ma alcune persone nascono diverse e non riescono a cambiare, nonostante tutti gli sforzi.

    • admin scrive:

      Cara Anna, grazie per la tua testimonianza, così vera e sofferente. Purtroppo la voglia di morire non è così rara, nei bambini e soprattutto negli adolescenti e poco se ne parla.
      Tu ti senti ” diversa”, da sempre, sin da piccola, ma, cara Anna, che cosa è la diversità? Dalla tua lettera traspare una persona molto ricca interiormente; forse è la tua acuita sensibilità che ti fa sentire diversa, ma, credimi, essere sensibili non è un difetto ( anche se a volte ci fa soffrire di più); è un pregio. Coraggio, ti abbraccio forte! Cristina

    • bintou scrive:

      idem! anch’io sento molto il peso dell’età: fisicamente dimostro 25 anni (ne ho 37), ma la mia anima è consumata come una 50enne. e mi rendo conto che non ho + la tempra e l’energia mentale dei 20 anni. e anch’io mi chiedo per quanto ancora avrò la forza per dirmi le tue stesse identiche parole:“vai avanti, fai cose, scopri cosa ti riserva il futuro”.
      vabbeh, ci penserò quando sarà il momento. nel mio presente ho ancora un po’ di forza.
      io però la penso diersamente da te quando dici: Non è colpa di nessuno, ma alcune persone nascono diverse e non riescono a cambiare, nonostante tutti gli sforzi.
      siamo tutti diversi, io sono io con i miei pregi e i miei difetti e con le mie malattie. sono io e sono fatta così, e vado benissimo così, e non devo cambiare per stare meglio: io continuerò a fare una fatica bestiale a vivere, perchè ho questo male dentro che non è colpa di nessuno e che ha vita propria, a volte si fa sentire forte, a volte dorme, a volte c’è ma resta abbastanza in ombra. devo solo conviverci al meglio, o al meno peggio, e anche se camiassi in tutti i modi me stessa o la mia vita, lui non morirà mai. morirà solo con la mia morte cerebrale. sono convinta di ciò, a maggior ragione quando leggo di bambini che già a 3 anni vogliono morire: non ci credo che hanno subito qualcosa che ha tolto loro la volia di vivere: credo invece ci siano dei diffetti cerebrali che causano il famoso “mal di vivere”” di tante persone, e personaggi anche famosi del passato.

  31. Alessandro scrive:

    È capitato anche a me a volte a voler morire per questo ho parlato anche con mio padre poi ho capito che mi volevano bene e poi ho capito che c’erano più persone che mi volevano bene che mi odiavano spero che vostra figlia non voglio più morire e dovresti vedere i lati positivi della vita e le cose belle del mondo ciao vi saluto tutti e quattro

  32. Sabrina scrive:

    Avevo circa 9/10 anni quando ho cominciato a capire che quello che mi faceva mio padre non erano un gesti di amore. Sono stata il suo giocattolo da quando ne ho memoria fino ai 12/13 anni. Intoeno ai 12 anni ho cominciato a tagliarmi. 15 ne ho presa piena coscienza e sono scappata di casa. Poi ho tentato il suicidio. Poi i disturbi alimemtari. Ho portato avanti una eccezionale vita di facciata. In carriera e realizzata.. ho 33 anni e nn c’è notte in cui nn speri di nn svegliarmi, in cui nn speri di riuscire a nn dormire x evitare di chiudere gli occhi. Ho fatto in modo si annebbiare tutti i ricordi x riuscire ad andare avanti, ma ad occhi chiusi diventano chiari e insopportabili. Feroci e crudeli. Giurai a me stessa che nn l’avrei mai detto a nessuno e così ho fatto. Solo ora sono riuscita a dire qualcosa al mio terapista.
    Sembro il ritratto della felicità.. ma..sono un’altra persona io. Non sono capace di mangiare aenza vomitare, non sono capace si soffeire senza tagliarmi.

