Nuovo libro di Roberto Allegri con la prefazione di Al Bano Carrisi. L’amore per i cavalli. La paura è peggio della morte.

Lo scrittore giornalista Roberto Allegri con il suo cavallo Rodin

Emozionante è il termine giusto per descrivere il senso del libro di Roberto AllegriTra cielo e terra” (editore Mursia). Emozione viene dal latino emovere (muovere da…). Un movimento che si attiva dal profondo del tuo essere portando alla luce i sentimenti. A partire dalla prefazione del compositore Al Bano, ricca di aneddoti e soprattutto di affetto per lui, “sin dal primo momento in cui l’ho stretto fra le braccia”, scrive Al Bano ricordando quando fece da padrino al suo battesimo, entrando subito in sintonia con lui. Una vera e sincera amicizia che dura da una vita; insieme alla passione per i cavalli.

Il cantante Al Bano, che ha scritto una bella prefazione al libro di Roberto Allegri intitolato “ Tra cielo e terra”.

“Roberto mi assomiglia”, continua Al Bano nella sua prefazione al libro. “Lui scrive, io canto. Per raccontare emozioni e sentimenti lui usa la penna e le parole, e io lo faccio con la musica e la voce. Ma tutti e due nel nostro lavoro ci mettiamo il cuore”.
Un cuore che batte più forte al ricordo del suo primo cavallo, Nina, di quando “erano una cosa sola e, al galoppo, due frecce che tagliavano il vento, scagliate dalla loro stessa volontà verso il mare, le dune della spiaggia, il bosco, i campi”.

Roberto Allegri inizia il suo libro spiegando come si può rendere partecipi gli altri dell’amore che si può nutrire per un cavallo “arrivando a pensarlo anche quando cammini in mezzo al traffico cittadino e senti che ti manca il suo amore purificatore, fatto di calma e attimi di respiro”. A questo punto ci presenta Rodin, il suo cavallo preferito, argentino: un criollo, come dicono in Sudamerica. Anche in Rodin tutto ha un senso, a cominciare dal suo nome. Loro si capiscono e Rodin lo invita alla riflessione e alla speranza, con cui devi sempre camminare per mano.

I cavalli argentini, come ci racconta Roberto, sono robusti in quanto abituati ad essere trattati con durezza: ma anche provati dalla crudeltà umana nel momento in cui li priva della libertà per renderli schiavi. Infatti sono terrorizzati dalla paura della botte, anche se non mollano mai, non crollano mai. Si tengono dentro il loro dolore con fierezza.

Il rapporto che si instaura fra Roberto e Rodin nasce soprattutto dalla consapevolezza di entrambi che, se vogliono amarsi, devono prima varcare la soglia del dolore e della fiducia. Roberto si trova davanti ad un animale ferito nel profondo dell’animo; Rodin deve vincere la paura per un nuovo padrone che “non vuole domarlo ma soltanto amarlo e farsi amare”.

Nel libro si segue il loro percorso d’avvicinamento con molta partecipazione, entrando con gli occhi dell’animo nelle loro passeggiate solitarie lontano dal frastuono cittadino che Roberto tanto odia: a contatto con la natura, attraverso percorsi di strade sterrate. In autunno alla ricerca dei colori della terra, in inverno “cercando il suono silente della neve”. Sempre in sella, sia a livello reale che metaforico. In poche parole proseguendo a testa alta, con coraggio.

La copertina del libro di Roberto Allegri

A volte Roberto osserva il suo Rodin come osserva suo padre Renzo (grande scrittore), il quale, più gli anni avanzano, più cerca pure lui il contatto con la terra e con i doni che sa offrirci se sappiamo trattarla bene. Se impariamo a seminare, piantare, accudire. Come nella vita, “dove nulla cresce per caso. Nè fuori di te: nè dentro di te”.

“ Fare il bucato allo spirito”, scrive Roberto, “ quando tutto ciò che ci circonda ci sporca l’animo: falsità, illusioni, vuoto, incoerenza, stupidità con cui ci bersagliano quotidianamente Tv, giornali…” Lui desidera soltanto trovarsi nella sua terra, in mezzo alla natura, al buon vino, al suo cavallo e agli altri animali. Ognuno di loro gli ha insegnato qualcosa; i suoi cani, un pettirosso, un cigno, “la civetta che cigola nella notte”. E poi i cavalli del passato, come Vuk, il primo che ha montato senza sella cadendo e rialzandosi secondo le lezioni che esso gli impartiva per mostrargli come cavalcarlo senza timore, freni, inibizioni. Indi Jasmine, una cavalla araba bianca con una cicatrice all’interno della coscia sinistra inflittagli da un uomo che l’ha malatrattata sino quasi ad ucciderla. “Sfregiata nel corpo e nell’anima”. Eppure dolce e buona verso chi l’ha salvata ed accolta con amore.

Infine Harina, dal pelo morbido ed il manto “color della terra più fertile”. Harina adesso non c’è più. “La morte di un cavallo è come lo spegnersi del vento”, scrive Roberto, con sommo lirismo e profonda malinconia. “ E’come chiudere una finestra e l’aria che corre resta fuori. Non la senti più. Ma l’energia di un cavallo seguita a galoppare anche dopo la fine. Da qualche parte, solo che non la si vede.”
Secondo me questo è il capitolo più bello, quello in cui si tocca il mistero che ci unisce tutti, umani ed animali, proiettati verso un’energia nuova, eterna.

