Ti amo così tanto. Non partire. Terribile incidente in Svizzera.

(foto: deredactie.be)

E’stata commovente la cerimonia funebre che si è tenuta oggi a Lommel, in Belgio, nell’arena Soeverein, in cui sono state commemorate le piccole vittime della tragedia avvenuta a Sierre, in Svizzera, dove hanno perso la vita 28 persone: 22 bambini e 6 adulti. 24 sono feriti, due gravemente. Una bimba è uscita poche ore fa dal coma.

Sulla dinamica dell’incidente non si sa ancora nulla. Le autorità svizzere andranno presto in Belgio per ascoltare i bambini sopravissuti, sperando di trovare qualche elemento utile al chiarimento.
Il primo a “giungere” in una bara di legno color maonia è stato il loro maestro, Remò, che ha accompagnato tante altre scolaresche a sciare, per ben 25 anni. Questo è stato l’ultimo suo viaggio con i ragazzi.

Poi, una per una, sono arrivate le bare bianche dei bambini nel carro funebre, accolte da cinque militari che, dopo aver marciato in loro direzione, le prendevano in spalla camminando verso l’ingresso. Un sesto militare precedeva il feretro con in mano una fotografia del piccolo scomparso. Ogni bara aveva sul coperchio un mazzo di grandi rose color rosa antico, con striature di tonalità più intensa. Dietro li seguivano i genitori, i fratelli, le sorelle, i nonni.

Mi ha colpito molto il tenero gesto di un soldato, che, mentre sorreggeva la bara, non ha resistito a posare su di essa una lieve carezza. Le bare erano 15, in quanto non tutti i corpi sono stati ancora rimpatriati e riconosciuti.

(foto: vroom.be)

Presenti le telecamere e la stampa di 30 Paesi: il premier belga Elio Di Rupo, in smoking e cravattino nero, quello olandese, Mark Rutte, e i reali del Belgio, Alberto II, 78 anni e Paola Ruffo di Calabria, 74. La regina Beatrice d’Olanda non se l’è sentita di partecipare, colpita pure lei dal grande dolore per il figlio principe Friso, ancora in coma dopo essere stato travolto da una slavina mentre sciava.

Al suo posto il futuro erede al trono Willem Alexander, con la moglie Maxima. Dentro l’arena c’erano 5000 persone; la sala era al buio ma il podio era illuminato da lampadari di cristallo e tanti di quei fiori bianchi che sembravano lanciare gli stessi bagliori di una lampadina. Due i momenti di grande emozione: il saluto del re dei Belgi Alberto II, che si è fermato a lungo davanti alle piccole bare, piegato in un inchino che pareva non finisse mai.

Poi la regina Paola l’ha preso sottobraccio e si sono trattenuti a salutare i familiari delle vittime; anche lei era commossa, tanto che ad un certo punto non è riuscita a trattenere le lacrime, dopo aver stretto la mano di una mamma ed aver accarezzato il fratellino di uno dei bimbi scomparsi. Per un attimo ha guardato davanti a sè, in direzione dei presenti ed il suo sguardo è apparso veramente e profondamente turbato, colmo di dolore.

(foto: ed.nl)

Indi ha preso il marito per mano e si sono avviati al loro posto in prima fila. Anche la principessa Maxima, elegantissima nel suo tailleur nero con un filo di perle al collo, era visibilmente addolorata. Presente pure il presidente della Confederazione Elvetica Eveline Widmer-Schlumpf, che è corsa sul posto subito dopo l’incidente. Da allora non ha mai abbandonato le famiglie delle vittime nel suo Paese, anche nella penosa fase del riconoscimento dei corpi.

Durante la cerimonia una giovane ragazza, vestita di un lungo abito rosso ha cominciato a danzare, volteggiando davanti alle bare bianche, come un uccellino pronto a spiccare il volo. Naturalmente non è mancata la musica, anche quella preferita dai giovani allievi periti nell’incidente. Intorno un silenzio assoluto, carico di dignità e coraggio.

