Mamma, voglio morire! La terribile storia di una bimba nata infelice.

bambinidepressione

“Quando me lo disse per la prima volta aveva solo 3 anni di vita, e in quel momento mi sentii morire anch’io”. Così è iniziato il calvario di una mamma olandese.

Questa è il disperato racconto di una madre e della sua bimba, tratto dal settimanale olandese, “Vriendin”. Per motivi di privacy abbiamo cambiato il nome della bambina, che chiameremo Chrystel. Ve la riportiamo così, direttamente dalle parole di questa donna che ha vissuto il dramma inimmaginabile della sua bambina nata..con la morte nell’anima, “vittima di un male che non le era mai stato inferto”.

“Tutto iniziò quando mia figlia aveva solo 3 anni. Stavamo tornando dall’asilo, con la bicicletta, lei dietro di me, quando improvvisamente ho sentito la sua vocina che diceva: mamma, non mi piace più!

Pensavo che si riferisse all’asilo, per cui le domandai di spiegarsi meglio: non le piaceva più recarsi in quel posto o non le piacevano i suoi compagni? Mi rispose, senza esitazione: la vita! Non mi piace più vivere.
Già da tempo era triste, silenziosa. Oserei dire …profondamente infelice. Dopo quella volta cominciò sempre più spesso a parlare di morte. Anche il suo comportamento divenne sempre più strano. Se giocava per la prima volta con un bambino, dopo un secondo era diventato il suo migliore amico; ma dopo cinque minuti diceva di odiarlo ed interrompeva ogni contatto con lui.

Quando aveva pochi mesi di vita a volte te la dimenticavi, tanto era tranquilla e zitta; ma poteva anche succedere che di colpo si mettesse a strillare istericamente. Le piaceva giocare con i Lego, tuttavia, se non riusciva a metterli uno sopra l’altro, ben incastrati, si infuriava e li tirava per tutta la camera. Mangiava pochissimo e beveva pochissimo. Neppure i pediatri riuscivano a capire la causa della sua inappetenza. Dopo qualche anno le fu diagnosticata una patologia chiamata ADHD (Attention-Deficit Hyperactivity Dis-
order
).

Ricordo una volta in cui la trovai in cucina con un coltello contro la gola; si girò verso di me e guardandomi fisso negli occhi mi chiese, gelida: che cosa dici? La faccio finita? In quel momento anche a me si gelò il sangue nelle vene! Le levai il coltello di mano e il giorno dopo mi rivolsi ad uno psichiatra infantile, che mi consigliò di starle vicino con tanto amore. Ma l’amore può bastare in questi casi? Infatti diventava ogni giorno più difficile; c’era qualcosa in lei che la spingeva a volersi fare del male, a cercare la sofferenza e a coinvolgere anche me in questa sua ricerca; godendo quasi del dolore che mi dava.

A 5 anni per esempio voleva che la vestissi con magliette strettissime e che stringessi pure la cintura del calzoncini così tanto… che quasi non respirava. La stessa cosa valeva per i capelli; li voleva raccolti in una coda di cavallo tiratissima. In seguito mi disse che voleva sentire tutto il dolore della vita sul suo corpo.

A scuola picchiava gli altri bambini oppure si isolava e se ne stava taciturna in un angolo davanti alla finestra, guardando fuori. A volte si scagliava contro di me quasi con odio; ma dopo 5 minuti volava nelle mie braccia chiedendomi scusa e baciandomi. Suo padre era sempre via per lavoro e tutto il peso di questa situazione ricadeva su di me.
Una volta spinse il coltello con più forza contro la gola, ferendosi. Allora non ce la feci più a stare a guardare impotente; chiedemmo aiuto ad un ospedale psichiatrico, dove la ricoverarono per sei mesi, insieme ad altri bimbi con problemi psichici.

Fu il periodo più brutto della mia vita. Mi sentivo in colpa per averla allontanata da casa, per non avercela fatta più ad assisterla da sola, a capire il suo disperato grido di aiuto. Quando tornò a casa, secondo gli psichiatri, guarita, ma imbottita di medicine, ricordo che era Natale e che io, mio marito e la sorella maggiore, eravamo molto felici di riaverla fra di noi. Purtroppo dopo pochi giorni scappò. La polizia la ritrovò in un campo, in mezzo alla neve, al freddo, inebetita. Andò mio marito a prenderla e la prima cosa che gli chiese fu “se qualcuno si era accorto della sua assenza. Se a qualcuno era mancata”. Suo padre rispose che era mancata a tutti.

Da allora scappò un giorno si ed uno no; ed ogni volta io salivo sulla mia bicicletta per andare a cercarla. Devo ammettere con tanta vergogna che mi capitò persino di pensare che poteva pure arrangiarsi, che mi ero stancata di inseguirla; arrivai addirittura a provare fastidio nei suoi confronti, e a chiedermi se le volevo veramente bene. Ma, vi prego, non mi giudicate per questo! Per fortuna si trattava di momenti di sconforto passeggeri; mi rendevo subito conto che era la stanchezza fisica e psichica che mi portava a provare quelle terribili emozioni, inimmaginabili per una madre. E correvo di nuovo a cercarla, nel timore che potesse veramente farsi del male.

Infatti una cosa era certa; Chrystel non amava la vita. Non l’aveva mai amata e neppure lei sapeva perchè. Spesso ripeteva che voleva farla finita per il semplice fatto la vita stessa non le interessava. Io e mio marito siamo in terapia, aiutati da uno psicologo. Ma il dramma che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo non ci abbandonerà mai”.

Maria Cristina Giongo
CHI SONO

Link alla sindrome ADHD: clicca qui

Pubblichiamo con emozione questa poesia perchè è in tema con il nostro racconto. L’abbiamo trovata navigando su internet, nel sito danzateonline.blogspot.com. E’ firmata Giorgia Vezzoli, che ringraziamo per averla scritta e avercela donata.

La più piccola della famiglia

Tutti sapevano molte più cose,
ma lei sosteneva il rumore del mare.
I bambini lontani le chiedevano conto del proprio dolore
e quando la notte oscurava ogni sua fortuna,
li piangeva.
Era la vittima di un male che non le era mai stato inferto.
Soffriva fino a cadere per terra,
fino a capire cos’è che succede
quando il dolore t’infiamma le gote e t’inquina il respiro,
fino a sentire quell’ultima goccia di un qualche infinito
cui aggrapparsi per poter dire: so cos’è il male.
E ne sono scampata.
Il resto era gioia di avere mutato l’inferno
in un senso.
Un’altra ragione per stare nel mondo.

