Favola di Natale per grandi e piccini. La commovente amicizia fra una gatta e un criceto.

C’era una volta…una gatta che si chiamava Rosa. Rosa era una bella bastardina con un carattere fiero ed indipendente. Oltre a meravigliosi occhi color ambra. Amava farsi coccolare; ma solo quando lo voleva lei. Con gli umani era molto selettiva: li studiava da lontano, avvicinandosi a loro soltanto se intuiva che si meritassero le sue attenzioni. Una vera regina.
E poi c’era un piccolo criceto russo della specie ” Roborovsky”, oramai sul viale del tramonto. Si chiamava Ciop: adorava il prosciutto e lo yogourt (soprattutto quello turco). Rosa aveva accettato questo animale, (che le ricordava tanto i topini con cui ogni tanto giocava in giardino), come se fosse un membro della famiglia. In realtà i primi giorni lo aveva accolto con diffidenza, soprattutto quando girava come un pazzo per casa dentro la sua palla da jogging. Tuttavia con il tempo aveva imparato a volergli bene.
Contrariamente a certi uomini… gli animali sono semplici, buoni e non razzisti.

Rosa e Ciop avevano l’abitudine di fare colazione insieme. Ogni mattina, alle ore otto in punto, la loro padrona riempiva un piattino con un po’ di yogourt o del prosciutto e i due mangiavano la loro parte. Vicini vicini. Una volta terminato il cibo Rosa se ne andava per conto suo. Mentre Ciop tornava nella sua gabbietta. Una residenza deliziosa, piena di giochi, paglia, cotonina colorata, ruote, una noce di cocco e una casetta con il tetto rosso. A Natale anche un alberello a forma di pino, commestibile.
Ogni tanto faceva anche una visitina …alle scarpe del suo padrone.

Quando di mattina Ciop usciva dal nido con l’aria ancora assonnata, Rosa lo stava già aspettando accanto al loro piattino per la prima colazione, terminata la quale qualche volta gli dava persino “un bacetto”; una leccata con cui gli lavava tutto il musino. Ovviamente la padrona non li lasciava mai soli, per timore che la gattona volesse giocarci e poi, finito il divertimento, potesse dargli un’amichevole zampata…. stendendolo al suolo piatto come un pollo allo spiedo!

Poi Ciop divenne così vecchio, che cominciò a camminare faticosamente. Ma all’appuntamento delle otto non mancava mai. Una mattina, quasi sotto Natale, non uscì dalla sua casetta come al solito. La padrona la spostò e vide il cricetino tutto coperto con la sua cotonina che “dormiva”; con le guanciotte piene di cibo da portarsi nell’eternità. A questo punto arrivò un angioletto, piccolo piccolo come lui: le sue ali erano fatte di polvere di stelle, soffici, splendide: gli si sedette accanto e aprì una scatoletta azzurra, da cui tirò fuori altre due ali bianche. Di un bianco così luminoso che la padrona dovette coprirsi gli occhi per un attimo, tanta era la luce che emanavano. Indi le mise al cricetino e dopo un secondo la creatura volò via.

“Aspettami, Ciop”, gridò l’angioletto. “Volevo riposarmi un po’, uffa! Ho fatto un lungo viaggio per venire da te! Dove vai che non conosci la strada? Sono io la tua guida”, aggiunse un po’ stizzito, alzandosi da terra, rassettandosi il vestito, l’aureola un po’ sbilenca sulla testa e sistemandosi le ali. Ciop si voltò di colpo e rispose: “Dai, muovi quelle ali, sbrigati: ho voglia di iniziare il nostro viaggio, fammi strada”. Così i due angioletti partirono verso il cielo, felici e contenti.

La mattina seguente, alle otto in punto, Rosa aspettò il suo amico: anche quella dopo e quella dopo ancora. Saltava su un tavolino accanto al mobile dove prima si trovava la gabbietta del suo minuscolo amico, tanto simile ad un topino….e aspettava. Arrivato il Natale i suoi padroni acquistarono un altro criceto nano russo, identico all’amico scomparso. Era uguale: ma non era lui! Rosa non lo degnò di uno sguardo. Da quel momento non si presentò più al solito posto della casa dove faceva sempre colazione con Ciop.

Rosa aveva capito infatti che non si può sostituire un figlio perso con un altro figlio, non si può sostituire un amico con un altro amico; ogni creatura dell’universo è unica e irripetibile nella sua specie e nel cuore di chi l’ama. Ogni amicizia, ogni amore sono unici al momento in cui vengono vissuti. Dopo verranno forse altri amori, altre storie, altre amicizie, ma non saranno mai le stesse. Rosa se ne fece una ragione e passò serena le feste natalizie con i suoi padroni, a debita distanza dal nuovo arrivato. Mentre Ciop, su una nuvoletta, festeggiò… con prosciutto e yogourt turco insieme suo angioletto guida, con il cuore rivolto alla sua cara amica gatta rimasta sulla terra.

Buona Natale a tutti, a grandi e piccini! E a tutti gli animali del mondo.

Maria Cristina Giongo
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P.S. E se invece di una favola si trattasse di una storia vera? Guardate questo video. Riconoscete i protagonisti?

Foto di Maria Cristina Giongo

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4 Responses to “Favola di Natale per grandi e piccini. La commovente amicizia fra una gatta e un criceto.”

  1. Claudia Tagliabue scrive:

    Cristina, ma che bella storia !!! Tenera e commovente. Se non sbaglio si tratta della tua gatta Rosa e del tuo criceto Ciop….. Certo che gli animali ci riservano sorprese inaspettate. Abbiamo tutto da imparare!!! E’ anche vero, che amore, amicizie, conoscenze, che per molteplici motivi finiscono, quelli che successivamente verranno, non saranno la stessa cosa…. Un bacino ai tuoi animaletti <3

  2. Aldo scrive:

    Dobbiamo ringraziare gli animali che si fanno chiamare “domestici” perché accettano di vivere nelle nostre case, facendoci conoscere i loro comportamenti, così si impara ad apprezzare.

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