Mamma, voglio morire! La terribile storia di una bimba nata infelice.

bambinidepressione

“Quando me lo disse per la prima volta aveva solo 3 anni di vita, e in quel momento mi sentii morire anch’io”. Così è iniziato il calvario di una mamma olandese.

Questa è il disperato racconto di una madre e della sua bimba, tratto dal settimanale olandese, “Vriendin”. Per motivi di privacy abbiamo cambiato il nome della bambina, che chiameremo Chrystel. Ve la riportiamo così, direttamente dalle parole di questa donna che ha vissuto il dramma inimmaginabile della sua bambina nata..con la morte nell’anima, “vittima di un male che non le era mai stato inferto”.

“Tutto iniziò quando mia figlia aveva solo 3 anni. Stavamo tornando dall’asilo, con la bicicletta, lei dietro di me, quando improvvisamente ho sentito la sua vocina che diceva: mamma, non mi piace più!

Pensavo che si riferisse all’asilo, per cui le domandai di spiegarsi meglio: non le piaceva più recarsi in quel posto o non le piacevano i suoi compagni? Mi rispose, senza esitazione: la vita! Non mi piace più vivere.
Già da tempo era triste, silenziosa. Oserei dire …profondamente infelice. Dopo quella volta cominciò sempre più spesso a parlare di morte. Anche il suo comportamento divenne sempre più strano. Se giocava per la prima volta con un bambino, dopo un secondo era diventato il suo migliore amico; ma dopo cinque minuti diceva di odiarlo ed interrompeva ogni contatto con lui.

Quando aveva pochi mesi di vita a volte te la dimenticavi, tanto era tranquilla e zitta; ma poteva anche succedere che di colpo si mettesse a strillare istericamente. Le piaceva giocare con i Lego, tuttavia, se non riusciva a metterli uno sopra l’altro, ben incastrati, si infuriava e li tirava per tutta la camera. Mangiava pochissimo e beveva pochissimo. Neppure i pediatri riuscivano a capire la causa della sua inappetenza. Dopo qualche anno le fu diagnosticata una patologia chiamata ADHD (Attention-Deficit Hyperactivity Dis-
order
).

Ricordo una volta in cui la trovai in cucina con un coltello contro la gola; si girò verso di me e guardandomi fisso negli occhi mi chiese, gelida: che cosa dici? La faccio finita? In quel momento anche a me si gelò il sangue nelle vene! Le levai il coltello di mano e il giorno dopo mi rivolsi ad uno psichiatra infantile, che mi consigliò di starle vicino con tanto amore. Ma l’amore può bastare in questi casi? Infatti diventava ogni giorno più difficile; c’era qualcosa in lei che la spingeva a volersi fare del male, a cercare la sofferenza e a coinvolgere anche me in questa sua ricerca; godendo quasi del dolore che mi dava.

A 5 anni per esempio voleva che la vestissi con magliette strettissime e che stringessi pure la cintura del calzoncini così tanto… che quasi non respirava. La stessa cosa valeva per i capelli; li voleva raccolti in una coda di cavallo tiratissima. In seguito mi disse che voleva sentire tutto il dolore della vita sul suo corpo.

A scuola picchiava gli altri bambini oppure si isolava e se ne stava taciturna in un angolo davanti alla finestra, guardando fuori. A volte si scagliava contro di me quasi con odio; ma dopo 5 minuti volava nelle mie braccia chiedendomi scusa e baciandomi. Suo padre era sempre via per lavoro e tutto il peso di questa situazione ricadeva su di me.
Una volta spinse il coltello con più forza contro la gola, ferendosi. Allora non ce la feci più a stare a guardare impotente; chiedemmo aiuto ad un ospedale psichiatrico, dove la ricoverarono per sei mesi, insieme ad altri bimbi con problemi psichici.

Fu il periodo più brutto della mia vita. Mi sentivo in colpa per averla allontanata da casa, per non avercela fatta più ad assisterla da sola, a capire il suo disperato grido di aiuto. Quando tornò a casa, secondo gli psichiatri, guarita, ma imbottita di medicine, ricordo che era Natale e che io, mio marito e la sorella maggiore, eravamo molto felici di riaverla fra di noi. Purtroppo dopo pochi giorni scappò. La polizia la ritrovò in un campo, in mezzo alla neve, al freddo, inebetita. Andò mio marito a prenderla e la prima cosa che gli chiese fu “se qualcuno si era accorto della sua assenza. Se a qualcuno era mancata”. Suo padre rispose che era mancata a tutti.

Da allora scappò un giorno si ed uno no; ed ogni volta io salivo sulla mia bicicletta per andare a cercarla. Devo ammettere con tanta vergogna che mi capitò persino di pensare che poteva pure arrangiarsi, che mi ero stancata di inseguirla; arrivai addirittura a provare fastidio nei suoi confronti, e a chiedermi se le volevo veramente bene. Ma, vi prego, non mi giudicate per questo! Per fortuna si trattava di momenti di sconforto passeggeri; mi rendevo subito conto che era la stanchezza fisica e psichica che mi portava a provare quelle terribili emozioni, inimmaginabili per una madre. E correvo di nuovo a cercarla, nel timore che potesse veramente farsi del male.

Infatti una cosa era certa; Chrystel non amava la vita. Non l’aveva mai amata e neppure lei sapeva perchè. Spesso ripeteva che voleva farla finita per il semplice fatto la vita stessa non le interessava. Io e mio marito siamo in terapia, aiutati da uno psicologo. Ma il dramma che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo non ci abbandonerà mai”.

Maria Cristina Giongo
CHI SONO

Link alla sindrome ADHD: clicca qui

Pubblichiamo con emozione questa poesia perchè è in tema con il nostro racconto. L’abbiamo trovata navigando su internet, nel sito danzateonline.blogspot.com. E’ firmata Giorgia Vezzoli, che ringraziamo per averla scritta e avercela donata.

La più piccola della famiglia

Tutti sapevano molte più cose,
ma lei sosteneva il rumore del mare.
I bambini lontani le chiedevano conto del proprio dolore
e quando la notte oscurava ogni sua fortuna,
li piangeva.
Era la vittima di un male che non le era mai stato inferto.
Soffriva fino a cadere per terra,
fino a capire cos’è che succede
quando il dolore t’infiamma le gote e t’inquina il respiro,
fino a sentire quell’ultima goccia di un qualche infinito
cui aggrapparsi per poter dire: so cos’è il male.
E ne sono scampata.
Il resto era gioia di avere mutato l’inferno
in un senso.
Un’altra ragione per stare nel mondo.

(di Giorgia Vezzoli)

Tratta da: http://danzateonline.blogspot.com/
Vi consigliamo di leggere anche una bella intervista di Giorgia, “Streghe in 10 domande”, che troverete in un interessante blog che si chiama DONNE PENSANTI. Soltanto il nome fa venire voglia di visitarlo!
Link: http://www.donnepensanti.net/2010/05/io-non-ci-sto/
L’intervista è a Viviana Vivarelli, una donna coraggiosa
(leggendola capirete perchè) molto speciale, che ha creato il blog Masadaweb.