(di Giorgia Vezzoli)

Tratta da: http://danzateonline.blogspot.com/
Vi consigliamo di leggere anche una bella intervista di Giorgia, “Streghe in 10 domande”, che troverete in un interessante blog che si chiama DONNE PENSANTI. Soltanto il nome fa venire voglia di visitarlo!
Link: http://www.donnepensanti.net/2010/05/io-non-ci-sto/
L’intervista è a Viviana Vivarelli, una donna coraggiosa
(leggendola capirete perchè) molto speciale, che ha creato il blog Masadaweb.

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315 Responses to “Mamma, voglio morire! La terribile storia di una bimba nata infelice.”

  1. Emanuela scrive:

    Non ci sono parole per descrivere questo dolore. penso che tutti i genitori quando leggeranno questo articolo avranno una fitta la cuore…
    cosa dire? niente altro…
    solo tanta tristezza ed amarezza nel pensare che una bimba di 11 anni dovrebbe pensare ai vestiti, alla scuola, a divertirsi con gli amici, ad essere soprattutto spensierata…invece è rinchiusa in un ospedale nel tentativo di salvarle la vita…
    a volte Quello Lassù perchè se la prende con i piccoli??? ed innocenti???
    perchè non scaglia le Sue ire verso coloro che invece fanno del male agli altri??

  2. marni scrive:

    Purtroppo non ci sono risposte alle domande poste da Emanulea… una storia terribile questa. Incredibile..di cui penso nessuno sospetti l’esistenza. Voelvo fare i complimenti per la poesia…è veramente molto bella . Mi ha toccato nel profondo quanto la storia.

  3. Piero scrive:

    Cosa si può dire … !non ci sono parole.. !
    Non vorrei ritrovarmi nei panni dei suoi genitori o di qualsiasi altro genitore che deve affrontare quotidianamente una situazione del genere…
    Non ci sono parole e ne opinioni da esprimere al riguardo se non un abbraccio virtuale alla famiglia ,con la speranza che un giorno il tutto si risolva nel migliore dei modi.

  4. cristina scrive:

    Anch’io sono rimasta colpita da questa storia che ho voluto dividere con voi, cara Emanuela, Marni e Piero, in quanto posso capire che a volte, quando si è vissuto, si possa avere la morte nell’anima.

    Si possa venire attanagliati da una profonda stanchezza, da profonde delusioni per dei torti subiti, per cose, comunque, che abbiamo sperimentato. Ma come può una bimba così piccola essere già stanca di esistere? Tanto da desiderare la morte?

    Forse le nostre collaboratrici psichiatre e psicologhe potrebbero spiegarcelo….giro a loro la domanda!

    La poesia che ho scelto mi è capitata proprio per caso ed era …proprio quello che cercavo in quel momento! In Olanda diciamo: “geen toeval”, che vuol dire…niente avviene per caso! Complimenti alla poetessa, che non conosco ma che dai suoi scritti mi rivela un animo bellissimo.
    La potete trovare e seguire anche su facebook.

    Ciao a tutti,

    Maria Cristina Giongo

  5. Imma scrive:

    sono anch’io senza parole…
    impressionante come una bimba così piccola senta tutta questa sofferenza tanto da non voler più vivere ed è veramente angosciante provare ad immaginare lo stato emotivo della mamma, che vive ogni giorno come se quello fosse un possibile giorno di suicidio della figlia..
    Eppure la vita non è così terribile da non viverla!!

  6. Che strazio.. un esserino indifeso non dovrebbe mai essere coinvolto in questioni di questo tipo..

  7. cristina scrive:

    Il problema è che questa bimba è nata così….

    Nell’ospedale psichiatrico di Eindhoven, “De grote beek”, in Olanda, c’è un reparto psichiatrico dove ci sono bambini anche di 2, 3 anni. Spesso, il fine settimana, si può fermare tutta la famiglia a dormire con il piccolo paziente.

  8. Emanuela scrive:

    Cara Cristina,
    credo che neppure un adulto dovrebbe voler morire (l’eutanasia e quello che ci va dietro è un discorso a parte…) x le cause che citi tu, perchè la VITA è il BENE più prezioso che esista!
    certamente tutti possono dire che io la penso così perchè per fortuna non mi è successo o non mi sono trovata in certi casi…ed in parte è vero e ribadisco per fortuna… i miei lutti li ho avito che sono il dolore credo più grande che ci possa essere inflitto.
    ritornando alla bimba, forse sarà anche una domanda stupida o ripetuta un miliardo di volte alla mamma… ormai è provato che il feto è in simbiosi con la mamma come pure i primi anni di vita… ma cosa provava la mamma quando era incinta di questa bimba? cosa può esserle successo?
    a volte i disturbi nascono proprio mentre si è nella pancia della propria mamma, causati dalle sensazioni ed emozioni materne appunto che vengono trasmesse al feto, e poi nel bimbo manifsetarsi in maniera decisiva più avanti con l’età (questa teoria l’ho letta in un libro di scienza).
    comunque sia sarebbe per la mamma un doppio dolore e un rimorso che si porterebbe in vita…
    a volte noi mamme comunque dovremo essere più consapevoli quando siamo in attesa di un bimbo, perchè per causa nostra possiamo trasmettere e fare tanti danni, come il fumo per esempio o l’alcool o anche uno stress….

  9. cristina scrive:

    Sono d’accordo Emanuela; quando il bimbo è nel ventre della mamma assorbe ogni emozione, oramai è dimostrato scientificamente; come assorbe il cibo, il fumo, l’alcool. E pare anche che possa sognare…..e reagire alla musica.

    Marni, chissà che sogni potrà mai fare un bimbo che non è ancora nato?????
    E’un buon punto di riflessione per te….

    Noi mamme dovremmo capire che grande responsabilità è quella di mettere al mondo una creatura; una responsabilità che dura tutta la vita!
    Mi spiace che tu non possa leggere il mio libro uscito in Olanda, che si chiama MURIEL, perchè parla proprio dei danni che una madre può fare non amando o trascurando il suo bimbo….

