Ma quanto sei cattiva…

Il ritratto di una delle dieci donne considerate più cattive della storia: Maria I d’Inghilterra (1516-1558)

Nel mio editoriale dello scorso Natale ho parlato di questa ricorrenza come festa della luce, del calore, dell’amore, della famiglia, dei valori umani di solidarietà e generosità. Della nascita: come un fiore che sboccia alla vita, puro ed intatto. Quando mi guardo in giro però vedo scenari che sono l’esatto contrario dei valori con cui siamo cresciuti o almeno, avremmo dovuto crescere; vedo tanta cattiveria, odio, invidia, gelosia.

Alcuni psicologi dicono che nell’animo umano convivono sia Biancaneve che la strega maligna Grimilde. Luci e ombre. Ed è proprio la parte ombrosa che va combattuta e battuta. Per arrivare ad essere felici ed in pace con se stessi.

Penso che dovremmo riflettere su quanto questi sentimenti devastino non solo l’esistenza altrui ma anche la nostra. L’erba grama si attacca al nostro cuore, mette le radici, ci rode dentro. Estirpiamola subito! Questo non significa che non si possano provare simpatie ed antipatie, legare con persone con cui sentiamo un’immediata affinità elettiva e meno con altre.

Tuttavia da qui agli insulti c’è una bella differenza. Come sapete, critico aspramente un certo programma televisivo ed il modo di condurlo, che tiene poco conto della sensibilità e della buona educazione dei telespettatori: specialmente quando supera ogni limite dell’accettabile protesto. Ma protesto senza usare parolacce ed insulti.

Se stessi zitta sarei una vigliacca: infatti non taccio. Parlo, dissento; anche pubblicamente. Ma in maniera accettabile, con educata decisione. Sperando in questo modo di essere ascoltata. Non ottengo molti risultati; d’altra parte, se passassi al torpiloquio ne otterrei ancora meno; oppure riceverei una (meritata) querela. Ovviamente la stima, l’affetto sono una conquista. E li proviamo verso chi se li merita veramente.

Allora, in primo luogo combattiamo la malvagità. Poi, protestiamo pure, facciamo sentire la nostra voce, alziamola di tono se necessario, soprattutto quando noi donne veniamo considerate come delle oche che puntano soltanto sui loro seni rifatti, fra cui ci sono persino ragazzine impegnate in discussioni senza fine, già all’età di 16 anni, su quali ritocchini cominciare ad usare sul proprio corpo per renderlo il più appetibile possibile.

Ma appetibile per chi? Un conto se lo facciamo per piacere… a noi stesse. Non certo per piacere agli uomini, che a quanto pare, cominciano pure a stancarsi delle bambolone che non hanno più una parte del loro corpo intatta e naturale. Anche in questo caso non attacchiamo chi cede alle lusinghe del proprio ego, della visibilità a tutti i costi. Non sono donne cattive; sono soltanto donne insicure.

Le donne “cattive” sono altre; sono quelle che, rose dall’invidia, colpiscono e feriscono a spada tratta. Le cosiddette bulliste! Sono coloro che si trincerano dietro lo schermo di facebook usando nomi falsi, così vigliacche da non aver neanche il coraggio di firmare i loro insulti, di difendere le loro opinioni. Naturalmente fra questi gruppi ci sono anche uomini; altrettanto crudeli, con il vantaggio che si stancano presto delle ingiurie.

Invece le donne, e mi spiace dirlo, quando vogliono far del male, anche a parole, ci mettono dentro una goccia di veleno in più, un tocco di perfidia extra. Sono vendicative. Per non parlare di alcune che gravitano intorno al mondo dello spettacolo, dove, pur di arrivare dove vogliono loro, calpestano quelle che considerano rivali, passandoci sopra come carri armati.

Alessandra Appiano, giornalista scrittrice, che invece crede tanto nel valore dell’amicizia, sostegno e correttezza fra donne.

E mi spiace, mi spiace tanto, in quanto fra noi donne dovremmo sempre e solo sostenerci, “Amiche di salvataggio”, come da un libro della mia amica Alessandra Appiano, brava giornalista e scrittrice, bella donna al naturale, che reputa l’amicizia fra donne un valore da difendere e coltivare. Infatti è la prima a dire alle sue amiche: “Ti meriti un amore”. Guarda caso proprio il titolo dell’ultimo suo libro edito da Cairo.

Allora seguiamo tutte il suo esempio così che, leggendo determinati commenti sui social o sentendo certe esternazioni in programmi televisivi, non ci venga mai più da pensare: ma quanto sei cattiva!

Maria Cristina Giongo
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2 Responses to “Ma quanto sei cattiva…”

  1. Elisa scrive:

    Già, proprio così, è ora che ricominciamo a fare autocritica.
    Purtroppo noto che questo è vero anche per le straniere, come arrivano
    cominciano a pretendere, a fare dispetti alle donne, ad assecondare gli uomini…
    Tombola!

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