La foresta pietrificata e altre mete in Namibia

Tronco fossilizzato

Chi ha letto alcuni dei miei precedenti resoconti di viaggio ha potuto capire che la Namibia è uno dei paesi capaci di stupire continuamente il viaggiatore.
Deserti sabbiosi si alternano a lande rocciose, profonde gole e pianure infinite.
Il paesaggio offre un continuo variare di sfumature di colore a seconda dei luoghi e del momento della giornata.
Sostare, spegnere il motore ed ammirare il paesaggio nel silenzio quasi assoluto, è un’esperienza che ritengo tonificante.
Il cielo terso ed azzurro e un orizzonte apparentemente senza confini generano la sensazione di completa libertà (la Namibia ha una superficie circa 3 volte quella dell’Italia ed una popolazione attorno ai 2 milioni di abitanti).
In questo breve articolo vi descriverò altre bellezze naturali che ritengo valga la pena di visitare; alcuni di questi luoghi sono monumenti nazionali.
Le distanze sono misurate su strada (asfaltata o pista agevole).

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Sezione di un tronco fossilizzato

Petrified forest (Foresta pietrificata)
Scoperta nel 1940 e dichiarata monumento nazionale nel 1950, non si tratta in realtà di una foresta, ma di un accumulo di tronchi fossilizzati trasportati da una grande piena circa 280 milioni di anni fa.
Gli alberi, lunghi fino ad una cinquantina di metri, appartengono al genere Cordaites, ormai estinto.
L’area si trova nel nord del paese una cinquantina di chilometri a ovest di Khorixas, lungo una agevole strada.

Twyfelfontein (in Afrikaans: incerta sorgente)
Se dalla foresta pietrificata viaggiamo per una quarantina di km verso sud-ovest arriviamo a Twyfelfontein.
Nell’area si trovano più di duemila incisioni e alcune pitture realizzate dai bushman migliaia di anni fa. Poiché essa fu proclamata monumento nazionale nel 1952 ma parco nazionale solo nel 1986, alcuni graffiti furono vandalizzati o addirittura asportati.
Nei graffiti si identificano animali non più endemici nella zona, segno di presenza di vegetazione e acqua in tempi antichi.
Per effetto di uno degli scherzi del destino la batteria della mia macchina fotografica, apparentemente carica all’inizio della camminata, ha deciso di scaricarsi e quindi non posso mostrare fotografie, ma credetemi: Twyfelfontein vale una visita.

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Canne d’organo

Organ pipes (Canne d’organo)
Più di cento milioni di anni fa la combinazione di spinte e solidificazione di roccia fusa creò bizzarre colonne di dolerite che effettivamente ricordano le canne di un organo da chiesa. Alcune formazioni raggiungono i 5 m d’altezza.
Si trovano 8 km a sud-est di Twyfelfontein vicino alla pista principale.

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Montagna bruciata

Burnt Mountain (Montagna bruciata)
Situata meno di un chilometro a sud delle Organ Pipes e poca distanza dalla pista, la Burnt Mountain dovrebbe essere vistata all’alba o al tramonto per godere della varietà di colori delle rocce.
In realtà non si tratta di una montagna vera e propria, ma di un accumulo di rocce sedimentarie la cui colorazione è dovuta a processi succedutisi nell’arco di 200 milioni di anni.
A causa dell’infiltrazione di lava, alcune argille vennero cotte mentre successivi processi di ossidazione del ferro, manganese e altri minerali contenuti nei sedimenti, contribuirono a creare la varietà di colori: porpora, marrone, azzurro-grigio, crema.
Si ha veramente l’impressione di trovarsi davanti alle scorie residuate dopo un immenso calore.
Sul bordo della pista principale di fronte alla montagna bruciata si trova un vasto deposito di pietre di quarzo.

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Vingerklip

Vingerklip (Roccia-dito)
Si trova circa 70 km a est di Khorixas.
Questo bizzarro pinnacolo sedimentario, alto circa 35 metri, è stato scolpito dal fiume Ugab che, in milioni di anni, ha depositato sabbia e rocce. In seguito i depositi sono stati erosi dal fiume e da grandi piogge.
Vingerklip rappresenta l’ultimo blocco che ha resistito all’erosione. Il fiume ora scorre 5 km più a sud.
Si trova nel terreno di una fattoria ed è possibile visitarlo a pagamento.
Si distinguono chiaramente sassi di ogni dimensione inglobati nella sabbia e le cavità rotondeggianti lasciate dalla caduta di alcuni di essi. Alla base l’erosione ha creato alcune grotte che contribuiscono alla sensazione di precarietà che si avverte stando alla base del pinnacolo, tanto che viene spontaneo domandarsi: «e se crollasse proprio ora?».
E’ ovviamente vietato arrampicarsi sul “dito”.

Foto e testo di Mauro Almaviva

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3 Responses to “La foresta pietrificata e altre mete in Namibia”

  1. Claudia Tagliabue scrive:

    Caro Mauro, rieccomi a leggere, con grande interesse, un tuo nuovo articolo. Che la NAMIBIA fosse un Paese stupefacente, lo avevo ampiamente intuito,ma che potesse esistere una FORESTA PIETRIFICATA, beh mi ha lasciata…”pietrificata” ! 200 milioni di anni fa?!?!? INCREDIBILE !!! Riguardo alla FWYFELFONTEIN, sicuro che la batteria della macchina fotografica, si sia scaricata, per caso…??? Il luogo è più che magico !!!
    ORGAN PIPES, strabilianti, MONTAGNA BRUCIATA, ROCCIA DITO, ma che meraviglie, della natura, sono ???

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