    Un giorno cercherò un editore in Italia, perchè comunque l’ho scritto nella mia lingua originale.

    D’altra parte è anche sbagliato riversare ogni colpa commessa dai figli sui genitori. Ci sono anche figli che scelgono il male consapevolmente e nonostante abbiano ricevuto tutto l’amore del mondo dalla loro mamma, e l’educazione migliore.

    Un abbraccio e continua ad essere la meravigliosa mamma che sei.

    Cristina

  10. Uyulala scrive:

    Credo che non ci siano risposte a storie come questa, anche se sono convinta che non bisogna mai smettere di cercarle. Ci sono persone che nascono prive dell’istinto di sopravvivenza e persone che nascono prive della capacità di provare piacere. Probabilmente questa bambina ha avuto la somma disgrazia di nascere senza né l’uno né l’altra. Non c’è colpa, non c’è causa esterna. Solo un immenso mare di dolore – il dolore di vivere – che normalmente è mitigato e controbilanciato dalla capacità di assaporare le piccole gioie: una corsa nei campi, giocare a nascondino, l’abbraccio caldo della mamma. In questo caso non c’è nulla di tutto ciò, queste cose non si sentono, si percepisce solo il dolore…

  11. Emanuela scrive:

    cara Cris,
    grazie per il complimento ma i risultati mi daranno torto o ragione tra qualche anno.
    spero di passare a mia figlia i sani principi che i miei genitori hanno passato a me, ma al giorno d’oggi è così difficile fare la mamma come pure il papà. troppi bombardamenti in tutti i sensi… l’ultimo quello di uno professore inglese dove dice che sotto i 9 anni i bimbi non dovrebbero nemmeno toccare il computer…
    amo mia figlia ma allo stesso tempo sono una persona consapevole che il “troppo” amore non fa bene, in base alla loro età i figli vanno responsabilizzati anche con i NO.
    posso dire che tantissime volte urlerei al mondo il mio amore, ma è controproducente, non è giusto dare troppa disponibilità perchè quando sono piccoli sono dei piccoli egoisti e vorrebbero tutto per sè e se questo loro atteggiamento non viene a volte fermato si rischia di farli crescere con la convinzione che è tutto dovuto…
    sono convinta che un No non sia la fine del mondo, l’importante è sempre dare una spiegazione e chiarire il motivo per cui la mamma ha deciso di dare uan risposta negativa…

  12. cristina scrive:

    Grazie di cuore alla nostra consulente psichiatra, Donatella Lai, ( Uyulala) per aver reagito alla mia domanda su questo caso.

    E ad Emanuela, per i suoi commenti sempre così coinvolgenti.

    Buona giornata a tutte e due!

  13. Giorgia scrive:

    ora che posso leggere la mia poesia inserita in questo articolo vorrei che i miei versi potessero dare un raggio di speranza, anche in una storia come questa.

    il principio della fatica e del disgusto di accettare questa esistenza è il tema univoco della poesia e della storia (che non conoscevo). un possibile messaggio per crescere e per migliorarci che possiamo avere da questa storia è provare a immaginare il disgusto che prova una coscienza molto pura e infinita (come lo siamo tutti noi in potenza, credo, solo che alcuni individui hanno questa consapevolezza più di altri) che viene catapultata su questa terra, all’interno di un sistema antiumano e spesso contro la vita (degli esseri umani, degli animali, dell’ambiente), dove ti viene data la vita si, ma non la sopravvivenza, dove il tuo valore si misura e si riduce in un’entità economica, dove milioni di vite vengono sacrificate a favore del privilegio o a causa dell’indifferenza di pochi, dove l’amore stesso si percepisce in maniera limitata. provate a immaginare un’anima che venga qui e che abbia coscienza della limitatezza e dell’ingiustizia di un’esistenza così poco spirituale e basata sull’amore…magari quell’anima potrebbe decidere di voler tornare indietro. o altrove. forse ci sono anime che sono venute su questa terra solo per dirci questo. perché ogni anima è diversa e forse si assume ruoli e compiti diversi.

    tuttavia, la mia poesia parla di una storia che finisce bene e che forse può portare un po’ di speranza. parla di una bambina che avverte su di sè i mali del mondo e, anziché scacciarli, vuole viverli fino in fondo per compartecipare della sofferenza degli altri esseri umani che avverte come la propria sofferenza. la differenza con la storia dell’articolo è che la bambina della poesia non si ferma a questo stadio ma continua fino a sentire dentro di sè qualcosa di più grande del dolore, quel qualcosa che la spinge ad andare avanti e che è la consapevolezza che il dolore è comunque limitato, limitato dall’amore. un’amore che giustifica persino una vita terrena piena di dolore (altrui in questo caso) e la rende più tollerabile perché conferisce al dolore un senso.

    ringrazio cristina per aver contribuito a dare un ulteriore senso alla mia poesia che forse non attendeva che questo.

  14. Grazie Giorgia per il tuo prezioso contributo

  15. marni scrive:

    Il tuo messaggio è splendido , la tua poesia altrettanto e la speranza che fa intuire sono qualcosa in più che le rende ancora più preziosa ed emozionante. Grazie Giorgia

  16. cristina scrive:

    Cara Giorgia,

    le tue parole non hanno bisogno di commenti. La tua poesia per me era proprio la giusta chiusa per il mio articolo. E, ripeto, è strano il modo con cui “ci sono sbattuta contro”….in un momento in cui comunque sentivo il bisogno di concludere questo triste articolo con un messaggio di speranza.

    Non ti conoscevo e poi ti ho cercata in rete per chiederti il permesso di pubblicarla. Quando vuoi, mandaci pure una tua poesia; mi hai già detto che sei molto impegnata a seguire le tue iniziative, per cui non riesci a trovare il tempo per collaborare anche con noi. Apprezzo la tua sincerità. Meglio che cominciare una cosa e poi non portarla avanti.

    Ma vorrei domandarti ancora una cosa: che fine ha fatto la bimba della tua poesia? Ce l’ ha fatta veramente a trovare la soluzione per tramutare la sofferenza in amore, l’ingiustizia in speranza di giustizia, la cattiveria in bontà?