    • admin scrive:

      Cara Sabrina, la vita è stata veramente dura con te! Mi spiace tanto. Anche per il male che ti ha fatto tuo padre; se solo si capisse come certe malavagità distruggono la vita di un bambino queste persone andrebbero in galera, perchè è come ucciderle ( anche se non fisicamente!). Spero che un giorno tu e la mamma riusciate a denunciarlo. Io credo che tu sia una donna fantastica, anche per il solo fatto che sei riuscita a sopravvivere a tanto dolore. Ti stimo molto per questo e ti dico, abbracciandoti forte; CORAGGIO, Sabrina! Non mollare proprio ora! Maria Cristina

  33. alice scrive:

    Avevo già letto tempo fa la storia di questa bambina perché anche io andavo errando per la rete cercando risposte o esperienze simili alla mia. Io però ho il pensiero diametralmente opposto a quello di questa bambina e di molti che hanno scritto prima di me: Io ho il terrore di morire. Non vorrei mai che accadesse, neanche quando (se ci arriverò) avrò 90 anni (ne ho 25). Io vorrei vivere per sempre, la vita mi piace, la amo. E non parlo perché sono una privilegiata fortunata che ha avuto fino ad ora una vita facile e bella, non è stato per niente cosi, vi prego di credermi. Ma vedo la mia esistenza come qualcosa di talmente bello e pieno di esperienze da fare. Come di fa ad accettare la morte dopo aver vissuto certe cose? Brutte certo, ma anche belle! Il problema è che adesso questa paura è diventata talmente grande e insormontabile per me che mi condiziona le giornate. Non riesco più a godermi nulla perché non ne trovo il senso. Che senso ha realizzarsi, lavorare, fare figli, viaggiare, conoscere, leggere se poi tutto verrà via con noi quando non ci saremo più? E non avremo nemmeno memoria di aver fatto tutto quello che abbiamo fatto. Saremo nulla, come nulla eravamo prima di nascere. È una cosa che mi mette profonda tristezza e angoscia, quando vedo la gente non faccio altro che chiedermi quanti anni restano da vivere a quello o a quell’altra. Perché nasciamo con la coscienza dell’esistenza e della nostra finitezza? Non lo accetto. Ma è inevitabile ed è ciò che mi fa impazzire. Sono molto triste.

    • admin scrive:

      Carissima Alice, il tuo malessere di vivere è comprensibile, in questo misterioso mondo dove le gioie si alternano ai dolori. Fa parte della tua intelligenza e sensibilità il fatto di non capirlo e di viverlo a volte bene, a volte male. Ma sono sicura che in te c’è tanta forza, che ti aiuterà a superare i momenti difficili. Coraggio, ti abbraccio con tanta tenerezza. Buon Natale, cara Alice!

    • Marcolin scrive:

      Cara Alice, ti consiglio di leggere qualcosa sulla filosofia buddista e sul loro concetto di reincarnazione..
      Spero possa esserti d’aiuto e darti delle risposte rasserenanti.
      In parole molto sbrigative, la vita che ti crei ora influirà sulla prossima. Se stai amando la vita adesso, stai molto probabilmente ponendo ottime basi per quella futura :-)
      Spero tanto di riuscire a ritrovare anche io un entusiasmo per la vita come il tuo..