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315 Responses to “Mamma, voglio morire! La terribile storia di una bimba nata infelice.”

  1. Albert scrive:

    SE UN DIO HA FATTO QUESTO MONDO, NON VORREI ESSERE QUEL DIO, LA MISERIA DEL MONDO MI SPEZZEREBBE IL CUORE

  2. admin scrive:

    Posso capirti!

  3. frankdd scrive:

    natura puttana…… ecco perchè la scienza deve andare avanti!!!! Per violentarla, per stuprarla, per schiacciarla come Eva schiacciò la serpe!!!
    Terapie geniche, ormonali, farmacologiche…. Dobbiamo fare di tutto per sconfiggerla ed esseri felici!!! Noi tutti, CONTRO L’ENTROPIA!!!!

    • riccardo scrive:

      Quanto condivido quello che dici. Solo un po’ di attenzione perche’ non si degeneri, ma cio’ che e’ naturale significa malattia, dolore, morte. Noi non siamo nati per soffrire. Comunque fanculo, se potessi regalare un po’ della mia infelicita’ e di quella di milioni di persone come me al dio che ci ha creati o alla nostra natura matrigna lo farei.

  4. Albert scrive:

    ma ce la fai??

  5. ivana scrive:

    è una storia purtroppo davvero bruttissima. Mi sono messa a piangere e non riesco a smettere. Forse perché un pò, purtroppo, mi riconosco nella bambina….

  6. Gino scrive:

    Ha provato la mamma di questa bambina a rivolgersi ad un esorcista? La mia domanda è seria. Potrebbe sicuramente aiutarla.

  7. maria cristina giongo scrive:

    Caro Gino,

    in Olanda non credono molto a queste cose…Ma è stata curata e ora sta meglio. Comunque non è l’unico caso di bambini con questo “male di vivere”. Dove abito io, in Olanda, c’è un reparto psichiatrico in un manicomio solo per bambini. Il sabato possono anche dormirci i genitori e trascorrere il fine settimana insieme. Non sono bambini “pazzi” ma hanno bisogno di essere seguiti e capiti.

    Cari saluti,

    Cristina

  8. kiara-19 scrive:

    e davvero 1 storia triste.. leggendola mi sn venuti i brividi… e in maggiorparte dll cose mi ci sn rispekkiata… ho tentato anke io il suicidio… e fortunatamente sn ancora qui… qll k posso dire e k la vita nl bene o nl male vale la pena di essere vissuta…. nn abbattetevi mai e rialzatevi sempre più forti di prima!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  9. maria cristina giongo scrive:

    Grazie, cara Kiara, per queste tue parole di incoraggiamento per chi in questo momento sta soffrendo.

    Sono sicura che faranno bene a chi in questo momento ne ha bisogno.

    Un abbraccio,

    Cristina

  10. Simone scrive:

    La natura stessa di questo mondo è malvagia, e il nascere in questo mondo è una disgrazia. Nella natura crudele ben si rispecchia il suo stesso creatore. Lo gnosticismo, con il suo arguto dualismo, ben lo evidenzia, come lo fanno la maggioranza delle filosofie e religioni orientali, individuando nella nascita stessa una male, e un soffrire (“tutto è sofferenza”, come andava affermando il Buddha). Il mettere al mondo dei futuri cadaveri non è un atto di amore (divino), tutt’altro, ma la risposta a vari istinti. Infatti, l’amore (quello terreno) precede sempre la morte.

  11. marni scrive:

    Ciao simone ti ringrazio per aver espresso la tua opinione su questo tema molto sentito … Il pessimismo che la pervade spero non si frutto delle sofferenze che hai dovuto affrontare..p vero che la vita è sofferenza ,ma per fortuna non è solo quello. c’è tanta bellezza c’è gioia c’è magia e ci sono anche atti di grande generosità e bontà che riscattano il resto… diciamo allora che nella vita c’è il bianco ed il nero il dolore e la gioia e è necessario accettare entrambe.
    un caro saluto marni ..

  12. Ale scrive:

    Anche io sono del parere che la vita sia miseria. Si continua a vivere per non dare alle persone attorno a sé il dolore del suicidio, che sarebbe l’unica risposta plausibile al peso della coscienza di sé. Quando si è inutili a sé stessi che utilità ha la vita? Non parlo di inutilità con senso di disistima, ma serena consapevolezza. Al di là dei discorsi sull’amore, sulla realizzazione di sé stessi, il trovare la propria strada e altre inutili dicerie, cosa c’è se non la vita biologica e i tristi propositi di un ego da soddisfare? Il resto sono balle. Fandonia è la morale, la cultura, il lavoro, Dio, la società, il progresso. Come si può essere buoni quando il lavoro ti impone di essere competitivo? Come si può parlare di pacifismo quando uccideremmo chi ci ruba il posteggio dell’auto? Cos’è l’amore quando l’animo è pieno di gelosia e gli istinti ci spingerebbero all’infedeltà? Nessuno si rende conto che possiamo solo vivere delle nostre nevrosi? L’uomo aspira incessantemente ad una felicità piena, ma quello che da sempre sento dire attorno a me è che bisogna sapersi accontentare, che bisogna saper accettare, che bisogna dare prova di maturità. Sono stanco di questa mediocrità. Non chiesi io di nascere, perché devo vivere come tutti gli altri? Questo è un discorso più che legittimo. Chi non lo condivide o si inganna o cerca di ingannarmi.
    E’ sorprendente che un bambino, per giunta così piccolo, possa già avere coscienza di quanto inutile e pesante sia esistere. Questa è indubbia intelligenza e se non fossimo schiacciati dal peso delle leggi, civili e morali, concederemmo agli infelici la grazia del suicidio. Questo sì che sarebbe umano!

  13. Maria Cristina Giongo scrive:

    Caro Ale,

    è difficile contestare il tuo discorso, tanto profondo quanto inattaccabile sul piano del discorso della vita, tante volte crudele ed ingiusta. Su questo hai ragione.

    Se hai fede, diciamo pure, se hai la fortuna di avere fede, hai già uno spiraglio di luce per cui combattere; la speranza in una vita migliore dopo la morte. Altrimenti hai un grande problema! Non vorrei sembrarti cinica ma questa è la realtà che anche tu descrivi.

    Tuttavia bisognerebbe capire che arrendersi non serve a niente. Proprio perchè nella vita ci sono anche momenti buoni, attimi di felicità degni di essere vissuti; allora perchè chiudersi a questa prospettiva, a ciò che di buono può ancora accaderti, pensando a ciò che… di brutto potrebbe accaderti? Il suicidio non è una grazia; è un atto drammatico che chiude la porta della speranza.