    Concludo anch’io con un grazie a te, Giorgia, e a chi ha creduto come me in questa poesia.

    Ciao,

    Cristina

  17. Emanuela scrive:

    complimenti Giorgia,
    continua a regalarci tante emozioni con nuove poesie che sono una toccasana per il cuore e l’anima

  18. Ursula scrive:

    Cristina, sto a piangere da sola, povera bimba e poveri genitori. Solo immaginandomi una vita cosi mi viene il freddo adosso.
    Giorgia, bellissima la poesia.

  19. cristina scrive:

    Anch’io, Ursula, provo tanta tristezza per questa storia e per tutte le storie che parlano di sofferenza dei bambini.

    Ecco perchè ho scritto sul Cofanetto Magico 4 dossier sulla pedofilia, che sono stati un pugno nella stomaco di tante persone; sapessi quante mamme mi hanno scritto che non immaginavano neppure che i pedofili fossero così crudeli e così attivi.

    In generale, poi, mi fanno pena i bimbi a cui viene negato l’ amore sin dalla più tenera età, come quello di cui parlo nel mio romanzo uscito in lingua olandese, “MURIEL”.

    Quell’ uomo esisteva veramente; e sua madre gli aveva veramente fatto tanto male. Parlo al passato perchè si è suicidato da adulto, dopo una vita passata ad entrare ed uscire dal manicomio ( ma lui non era matto).

    Penso che se ti assumi la responsabilità di mettere al mondo un figlio poi devi portarla avanti con coraggio e amore senza limiti.

    Come vedi la madre della bimba dell’articolo non ce l’ha fatta più; ma in questo caso era impossibile reggere una simile situazione.

    Cari saluti,

    Cristina

  20. Ursula scrive:

    Cristina, questo tuo libro “Muriel” dove lo potrei acquistare da qui? Perché su Bol.com non lo trovo, o cerco male. Hai un idea?
    Saluti,
    Ursula

  21. Ciao Ursula.. puoi ordinarlo da questa libreria Una libreria molto speciale ad Amsterdam
    Nell’articolo ci sono anche i riferimenti ISBN

  22. cristina scrive:

    Cara Ursula,
    se su Bol.com clicchi il mio nome, Maria Cristina Giongo e poi MURIEL, dovresti trovarlo.

    Ora provo a vedere anch’io,

    Ciao

  23. cristina scrive:

    Cara Ursula. ma tu dove abiti?

    Comunque io ho cercato su bol.com cliccando su libri olandesi e poi solo il titolo, MURIEL, e appare subito il mio: Giongo.M.C

    Quindi devi cercare con il nome del libro.

    Ciao…

  24. Ursula scrive:

    Grazie a tutti i 2. Con il titolo infatti sono riuscita a trovarlo. Come vorrei leggere anche “Il mio Olanda” domani darò un’occhiata sul sito della libreria ad Amsterdam, che adesso non mi si apre.
    Cmq Cristina, abito a Latina.
    Ciaooo…..

  25. cristina scrive:

    Però sei olandese, vero, Ursula? Tornerai un giorno in Olanda?

    Temo che il libro ti costerà un sacco se devi ordinarlo in Olanda e poi fartelo spedire in Italia. E poi….se sei una persona che si commuove facilmente…la lettera che l’uomo (che si suicida) scrive al suo dottore prima di morire…ti farà piangere molto. Vedi, è un romanzo, ma tutti i personaggi sono veri, anche se a volte “scambiati”.

    La mamma di Muriel è italiana e cerca di trasmettere alla figlia, olandese, un po’ della sua cultura. L’istinto materno si sente in tutta l’opera; ma anche l’assenza dell’istinto materno.

    Il libro “La mia Olanda” è bello. Te lo consiglio

    Cari saluti,

    Cristina

  26. ursula wagenaar scrive:

    Si, Cristina, sono olandese e x quanto il tornare in olanda è un punto interrogativo :-)
    Avrai ragione x i costi dei libri, solo che mi avrebbe piaciuto acquistarli adesso, perché in questo periodo di pommeriggio riesco ad andare un pò al mare e mi cosi avrei potuto leggerli. Ma mi accontenterò con qualche libro italiano e aspetterò di conprarli quando andrò a trovare i miei.
    E…..commuovere…….si lo faccio, ma non sempre finisce in piangere. Dipende anche tanto del tipo di storia, mi è successo anche leggendo “er komt een vrouw bij de dokter”.

    Buona giornata e buon lavoro.

  27. cristina scrive:

    Cara Ursula,

    se vuoi te lo mando io….E ti regalo io …il costo della spedizione…non preoccuparti…Tanto prendo solo 80 centesimi a libro….quindi è comunque niente…

    Ma sono sicura che ti piacerà leggere nella tua lingua madre questo romanzo..che sta in bilico fra due culture; anche se, ripeto, il tema della depressione e della carenza di amore materno non è molto allegro.

    Allora mandami subito il tuo indirizzo via la mia email privata, che posso spedirtelo oggi stesso: ma ho tempo solo sino all’una…

    Se devo essere sincera ho pianto anch’io per “er komt een vrouw bij de dokter”e ho pensato di scrivere un articolo per il Cofanetto Magico su questo libro ( e film) che comunque ha suscitato tante polemiche.

    Un uomo che va con un’altra donna ..”quas” per “consolarsi” del dolore per la malattia di sua moglie, non poteva certo essere accettato così….neppure in Olanda. D’altra parte, davanti al dolore l’uomo fugge e la donna resta!
    Sì, questo sarà proprio il tema di un mio prossimo articolo.

    Ciao,

    Cristina

  28. Erne' scrive:

    nel leggere questa storia ho provato brividi anche perchè in certe parti in minime sfumatore ho rivisto le nostra vite …..e quando tuo figlio si rinchiude e quando non vuole essere aiutato…e quando senti l’impotenza..davanti a certe malattie…..e quando per aiutarlo …devi decidere il distacco …ma l’amore per questo mio figlio è così grande che ci riuscirà ci riuscirò a superare tutto…. ne sono sicura..Grazie per questa opportunità Cristina

  29. Erne' scrive:

    ..grazie a tutti…attraverso le vostre parole ho preso ancora più coraggio..e come dice uyulala ..non ci sono risposte …davanti a certe storie …davanti a certe malattia…io mi sono fatta tante domande o cercato le risposte…ma non le ho trovate…l’unica cosa è non fermarsi mai e cercare sempre una nuova strada…è la nuova strada alla fine ti insegnerà ….sempre qualche cosa …!!!grazie ancora

  30. cristina scrive:

    Cara Ernè,

    grazie a te che ci stai facendo capire l’importanza di lottare, sempre e COMUNQUE. Anche quando non ce la fai più.

