Poesia di maggio: “La gioia perfetta” (di Diego Valeri)

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Esattamente come l’arte, spesso la vita ci rende (m)alati: ecco perché può capitare benissimo che la gioia si nasconda all’ombra, tanto opaca quanto plumbea, della tristezza e del dolore. Una prova lampante, ma persino inconfutabile, di ciò che ho appena detto ci viene senz’altro, cari amici del «Cofanetto Magico», dai bei versi che pubblico quest’oggi; a scriverli è stato Diego Valeri, poeta, traduttore e accademico italiano, nato nel 1887 e morto nel 1976.

Pietro Pancamo
CHI SONO


 

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LA GIOIA PERFETTA

Com’è triste il giorno di maggio
dentro al vicolo povero e solo!
Di tanto sole neppure un raggio;
con tante rondini, neanche un volo.

Pure c’era in quello squallore,
in quell’uggia greve e amara,
un profumo di cielo in fiore,
un barlume di gioia chiara.

C’era in alto una voce di mamma,
così calma, così pura!
che cantava la ninna nanna
alla propria creatura.

C’era… c’erano tante rose
affacciate ad una finestra,
che ridevano come spose
preparate per la festa.

C’era seduto sui gradini
d’una casa di pezzenti,
un bambino piccino, piccino,
dai grandi occhi risplendenti.

E poi dopo non c’era più nulla…
Ma, di maggio, alla via poveretta
basta un bimbo, un fiore, una culla
per formare una gioia perfetta.

Diego Valeri

 
 
 
 

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5 Responses to “Poesia di maggio: “La gioia perfetta” (di Diego Valeri)”

  1. Rita Grillo scrive:

    Questo linguaggio poetico sono fonte di acqua pura per chi è assetato di gioia perfetta,di verità e umanità…i miei più vivi complimenti ?

  2. Francesco scrive:

    Così semplice, Così anacronistica,eppure così toccante,commovente.e preziosa. No non c’è nulla di anacronistico, solo un disperato appello dell’anima ad un incessante bisogno di amore.

  3. Tiziana Benedetti scrive:

    Dolce poesia… Vorrei soltanto sapere, se possibile , dal momento che l’ho trovato scritto in tre modi diversi… all’inizio Diego Valeri ha scritto “come ” oppure “com’è” o “come è”? Grazie

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