Poesia di novembre: “Somiglianze”

 

Somiglianze associa in una similitudine macrocosmo e microcosmo: natura e uomo. Di notte l’uomo e le cose create dall’uomo, come bambini, sono cullati da un manto di stelle, come da una avvolgente ninnananna materna. Non di rado Pietro Pancamo ci dà poesia cosmica, a volte più filosofica e leopardiana, a volte più pascoliana, anche nel lessico e nella poetica dello stupore “fanciullino”, come in Somiglianze, dove il paese/fagotto evoca la tenerezza di qualcosa di fasciato, infante da proteggere; mentre vagabondo, peregrino, è il cielo buio della notte che condensa in uno strato sottile, come di guscio d’uovo, i respiri della gente e mantiene unite la complessità del mondo e le tempeste del vivere. Bella la lotta tra i lampioni e il buio e la personificazione materna del cosmo che culla i palazzi e le vie.

Marisa Napoli
CHI SONO

 

 

SOMIGLIANZE
-Da Manto di vita (LietoColle, Como, 2005)-

A quest’ora
ogni paese
è un fagotto
di stelle e di buio.

Ma lo è pure
questo cielo vagabondo
(guscio d’aria e di respiri)
che stringe in un solo mondo
città, mari e tempeste.

Ma lo è pure
questa via
(intirizzita di pioggia)
col suo buio
incatenato ai lampioni
e un po’ di stelle
che sussurrano al mio palazzo
la ninna nanna:
vedo tante finestre
chiuse fra perimetri di sonno.

A quest’ora
ogni uomo
è un fagotto
di buio e di stelle.

Pietro Pancamo
CHI SONO

 
 

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Pietro

 
 
 
 

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45 Responses to “Poesia di novembre: “Somiglianze””

  1. Maria Cristina Giongo scrive:

    Molto bella! Mi ha emozionata, quasi commossa! La più bella lirica, secondo me, che hai postato!

    Anche le altre mi sono piaciute, ma questa ha raggiunto una profondità diversa, un’ attenzione ai particolari cosmici ed umani difficle da raggiungere se non si è dotati di una spiritualità altrettanto profonda e a volte disperata.

    Di quella disperazione che fa parte dell’esistere, che tu hai saputo tramutare in polvere di stelle e quindi in luce e in speranza di rinascita. Buona giornata, Cristina

  2. Cristiano scrive:

    Molto romantica nel senso alto del termine: un misto di atmosfere novalisiane e leopardiane. Bravo Pietro!

    • Pietro Pancamo scrive:

      Ieri notte ho sognato Friedrich von Hardenberg; aveva un’aria alquanto imbronciata, tant’è vero che mi ha detto: “E no! Non valis! Se ricevi ’sta valanga di complimenti, è solo perché mi copi sempre, ecco!!”. Bah, tutte calunnie frutto dell’invidia. Non gli ho dato retta minimamente! Certo, però, che non lo facevo così infantile… :-)
      Grazie per aver apprezzato i miei versi, caro Cristiano, e auguri di un superNatale!!

  3. Cinzia scrive:

    Mi piace molto questa atmosfera dipinta nella tua poesia, dove la luce dell’imbrunire sembra uniformare ogni cosa

    • Pietro Pancamo scrive:

      Grazie per questo paragone pittorico, cara Cinzia! D’altronde “ut pictura poesis” dice una famosa sentenza di Quinto Orazio Flacco.
      Buon Natale e buon anno!

  4. Elena Cassardo scrive:

    Per un attimo sono riuscita ad immedesimarmi ed essere parte di quel fagotto di stelle e di buio, e mi sono sentita protetta.

    Anche i perimetri di sonno danno un senso di protezione e oggi piu’ che mai ho bisogno di tutto cio’.

    • Pietro Pancamo scrive:

      Sulla croce Gesù ci ha redenti. Proteggerci più di così, davvero non poteva…
      Che il Natale sia per te un’oasi di pace, cara Elena.

  5. Nella scrive:

    Lasciando alle spalle il trascorso, stelle grandi e piccole le vedo come immagini e pensieri, per domani quando il sole le nasconderà.

  6. Arrigo scrive:

    Poeta,vedi l’uomo fagotto di buio e stelle nella notte…..ma anche di giorno.
    Ogni creatura è un fagotto di elettroni agitati…in una crescente entropia .