    Aspetta di vedere che cosa di positivo la vita ha ancora in serbo per te; anche questa è una sfida.

    Anch’io sto attraversando un periodo molto difficile; una mamma gravemente malata, una lotta impari contro tante ingiustizie; contro gente bugiarda, invidiosa, falsa, la paura di vivere in una società egoista ed aggressiva. Ma voglio continuare a lottare, proprio per il bene dei miei cari, che hanno ancora bisogno di me, e contro le ingiustizie; perchè se tutti cedessero chi aiuterebbe gli altri a sostenere i loro pesi?

    Ricordo una frase bellissima del grande giornalista Indro Montanelli ( come lui oramai non c’è più nessuno nel nostro ambiente. ); “non ho avuto il dono della fede. Ma a questo punto non sono io che devo scusarmi con Dio ma è lui che deve rendermi conto del perchè non me lo ha dato”.

    Io questo dono ce l’ho; mi è stato trasmesso dalla mia famiglia, fra alti e bassi e tanti momenti di sconforto. E ti assicuro che questa fede, che va di pari passo con la “speranza” a volte aiuta veramente.

    Un abbraccio,

    Cristina

  14. Simone scrive:

    Oltre 107 miliardi di morti, dall’homo sapiens in avanti: in ciò sta la cecità dell’uomo che si ostina a credere a questo genere di vita.
    Ci sono 107 miliardi di motivi per chiedersi se ne valga la pena, non credete?
    La Vita è straniera a questo mondo, come lo è chi è dotato di Spirito nei confronti di questa realtà.

    Buona domenica

  15. Uyulala scrive:

    Ale
    Sebbene possa comprendere il tuo punto di vista, non posso condividerlo. E non perché abbracci una fede o non ne abbracci nessuna, non è quello il punto. La vita è impermanente, nel senso del “panta rei” di Eraclito se non vogliamo scomodare le filosofie orientali. Una parte dell’infelicità umana risiede soprattutto nella mancata accettazione dell’impermanenza della vita. Il sole tramonta e risorge e ogni tramonto e ogni alba sono diversi da quelli del giorno prima, noi non siamo gli stessi da un giorno all’altro, non lo siamo biologicamente e non lo siamo psicologicamente anche se i cambiamenti sono perlopiù impercettibili. Non è lo stesso il rapporto che abbiamo con le persone, con l’ambiente che ci circonda. Cosa succede allora? Quando viviamo qualcosa di bello, vogliamo stringere il pugno e trattenerlo, ma non è possibile. Il massimo che riusciamo a fare è mummificare ciò che vogliamo trattenere e ovviamente in quel modo lo uccidiamo. Ecco allora la nostra delusione e, spesso, la nostra disperazione. ma tutto deve scorrere come l’acqua di un fiume e come le nuvole nel cielo, e noi non dobbiamo far altro che vivere quel momento che abbiamo, ossia il presente. Per far questo non è necessario credere in un dio o in mille dei, basta vivere. Coglieremo istante dopo istante ogni cosa della vita. Non importa, alla fine, se serva a qualcosa o no. Intanto la stiamo vivendo.

    • Ale scrive:

      Ovviamente la vita va avanti. Anche io condivido con Maria Cristina il problema di una madre malata. In questo ti sono vicino. Quello che ho scritto sul suicidio vorrei che fosse inteso come un atto di pietà in opposizione a tanti falsi moralismi. Simone scrive che dal tempo dell’homo sapiens le morti ingiuste ammontano a 107 miliardi! Aggiungo i 4 miliardi di esseri umani che al momento vivono come schiavi morendo di fame. Come si può avere fiducia nei governi, nelle religioni, nella psicologia o in qualche altra forma di pensiero? Se in diecimila anni di civiltà e duemila di cristianesimo ( per citare una delle religioni più importanti al mondo) non abbiamo risolto il problema non credo che quella sia la via. Il metodo sperimentale di Galielo dimostrerebbe l’inefficacia di queste invenzioni. No? Dopotutto i contenuti intellettuali e le filosofie non sono altro che parole. Credo che alla fine l’unica soluzione sia accettare semplicemente quello che viene. Non necessariamente ci si deve limitare a tirare a campare, per quanto possibile bisogna anche agire. Concludo riportando una cosa molto semplice detta da un uomo molto più saggio di me. Per proseguire nella vita ci rimane un’ultima risorsa che nessuno ci può dare se non noi stessi e di cui alla fine potremo forse andare orgogliosi: il coraggio!
      Buona domenica a tutti.

      • maria cristina giongo scrive:

        Grazie, Ale! Anche per mia mamma; e tanto coraggio per la tua!

        Ecco, come vedi ho usato la parola CORAGGIO pure io. Condivido quindi ciò che scrivi ora; il coraggio è una risorsa che possiamo darci noi stessi per andare avanti. Una grande risorsa!

        Buona serata a tutti! Non vi dico buon appetito….perchè voi in Italia cenate tardi. Noi, qui in Olanda, ceniamo fra le 17 e 30 e le 18.00.

        Ciao, ciao@!

  16. Maria Cristina Giongo scrive:

    Grazie Uyulala per il tuo bellissimo commento!

    Come sempre ricco di verità inaspettate. Mi ha molto aiutata. soprattutto a livello di accettazione della, vita proprio così com’è.

    Metterò questo post sulla mia bacheca di facebook per una riflessione…

    Buona giornata a te, ad Ale, a Simone,

    Cristina

  17. Carolina scrive:

    A qualcuno è mai venuto in mente che la bambina potesse aver subito degli abusi sessuali e che, FORSE, queste reazioni fossero collegate a qualcosa di drammaticamente forte vissuto all’oscuro (?) degli altri?…

  18. maria cristina giongo scrive:

    No, questa volta no, Carolina!

    La bimba aveva cominciato sin da piccina ad essere affascianata dalla morte e da storie di morte. Ci sono pochi casi del genere ma secondo gli psichiatri è possibile, purtroppo. Sicuramente voleva attirare l’attenzione su di sè. Questo non è stato escluso.

  19. maria cristina giongo scrive:

    No, questa volta no, Carolina!

    La bimba aveva cominciato sin da piccina ad essere affascinata dalla morte e da storie di morte. Ci sono pochi casi del genere ma secondo gli psichiatri è possibile, purtroppo. Sicuramente voleva attirare l’attenzione su di sè. Questo non è stato escluso.

  20. Carolina scrive:

    Che esperienza terribile. Mi riesce quasi difficile accettare che esistano cose simili.