Molto coraggio anche da parte dei genitori, dei fratelli, sorelle e nonni dei bimbi, che hanno dato loro l’ultimo addio, con parole strazianti. La mamma di Nicolas, un bel bambino biondo di 11 anni, ha detto, con la voce rotta dal dolore: “ figlio mio, più ci stiamo allontanando da te, più ti sento di nuovo accanto a me. Andremo ancora a bere una cioccolata insieme, a mangiare le patatine fritte che ti piacevano tanto…”

Il sindaco di Lommel, Peter Vanvelthoven,nella foto, ha tenuto un discorso molto bello, sentito. Ad un certo punto si è interrotto commosso.(foto: hbvl.be)

Mentre i genitori parlavano appariva su uno schermo la fotografia del loro figlio con l’impronta della sua mano. Infatti tutti i ragazzi avevano preparato, prima di partire, un collage di disegni con impresse le loro mani.
Una ragazza, sostenuta dal padre, ha letto una lettera per il fratellino:
“Litigavamo spesso ma ti ho voluto tanto bene….Scusa se qualche volta ti ho trattato male. Un giorno, quando avrò un bambino gli parlerò di te con orgoglio, felice che tu sia esistito.”
A questo punto si è fermata, scoppiando in un pianto dirotto. Suo padre ha letto ancora una frase della sua missiva ma poi non è riuscito a continuare nemmeno lui…”

Hanno preso la parola anche un nonno, un padre, ancora un fratello: brevi storie di vita familiare, intessute di episodi che oramai sono solo ricordi destinati a rimanere tali.
Una mamma diceva ad Emy che le mancava tanto, ma che era sicura che lei era là in alto, su una stella, ad aspettarla. Ha parlato anche il figlio del maestro della scuola, rammentando quando suonò il telefono a casa loro, il giorno dell’incidente, il mattino presto e lui pensò che fosse il padre a svegliarli di buon ora…

“Adesso non ci sveglierai mai più così presto! Come avrei voluto che fossi stato tu anche questa volta a telefonarci. Invece era qualcuno che ci annunciava che era successa una terribile disgrazia e che tu non c’eri più! Papà, ricordi quando dopo una partita di pallone, quando venivi a vedermi giocare ti salutavo dicendoti a dopo….e tu mi rispondevi, a dopo, a casa. Ora a casa non ti troverò.”

(foto: ad.nl)

Alla fine è salita davanti al leggìo la moglie di uno degli autisti, che fa parte del coro La Scala. Ha ricordato il loro incontro, il loro amore a prima vista, la sua allegria.
Il loro matrimonio, “troppo breve”…e la sera della partenza in cui lui cantava girando per casa e preparando la valigia urlandole “ ti amo”! Quella sera le promise che sarebbe stato l’ultimo viaggio perchè aveva deciso di dedicare maggior tempo a lei per stare più insieme. Ma non è più tornato.

Il coro ha quindi iniziato a cantare non andare via! Stai con me. Ti amo così tanto. Non partire!. Fra le testimonianze più toccanti anche quella di una sorella che racconta che, quando era partito il fratello, aveva pensato “finalmente qualche giorno di pace in casa!” Ora rimpiange quel pensiero! Un ragazzo parlando sottovoce dice: “Kevin, fratellino, lo so che non vedevi l’ora di tornare a casa perchè avresti trovato la cameretta nuova con il letto grande che avevi tanto desiderato”. Due artisti intonano una canzone, suonando la chitarra: le ultime parole sono dormite in pace, nell’amore e in serenità.

I genitori hanno dedicato questa cerimonia anche alle tante persone che ogni giorno muoiono in tutte le parti del mondo, per non dimenticarci di loro, che magari non hanno avuto l’attenzione e l’affetto che ha circondato la salita al cielo dei loro bambini.

Quando tutto è finito la gente è uscita in silenzio, in questa belllissima giornata primaverile. Una donna si è fermata e ha frugato nelle tasche; poi ha tirato fuori un foglietto stropicciato su cui c’è un messaggio ricevuto dalla figlia: “Mamma, quando salirò sulla montagna, là in alto, sarò vicino alla nonna”. Adesso sua figlia è dentro una di quelle bare bianche, coperte da uno splendido mazzo di rose.

Maria Cristina Giongo
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One Response to “Ti amo così tanto. Non partire. Terribile incidente in Svizzera.”

  1. marni scrive:

    TErribile ..non ci sono altre parole :-/

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