Briganti d’Abruzzo, una presentazione di successo

In questa foto, Pino Aprile, Valentino Di Persio e Carla Dolazza, nella Biblioteca “Gino Pallotta” di Fregene

Recentemente, presso la Biblioteca Gino Pallotta di Fregene, è stata presentata un’interessante antologia sui briganti. La collettanea, ideata e curata da Valentino Di Persio, s’intitola Briganti d’Abruzzo, e si avvale di una pregevole presentazione di Pino Aprile, noto giornalista, saggista e scrittore, autore di best seller come: Terroni, Tu non sai quanto é ingiusto questo paese, e i successivi lavori, tra cui Giù al Sud, Carnefici e Il Male del Nord. Lavori che hanno reso Pino Aprile uno dei giornalisti d’inchiesta più seguiti d’Italia, tanto da essere proclamato “Uomo dell’Anno” dall’Italian Language Inter-cultural Alliance di New York. La sua partecipazione all’evento è stata particolarmente gradita dai numerosi astanti, e il suo intervento, in linea con la tematica trattata, ha apportato un valore aggiunto alla serata voluta e organizzata da Carla Dolazza, che ha partecipato all’antologia con una sua storia “Brigantessa“. Briganti d’Abruzzo consta di 12 racconti di altrettanti scrittori, sei uomini e sei donne, per par condicio. Gradita presenza quella di Marica Caramia, illustratrice della bella copertina e autrice di uno dei racconti “La ricamatrice“, venuta appositamente da Martina Franca.

Tutti i racconti narrano di brigantaggio del quale l’Abruzzo ne è stato, da sempre, territorio prediletto. Basti ricordare le prodezze del famoso Marco Sciarra detto il re della campagna, vissuto nella metà del ‘500, che per decenni tenne in scacco le truppe spagnole e quelle papaline. Sciarra è passato alla storia per il suo incontro con Torquato Tasso, autore della Gerusalemme Liberata.
Come noto, il brigantaggio riprese vigore all’indomani dell’Unità d’Italia nelle regioni del mezzogiorno. Esso fu un tentativo estremo da parte della popolazione oppressa, perlopiù contadini, pastori, taglialegna e braccianti, di liberarsi dal giogo dell’oppressore e ristabilire un ormai impossibile status quo.
Non è ormai un segreto per nessuno che l’unità nazionale, ovvero l’evento più significativo del nostro risorgimento, fu una vera e propria annessione con l’uso indiscriminato della forza nei confronti dei più deboli, i quali considerarono i briganti i veri vendici della propria condizione umana.

In questa foto, Pino Aprile, Carla Dolazza, Marica Caramia e Valentino Di Persio

Per sconfiggere il fenomeno ci vollero più di dieci anni. Per farlo, il 15 agosto 1863, venne varato un provvedimento legislativo eccezionale, la Legge Pica, nota anche come “licenza di uccidere”. Questa legge puniva con la fucilazione o con i lavori forzati a vita chiunque avesse opposto resistenza armata alla forza pubblica, senza fare alcuna distinzione tra criminalità comune e brigantaggio politico antiunitario. Il numero esatto delle vittime non può essere accertato in quanto buona parte dei documenti dell’epoca sono andati distrutti. Si parla di decine di migliaia, o addirittura centinaia di migliaia di persone, passate per le armi o uccise in combattimento, condannate al carcere o ai lavori forzati. Molti di loro sono state vittime di delazioni e di accuse senza prove.
Insomma, per dirla alla Pino Aprile, non furono i piemontesi ad averla vinta sui briganti ma i soggetti di cui i capibriganti si fidavano di più, a consegnarli a loro: per invidia, per una donna, per interesse o perchè avevano ricevuto promesse dal nemico, e cioè: li facciamo fuori tutti, a te no! Anzi ti premiamo col denaro.
Molti patrioti, che chiamarono briganti, morirono in piedi per non vivere in ginocchio.
Solo pochi, pochissimi di loro morirono di vecchiaia rinchiusi nei penitenziari disseminati nel nord Italia.
Mi piace concludere questo articolo ribadendo che la presentazione di Briganti d’Abruzzo, nell’amena cittadina sul litorale romano, cara ad Alberto Moravia, è stata un grande successo.

Valentino Di Persio
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One Response to “Briganti d’Abruzzo, una presentazione di successo”

  1. Bellissimo articolo!!!! Complimenti a tutti!

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