Consigli speciali per un viaggio in Sud Africa

La Repubblica del Sud Africa è uno dei paesi più interessanti che mi sia capitato di visitare. Forse perché ci ho vissuto con la famiglia o l’ho girata in lungo e in largo anche in seguito, ne conservo (o forse meglio conserviamo perché è un sentimento condiviso in famiglia) un piacevole ed indelebile ricordo.
Le guide in commercio descrivono accuratamente luoghi da visitare e io non ho la pretesa di scrivere un vademecum del viaggiatore. Ci sono, però, luoghi più o meno conosciuti, che mi hanno particolarmente colpito e che vorrei far conoscere ai lettori del Cofanetto.
Eccone alcuni.

Cape Agulhas

Capo Agulhas
www.capeagulhas.gov.za/

Cape Agulhas (che in portoghese significa aghi) è il capo più a sud dell’Africa ove gli oceani Indiano ed Atlantico s’incontrano (il punto è marcato da una targa).
E’ anche un grazioso villaggio che ci ha colpito sin dalla prima visita nei lontani anni ’90.
L’ho subito associato, senza motivo particolare, al luogo ove si potrebbe trascorrere la vecchiaia scrivendo le proprie memorie o dipingendo.
L’Agulhas è, in realtà, un ameno luogo di vacanze estive per i sudafricani.
Il faro, che risale alla metà dell’800, è ancora operante ed è visitabile.
L’Agulhas merita almeno una sosta per vivere l’emozione di “non poter essere più a sud di così”.

La bianca sabbia di De Hoop photo FotoDiMauroAlmaviva2_zps61decb86.jpg

La bianca sabbia di De Hoop

Parco De Hoop
www.capenature.co.za/reserves/de-hoop-nature-reserve/

Situato a pochi chilometri nord-est da Agulhas, il Parco De Hoop è un’altra tappa quasi obbligata. La sua costa è area marina protetta.
Anche se la località più famosa per “whale watching” (avvistamento delle balene) è Hermanus (tanto che a settembre vi si tiene un festival a loro dedicato), anche a De Hoop è possibile osservare le balene che passano a poca distanza dalla costa tra giugno e novembre, con picco ad agosto e settembre,.
Le spiagge di bianca e fine sabbia sono bellissime e la vegetazione (in genere Fynbos= fine boscaglia) ha molte analogie con la macchia mediterranea.

Elim

Elim è un villaggio dal nome biblico, a una cinquantina di km Nord-Ovest da Agulhas, gestito dalla Chiesa Moraviana. Fu fondato nel 1824 ed è rimasto, nel tempo, quasi immutato con casupole di mattoni di fango, intonaco di limo e tetti di paglia.
Vi si può visitare un piccolo museo e il mulino ancora funzionante anche se non più usato. Graziosa e semplice la chiesa.

La laguna di Langebaan photo FotoDiMauroAlmaviva3_zps84300f1e.jpg

La laguna di Langebaan

Langebaan
www.capewestcoastpeninsula.co.za/langebaan/

Langebaan è una cittadina frequentata soprattutto dagli amanti degli sport acquatici e della pesca.
La principale attrazione è la laguna di acqua marina, color turchese, poco profonda e con candide spiagge in cui possibile fare il bagno.
La laguna è all’interno del West Coast National Park, circa 100 km a nord di Città del Capo, noto per le numerose varietà di uccelli e di fiori. Infatti, nella parte più interna, vietata ai bagni e allo sport, è possibile osservare, tra gli altri, i fenicotteri.
La laguna fu abitata dall’Homo sapiens e, una ventina di anni fa, vi furono rinvenute tre impronte fossilizzate di piede umano, probabilmente femminile, note con il nome di Eve’s footprint (impronta di Eva) risalenti a oltre 100.000 anni fa.