  21. Angela scrive:

    Il mal di vivere e’ un terremoto interiore,un’onda nera che ci travolge.Scorre dentro di noi invisibile ed inesorabile sino a torturarci.Non servono ricette mediche,ne’ pozioni magiche la forza per superare questo fiume in piena la possiamo trovare solo dentro di noi,cercare la consapevolezza che la vita e’ una e va vissuta,che il nostro spirito va nutrito. Sembra facile a dirsi.. chi non e’ stato mai travolto da questo mostro probabilmente non riesce a capire.In questa Terra ogni singolo atomo e’ vita ,gioia e amore.Ve lo dice una che sorride al mattino se c’e’ il sole e si commuove davanti ad un tramonto..o per la carezza di un bimbo o per le cccole del suo cane.
    Nel racconto cosi straziante c’e il dolore di una madre impotente di fronte a qualcosa di piu grande.

  22. maria cristina giongo scrive:

    Hai ragione, Angela, ma la domanda è: il male di vivere colpisce anche chi ha così poca esperienza di vita?

    Ti auguro di continuare a commuoverti davanti ad un tramonto, per la carezza di un bimbo o le coccole del tuo cane! E credo veramente che questo sia l’augurio migliore.

    Alzandosi al mattino sempre con un sorriso.

  23. CARMELO scrive:

    LA VITA è SCHIFOSA ED IL MONDO è L’UNICO INFERNO CHE C’è.
    DARE LA VITA è IL CRIMINE PIU’GRANDE CHE ESISTE.SI DICE CHE ES
    SA è UN DONO DI DIO,NON è COSì.QUESTA C****** è STATA INVENTATA DAI PRETI PER INCITARE LA GENTE A PROCREARE,COSì LORO POSSONO GUADAGNARE MOLTI SOLDI.SI DICE ANCHE CHE IL MONDO FU CREATO DA
    DIO,SE LUI L’AVESSE CREATO NON CI SAREBBE SOFFERENZA E TUTTI NOI VIVREMMO FELICI E CONTENTI.CREDO E PREGO DIO,LUI è LA NOSTRA UNICA SALVEZZA ED AIUTO.GESU’VENNE SULLA TERRA E SOFFRì COME SOFFRIAMO NOI.CI SONO ANCHE DEI MOMENTI BELLI MA SONO POCHI E PASSANO VELOCEMENTE,CAPITANO QUANDO SI è ADOLESCENTI.NEGLI ANNI PASSATI SAPEVO GODERMI LA VITA ED ERO FELICE ORA MI SENTO SEMPRE TRISTE.CONSIDERO QUEGLI ANNI ETA’ DELL’ORO E DONO DI DIO,PURTROPPO NON RITORNERANNO MAI PIU’.GLI ANNI MIGLIORI SONO QUELLI PASSATI,FUTURO SIGNIFICA GUAI E DISPERAZIONE.ODIO FESTEGGIARE I COMPLEANNI E I CAPODANNI,PERCHè FESTEGGIANDOLI SI ACCOLGONO I NUOVI GUAI CHE SONO
    PEGGIO DI QUELLI PASSATI.LA GENTE DOVREBBE SMETTERE DI PROCREARE PERCHè SI METTONO AL MONDO NUOVE CREATURE DESTINATE A SOFFRIRE.LA PROCREAZIONE NON è AMORE MA ODIO,è ANCHE L’UNICO SCOPO DELLA NATURA.IL VERO AMORE è FARE DEL BENE AL PROSSIMO E RIFIUTARE IL MALE,SE TUTTI FACESSERO QUESTE COSE IL MON
    DO MIGLIOREREBBE E DAREMMO UN SENSO ALLA NOSTRA VITA.

  24. maria cristina giongo scrive:

    Caro Carmelo,

    ho sempre pensato che non avrei pubblicato commenti “aggressivi”se mai mi fossero arrivati o con parolacce e devo dire che per fortuna in questi due anni di vita del Cofanetto non mi sono mai giunti ( si vede che è proprio magico…).

    Anche se sono per l’assoluta libertà di pensiero ed espressione, che riservo anche per me stessa. Fermo restando che qualche volta io stessa mi sono scusata per il tono un po’troppo “accusatorio” di alcuni articoli, per lo più su personaggi del mondo effimero dello spettacolo. Anzi, diciamo pure su PERSONAGGI EFFIMERI dello spettacolo. Perchè il mondo dello spettacolo può anche essere utile, divertente, importante, di evasione dalle pene e fatiche quotidiane….

    Ma ho accettato lo stesso il tuo commento in quanto tu stesso …ti sei censurato la parolaccia, cosa che ho molto apprezzato. Però non concordo con il tono troppo distruttivo del tuo pensiero che può fare male solo a te stesso. Perchè non è possibile che nella tua vita siano successi solo fatti
    negativi, così terribile da farti odiare il termine procreazione.

    la vita è difficile, sono d’accordo, spesso il male di vivere e la fatica ti sopraffanno; ma per quegli attimi belli che tutti abbiamo e abbiamo avuto credo che valga la pena di viverla. Per esempio se nei momenti di disperazione si pensa a chi sta peggio di noi e si corre ad aiutarlo. Il sorriso che ci rivolgerà, il grazie che ti dirà, il bacio di un figlio che comunque hai voluto con amore e sempre seguito con amore, ricompensano di ogni dolore.

    Per il resto, ti invito a rileggere il bel commento di Uyuala su questo post sul senso della vita che anche se non l’avesse, questo senso, vale la pena di accettare comunque. Questa splendida donna svolge una professione in cui ogni giorno è a contatto con le sofferenze più terribili.

    Coraggio! Prova a vedere il lato buono di qualcosa….

    AVVERTO I NOSTRI LETTORI CHE DA DOMANI SINO ALLA FINE MESE NON POTRO’ RISPONDERE AI VOSTRI COMMENTI. Scusatemi, ma devo occuparmi di una persona che sta soffrendo e non mi porto il computer con me perchè desidero dedicarle tutto il mio tempo. Buone vacanze a tutti!

  25. Maria Cristina Giongo scrive:

    AVVERTO I NOSTRI LETTORI CHE DA DOMANI SINO ALLA FINE MESE NON POTRO’ RISPONDERE AI VOSTRI COMMENTI.

    Scusatemi, ma devo occuparmi di una persona che sta soffrendo e non porto il computer con me perchè desidero dedicarle tutto il mio tempo. Buone vacanze a tutti! Un abbraccio, Cristina

  26. Azziana scrive:

    Io non capisco. Perchè ci sono così tante differenze tra noi? Così tanti pensieri e giudizi? Be’, per me è una cosa sbagliata.

    Cioè, non capitemi male, sono per la libertà di pensiero, ma c’è gente (troppa) che si crede un dio, che cerca di imporre agli altri il proprio modo di vivere. Un esempio che conosciamo tutti: questo articolo. Perchè non lasciano la bimba in pace? Perchè la rinchiudono in un manicomio? E’ pazza? Non è pazzia forse trattare degli umani così, rinchiuderli perchè “hanno qualcosa che non va” Vi dico io cos’hanno che non va: sono troppo stupidi. Troppo stupidi, perchè una persona intelligente non rivelerebbe agli altri le proprie riflessioni, idee. Farebbe di testa sua, fingendo che sia tutto a posto, non svelerebbe le sue idee agli altri, perchè ci sono tanti moralisti, che cercano di schiacciare ogni pensiero “immorale”, che cercano di vivere secondo una “legge” stabilita da loro, che cercano di applicare quella legge su tutto.