    Vedi, noi mamme abbiamo una riserva inesauribile di amore che ci rende forti come leoni, anche se pensiamo di essere deboli e sfinite.

    Non conosco te e neanche la tua situazione; ma intuisco un dolore profondo che vorrei tanto poter lenire. Ma da questa distanza posso solo abbracciarti e dirti CORAGGIO! Prenditi una pausa di riposo per te stessa; e credi sempre fermamente nella fiducia che tutto si aggiusterà, prima o poi.

    Se non su questa terra, forse in un altro mondo che per ora chiamiamo CIELO, o PARADISO….Sperando veramente che esista per ricompensarci di tutta la sofferenza passata vivendo.

    Tuttavia dobbiamo ammettere che la vita non è solo dolore; ci sono anche tante cose belle, momenti unici, sorrisi unici, stati d’animo bellissimi.

    Per cui ripeto quello che spesso dico ai miei cari Cofanetti che collaborano con me quando mi raccontano un loro problema, spesso grande, spesso penoso: CORAGGIO! Tante volte CORAGGIO!

    UN ABBRACCIO E UN SORRISO,

    Cristina

  31. Erne' scrive:

    ..vorrei concludere con questa citazione ( libro scritto dall’educatore di mio figlio)..che in certi giorni mi da forza…come del resto tutti i miei amici del gruppo di Cristina Tombini e tanti altri di face……il vero miracolo non consiste nella realizzazione dei nostri desideri,speranze e aspettative,il miracolo vero è l’accettazione di ciò che ci tocca affrontare in questa vita……la preghiera non esaudisce il miracolo ma ci sostiene affinchè questo avvenga, dandoci la forza e il coraggio di stare in questo mondo….(…da” i Partigiani del Karma “di P.Petrosillo & Margherita Eckharti Ali K.)
    Grazie un abbraccio forte forte e sorriso a tutti voi

  32. cristina scrive:

    BELLISSIMO, ERNE’…..ed è proprio vero.

    Un abbraccio anche a Cristina Tombini; non vediamo più nè lei nè Marion su questo post ma salutacele. E’veramente speciale il gruppo che avete fondato.

    Penserò alla citazione che ci hai regalato nei momenti difficili.

    Di nuovo un abbraccio a te e a chi in questo momento sta soffrendo insieme a te, perchè l’amore che vi unisce vi dia sempre maggior forza,

    Cristina

  33. Emanuela scrive:

    caro Ernè,
    nella scuola dell’infanzia di mia figlia c’è un bimbo che a soli 10 mesi gli è stato diagnostica un tumore al cervelletto, per fortuna preso in tempo, operato ed ora sta bene.
    non ti dico che fatica hanno fatto i genitori per farlo accettare all’asilo in primis dalla direttrice che ha detto alla mamma che un bimbo così sarebbe stato meglio a casa. cosa che invece medici e pediatri hanno sempre sostenuto il contrario. lo stimolo nel vedere gli altri bimbi lo avrebbe aiutato a superare il suo handicap.
    a settembre, inizio scuola, il bimbo non camminava da solo e parlava pochissimo e male. alla recita di natale ho visto Vittorio (questo il suo nome) che camminava da solo, ha aperto la fila dei bimbi piccoli, la maestra di sostegno davanti e lui non ha mai toccato le sue mani ma ha camminato pian piano ma da SOLO!
    mi sono commossa di più nel vedere lui che mia figlia!
    e in quel momento mi sono sentita fortuna nell’avere una bimba sana, ma nello stesso momento ho pensato a tutti quei genitori meno fortunati…
    per fortuna che ci sono tutte le associazioni che supportano anche psicologicamente i genitori, perchè è veramente dura convivere soprattutto con l’impotenza di aiutare i propri figli e sentirsi in colpa che averli generati non come tutti gli altri bambini.
    ma quando si raggiunge un traguardo c’è una soddisfazione maggiore e più preziosa e serve per ripagare tutti i sacrifici e gli sforzi che i genitori fanno.
    forza Ernè… i figli sono comunque un dono grandissimo…

    • Erne' scrive:

      i figli sono comunque un dono grandissimo…e chi più di me sa come è vero questo…basta un suo piccolissimo progresso…e per me è un immensa gioia ..conosco bene certi situazioni come dici sopra ..ma la forza di un genitore è di non arrendersi mai …e io ho provato sulle nostre vite cosa possono dare questi nostri figli…al contrario dei pareri della scuola dei medici ecc…..e sono stata fortunata ad aver incontrato sulla mia strada persone speciali appunto associazione educatori ecc,….che mi hanno aiutato in questo,…e spero che anche in questa nuova strada che andrò a percorrere per contrastare questa sua grossa chiusura …ne trovi altrettante…grazie per le tue parole ciao

  34. chris scrive:

    Io soffro di adhd. non lo auguro nemmeno al mio peggior nemico. Ho 28 anni non credo che resisterò ancora a lungo. Ora sono caduro in un altra depressione ( per la seconda volta) sto male non voglio più andare avanti.

  35. ursula wagenaar scrive:

    Chris, non ti conosco, ma queste poche righe mi fanno venire il brivido. Non parlare cosi. Di certo la tua situazione è duro, ma ci sarà minimo una persona al mondo che ti vuole bene e per cui non potrai fare a meno di cercare ad andare avanti. Sottovaluterò di sicuro la tua situazione, ma cerca aiuto professionale, finché non lo hai ancora fatto. Una via di uscita devi trovare!!!! E con le persone giuste intorno ce lo farai. Non so cos’altro dirti, volevo scriverti qualcosa di conforto, ma non è facile. Un abbraccio…..

  36. cristina scrive:

    Caro Chris,

    come dice Ursula di sicuro c’è qualcuno che ti vuole bene al mondo per cui vale la pena di continuare a vivere. O forse qualcuno arriverà in futuro.