      Ti auguro ogni bene,

      Marco

  34. Angela scrive:

    Anch’io fin da bambina volevo morire e forse tutt’ora,perché per me la vita non conta. Io faccio sogni premonitori e ho presentimenti,e ogni volta che faccio sogni premonitori o avverto presentimenti sulla realtà,mia madre non mi crede e pensa che è una cosa stupida,però appena gli dico “Mamma ho sognato che ul padre del mio compagno di scuola delle elementari e la nonna di mia madre,si avvera e dopo quel sogno prima mia madre dice che è una stupidaggine e poi appena si avvera mi crede e mi guarda sbalordita. I miei genitori sono separati da 13 anni,e non me l’hanno mai detto,ma adesso io sono più infelice di tutti,perché credevo di avere tutto e invece mi sbagliavo,non ho a nessuno,mio padre e con un’altra donna,mia madre se la prende con me perché dice che sono uguale a mio padre. Avevo da bimba 2 gatti:una bianca e nera,(che mi odiava e graffiava,era adulta), e la seconda era marrone,bianca e nera (era buona con me), ma a me dava fastidio che voleva bene di più a mia zia. Da quando ero bambina che odiavo il mondo,ogni giorno che passavo ero triste non avevo amici,ecc. Un giorno mi è successo che da bimba all’età di 7 anni,era il mio primo giorno di scuola,mentre l’insegnante ci diceva chi era e che materia faceva,mi sentì che mi dovevo girare per forza, mi girai alla porta e vidi una figura bianca che mi guardava,prima era una luce, poi si formò il viso di una bimba forse di 7 anni,mi guardò sorridendo e mi salutò e mi sorrise,e mentre io la salutai,se né ando sorridendo,anch’io la salutai e appena l’insegnante mi ha detto con chi parli,io rispondo no niente,e all’improvviso mi sentì felice. Poi quella sensazione scomparva dopo un giorno. E da quel momento feci sempre sogni premonitori e ho avvertito presentimenti,chi sa forse quello ero un angelo. Poi i miei amici sono solo disegno,il mio coniglietto e i sogni premonitori. Da quel giorno ho sempre creduto sugli angeli,che se credo che quando morirono i miei gatti,io non mangiavo più e credevo che facendo così avrei potuto rivederli, ma dopo quel giorno i miei genitori per farmi felici a pasqua mi hanno comprato un coniglietto chel’go chiamato Milo e tutt’ora a 5 anni e adesso anche se sono tristi crederò sempre che un amico l’ho,apparte Milo,ci sarà magari quella luce,e giuro che anche se non mi piace la chiesa crederò sempre in Gesù e gli angeli, e tutto ciò che c’è lassù che ci guarda,il mio desiderio e che un giorno quando morirò io voglio essere un ANGELO, proprio come il mio nome,anche se i compagni mi prendono in giro,a me piacerà per sempre auesro nome,perché è la prova che Dio e gli angeli esistono e io ci credo,visto che l’ho visto. Quindi alla fine anche se adesso non provo nessun sentimento e sono sempre tristi,diro` solo che ognuno di noi,anche sé qualcuno o nessuno avrai mai, un’amico o una famiglia potrà sempre contare sugli angeli,Dio,Maria,Gesù e tutti quelli che ci guardano,anche se noi non li vediamo,e questo non vuoldire che siamo soli. E perfino quella bimba della storia qua sopra, non sa che se anche lei si crede una bimba sola,malinconica e ecc,deve sapere,ansi sua madre deve sapere che se la bimba scappa via di casa e pensa che sarà sola,e che può essere in pericolo, ci sarà sempre il Cielo e il suo Angelo, a sorvegliarla perché nessuno e solo e nessuno verrà abbandonato. L’ho per quelle persone e bimbi, che non credono sulla felicità ma sulla tristezza e morte. Ma so` una cosa, tristezza, malinconia ecc sono solo controllati dal diavolo, ma se c’è la felicità in mezzo vuol dire che in mezzo c’è Dio e gli Angeli,che sconfigge il Diavolo sui sentimenti della persona. Communque non pensate che questa storia sia inventata ma no,perché tutti posso provare quella tristezza della bimba. Communque essendo il mio nome Angela (“messaggero”), si è vero che sono una messaggera,visto che porto messaggi attraverso i miei sogni alle persone,anche se non mi credono ma iofaccio bene che li avverto. Queste sono parole sagge, essendo il mio nome ( che la persona è saggia,almeno secondo me). Quindi ciao. Comunque io ora ho 14 anni. Secondo voi è una pazzia quello che ho detto? By By ?.

    • admin scrive:

      Cara Angela, grazie di averci scritto; dividere i tuoi pensieri e darci la tua testimonianza di vita può aiutare tante persone come te. Tu sei una magnifica ragazza, molto intelligente e sensibile. Dalla tua sensibilità escono proprio queste ” visioni”, che non devono preoccuparti; la bimba di 7 anni felice è proprio un angelo. Il tuo angelo e sei anche tu, la proiezione di te, perchè tu sei buona. Non avere paura di questo mondo cattivo; da piccola io ero come te e ti confido che ora lo sono ancora un poco. Mi spaventa il mondo circostante, mi fano male le notizie di guerre, cattiverie, pedofilia, bullismo, femminicidio che leggo ogni giorno….e mi sento triste, malinconica; ne soffro. Coraggio per la tua situazione familiare, purtroppo molto comune al giorno d’oggi, quando i genitori si separano. Non fargliene una colpa, sono sicura che ti vogliono tanto bene lo stesso ma non potevano vivere nell’infelicità, anche per te. Scrivimi ancora. Un bacio enorme e buon Natale, cara ANGELA! Cristina

  35. Sofia Cesare scrive:

    Anche io voglio morire questa è una vita di m***a la mia vita fa schifo quando ero piccola ero felicissima ma ora non più pensate essere sputtanati davanti a tutti non avendo amici a volte anche a me capitano queste cose di morire e penso che quest’anno 2016-2017 mi suiciderò per scelta la mia vitae già durata tanto e io sono una bambina di 11 anni quindi rendetevi conto voi che vita di m***a