    Mi sembra evidente che la ragazzina stia soffrendo, sia depressa, voglia morire. Da queste cose non si guarisce. Prima o poi, tutti i fantasmi ritornano.

    E per citare una persona che stimo molto: “[…]A dire il vero, nemmeno fu creata, da quanto superflua sia stata ritenuta la sua esistenza, sarebbe stato un po’ come mettere tra voi umani un unico, grande dittatore pacifista che avrebbe abolito ogni forma di polizia e controllo, lasciando spazio agli sciacalli e ai criminali.” (Okamikaze – su Dio)

  27. domine dio scrive:

    la terapia è disarmante : lasciarla fare.
    la smetterà da sola.

    e se proprio sberle a non finire per farle vedere che la morte la si puó raggiungere anche molto lentamente. e che in questi casi non è bella.
    sono sicuro che dopo 20 minuti di ceffoni facendola rimbalzare da una parete all’altra della casa ci penserà 2 volte prima di rompere l’anima ai suoi genitori.

    • Maria cristina giongo scrive:

      NON SONO D’ACCORDO CON LEI. Quella bimba soffriva veramente; anche questa è una malattia psichica.

      C’è un reparto per bambini con problemi psichici ( qui in Olanda, nella città dove abito io), dove vengono curati non solo con terapie mirate ma anche con tanto amore, giochi, allegria. Non certo con i ceffoni.

      A parte il fatto che io sono contraria alle botte che non risolvono nulla, se non dimostrare chi è il più forte fisicamente.

      Mi creda, l’amore cura sempre, e chiunque, più di ogni altra cosa. Poi, se subentra la malattia, ovviamente, bisogna anche farsi aiutare dalla scienza medica.

      • Uyulala scrive:

        Cristina:
        Condivido al 100% la tua risposta. Troppo spesso da adulti gli esseri umani dimenticano quant’è ricca la vita emotiva nell’infanzia. E’ comunque sempre tutto molto più forte, pieno e intenso anche perché ancora non si è sviluppato il senso del tempo, con la capacità di relativizzare gli avvenimenti e inquadrarli in un contesto. La disperazione nell’infanzia è molto più comune di quanto non si pensi, solo che di solito è controbilanciata da altrettanta gioia, da una capacità di divertirsi che poi viene perduta.
        L’essere umano adulto ha spesso una fottuta paura di rievocare quel mondo, ne è terrorizzato, e da ciò ne derivano molti comportamenti intolleranti verso i bambini. Sottovalutare quella ricchezza significa favorire nei bambini una aridità d’animo (poi, gli individui possono anche riuscire a non seguire le direzioni imposte dagli adulti).

        Ascoltare il mondo dei bambini significa ascoltare la parte più ricca del NOSTRO mondo

  28. salvatore scrive:

    salve a tuttti sono un ragazzo di 21 anni e una voglia pazzesca di morire xche sono stanco di vivere in questo mondo di merda secondo me sonmo nato sfortuna to xche io quando sono nato ero morto ma i medici anno fatto di tutto x farmi vivere e sono qui poi i mie gen itori si sono divorziati e li e incominciata la mia voglia di nn vivere xche e incominciata la mia in felicita e nn voglio piu vivere ho tutto iol mondo contro anche x colpa mia xche sono un schizzato a volte sono tranquillo ma mi prende quando mela prendo con tutti ma senza motivo mi taglio le braccia con un coltello x provare dolire ma nnn provo niente voglio uscire da questa secondo me malattia i mie gienitori son o felici cosi ma io no io sono felice se li vedo ridere ma poi ripenso sempre a quello che ho passa to mi tengo sempre chiuso dentro di me nn parmo mai con nessuno x pauro che poi mi ridono dietro o xche poi magari nn mi parlano piu io voglio morire mi sono sposato ma nn riesco neanche a stare felice no x mia moglio ma xche ripeto sono io che nn vado bene sono un po x fatti miei sonmo sempre che nn parlo con nessuno neanche con mia moglio x paura che poi mi dice sei malato e mi lascia sono stanco di vivere avvolte mela prendo pure con lei senza motivo ma lei avvolte mi capisce e mi lascia sbattere ma io mi incazzo di piu scusate se mi sonoii sfogato con voi ma almeno forse in questa paggina mi sapete capire voglio morire vi saluto

    • Uyulala scrive:

      @ Salvatore:
      mi dispiace molto per la tua sofferenza. Penso che ormai abbia superato un certo confine e tu, probabilmente, hai necessità di un aiuto di tipo specialistico. Spero che tu non sia fra quelle persone che nutrono dei pregiudizi verso la mia professione (sono psichiatra), infatti sono convinta che potrebbe essere un bene per te rivolgerti ad un mio collega, anche nel servizio pubblico. Io lavoro nel servizio pubblico infatti e posso dirti che fra noi ci sono tante persone in gamba e preparate.

      In bocca al lupo, un abbraccio

      Donatella

  29. Tiziano scrive:

    Ho 18 anni e reputo la vita una gran m…. Puntualmente tutti i giorni penso a quanto desidero non esserci piu.. Le poche volte che prendo coraggio a farla finita (coraggio xkè? Xk penso alle xsone che mi sn vicino come mia madre che ha gia sofferto tanto, ) mi faccio prendere dal dispiacere di provocare dolore alke xsone ma è possibile che mi devo fare i problemi su una cosa che mi potrebbe far star bene? Ho sempre odiato i compleanni il mio 18 compleanno lo passato cn il mio cane giocando un pomeriggio intero ad un parco, xk fingere di essere felice quel momento quando invece te ne andresti., fingere di essrre felice x le xsone che ci sono quando invece non te ne frega niente! Non parlo con nessuno ma ascolto solo i problemi degli altri e io mi tengo sempre tutto dentro ultimamente senza motivo prendo e comincio ad incazzarmi con tutti poi mi rendo conto e faccio finta che stavo scherzando e faccio la risata ma poi penso… Sto bene?? So solo che non ce la faccio piu.. Sento di mentire a me stesso x paura della gente e delle loro bocche!!! Voglio veramente morire e far smettere tutto questo!