    Io ho un figlio della tua stessa età che si chiama anche come te; e se gli succedesse qualcosa credo che morirei anch’io.

    Allora, ti prego, pensa a chi ti vuole bene, cerca aiuto e fatti tanto coraggio.

    Mi unisco all’abbraccio di Ursula, con molto affetto,

    Cristina

    P.S. La settimana prossima non potrò essere presente sul Cofanetto rispondendo ai messaggi ma ti prego di farmi sapere comunque qualcosa di te. Soprattutto come stai. Ti siamo tutti molto vicini.

  37. Emanuela scrive:

    Cara Chris, sono una mamma e da poco tempo ho avuto una non bella notizia inerente un problema a mia figlia. mi è caduto il mondo addosso, in quanto già ne avevo abbastanza da pensare per mio papà….
    la depressione è una brutta bestia che ti prende e fa brutti scherzi…
    stavo rischiando anch’io di caderci, ma quando sono andata a fare una visita specialistica a mia figlia per avere un’altra diagnosi, ho visto gente terribilmente malata, ma sai cosa mi ha colpito di più? il sorriso che avevano…con una di loro ho parlato e sai cosa mi ha detto?: “certo si tende a guardare sempre il meglio, ma se mi volto a guardare indietro, vedo altre persone che sono prese peggio di me… allora questo mi da la forza per andare avanti e sperare nella scienza!”
    certo la tua malattia è brutta e sofferente, ma non abbatterti, perchè faresti peggio, hai 28 anni, ma quanti bambini piccoli, innocenti sono malati e con tanta sofferenza? puoi dirmi che non te ne importa più di tanto perchè ognuno sente il proprio, ma con un po’ di coraggio e con l’aiuto di persone competente e dei tuoi familiari vedrai che il domani potrebbe essere un po’ meglio, non dico migliore, ma un po’ meglio.
    forza, non serve pietismo in questi casi, non serve avere compassione, ma parole di conforto e coraggio per andare avanti…
    il destino è crudele e ci si chiede: perchè proprio a me? boh non c’è una risposta, chi crede in Dio si affida a Lui, chi non ci crede farà più difficoltà, ma una cosa è certa: la vita è vita e non ce ne saranno altre. prova a trovare un piccolo hobby, non difficoltoso, ma che almeno ti tenga un po’ impegnata soprattutto per non pensare a quello che hai, perchè entrare in un circolo vizioso fa più male che bene e questo a te proprio non deve accadere!
    forza e dacci tue notizie, saremo qui a tenerti compagnia 😉

    • ERNE scrive:

      Cara Chris, ti posso capire non è facile negli ultimi cinque anni ho avuto spesso ricadute…(sblazi d’umore bipolare…ho sempre quasi provato la fase di iper…) non è facile…ma devi devi essere forte …fatti aiutare da medici competenti… ma per prima cosa fallo per te stessa ..e per i tuoi cari…non devi mollare…sfogati scrivi scrivi butta fuori tutto ciò che hai dentro…trovati un piccolo hobby ..quabdo sei così sforzati a fare cose che ti piacciono…guarda i fiori il cielo …le cose semplici questa è la vita…
      non è facile ti ripeto ti posso capire ma non mollare…io sai ho cercato di farmi il massimo coraggio…anche perchè non posso permettermi di stare male per tanto…ho da badare a mio figlio…lui ha bisogno di me…convive da quando era neonato con una malattia rara…e non è facile…aiutarlo… però devo dire che guardandolo spesso mi è stato d’aiuto …per come vive cmq a suo modo serenamente la malattia…
      FORZA NON MOLLARE VERRANNO TEMPI MIGLIORI VEDRAI CHIEDI AIUTO SUBITO…E SE VUOI …NON CI SIAMO TI MANDO UN FORTE ABBRACCIO …E TI PREGO NON MOLLARE REAGISCI FALLO PER TE STESSA …. NONSTANTE TUTTO LA VITA VALE LA PENA DI VIVERLA … <3

    • cristina scrive:

      Cara Emanuela,

      sono appena rientrata in Olanda e ho trovato il tuo commento che mi ha molto rattristata! Non so che cosa sia successo a tua figlia ma ti auguro tanto, tanto CORAGGIO!

      Anch’io esco da una settimana di grande dolore, trascorsa in un reparto dove ti rendi conto dell’ingiustizia della sofferenza umana; ma non posso che ripetere a tutti. Facciamoci coraggio.
      Soprattutto per i nostri cari!

      Un abbraccio,

      Cristina

  38. Erne scrive:

    Ciao Chris , so cosa vuol dire ..a periodi e ormai da anni anch’io soffro di sbalzi d’umore bi polare e ho provato quasi sempre la fase iper…so che non è facile….ma cara …fatti forza …chiedi aiuto a persone competenti in materia…che ti possano aiutare … da soli in certi casi non è facile …prima cosa fallo per te stessa …ti devi voler bene …poi per i tuoi cari… vedrai che ci riuscirai …guarda le cose semplici …un fiore il cielo gli uccelli …è vita … non è facile ma verranno tempi migliori …
    Io con l’aiuto di medici e con forza di volontà cerco d’andare avanti…ho un figlio con tanti problemi che ha bisogno di me…e la forza alcune volte mi viene da lui……..lui che lotta con una malattia rara da quando era neonato…e la nostra vita non è facile …ma quando poi arriva il mio perido cerco d’aiutarmi…il giardinaggio mi fa bene ..una giro in bici …le cose semplici ….la scrittura …scrivi scrivi tutto ciò che hai dentro buttalo fuori…NON SEI SOLA NOI SIAMO QUI SE VUOI SE TE LA SENTI NOI CI SIAMO ………NON E’ FACILE MA TIENI DURO SONO SICURA CHE CI RIUSCIRAI …TI STRINGO FORTE FORTE

    • cristina scrive:

      Cara Ernè,

      anche a te, come a Chris e ad Emanuela non posso fare altro che ripetere “Coraggio! Coraggio e coraggio! ”

      Odiamola questa depressione, neghiamola, riprendiamoci il nostro sorriso che tutti ci invidiano, perchè è la testimonianza della nostra forza interiore, anche quando crediamo di non farcela più…..