    • admin scrive:

      Cara Sofia, ma che cosa ti succede? Tu dici: ” quando ero piccola”…ma sei ancora piccola. Soltanto che alcuni anni fa eri una bambina e allora la tua vita era più facile, tutti si curavano di te. Ora stai attraversando uno dei periodi più difficili; quello della pubertà. A questa età a volte ci si sente disperati, lo so. Ma, ti prego, fatti coraggio e parlane con tua mamma, se non hai amici. Ma veramente non hai nessuna amica, amico? Perchè? E chi è stato così cattivo ” da sputtanarti davanti a tutti”? Considerato che è una persona malvagia FREGATENE. Un abbraccio, Cristina

      • sergio scrive:

        sono perplesso.
        pensa che siano realmente bambini ( o ragazzini) a scrivere? e come sono capitati a leggere queste pagine?
        un saluto
        sergio

        • admin scrive:

          Sì, caro Sergio, sono lettere vere e sono arrivati a leggere queste pagine probabilmente cercando la parola “morte”. o “suicidio” su internet. Buona serata

  36. Holla scrive:

    Beh la capisco io ho i suoi stessi anni e sono identica a lei anche io quasi ogni giorno mi odio e voglio morire! Io la capisco benissmo la sottoscritta e vi spiego perche si comporta cosi! Lei e come me si sente cosi forse a caso della sorella perche il mondo non la riguarda perche la mamma anche con affetto ma non le e abbastanza vicino e non e una bella idea che la mamma la ricoveri ancora e che gia l’ha fatto e poi avete mai provato a mettervi al suo posto? La piu piccola incoscebte e anche mocciosrtta della famiglia secondo me no avete mai provato a darle un diario? E poi ogni tanto dare un’occhiata alle sue emozioni

    • admin scrive:

      Hai proprio ragione! Un diario è veramente un modo per sfogare le proprie emozioni e poi rileggerle per capirle meglio. Grazie per questo utile e bel commento! Da come scrivi si vede che sei una ragazza intelligente e ti auguro di non soffrire troppo, a tal punto da voler morire, come scrivi! Perchè sono sicura che nella vita tu ce la farai; e perchè sei una bella persona! Buon Natale, un abbraccio! Cristina

  37. anonima20 scrive:

    Tempo fa(molto )ho commentato questo articolo sotto il nome di anonima20. Sono passati tanti anni e tutto è peggiorato. Questa volta non riesco più a provare buoni sentimenti per nessuno. E per quanto desideri la morte per moltissime ragioni non riesco a suicidarmi perché non voglio morire sola. Senza provare sentimenti verso la mia famiglia. Morirò come muoiono i cattivi. Non riesco a scrivere cose troppo personali. Sono condannata a pene lancinanti. Soffro come un cane da anni e avrò anche una morte terribile. Sono condannata. Non c’è salvezza nemmeno nella morte.

  38. anonima20 scrive:

    Aiuto..

    • anonima20 scrive:

      Non ce la
      faccio sto morendo male.. non merito una risposta?

      • Io scrive:

        Ti volevo scrivere anche prima.. ti voglio essere da amica.

      • sergio scrive:

        sono stupito anche io che non ti abbiano risposto,.
        forse per questa cristina beneintenzionata e probabilmente brava persona…sei troppo.
        forse posso farti piacere notando che morire come i cattivi è efficace,me lo ricorderò, fa pensare a Shakespeare,
        è un verso tuo?
        scrivimi se vuoi
        sergio

        • admin scrive:

          Sergio, io continuo a scrivere e un giorno qualcuno si interesserà anche alle storie di tanti giovani che soffrono, in questo mondo tanto indifferente ed egoista.

  39. anonima20 scrive:

    Penso fosse rivolto a me …. @admin

  40. juidita Ziday scrive:

    Queste lettere sono stupende belissime,grazie

  41. Sono stato più di 3 ore online, ma non avevo ancora trovato un articolo così interessante.
    Se tutti i blog avessero contenuti fatti così bene,
    il web sarebbe molto più piacevole da leggere.

    Un caro saluto.