  30. Simone scrive:

    La disillusa visione di questo tipo di vita non può che far insorgere nell’uomo il desiderio di abbandonarla. In effetti, cosa vale tutto il da farsi dell’uomo, se poi ogni cosa che fa la dovrà abbandonare? E’ anche per questo che molti di coloro che scoprono l’insensatezza dell’esistenza dei nostri corpi si rivolgono allo Spirito, quella parte di noi che continuerà a sopravvivere alla morte delle nostre “tuniche carnali”, usando un termine prettamente Cataro. Purtroppo, in quel confronto tra Gnostici e ortodossi, avvenuto circa 2000 anni fa, vinsero i secondi. Gli Gnostici erano un gruppo di persone che, anche loro, puntarono l’indice su questa stessa vita, sulla sua insita malvagità, sul male legato all’atto riproduttivo, portatore di ulteriore sofferenza. Ovviamente furono decimati dalla Chiesa cattolica, perché considerati sovversivi e apportatori di disturbo della “quiete pubblica”. Eppure gli gnostici, come i Catari (religione alla quale appartengono) avevano perfettamente ragione, e se anche in questo mondo vincono sempre servi dell’ignoranza e perbenisti, non per questo dobbiamo abbassarci ad accogliere e a far nostri i loro pensieri.
    Non sono a favore del suicidio, in quanto se la persona non consegue prima una certa realizzazione spirituale, sarà poi costretta a rinascere quaggiù, e quindi nulla avrà risolto. Invito piuttosto tutti colore che stanno male per questo mondo di approfondire un po’ di più la conoscenza di sé stessi, a meditare, a pregare sapendo che, oltre a questo mondo, né esiste uno molto migliore, ma che per poterlo raggiungere in maniera stabile è necessario prima essere pronti spiritualmente.
    Un caro abbraccio

  31. Maria Cristina Giongo scrive:

    Caro Tiziano,

    mi spiace tanto per il tuo dolore che sta diventando disperazione. Proprio per questo devi farti aiutare, come ha scritto la nostra psichiatra nel suo commento. Farti aiutare significa farti “ascoltare”; sino ad ora, come tu stesso dici, sei stato tu ad ascoltare gli altri. E questo indica che hai un animo molto buono.

    Vedrai che ce la farai. Coraggio! Hai ragione a pensare a tua madre; non abbiamo il diritto di fare del male a chi amiamo e a chi ci ama privandoli della nostra presenza, andandocene via per sempre…..

    Come vedi ci sono stati quasi 100 commenti a questo articolo, che indicano che tante persone spesso sono stanche della vita; persino un regista di RAI 1 ha chiesto se potevamo parlarne in televisione al programma Domenica In. Ma io non ho voluto, per rispettare la sofferenza e privacy della bimba e della sua famiglia.

    Non fingere di essere felice: prova ad esserlo veramente, anche soltanto godendo di piccole cose, piccoli piaceri.

    Ti sono molto vicina! Un abbraccio

  32. Maria Cristina Giongo scrive:

    Caro Simone,

    in effetti ognuno cerca di sviluppare le sue teorie e crearsi le sue credenze per poter vivere meglio.

    Sono d’accordo con te sul fatto dell’importanza del nostro spirito e della preghiera. E anche della bontà. Perchè se sei buono, se sai amare gli altri e donare, anche la tua vita sarà migliore.

    Grazie per il tuo intervento perchè lo hai fatto con l’intento di dare speranza a Tiziano e questo è molto bello. Amore, bontà, gentilezza, solidarietà, starci tutti vicini. Questo sì che è importante.

    Cari saluti,
    Cristina

  33. Massimo scrive:

    avevo 5 anni quando ho detto a mia madre “voglio scomparire” mentre piangevo per una canzone. ero diverso dagl’altri. a 17 anni anni mi sono ammalato e da allora vivo isolato dal mondo aspettando la fine, che con tutto il cuore spero mi darà pace.

  34. Maria Cristina Giongo scrive:

    Caro Massimo,

    è vero, a volte ci portiamo dentro un dolore immenso, sin da piccoli e non si capisce perchè. Ma è importante di riuscire a reagire perchè la vita ha anche tante cose belle da offrire, a volte piccole, non sempre grandi, ma comunque importanti. Pensa alla bellezza della natura, all’amore dei figli, dei genitori, degli amici e anche all’amore che ci viene dagli animali.
    Se tu ti isoli perdi tutto questo.

    Se non ce la fai più, come ha scritto Donatella rispondendo ad un altro commento, fatti aiutare da uno specialista. Lo sai che la depressione spesso sorge anche per un calo della serotonina nel cervello? E basta una minima dose di una certa medicina per ristabilirne l’equilibrio?

    Allora, ti prego, rivolgiti al tuo medico di fiducia e fatti aiutare a uscire dalla tua sofferenza che ti fa sembrare di essere diverso dagli altri. Mentre ognuno di noi ha mille motivi o vicissitudini che lo hanno portato a sperimentare il dolore. Non è giusto soffrire, lo so; ma non possiamo farci nulla, se non accettare anche questo lato della vita, come ha scritto la meravigliosa Donatella, che aiuta proprio chi soffre.

    Ti abbraccio

  35. Uyulala scrive:

    @ Massimo:
    di solito chi nasce con questa eccessiva sensibilità nasconde un dono molto prezioso. La natura non gioca a dadi, diceva Einstein, e secondo me è vero. Purtroppo nel tuo caso per scoprirlo devi imparare ad andare al di là della sofferenza e scoprire cosa te la causa, quale aspetto di te costituisce una caratteristica che ti rende speciale e nello stesso tempo ti fa soffrire.
    Conosci i miti che riguardano “il guaritore ferito”? Ce ne sono in tutto il mondo, ma quello più vicino a noi è quello del dio (o semidio – non ricordo) della medicina: Asclepio/Esculapio (Il primo nome è greco e il secondo latino). Ogni vero guaritore è in grado di guarire proprio perché porta in sé una ferita destinata a sanguinare continuamente, ma per diventare guaritori (o per usare in modo utile i propri doni speciali) è importante affrontare il dolore di questa ferita e imparare a rivolgerlo in positivo.
    Sono convinta che ce la farai, a poco a poco. E non trascurare il fatto che molte cose possono derivare da squilibri biologici che possono essere curati.

    @ Cristina:
    mi fai arrossire ogni volta…

    Donatella

  36. Lisa scrive:

    Capisco bene la situazione. Ero piccola e già depressa. Soffro del male di vivere da sempre. Ho provato di tutto e sono ancora in psicoterapia. Certo ho tanta forza e ho sempre reagito perchè in fondo in fondo amo molto la vita. Ma la malincnia è una cosa che è nelle fibre del corpo e forse non ci si può fare nulla. In questo periodo sono molto arrabbiata e oscillo da momenti in cui non vorrei esserci più a momenti di speranza. Non so, non si può esprimere a parole ma da tanto tempo non provo più un’ emozione e a volte mi chieo che senso ha vivere ancora se nessuno intorno a te è mai riuscito a comprendere.

  37. Maria Cristina Giongo scrive:

    Cara Lisa,

    coraggio! Prova a trasformare la malinconia in un sentimento positivo, come dice Roberto Vecchioni nell’intervista che gli ho fatto per il Cofanetto magico. Leggila: è nella prima pagina appena pubblicata.