    • Pietro Pancamo scrive:

      L’entropia è nell’ordine delle cose (e la contraddizione in termini, ahimè, è solo apparente).
      Cerchiamo di consolarci col Natale, caro Arrigo. Ti auguro serenità.

  7. Laura e Mariateresa scrive:

    I tuoi versi traducono in poesia la formula:Logos +Caos =Pathos del teologo Vito Mancuso,dove passione è intesa nel duplice senso di entusiasmo e di sofferenza,di emozione dominante e di patimento.La stessa meravigliosa sintesi rilevo nel quadro di Van Gogh.

    • Maria Cristina Giongo scrive:

      Ciao, Laura. E’ proprio così, condivido il tuo pensiero. Van Gogh era capace di entusiasmi immensi; una volta passeggiava con un suo allievo, proprio nella stessa via vicino a dove abito io, in Olanda, e osservando la natura ( ai tempi incontaminata), esclamò: che meraviglia il creato che Dio ci ha donato! La frase precisa si trova nelle lettere al fratello; la cercherò per ripostarla. Poi il grande artista tornava sulla terra. La terra degli uomini, quella che gli uomini hanno corrotto; e allora cadeva in depressione. Questa è la passione di Van Gogh, che trapela da ogni suo quadro. Buona giornata!

    • Pietro Pancamo scrive:

      Van Gogh ebbe una crisi mistica, studiò teologia per un paio d’anni e fece il predicatore nel Borinage. Poi la pittura fu per lui passione, morte e anche resurrezione, se vogliamo (data la gloria postuma che gli arride tuttora). Io invece non sono che uno scribacchino. Ma vi ringrazio ugualmente, e infinitamente, per avermi in qualche modo paragonato a due grandi.
      Carissime Laura e Teresa, vi auguro uno splendido Natale e uno sfolgorante anno nuovo!

  8. Laura e Mariateresa scrive:

    Condivido il commento di Arrigo,ma mi piacerebbe sostituire entropia con armonia.

    • Pietro Pancamo scrive:

      Un’armonia c’è. E l’entropia, purtroppo, ne fa parte… come, d’altronde, anche gli auguroni che ti faccio in questo momento! Buon Natale!

  9. Marisa B. scrive:

    Musicalità, tenerezza e libertà; la libertà più libera –vagabondo- che mi ricorda un gioco di barchette fatto di poca materia ma di tanto sentimento: gusci di noci e vele di carta legate a stecchini, per sognare di andare lontano, molto lontano; realizzate da grandi e sicure mani paterne, in un’ atmosfera fiabesca di serena armonia come le note di una ninna nanna che si diffondono ed uniscono le più profonde emozioni nel grande cosmo.

    • Pietro Pancamo scrive:

      Un giorno persino le astronavi avranno una vela. Non di carta, ma di mylar alluminizzato, un materiale in grado di catturare i fotoni solari, per sfruttarne la spinta e far volare più veloce qualunque missione spaziale. Insomma saremo liberi di vagabondare anche nel cosmo, prima o poi.
      Uno sconfinato e cosmico augurio di buone Feste, cara Marisa!

  10. Laura e Mariateresa scrive:

    Chissà se Samanta Cristoforetti, dallo spazio, prova le stesse sensazioni del nostro poeta.Chiederemo a Fabio Fazio che è in contatto settimanale con lei di informarci.

    • Pietro Pancamo scrive:

      Io invece chiederò a un mio lontano parente texano, che ha lavorato alla NASA per dieci anni, sviluppando i software di lancio degli space shuttle.
      Auguroni e buon Natale anche a te!

  11. Luisa scrive:

    bella, veramente bella, bravissimo !

  12. Luisa scrive:

    Il giorno ansima nell’urgenza. Solo la notte si lascia respirare

  13. marisa scrive:

    molto bella questa notte che non fa paura, che tutto avvolge in un guscio protettivo a cui l’uomo, fatto anch’esso di luce e di ombra, si abbandona nel sonno.
    bello questo tuo accostamento. poi però viene il giorno ed è più difficile vedere le luci e, troppo spesso, l’attenzione si ferma soltanto sulle ombre.

    • Pietro Pancamo scrive:

      Sì, è una notte che non fa paura e che anzi ci aiuta a riflettere in placida scioltezza sui significati dell’esistenza.
      Moltissime grazie per i complimenti, cara Marisa. Ti auguro uno splendido Natale!