      Siete tutti, e tutte… delle persone meravigliose, che sanno dare tanto amore, come traspare da ogni vostra email! Sempre pronte a sostenere chi pensate che stia peggio di voi.

      Vi voglio tanto bene!

      Cristina

      • ERNE scrive:

        grazie…io ceroco di mettercela tutta…….e dopo ogni caduta…mi rialzo sempre più forte…l’importante è rialzarsi…cadere è umano grazie Cri …e ancora veramente forza Chris ed Emanuela …se avete voglia di scambiare due parole noi siamo qui ciaooo

  39. marni scrive:

    Andare avanti…vale la pena..sempre..un piede dopo l’altro un momento dopo l’altro e una fatica dopo l’altra e poi ci si accorge improvvisamente che ci si riesce e che la vita è una forza che ti trascina e che questa forza è anche dentro di te. Sembra impossibile vero? a 28 anni sembra impossibile…ma troverai la forza anche tu, come tanti che soffrono oppure hanno sofferto e che si meravigliano, nonostante tutto, della bellezza. Un abbraccio che ti porti la speranza marni

  40. cristina scrive:

    Cara Ernè,

    è proprio grazie a persone come te che il mondo va avanti. Allora non devi essere tu a ringraziare.

    La tua forza è la capacità di amare e quindi di non pensare solo a te stessa ma a chiunque soffre. Ti ammiro molto e spero che Emanuela si faccia viva, perchè non ho ancora saputo che cosa sia successo.

    Io sono appena tornata in Olanda da Milano, dove vado spesso per stare accanto ad una persona che amo tanto e che purtroppo è affetta da una terribile malattia: mia mamma.

    Appena mi ha vista non mi ha riconosciuta; camminava avanti ed indietro, senza sosta….Poi l’ho fatta sedere e mi sono seduta davanti a lei guardandola negli occhi. A questo punto ha sorriso, i suoi occhi si sono illuminati ed ha esclamato:
    “cara, sei qui!” Poi mi ha accarezzata e baciata e ha detto: “Ti voglio bene”.

    Io le ho risposto: “anch’io! ” E lei ha aggiunto: ” ma io ti voglio bene da una vita”.

    Allora mi sono sentita di nuovo felice! nessuno mi aveva detto prima d’allora “Ti voglio bene da una vita! ” proprio perchè, a pensarci bene, solo una mamma può usare questa espressione. Solo la tua mamma ti vuole bene da una vita. E noi mamme amiamo da una vita ( e ancor prima) i nostri figli!

    Per questo continuo ad andare da lei, sottoponendomi a viaggi faticosi, sia fisicamente che psichicamente ( e finanziariamente); anche quando tutti mi dicono “ma che cosa ci vai a fare, oramai non ti riconosce più.

    Perchè non è vero; e anche se lo fosse continuerei a stare al suo fianco, quando posso, come lei è stata accanto a me sempre e ancor di più nei momenti difficili della mia vita.

    Un abbraccio, cara Ernè,

    Cristina

  41. ursula wagenaar scrive:

    Cara Cristina,

    Mi hai fatto piangere con il tuo racconto. Come ti capisco. Mio papà per adesso mi riconosce, ma si vede che piano, piano sta andando nella stessa direzione. E quando lo sento al telefono non voglio altro che correre in Olanda, per paura che potrebbe essere l’ultima volta che mi riconosce. Ma purtroppo non è sempre possibile.
    Ma non hai sentito più di Cris? Dopo la sua lettera è sparita?
    Un abbraccio,
    Ursula

  42. cristina scrive:

    Cara Ursula,

    mi spiace tanto per tuo padre. Coraggio! E goditelo fino a che puoi….
    Lo so, è molto difficile; anch’io sono nella tua stessa situazione.

    Ma vivo in Olanda da 29 anni; quando partii i miei genitori stavano benissimo.

    No, non so più niente di Chris ( ma credo che si tratti di un ragazzo perchè parlava al maschile. Non di una ragazza).

    Speriamo che ci scriva o che comunque legga i nostri messaggi.

    Un abbraccio carissimo,

    Cristina

    P.S. Giovedi prossimo compra Ok, la salute, mensile della Rizzoli e se vuoi anche il settimanale OGGI e potrai leggere un mio articolo con un’altra storia molto toccante, su entrambi i giornali ( ma sempre a mia firma). Per ora non posso anticipare nulla. Poi capirai….

  43. sra scrive:

    troppo butta questa storia..spero che la bambina potrà vivere felice …ciaoo

  44. sara scrive:

    spero solamente che guarisca

  45. cristina scrive:

    Cara Sara,

    purtroppo in un manicomio olandese ho visto altri bambini con lo stesso problema, proprio in un reparto di bambini.

    Come si può nascere con il male del vivere non lo so…Gli psichiatri dicono che anche questa è un tipo di malattia psichica o conseguenza di traumi. Sai per esempio che ci sono bambini abusati dai pedofili che arrivano a desiderare la morte?

    A me fa particolarmente male di veder soffrire queste piccole creature che invece dovrebbero avere il diritto ad un’infanzia spensierata e felice.
    CIAO!

  46. cosimo2011 scrive:

    Salve, ho trovato questo post solo perchè ho scritto sul motore di ricerca la frase ‘voglio morire’.

    Anche questo è il mio stato d’animo.
    E’ uno stato d’animo che ha sempre molto accompagnato la mia esistenza.

    Oggi ho 36 anni e vivo la mia vita con la speranza di morire e non di vivere.
    Fumo almeno 1 pacchetto e mezzo di sigarette, come fossero caramelle.

    Chiamiamola pure ADHD ma per me non ha alcun senso catalogare la cosa.
    Probabilmente serve agli altri nel momento in cui c’è una impotenza nel poter essere d’aiuto in questi casi.

    Il termine ADHD non è capace di risolvere il problema ne tantomeno ad identificarlo al fine una valida terapia con psicofarmaci.

    Cercare di assopire uno stato d’animo significa in sostanza sopprimere le sensazioni dell’individuo.

    Di certo un fantoccio privo di emozioni non avrà alcun istinto suicida per il bene di chi gli sta intorno, ma non dovrà fare niente per morire dato che lo scopo è stato raggiunto in una buona misura.

    La storia di questa bambina è molto triste e giustamente allarmante.