    Il fatto che ci hai scritto vuol dire che provi ancora emozioni, proprio perchè ci hai scritto leggendo questo articolo.

    E sono sicura che tu sei una donna magnifica che forse è stata soltanto più sfortunata di altri.

    Un abbraccio e di nuovo, ti prego, fatti coraggio!
    Cristina

  38. Giulia scrive:

    Mamma mia mi sto sentendo male… Leggo le vostre storie e piango… Come piango quando guardo mio figlio, xke vorrei dargli una vita senza problemi diversa dalla mia, lui e’ la mia gioia l’unica gioia che ho… Purtroppo tra debiti e altri problemi che nn sto qui ad elencare vivo nella tristezza ma vado avanti o almeno cerco di tirarmi su… E mi sento tanto STRANA quando penso che quello che si fa e’ inutile i sacrifici sn. Inutili il bene e’ inutile tanto un giorno lo stesso finirà , e allora subentra l egoismo … Strano dirlo ma leggendovi mi sn daa un po’ di coraggio … Viviamo sta vita che sia di merda o no ma a noi cosa importa….. Viviamola cercando di avere voglia e spirito di fare sempre quello che desideriamo altrimenti la morte s’è impossessa prima del nostro cervello e poi del nostro corpo….. OBBIETTIVI x andare avanti… Qualsiasi essi siano….anche stupidaggini ma qualcosa x cui andare avanti

  39. marni scrive:

    Ciao Giulia buongiorno io condivido molte cose che dici ..penso che la vita sia spesso difficile e sfidante e come te vorrei che i miei figli fossero felici ..e condivido anche la voglia di farcela, di vivere fino in fondo, di andare avanti ..penso che la vita sia una danza, a volte balliamo bene e siamo in armonia e ci sentiamo felici di questo movimento ..a volte siamo fuori tempo, la musica non ci piace e non riusciamo a reggere il ritmo che non ci appartiene …. ma anche una danza che non ci piace si può imparare, ed imparare è sempre gratificante, e danzare è meglio che star immobili e paralizzati per la paura..scusa tutte ste metafore
    un caro saluto e buon anno :-)
    marni

  40. Maria scrive:

    Se avete la possibilità di comunicare con i genitori di questa bambina, dite loro che la figlia NON ha una patologia psichiatrica ma è profondamente e gravemente disturbata dal demonio. Questa è l’azione straordinaria del demonio che chi ha esperienza sa riconoscere perfettamente. Le serve un esorcista. Deve essere liberata, perchè non esistono patologie simili nella neuropsichiatria infantile e se anche qualche Autore avesse cercato di classiicarle sono comunque riconducibili al Male. Questa bambina ha bisogno di esorcismi. Che i genitori la portino laddove è possibile che lei li riceva. Più tempo passa più la vita della bambina e dei suoi genitori sarà distrutta perchè la situazione non può che peggiorare. La bambina vorrebbe essere diversa ma purtroppo non dipende da lei e non ci riuscirà mai da sola. Ha bisogno di aiuto perchè la situazione è più grande di lei e dei suoi genitori e non riguarda una patologia organica ma spirituale.

    • maria cristina giongo scrive:

      Cara maria,

      ora la bimba sta bene; è stata subito aiutata da bravi psichiatri e la situazione è migliorata. Infatti i genitori non vogliono più interviste per non disturbare il processo di guarigione.

      Quindi…tutto ok.

      Il “male di vivere”può colpire chiunque. L’importante è venire subito aiutati a ritrovare la gioia delle cose belle.

  41. ernè scrive:

    che bella notizia…forza piccola…e forza a voi tutti quanti…con l’aiuto di bravi pschiatri potete stare meglio..forza non mollate…!!!

  42. agata scrive:

    Ma è così difficile credere che semplicemente alcune persone nascano meno attaccate alla vita di altre? Spesso mi chiedo dove abbia origine il mio di male di vivere e non trovo risposta, è come se fosse nato insieme a me. Non sono attratta dall’idea della morte, mi abbandono a una più facile continua rinuncia alla vita, al vedere in essa un fine, una speranza. Non ci riesco e basta, è una valle di lacrime, un’infinita serie di ostacoli che ti buttano giù ancora e ancora e ancora di nuovo finchè non trovi più la forza di rialzarti, ed è solo l’istinto di sopravvivenza che ti spinge a rialzarti ogni volta che cadi. Troppo pessimista come visione? Forse, ma io convivo con questa idea fin da quando ne ho memoria.

  43. Maria Cristina Giongo scrive:

    Cara Agata,

    noi facciamo parte della vita come della morte. Solo se accettiamo serenamente questi due importanti punti fondamentali del nostro esistere possiamo vivere bene, o, almeno, abbastanza bene.

    Ma se soltanto uno dei due PREVALE sull’altro abbiamo un grande problema.

    Sia che si tratti di un disperato attaccamento alla vita ( come alle persone che amiamo ) che alla morte.

    Lo so, è difficile essere equilibrati. E’difficile accettare le disgrazie della vita e le persone disgraziate; come quelle cattive. Ed è difficile di vivere la morte serenamente. O addirittura desiderarla.

    Tuttavia non abbiamo altra alternativa che provarci. Nessuno può farlo per noi; siamo noi che creiamo la nostra serenità nel momento in cui comprendiamo che ci conviene vivere al meglio questa esistenza. Anche quando si fa dura.

    La bimba dell’articolo non è l’unica che sin da piccola ha avuto questi pensieri di morte; di recente, durante un congresso sull’eutanasia ed il suicidio assistito, in Olanda ( su cui scriverò un articolo) ho conosciuto una mamma di un’altra ragazza che purtroppo si è suicidata. Aveva iniziato a desiderare di morire verso i 12 anni. Queste sono forme patologiche, forse.
    Ma il senso della morte, anche come avvenimento misterioso che ancora ci resta da affrontare, è insito in tutti noi.

    Non è pessimismo: pessimismo è se prevale su tutto e ci impedisce di godere anche delle più semplici cose; il sorriso allegro di un bimbo, il meraviglioso mondo della natura, i suoi fiori, animali, il sole, una giornata speciale, l’amore della tua famiglia.

    Un abbraccio, cara Agata e coraggio!
    Cristina

  44. Luna scrive:

    Questa storia è una bufala!!!

    E voi giù a commentare il nulla…sveglia!!!

  45. Maria Cristina Giongo scrive:

    No, cara Luna, non è una bufala; ed è uscita anche su un giornale olandese molto serio.
    D’ altra parte, ripeto, durante un convegno sull’eutanasia ed il suicidio assistito che si è tenuto ad Amsterdam due settimane fa ( di cui ho scritto sul quotidiano Avvenire) ho parlato PERSONALMENTE con una madre la cui figlia aveva avuto desideri di morte sin da bambina.

    Ed uno psichiatra di un reparto per bambini del manicomio De Grote Beek di Eindhoven, ha confermato la cosa.