Parco dei fossili
www.fossilpark.org.za

Il “ Fossil Park” (parco dei fossili) è a una ventina di km a Nord-Est di Langebaan.
La sua storia è originale: nel 1943 nell’area fu iniziata l’estrazione di fosfati e siccome le ossa sono ricche di questo minerale, in realtà si stava scavando in un enorme cimitero di animali preistorici. Negli anni milioni di ossa di animali furono triturate e trasformate in fertilizzante.
Fu solo negli anni ’60 che gli scienziati furono informati dell’esistenza dei fossili e iniziarono l’esplorazione delle aree non utilizzate dalla miniera.
Nel 1993 la miniera cessò l’attività e, per evitare che l’area fosse soggetta ad attività distruttive, dal 1996 essa è protetta e vi ha sede un piccolo museo con annesso laboratorio.
Una piccola area di ricerca è stata coperta per consentire, al visitatore, di vedere gli scheletri ammucchiati di animali, vissuti fino a oltre 5 milioni di anni fa che, in periodi successivi, furono probabilmente spazzati via dalle piene dei fiumi circostanti.
Veramente interessante e stimolante.

La spiaggia di Paternoster photo FotoDiMauroAlmaviva4_zpsde8c7f49.jpg

La spiaggia di Paternoster

Paternoster
www.paternoster.info

Ci siamo andati per curiosità: un villaggio chiamato Paternoster in Sud Africa era cosa insolita.
Paternoster è un antico villaggio di pescatori, sulla costa Atlantica una quarantina di km a nord di Langebaan.
E’ un importante centro per la pesca e il trattamento delle aragoste.
Negli ultimi anni ha assunto una maggior impostazione turistica ed è divenuta meta dei “capetoniani” (così sono definiti gli abitanti di Città del Capo) in cerca di tranquillità.
Molto bella la sua lunga e ampia spiaggia. In primavera l’entroterra si trasforma in un giardino fiorito.

Cape gannet in volo photo FotoDiMauroAlmaviva5_zps9a08604f.jpg

Cape gannet in volo

Lambert’s bay
www.lambertsbay.co.za

Una delle più grandi colonie di uccelli marini “Cape gannet” (Morus capensis o Sula capensis) si trova a Lambert’s bay in un isolotto a poca distanza dall’abitato.
Si calcola che essi siano più di 20.000, ma l’isola alberga anche cormorani, pinguini e altri uccelli.
La Sula è un bellissimo uccello dal piumaggio bianco e nero con sfumatura giallastra sulla testa; gli occhi sono azzurri e cerchiati di fine piumaggio, pure azzurro.
La colonia è visitabile a piedi passando lungo la diga foranea che unisce l’isola al porto della città e un percorso guidato conduce a un osservatorio a pochi metri da un numeroso gruppo di uccelli.
La gazzarra è infernale e come riescano a capirsi è un mistero; ma è affascinante osservare la loro vita in diretta.

Pinguino photo FotoDiMauroAlmaviva6_zps5b17087c.jpg

Pinguino nella zona riabilitazione del centro

Centro per la riabilitazione di pinguini a Cape St. Francis
www.capestfrancis.co.za/listing/penguin_rescue_and_rehabilitation

All’inizio del 20° secolo si riteneva che la popolazione di pinguini in Sud Africa ammontasse a più di un milione d’individui.
L’ultimo censimento di diversi anni fa, ha stimato la popolazione a meno di 120.000 esemplari.
Il drastico calo è dovuto a diversi fattori tra cui raccolta delle loro uova, riduzione della disponibilità di cibo (il pesce diminuisce a causa della pesca intensiva), disastri ambientali (perdita d’olio dalle navi cisterna).
Negli anni ’60 fu fondata una società di volontari per la protezione degli uccelli marini poco lontano da Città del Capo (chiamata SANCCOB).
A Cape St. Francis i volontari si sono occupati, per una ventina d’anni, della cura dei pinguini ed altri uccelli con pochi mezzi e spazi ridotti.
Nel 2006 fu completato un moderno centro che, dal 2013 , fa parte del SANCCOB. Esso consta di un’unità di terapia intensiva ed un centro di riabilitazione ove i pinguini sono posti fino a che è possibile il loro rilascio in libertà. Nel centro (poco lontano dal faro) vi sono un bar e un negozietto ove si possono acquistare oggetti e capi d’abbigliamento. Il ricavo serve a finanziare il centro.

