Poesia di ottobre: “Il televisore apatico” (ovvero “Guardando gli Europei”)

 

Ditemi se non è vero: ogni volta che ci prende l’estro di leggere, il nostro televisore si rattrista e finisce per sentirsi trascurato. A volte, addirittura, cade vittima della depressione, non è così? Ma per fortuna basta, in quei momenti, spingerlo a reagire: insomma stargli accanto, o meglio di fronte, per consolarlo un pochino. Non so… magari raccontandogli una pietosa bugia (bugia?): “Mi hai beccato: leggevo. La guida dei programmi, però. E indovina che c’è stasera… La partita! Dài, la guardiamo insieme?”.


 

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IL TELEVISORE APATICO
(ovvero GUARDANDO GLI EUROPEI)

Non hai nerbo. Non hai verve.
Non so… ti vedo spento.
E mentre ti fai schermo
d’un mutismo viscerale,
sì di tanto in tanto
(magari per un’ora
ed anche fino a un paio:
il tempo di due tempi)
abbandoni l’abulia
e d’un subito t’accendi.
Però a (tele)comando
e giammai spontaneamente:
insomma sei passivo,
ti manca iniziativa;
sei privo in ogni istante
di vera volontà.

Di’, cos’è quest’apatia?
Mi trasmette il tuo dolore.
Un dolore
un dolore appassionante:
mi scorre sulla pelle
e trasuda nella carne.
Ché tu sei digitale
tal quale le mie impronte.
E terrestre, soprattutto! Proprio come me.
Non capisci? Siamo uguali!
Reagiamo dunque insieme.
Imitiamo i cari eroi,
emuliamo i semidei
dell’undici italiano
che hanno ripudiato
l’indolenza vile
dell’ultimo mondiale

e ad una voce!

ad una voce sola
coi loro grandi cuori
cantiamo a squarciagola,
pervasi dal fervore
nuovo e disinvolto
che adesso li trascina:
«Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
(o forse ai milioni)
Il mister chiamò!».

Pietro Pancamo
CHI SONO

 
 
 
 

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19 Responses to “Poesia di ottobre: “Il televisore apatico” (ovvero “Guardando gli Europei”)”

  1. Maria Teresa scrive:

    Il televisore ,per fortuna, necessita del telecomando per accendersi;anche noi sovente siamo (tele)comandati e neppure ci accendiamo.

    • Pietro Pancamo scrive:

      E’ vero: l’unico fra noi davvero capace di accendersi era Ungaretti (che addirittura s’illuminava d’immenso, beato lui).
      Grazie infinite come sempre, carissima Teresa.

  2. ALICE MAYER scrive:

    Fantastico, attuale…critico e preoccupante ma allo stesso tempo stimolante.
    Bravo Pietro!

  3. Maria Teresa scrive:

    AMARA la tua poesia,ma con quanta efficacia rispecchia questa nostra povera umanità. (Laura)

    • Pietro Pancamo scrive:

      La nostra povera umanità è sempre più in balia della televisione. Le nostre menti soccomberanno a Carlo Conti? I televisori saranno la nuova razza dominante di questo pianeta? Lo sapremo solo alla prossima puntata… Nel frattempo, carissima Laura, grazie infinite anche a te per il tuo contributo.

  4. Marisa G. scrive:

    Questa poesia rispecchia fedelmente la nostra “sudditanza” televvisiva e ci
    porta a riflettere seriamente sulla nostra attuale condizione. Grazie per questi “stimoli”!

    • Pietro Pancamo scrive:

      Eh, sì: è una condizione davvero miserevole, la nostra. Ce la descrive assai bene Ray Bradbury: “La televisione è quella bestia insidiosa, quella Medusa in grado di paralizzare un miliardo di persone a occhi sbarrati ogni sera, quella sirena che canta, chiama e alletta, promettendo così tanto e concedendo, in definitiva, così poco”.
      Grazie a te, cara Marisa, d’essere nuovamente qui!

  5. Nella scrive:

    per fortuna non si accende da solo, caso mai cambia canale!

  6. Marisa B scrive:

    Come in ogni circostanza, importante è la scelta; l’uomo diventa ciò che è in conseguenza delle sue scelte (Kierkegaard).

    • admin scrive:

      Hai ragione! Non per niente Dio ci ha dotati di libero arbitrio. Buona giornata, Marisa! E grazie per i tuoi bei commenti! Cristina

    • Pietro Pancamo scrive:

      “Domani sarò ciò che oggi ho scelto di essere” (James Joyce).
      Grazie della tua assidua presenza, cara Marisa.

  7. Luisa scrive:

    la televisione è un mezzo che pur avendo rivoluzionato il nostro modo di vivere, forse non viene utilizzata nei migliori dei modi. Però volendo, esiste il pulsante off ….

  8. Luciana scrive:

    Anche noi, spesso, come il tuo televisore ci sentiamo sole e abbandonate, ma, per fortuna, non abbiamo chi ci (tele) comanda.

    • Pietro Pancamo scrive:

      E’ inevitabile che chiunque affronti o abbia affrontato la vita a viso aperto, e con coraggio, si ritrovi solo, prima o poi: ecco perché Reine Malouin dice che “la solitudine è la patria dei forti”.
      Grazie per il tuo commento, cara Luciana.

  9. susy pagliaro scrive:

    Spesso è preferibile un televisore apatico ad uno che offre stupidità, urla, superficialità, processi mediatici. Con grande velocità, le immagini di dolore si alternano a quelle pubblicitarie o comunque frivole che impediscono o limitano una riflessione intima. profonda. Così tutto è accolto in superficie…anche la sofferenza. Certo, c’è il telecomando…ma oggi, purtroppo, non per tutti è facile scegliere. Grazie, Pietro, per questa bella poesia che davvero fa tanto riflettere!

    • Pietro Pancamo scrive:

      Il tuo commento, cara Susy, è decisamente più profondo della mia poesia (che in realtà voleva essere soltanto un divertissement). Secondo me questa rubrica guadagnerebbe sia in spessore che in spiritualità, se a curarla fossi tu… Comunque sia, ti ringrazio di nuovo e anche molto. A risentirci!

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