Poesia di marzo: “Fino alla domanda”

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Cari amici del «Cofanetto Magico»,
per mantenere la calma, e quindi la speranza, anche nelle situazioni più critiche e tempestose, bisogna apprendere quanto prima tutti i segreti dell’ironia (che è la virtù dei forti o almeno dei cocciuti). Sul mercato, e nelle librerie, esistono manuali, magari in formato economico, che la insegnino a dovere (offrendovi perciò un’utile opportunità di vivere un po’ meglio)? Non so, a dire il vero. Per cui posso consigliarvi, al massimo, di leggere attentamente la poesiola che segue.


 

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Una tipica situazione critica e “tempestosa”
(Nell’immagine,
un dettaglio di
Una tempesta su una costa mediterranea,
dipinto di Claude-Joseph Vernet)

 

FINO ALLA DOMANDA

L’ironia è il coraggio della disperazione:
ad esempio di notte
ti dà la forza necessaria
a seguire i tuoi incubi
fino alla domanda
più goffa e ridicola:
«La morte
è l’autoironia della vita?».

Pietro Pancamo
CHI SONO

 
 
 
 

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2 Responses to “Poesia di marzo: “Fino alla domanda””

  1. Vitaliano scrive:

    NON SIAM NATI PER LA MORTE

    Siam nati ora…
    E siamo già in cammino
    Verso quel marmo 1
    Fin troppo vicino

    Eredi di Adamo 2
    Da quando siam nati
    Portiamo il fardello
    Dei già condannati

    Lungo il percorso 3
    Il tormento è atroce,
    Si offusca la mente
    E non più ci conduce

    Con occhi velati
    Si spegne la luce
    Un fugace sorriso,
    Poi tace la voce

    Tànatos già chiama, 4
    – Da ciò che lo crea –
    Per far compagnia
    Ad Ipno e Astrea

    Si confonde il Pensiero:
    Se lo Spazio è Infinito,
    Perché Morte chiama?
    Perché il suo Invito?

    La logica sfugge
    Se il Tempo è Eterno:
    Un soffio è la Vita,
    Perché quest’Inferno?

    Oh scienza infinita,
    Perché questa sorte?
    Se nasce da Vita
    Che senso ha la Morte? 5

    Non dar più ascolto
    A chi dice che è giusta: 6
    La morte di un Bimbo
    O di Gente vetusta

    Del giovan germoglio
    Che brama la vita,
    O del Vecchio malato
    Che vuol farla finita.

    Muore e Germoglia
    Ogni seme in terra
    E produce altra vita.
    Perché a noi la Guerra?

    So che c’è una risposta
    A questo mistero.
    La scienza risponda:
    Non è il Cimitero!

    Speranza ancor vive
    In colui che da Luce
    Nel suo Spirito eterno
    Che vita produce

    Che per quei falsi Dei 7
    È già giunto il tempo
    Che vengan distrutti
    Da un Divino intervento 8

    Da chi della vita
    Ne è Vera fonte, 9
    E da chi della Morte
    Può aprirne le porte 10

    Al loro richiamo
    Ogni cosa risorge! 11
    È questo che bramo… 12
    Che attendo… che urge.

    Vitaliano Vagnini (17 settembre 2018)
    Note:

    1 – Marmo. La tomba
    2 – Eredi di Adamo – Romani 5:12
    3 – Il percorso della vita mortale. Giobbe 33:18-22
    4 – Tànatos: secondo la mitologia greca è il dio della Morte, figlio di Ipno il dio del Sonno e Astrea
    la dea della Notte.
    5 – 1 Corinti 15:29, 32
    6 – Molti dicono che c’è una sola cosa giusta nel mondo: La Morte
    7 – Falsi Dei. – Tànatos, Ipno, Astrea, ecc. – Salmo 115:4-8
    8 – Altri Dei (Giovanni 1:1) – Geova è il “Vero Dio” (Giovanni 17:3) – Gesù, l’inviato di Dio, lo è per
    Delega del Padre. Gesù lo spiegò quando si difese dall’accusa di bestemmia: Giovanni 10:34-36, citando il Salmo 82:1-3; 6-7 nel quale Geova chiama Dei i Giudici delegati da lui per infliggere anche la pena di morte ai trasgressori della Legge, ma che usavano questo potere con parzialità. “Io stesso ho detto: “Voi siete dèi, E voi tutti siete figli dell’Altissimo. Sicuramente morirete proprio come muoiono gli uomini; E cadrete come uno qualsiasi dei principi!” – Gesù ha ricevuto più di ogni altro la nomina di GIUDICE col potere di vita e di morte sugli uomini e più di ogni altro è “Figlio dell’Altissimo” (Giovanni 5:25-27; Marco 9:7) per questo può essere chiamato Dio.
    9 – Fonte della Vita – Salmo 36:9
    10 – Chiavi della morte. Apocalisse 1:18
    11 – Tutto risorge. Giovanni 5:28-29
    12 – Romani 8:19

  2. Vitaliano scrive:

    CO’LÉ LA VITA?

    Com na’fnestra aperta vers el temp cle senza fèn
    L’è la vita dl’om robust o del fiolèn

    Na gocia d’aqua tel mer, un’istant in tl’infinid,
    Tant la dura la vita, par l’om d’ogni partid

    Prò s’dura el Sol dla giovineza, dl’ested o d’premavera,
    Te po’ godè sta vita fèn a tarda sera

    Se invec tsì sfotuned, s’piov in tel bagned o c’è brut temp,
    T’pò pruè tanta tristeza in chel moment

    Ma se t’sì acerchied dal gel, c’è la corent e cl’aria de fisura,
    in brev temp it’porta vers la sepoltura.

    La Vita la jè fata per stè insiem sa tanta gent e condivida
    Le gioj e le tristez,… per piagna e rida

    Gnent, de tut quel c’è tel mont, tel po’ portè sa tè
    San tel consum, tla da lascè machè

    Sta vita an tla cumpreda e manc tà chiest da nì tel mond
    Prò an’la sprechè, ten dret… e an girej in tond

    An tà da cortegè cla dona cla và in gir sa la falcnera
    Se tsì avilid, bev un bichir de San Giovès o de Barbera

    L’è un grand sbaj andej’incontre. Gila a’cerchè
    Lia la sa sempre in do la t’pò trovè

    La Vita tla d’amè, ténla da cont e an’cerchè d’butela via,
    E arcorte che la mort, la ven sempre da par lià!

    Vitaliano Vagnini (28 ottobre 2019)

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