  14. Marisa scrive:

    La dolcezza di questa poesia è consolatoria e mi richiama ad una più profonda attenzione alla natura che ci avvolge nei vari momenti della nostra vita. Ancora una volta grazie per il dono di questi versi!

    • Pietro Pancamo scrive:

      “Troverai di più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le pietre ti insegneranno ciò che non si può imparare da maestri” (San Bernardo).
      Grazie a te, cara Marisa, e felicissime Feste!

  15. Anna Maria Benussi scrive:

    La tua poesia è un caldo abbraccio per chi legge; è tenera, rassicurante. Le tempeste sembrano placate, il buio incatenato non spaventa più ed il cosmo pare prendersi cura della nostra “piccolezza”. Mi hai davvero regalato un momento di serenità.

    • Pietro Pancamo scrive:

      Ti ho regalato un momento di serenità? Ne sono felice, cara Anna Maria! Mi auguro che anche il Natale e il Capodanno ti portino in dono una gioiosa quiete interiore.

  16. Luisa scrive:

    La sera ha il potere di placare l’anima stanca che spesso ci agita e ci dona un momento di riposo, liberandoci dalla tristezza della giornata……

    • Pietro Pancamo scrive:

      Sono d’accordo. Il buio della sera ci libera dallo stress quotidiano e si rivela una sorta d’amorevole coltre protettiva: ovvero un generoso “manto di vita”, pronto a coprire, bendare e lenire le ferite morali che spesso ci procuriamo o scagliamo addosso l’un l’altro, durante gli antagonismi del giorno e delle ore lavorative.

  17. Luisa scrive:

    La sera e la notte ci offrono il tempo sufficiente a rendere interessanti le cose più impensate

  18. susy pagliaro scrive:

    Una fra le piu’ belle poesie di Pietro Pancamo con cui sono entrata da subito in una magica empatia. La relazione cosmica, su cui si fonda l”esistente, ” raccontata” con quella tenerezza “fanciullina” evocata dal paese/ fagotto. Un richiamo antico e moderno al contempo, in cui la Verità della presenza del ” Grande” nel “Piccolo” è resa poeticamente manifesta. Le stelle che sussurrano la ninna nanna… un’ immagine stupenda. La luce ed il canto insieme. Una memoria profonda, ancestrale, che la parola sanscrita “arc” esprime nel suo significato. Una poesia davvero molto bella, densa di memorie che riconducono all’ antico Canto della vita. Grazie, caro poeta! Susy

    • Pietro Pancamo scrive:

      L’arcobaleno dell’alleanza originaria, quella noachica, sarà l’“Arc” de Triomphe sotto il quale sfileremo un giorno, in segno d’umiltà, per redimerci dai nostri errori e rinnovare il nostro patto con Dio.
      Carissima Susy, grazie d’essere tornata a trovarmi e, anche a te, augurissimi di buone Feste!

  19. Maria Luisa scrive:

    veramente bella questa poesia, la leggo e la rileggo, il buio non fa paura, anzi accende le stelle che ci cullano con la ninna nanna ….e nell’oscurità la mia immaginazione lavora….

    • Pietro Pancamo scrive:

      L’immaginazione non dorme mai: anche quando noi dormiamo, resta sveglia a fabbricare sogni.
      Di nuovo un milione di auguri, cara Maria Luisa!

  20. Enrico Parco scrive:

    Splendida poesia…. “Fagotto di buio e di stelle” e’ un’immagine al quanto divina… Estasiato da così tanta bravura compositrice…
    Leggendo la tua poesia mi vengono in mente i quadri di Chagall che ho visto di recente a Milano…..

    Buone feste Pietro :-)

    • Pietro Pancamo scrive:

      Grazie per questi complimenti così trionfali e “opulenti”. Li merito sul serio? Non so… In effetti l’unica cosa che io meriti davvero, e al di là d’ogni dubbio, è d’essere rimproverato, nella maniera più aspra possibile, per il ritardo abissale con cui ti sto rispondendo.
      Per farmi perdonare, ti auguro, caro Enrico, un luccicante 2015.

  21. LUCIANAIMPERATO scrive:

    Poesia bellissima! Mi lascio cullare dalle stelle e spero che la notte sia più dolce. Cari auguri per l’anno nuovo.

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