    Sino ad ora, in 40 anni di giornalismo e in 30 che vivo in Olanda, non sono mai caduta in notizie bufale; perchè controllo sempre di persona.

    Ma tanti giornali scrivono inesattezze. Compreso il CORRIERE DELLA SERA quando riporta solo notizie di agenzia senza controllarle: come l’ultima, sull’incidente di cui è rimasto vittima il principe olandese Friso. E quella sulla coppia che ha perso un bambino dopo l’ incidente della nave Concordia, assistita dal famoso Avvocato Canzona.

  46. viola scrive:

    vorrei chiedere a tutti voi:
    c e qualcuno tra di voi che si trova in un ospedale con dolori lancinanti e una malattia incurabile?
    c e qualcuno tra di voi che patisce la fame , la sete? ma quella vera, quella nera..quella che hanno i bimbi africani con le mosche in bocca?
    c e qualcuno di voi che si trova sotto qualche bombardamento, in qualche guerra? Quella vera pero! quella che ti ammazzano veramente
    c e qualcuna di voi che vive sotto un burca e non puo andare neanche dal dottore se si ammala?
    be se non siete uno di loro, fatevi un giro in qualche ospedale di bambini malati terminali, esistono sapete!?sul serio!
    fatevi un bel viaggio in africa o in qualche paese asiatico o anche l est europa, in qualche orfanotrofio russo, potette farlo!
    l Afganistan esiste sul serio, anche l India, non solo per TV!sono paesi veri, abitati da esseri umani.
    poi se tornate nelle vostre case con le stesse idee, abbiate almeno un po di buon senso……un po di buon senso !
    auguri

    • chrischris scrive:

      Ma forse tu non sai di cosa parli. Spero che un giorno non ti troverai ad avere un figlio che soffre di tali malattie. Me lo auguro proprio. Spero solo in futuro dei cambiamenti… auguri

      • Maria Cristina Giongo scrive:

        Capisco la tua reazione, Chris, nei confronti di Viola.. A volte non tutti capiscono gli altri.

        E soprattutto si dovrebbe giudicare meno perchè ognuno, e dico OGNUNO di noi ha i suoi dolori, ha avuto le sue disgrazie e perdite, chi più e chi meno.

        Quando ho detto che io mi reputo fortunata e ho anche potuto aiutare altre persone che lo sono state meno ( per esempio andando ogni domenica, quando avevo 18 anni, e per 13 anni, a trovare un ragazzo che aveva la sclerosi multipla ed era immobile in un letto) non è per vantarmi.

        E se a volte sono stata forte NONOSTANTE alcuni dolori che io vivevo male, non è merito mio. Una cosa sicura è che non si deve giudicare male chi non ce la fa, che questa forza; forse perchè non ha avuto la fortuna di avere gli aiuti che ho avuto io e tanti altri come me.
        A queste persone dobbiamo stare vicino.

        Grazie per il tuo intervento Chris.

        • chrischris scrive:

          Capisco benissimo ho mia madre che soffre di sclerosi multipla ed anche uno zio ;). Quello che volevo porre all’attenzione è che sembra quasi che uno una malattia se la inventi. Sottolineo che io ora sto bene piscologicamente ma so cosa voglia dire stare male sotto quel punto di vista. Mi è capitato di vedere; non in Italia, come vengono trattate le persone affette da disturbi psichici e mi auguro che voi non vediate come vengono malmenate anche dalle “cosidette” forze dell’ ordine e da alcune persone del personale medico. Purtroppo nel mondo esistono persone con sensibilità pari a zero. Spero che un giorno possano pagare per tutto quello che hanno commesso e che ancora commettono. E’ tutti fanno finta di non vedere, sembra che abbiano il prosciutto davanti agli occhi.

        • viola scrive:

          cara Maria Crsitina

          non far fraintendere gli altri per far passare il tuo buonismo
          se ci si lamenta e si soffre per stupidate,si insulta le presone come Chris.
          questo era il mio messagio, e tu l avevi capito benissimo

      • viola scrive:

        se hai un figlio in quelle condizioni sei il primo ad avere ragione e vai rispettato.
        tutti gli altri pero, con le loro lamentele finte o…verosimili si devono vergognare proprio perche in questo modo non rispettano il dolore grave di persone come te, che hanno VERE ragioni per soffrire e essere giu.
        leggi meglio quel che ho scritto prima di augurare il male agli altri.
        sono dalla parte di persone che VERAMENTE soffrono, quindi dalla tua
        parte.leggi meglio

  47. Maria Cristina Giongo scrive:

    Sono d’accordo.

    Infatti mi reputo fortunata di essere nata nel Paese dove sono nata, dai genitori che mi hanno messa al mondo, di aver vissuto 60 anni sana e libera, di avere lavorato. Non sono stata esente da dolori ma li ho affrontati con forza sempre pensando a chi sta peggio di me. Ed soprattutto aiutando chi sta peggio di me. Chi mi conosce lo sa bene.

    E questo ho insegnato anche ai miei figli: per prima cosa sostieni chi non ha tutto quello che hai tu!

  48. Viola scrive:

    Bene allora forse il vero aiuto sarebbe verso quelle categorie che prima mi sono venute in mente e che ho indicato.ce ne sono tante altre, e sono serie , serissime, drammatiche.tutto il resto mi fa vergognare.

  49. Maria Cristina Giongo scrive:

    Chris, hai ragione.

    Il dolore va rispettato comunque. Non possiamo fare una gradazione di un dolore. Il dolore, per chi lo prova, è terribile; è il “suo” dolore. Chi siamo noi per permetterci di giudicarne l’intensità?

    Però ci sono anche persone che si lamentano di tutto; a loro forse va consigliato di recarsi in un ospedale, anche psichiatrico, per conoscere delle sofferenze magari più grandi. Ma solo come modo per capire che, a confronto, le proprie sono piccole. Potrebbe essere un aiuto.

    Quando io vedevo quel povero ragazzo ridotto, a soli 35 anni, immobile in un letto, affetto da sclerosi multipla ( mi spiace molto per tua mamma, Chris e per la zia) pensavo anche che i miei problemi di ragazza erano nulla a confronto e cercavo di stargli vicino in tutti i modi.

    Ma, ripeto, alla base di tutto ci vuole il rispetto per la sofferenza altrui: qualsiasi sia. La bimba di questo articolo e l’altra ragazzina ( di cui ho intervistato la madre il mese scorso), che ora è morta, sono sicuramente affette da una patologia; ma non per questo vanno giudicate o non credute o sottovalutate.

    C’è gente che si suicida per una delusione amorosa ( soprattutto adolescenti); si può dire che il loro dolore è minore di quello di un altro che soffre di cancro? PER LORO è grande tale e quale. E non sono riusciti a superarlo, neanche con l’aiuto degli altri.

    Coraggio, Chris!

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