    Sicuramente sono molte le persone che cronicamente vivono questo stato d’animo.

    Non si tratta di casi isolati ne di malattia.

    C’è chi arriva ad esternare tutto ciò e c’è chi lo reprime.

    Spesso mi sono sentito accusare di essere stato troppo amato e che tutto
    mi è stato dato, beh, se fossi nato in mezzo alla m…a forse la mia vita avrebbe avuto un senso. :)

    Se c’è una cosa che può aiutare persone come me è metterle nella condizione di sentirsi UTILI.

    Specialmente in età molto giovane.

    Sapere di poter essere di aiuto e non di dover essere aiutati, è molto UTILE.

    Ricordo me nella mia adolescenza e fino ai 24 anni come una persona disperatamente bisognosa di aiutare e per questo troppe volte FERMATO a causa di incomprensioni.

    Ciò che hai ricevuto, devi essere anche in grado di darlo, specialmente se si viene accusati di aver ricevuto troppo. Altrimenti diventa una cosa a senso unico. La propria esistenza diventa un crimine.

    La FELICITA’ non è una cosa irraggiungibile, per ottenerla occorre perseguire scopi CONOSCIUTI e CONOSCIBILI. Fare in modo che chi ti sta accanto faccia in modo che questo avvenga. Può diventare una cosa reciproca.

    Semplicità = Felicità

    Spero di essermi espresso in modo comprensibile.

    Ciao!

  47. maria cristina giongo scrive:

    Caro Cosimo,

    mi spiace tanto per la tua situazione, che hai analizzato così bene, che a questo punto qualsiasi altra parola sarebbe inutile; e forse da te già troppe volte sentita. Anche se lo stesso voglio diriti: CORAGGIO!

    Ognuno di noi si porta dietro un po’di disperazione; come dici tu, c’è poi chi la esprime e chi se la tiene dentro. Possiamo dire che… chi ce la fa ad esprimerla è già sulla buona strada per combatterla: perchè ha imparato a chiedere aiuto. Il fatto che tu abbia scritto vuol dire che la forza di parlare del tuo triste problema ce l’hai. E questo è molto importante.

    Quando si reprime, alla fine si scoppia COMUNQUE.

    Dovremmo forse imparare a convivere con questo senso di scoraggiamento, con le disillusioni, la cattiveria umana, l’indifferenza, l’aridità d’animo, il senso di sconfitta, la voglia di morte, come succede spesso a te. D’altra parte sono sicura che anche tu avrai passato momenti speciali. Non dico felici perchè non credo molto a questa parola da telenovela. E se ci sono, i momenti felici, sono veramente attimi! Che però puoi conservare per tutta la vita e tirare fuori nei periodi bui. Come faccio io. Per esempio per me sono stati la nascita dei miei due figli.

    Morire è il nulla. No, non credo che valga la pena di arrendersi; soprattutto alla tua età che potrebbe riservarti ancora delle cose belle.

    Ti auguro con tutto il cuore di combattere ancora contro la tua disperazione; come contro un nemico che non deve vincerti. Lo spero veramente, caro Cosimo. Grazie di averci scritto!

    Un abbraccio,

    Cristina Giongo

  48. Marni scrive:

    Ho letto con molta emozione ..caro Cosimo posso solo unirmi a quanto ha detto Cristina…. non ci sono parole che gli altri possano dire e che possano aiutarti…solo tu puoi farlo trovando il modo giusto per te per affrontare la vita per aiutare o farti aiutare. Un augurio anche da parte mia, non arrenderti perchè è proprio quando è più buio che si può vedere una luce….
    marni

  49. ada tavani scrive:

    Mi capita spesso di desiderare la morte. so che può sembrare assurdo, e che la ragione, e non solo quella,induce a diverse considerazioni, tutte positive.Il vero è che, aldilà dei casi come quello della nostra povera bambina, affetta da una sindrome di difficile soluzione,lo scoraggiamento può sorprenderci in ogni momento della nostra vita, anche quando sembra, almeno a chi ci osserva dall’esterno,che non vi siano motivi per tanta disperazione. Il “male di vivere” ci appartiene, e ci sono momenti in cui ha il sopravvento. Proviamo ad avere coraggio, come giustamente ci viene esortato a fare. Si prova ad aggrapparsi, in ogni modo, alle cose positive della vita, ma quando il dolore si è troppo radicato dentro di noi, non c’è nulla che tenga. Perciò comprendo benissimo chi si sente alieno, chi vive da straniero in un mondo che sembra precluso ad ogni felicità. Perchè è vero quello che dice Cris, la felicità è fatta di attimi, effimeri ed intangibili, e non può essere uno stato perenne;ma può esserci una speranza di gioia, una luce che brilli per noi, sia pur lontana. Io non vedo questa luce, ma so che esiste; e continuo a credere che in un momento qualunque, quando meno la aspetti, essa si manifesti. Forse l’unico modo per vivere il dolore è proprio accettarlo, trovarlo tanto insopportabile da riuscire a prenderne le distanze quel tanto che basta a prendere fiato. Attimo dopo attimo, giorno dopo giorno, quando alzarsi la mattina ci sembra un’impresa impossibile, sorridere al nostro dolore ed andargli incontro a braccia aperte, perchè esso stesso è la nostra vita. Io so che non sarò mai più felice…ma vado incontro al mio giorno. Ce la farò? Non lo so davvero….le mie parole di speranza sono poche, minuscole, di fronte alla realtà;ma già il fatto di averle dette qui, è, di per se, un tendere verso la luce

  50. cristina scrive:

    Lo credo anch’io, Ada….soprattutto se siamo ancora qui a parlarne.

    Ma penso anche che i momenti di serenità, se sappiamo godere anche delle cose più piccole, arrivino sempre.

    Quando leggo i commenti che hai avuto al tuo articolo, per esempio, ho pensato che sei una donna fortunata perchè hai dei veri amici che ti vogliono bene e ti stimano. Un valore immenso.

    E sono sicura che li avrà anche il nostro Cosimo, che “vuole morire”.

    In quanto all’amore, è un dono che non sempre arriva, come accade per tanti altri doni; ma aspettarlo con speranza è già un’apertura per riceverlo quando ci raggiungerà.

    Un abbraccio a tutti,

    Cris

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