  42. Michele scrive:

    Inutile negarlo, inutile girarci intorno…sono capitato qui per ragioni e motivi più che evidenti.
    Ma, contrariamente a quel che si potrebbe ipotizzare, non tendo assolutamente ad un piangermi addosso, ad un esibizionismo patetico, o a chissà cosa altro.
    Non sempre chi attende la propria fine vede tutto monocromo e in dimensione soltanto personale ed egocentrica.
    Si riesce ad apprezzare il contenuto di queste pagine, sulle quali ho passato ininterrottamente qualche ora…si, così tanto tempo, perché molti sono commenti di rilievo, denotano una interiorità profonda, offrono spunti di riflessione, dipingono quadri stupendi…e tutto ciò va quindi goduto con la dovuta calma e tranquillità.
    È quasi incredibile che a così pochi anni di età si possa già anelare alla perdita della vita…ma in effetti sono davvero casi meno rari di quel che si possa pensare.
    Solitamente nell’adulto è evidente la spiegazione, il motivo, per quanto a volte rilevante, a volte anche patetico e ridicolo.
    In chi non è adulto rimane un alone disarmante di un perché che non si riesce a sondare con facilità.
    Spesso, quando si hanno pensieri ricorrenti in tema, ci si imbatte sul web in parole vedere, non pensate, in luoghi comuni, in banalità trite e ritrite, quando non addirittura in offese gratuite nei confronti di chi versa in condizioni sicuramente non tranquille.
    Questo è quantomeno uno spunto davvero interessante.
    Complimenti sinceri.

    • admin scrive:

      Gentile Michele,

      grazie di aver capito l’importanza dell’argomento trattato, doppiamente grazie perchè sto proprio scrivendo un romanzo su questo tema, che ha toccato i cuori di molte persone sensibili. E questo mi spinge a continuare, in una storia che dopo tanti anni ho approfondito. Purtroppo sono parecchie le persone che soffrono del male di esistere. In realtà ognuno di noi ha avuto momenti in cui non sapeva dove sbattere la testa; l’importante è riprendersi e andare avanti perchè poi succede sempre qualcosa che ci fa capire che vale la pena di vivere il mistero della nostra esistenza. Cari saluti e grazie di averci scritto. Lo faccia ancora! Maria Cristina Giongo

  43. Sara scrive:

    Soffro di depressione da 4 anni, non ho nessuno da incolpare, non ho nessuno contro cui scagliarmi, se non me stessa, sono io l’artefice di questa me, questa me che odio, che deve pagare per tutti gli errori, gli sbagli, le sofferenze che ha inflitto. Mi sono costruita io piano piano e ora non vedo la luce, oscillo da una felicità sfuggevole ad una disperazione lancinante, che mi fa’ desiderare solo di dormire e non svegliarmi più, vorrei dimenticare tutto, vorrei isolarmi da tutto, vorrei un’altra vita per abbandonare questa. Ho provato a farla finita, ma non ci sono riuscita, ne momento in cui ho ingerito quelle pillole ho avuto paura, paura che fosse inutile, che non avrei risolto nulla. Ma sono stanca, sono così stanca di lottare, vorrei solo dimenticare.

    • admin scrive:

      Cara Sara, vorrei tanto augurarti il doppio di coraggio, soprattutto in questi giorni di Natale in cui vedi intorno a te gente “felice.” In realtà nessuno è mai completamente felice; la vita è dura per tutti, a volte vedo famiglie che mi sembrano perfette e invece hanno vissuto e spesso vivono drammi inimmaginabili. Quello che dobbiamo cercare di raggiungere e poi di MANTENERE, per quanto è possibile, è la serenità. Te la auguro con tutto il cuore. Continua a provare, a cercare il buono nella vita. Non mollare. Ti mando un abbraccio gigantesco, enorme, tenero, Cristina

    • admin scrive:

      Cara Sara, mi spiace tanto di leggere le tue parole di sofferenza. Purtroppo la depressione è una malattia terribile, distruttiva. Mi ha colpito la tua frase con cui affermi che non hai nessuno da incolpare…, chiara e intelligente. E non è neanche colpa tua: la depressione colpisce e basta. A volte a caso. Spero solo che qualcuno possa aiutarti. Te lo auguro con tutto il cuore. Le pillole non risolvono nulla e neppure abbandonare la vita che magari un giorno ti riserverà ancora momenti felici, sereni. Coraggio! Tanto coraggio! Ti sono vicina. Un abbraccio, Maria Cristina

    • sergio scrive:

      e ora come stai?
      direi che capisco lo stato di di chi ammette di essere l’artefice di se e di aver fatto un pessimo lavoro.
      mi sembri abbastanza intelligente da poterti suggerire di lasciare perdere il patetico . con ciò c’è poco da consigliare: l’atroce esiste. il vuoto anche
      ciao

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