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Oggi, cari lettori e fans del «Cofanetto Magico», vi propongo una storiella in cui la sofferenza (disciogliendosi e dileguandosi in una comica, ma anche romantica ironia) è puntualmente veicolata, mai parola fu più adatta, dai pianti sconsolati d’un povero innamorato (Leo Pardi) che s’industria e affanna come istruttore di scuola-guida. Quest’ultima è situata a Como. Già: Como! Leo Pardi lavora (o meglio lavorava) proprio lì.
Fotografia di Wonderlane
STORIA D’AMORE AUTOMOBILISTICO IN DUE ATTI
(esperimento poetico-prosastico, ritrovato fra gli appunti di Leo Pardi, valente letterato nonché sensibile istruttore di scuola-guida)
I
Amor
ne’ tuoi baci
sento ’l sapor
dell’ACI.
II
Ormai non ha più senso guidare.
Fuggi disperata, all’esame bocciata, e sparisci nel nulla. Da allora piange il mio cuore e non ha tergicristalli per asciugarsi! Mi licenzio dalla scuola-guida e resto tutto il giorno afflosciato come uno pneumatico bucato sulla poltrona di casa mia.
Qualche volta il destino mi costringe a riprendere la macchina e capisco che non ha più senso guidare ormai.
Sull’automobile da esercitazione, le tue piccole manine fremevano lungo il volante, quasi assediandolo come in un lieve rito d’amore; e i tuoi piedini planavano leggeri di pedale in pedale come farfalline intente a volare da un fiore all’altro. E com’erano graziosi quegl’incidenti! Così civettuoli, carini, commoventi.
Oh, non ha più senso guidare!
La nostalgia m’insegue ai 230 orari quando rivedo l’albero che tu preferivi. Pre-ferivi: ci schiantavamo contro il suo fusto accogliente almeno sei volte a lezione: il cinguettio del metallo che si contorceva e il fine frantumarsi del vetro ci avvolgevano come in un lieve rito d’amore.
Fuggi disperata, all’esame bocciata, e sparisci nel nulla. Sì certo, l’albero esulta: i rami levati al cielo come in gesto di trionfo! E l’automobile da esercitazione respira di sollievo, anche se ora giace nell’ospizio d’uno sfasciacarrozze. Ma… Ma sul fanal (o meglio far) della sera, il mio cuore, tormentato dal clacson del tuo ricordo e tamponato da un traffico impenitente di acciacchi personalizzati, infrange i limiti della disperazione e becca la multa per eccesso di pianto.
Oh, non ha più senso guidare… ormai.
Pietro Pancamo
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Tags: amore, automobili, pietro pancamo, poesia, scuola guida
La raffinata ironia dell’autore ha saputo trasformare in una romantica storia d’amore anche una prosaica lezione di guida.
Eh, i miracoli dell’ironia possono davvero tutto!
Anche da improprie manovre di una inesperta automobilista nascono perle di poesia.
Ma anche gocce di sudore freddo, che “imperlano” la fronte.
Sapiente e delizioso accostamento di umorismo e poesia !
Grazie mille, come sempre, dei vostri preziosi complimenti.
Umorista romantico,parla di persone unite e separate dalle cose ….
Auto in rottamazione,allieva scomparsa.il colmo è la multa per eccesso di pianto!
Caro poeta speriamo che il fisco non ti asclti,,,,
Non c’è scampo, purtroppo. Il fisco non manca mai di ascoltare. Non perde occasione! Ciò significa che d’ora in poi il nostro dolore verrà tassato. E solo per colpa mia!
Che dire, caro Arrigo? Spero che ringraziarti per il tuo commento così ironico, e dunque così in linea con la mia poesia, basti a farmi perdonare…
Bello il raffinato umorismo, l’ho letta piu’ di una volta per ben capirla !
Il mio povero italiano mi frenava, ma poi, alla fine ho apprezzato la sottile ironia e … vamos a farci due risate !
E’ vero! Potrei ribattezzarla “Storia d’amore automobilistico in due risate”. Non ci avevo pensato… Grazie del suggerimento!
Il sapor dell’ACI ? un sapore che disconosco. Forse perche’ non ebbi il dno di conoscere il tuo Leo Pardi ? In questa torrida estate quest’alito di romantica ironia e’ di gran refrigerio. Grazie Pietro
E speriamo che rinfreschi anche il sottoscritto, dal momento che (deciso a sciropparmi, persino oggi, il mio allenamento quotidiano) sto per uscire nel solleone, a marciare per dodici chilometri.
Non sono sicuro di sopravvivere; quel che è certo, però, è che ti ringrazio d’essere tornata a leggere i miei versi.
“Car killed the bicycle star”
But not your kayak star, which is still alive and as sparkling as a river in the sunlight.
Una poesia ironico-futurista, mi sembra di ascoltarla: clacson, schianti, vetri infranti e stridio di lamiere contorte. Molto divertente
Beh, è la normale colonna sonora di città come Roma o Milano. Insomma, mi sono ispirato alla realtà. Ed è sempre ad essa che mi rifaccio, quando dico, cara Bianca, che la mia riconoscenza per il tuo commento è la più genuina del mondo.
Ho deciso ripendo lezioni di guida.Magari mi ci becco un istruttore poeta..E la famosa tattica femminile risulta essere sempre vincente: in amor vince chi fugge!
Per il terrore di essere investito?
Ovviamente scherzo, cara Marcella, e anzi ti ringrazio per il simpaticissimo commento che hai lasciato a questa mia poesia in prosa (la vogliamo chiamare… non so… “proesìa”?).
Caro Pietro, è proprio vero che ogni lettore, nei commenti, ci mette del suo. E con questa premessa ti dirò che più rileggevo la tua poesia, più mi convincevo che il filo rosso fosse proprio una “storia d’amore”, d’amore malato “carini , civettuoli i tuoi incidenti” ecc… raccontata con straordinaria ironia attraverso le lezioni di guida.. E mi vien da concludere: la multa per eccesso di pianto, (meritatissima: la creatura avrebbe dovuto rallegrarsi della fuga di cotanto impiastro!) riuscirà a farlo rinsavire?
Grazie Pietro. Attendo con trepida curiosità, ogni mese, le tua poesia, appuntamento prezioso per le emozioni, le riflessioni ed i pensieri che i tuoi scritti mi sollecitano.
L’impazienza è reciproca, cara Valeria: dato che mi arricchiscono e mi fanno compagnia, è sempre con viva ansia che attendo ogni mese sia le tue considerazioni, che –ovviamente– quelle di tutti gli altri lettori.
Leo Pardi e la sua allieva si sono ritrovati; ora vivono assieme, ma non riescono ad andare d’accordo: litigano sempre (a dividerli troppi motivi di frizione, infatti) e gli alterchi furibondi cui si lasciano andare, hanno la tendenza preoccupante a degenerare, non di rado, in scontri veri e propri.
innamorati d’auto, chiusi nella scatola, vagano, finchè un fragore non li risveglia!
Forse dividendoli per sempre, come schegge scagliate via, e in direzioni opposte, dalla stessa esplosione (di dolore).
Grazie del commento, cara Nella. Spero di non averti rattristata col mio pessimismo.
un amore contrastato dall’incapacità nella guida dell’allieva… colpa forse dell’insegnante? Complimenti per questo ottimo esperimento di poesia!!
Grazie, Enrico. Sei gentilissimo!
bella storia, e bella poesia. Complimenti per lo stile e la proprietà del linguaggio
Troppo buono, caro Michele. Grazie e a risentirci.