Cape Point photo FotoDiMauroAlmaviva7_zpsdf0e56c6.jpg

Cape Point

Capo di Buona Speranza
www.capepoint.co.za

Non si può citare L’Agulhas senza menzionare il Capo di Buona Speranza che, inizialmente chiamato Capo delle Tempeste, è stato a lungo creduto il punto più a sud dell’Africa.
Doppiare il Capo è stato ed è tuttora, rischioso a causa delle forti correnti e alte onde.
Tutta la penisola fa parte del parco nazionale Table Mountain National Park.
Un cartello indica il punto più a Sud-Ovest dell’Africa ed è quasi obbligatorio farsi fotografare davanti a esso.
Interessante è la salita, a piedi o con comoda funicolare, al Cape Point, la punta estrema della penisola.
Da qui cui si può osservare la lunga costa della False Bay (falsa baia), una delle più grandi insenature naturali del mondo (dall’imbocco alla costa vi sono più di 30 km e il punto più largo misura 40 km) che è così chiamata perché i primi navigatori la confondevano con la baia in cui approdare (Table Bay situata più a nord). A Cape Point vi è un ristorante panoramico.

Mauro Almaviva
CHI SONO

Fotografie di Mauro Almaviva

Proibita la riproduzione del testo e delle foto senza citare autore e fonte di informazione
No part of this publication may be reproduced or transmitted, in any form or any means, without prior permission of the publisher and without indicating the source

Tags: , , ,

5 Responses to “Consigli speciali per un viaggio in Sud Africa”

  1. Claudia Tagliabue scrive:

    Mauro, non ho parole, muta !!! Hai scritto un articolo bellissimo e interessante, che fa venir voglia di partire all’istante !!! Luoghi fantastici nella loro semplicità, ma di una bellezza naturale impareggiabile!!! Magnifiche le fotografie !!! Complimenti, come sempre, arrivi ai nostri cuori portando una gran voglia di evadere……. Grazie !!! Alla prossima…..

  2. Mauro scrive:

    Ancora una volta grazie.
    Con Cristina abbiamo pensato di pubblicare, ogni tanto, qualcosa di un po’ più “turistico”. Questo sia per invogliare chi può, a vistare i luoghi, sia per far sognare chi deve restare a casa (magari con l’aiuto di internet).
    A dicembre ritorneremo alle esplorazioni.

    • admin scrive:

      Confermo. E’ anche interessante parlare di viaggi e dare consigli utili. Mauro è molto bravo a scrivere e soprattutto può dividere con voi le sue avventure di vita in un Paese che ama tanto. Forse non condividiamo lo stesso pensiero sul fatto che io ogni tanto desidererei leggere anche un articolo sulla sua esperienza professionale come medico. Non per conoscere altre storie tristi di miseria e povertà ma per potermi arricchire ulteriormente attraverso i suoi racconti sulla gente di quei luoghi, il loro approccio alla malattia, quale tipo di sostegno sarebbe più utile offrire loro; e poi come si trovava lui in mezzo a persone tanto diverse da noi per cultura, usanze, credenze.

  3. Mauro scrive:

    E’ più difficile raccontare delle esperienze di medico ( o infermiere, ecc.) che non di qualsiasi altra professione. Si rischia di cadere nei luoghi comuni, nell’alterare i fatti e i sentimenti a seconda del perché e a chi si racconta. Vi sono sentimenti che ho provato che, per ora, vorrei tenere per me. Credo però che potrei inserire qualche aneddoto. Ci penserò.

Lascia un commento