Un altro capitolo che mi è piaciuto molto è quello del salvataggio del topo dalle grinfie del gatto. Forse perchè mi riconosco in quest’azione di protezione verso l’essere più indifeso e più debole. Anche Roberto interviene per salvare un topino in trappola, colpito dalla paura visibile dell’animaletto, dal suo respiro affannoso, terrorizzato, che, come dice lui stesso, “è peggio della morte”.

Roberto Allegri con il suo Rodin

I cavalli la paura ce l’hanno nel DNA. Infatti Roberto ci spiega che la prima mossa da fare quando un cavallo è spaventato è quella di tranquillizzarlo con gesti affettuosi e voce serena, quasi monocorde. E alla fine sono proprio loro a farti capire che anche tu hai bisogno di liberarti di tante paure.

Quello che colpisce maggiormente in questo libro è il fatto che in ogni parola, in ogni frase, in ogni piccolo racconto,Roberto ti ricorda ciò che sempre più dimentichiamo: che proprio nella natura dovremmo cercare il nostro equilibrio interiore e la serenità. In quanto nella natura “l’equilibrio regna ovunque” (sino a che non interviene la mano dell’uomo a distruggerlo!). E, se è pur vero che in natura esiste anche il male, non dobbiamo spaventarci “perchè è bilanciato da ciò che è buono: sono tutte altalene di armonia, in cui puoi sentire la voce di Dio se ti poni in ascolto.”

Per esempio la pelle di un serpente lasciata per terra ci racconta che non è possibile fermare il tempo ma che tuttavia “ogni giorno ognuno di noi ha la possibilità di trasformarsi, di rinnovare il proprio corso e di lasciare a terra, fra le pietre, le cattive abitudini, quelle inutili che oramai sono soltanto un peso, indossandone di nuove, lucenti e dai riflessi di sole”. Questo è il primo pensiero che coglie Roberto al ritrovamento della pelle di un serpente e nel momento in cui arriva un esercito di formiche per portarsene dei pezzetti nel loro formicaio. “La pelle della muta del rettile illustra la potenza del Creato. Ciò che viene abbandonato può servire a qualcun altro, nell’inno dell’armonia che avvolge ogni cosa. In questo modo la pelle del serpente, scartata da chi si rinnova, diventa il nutrimento per le formiche”.

Ancora una bella immagine di Roberto Allegri con Rodin

Ecco perchè non poteva esserci persona più adatta di Al Bano a scrivere la prefazione di questo libro. Non solo per la grande amicizia che lo lega da una vita al suo autore, ma proprio per lo stesso amore profondo per la Terra ed il suo Creatore. “Tenendo la mano alla speranza” anche nei momenti di sconforto che questi due grandi personaggi hanno imparato a contrastare rifugiandosi in mezzo al silenzio della natura, a contatto con i loro animali, la testa appoggiata a quella del loro cavallo, per ascoltarne il respiro tranquillizzante.

Anche Al Bano chiude la sua prefazione con una speranza: quella di ritrovarsi ancora con il suo caro amico Roberto ed i loro cavalli a galoppare nel vento. E noi con loro, grazie a questo bellissimo libro che sicuramente lascerà in chi lo leggerà, come l’ha lasciata in me, una sferzata di magica energia, un sollievo dell’animo; una sottile emozione come quella che provi, senza una ragione precisa, alla fine di un temporale, alla vista di un inaspettato arcobaleno. Sentendoti improvvisamente bene. Finalmente ed intensamente bene.

Maria Cristina Giongo
CHI SONO

Il servizio fotografico è di Nicola Allegri.

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8 Responses to “Nuovo libro di Roberto Allegri con la prefazione di Al Bano Carrisi. L’amore per i cavalli. La paura è peggio della morte.”

  1. Sna Flower scrive:

    Prima di tutto complimenti per questo bellissimo articolo.Che dire,sono entrambi grande persone che stimo tantissimo per tutto.Non vedo l’ora di comprare e leggere questo meraviglioso libro.
    Cordiali saluti
    Senka

  2. rosa serafini scrive:

    Ciao Cristina ,
    la speranza di Al Bano di ritrovarsi con l’amico e “galoppare nel vento” e’ un’immagine stupenda e meravigliosa.
    Complimenti per il bellissimo articolo e leggero’ il libro che senz’altro sara’ emozionante.
    Ti auguro Buon Anno
    Rosa

  3. Maria scrive:

    Sono curiosa di leggere questo libro,lui e Al sono semplicemente 2 persone con grande sensibilità e voglia di libertà!!Bell’articolo auguro ad entrambi un anno di successi e serenità e un abbraccio a te Cristina!!

  4. Mario D'Auria scrive:

    complimenti ad entrambi …..

  5. Dony scrive:

    Che bello. Ragazzi mi avete lasciato col fiato sospeso ed era un articolo meraviglios complimenti Cristina ma grandi Roberto ed Albano,non ero mai stata a cavallo e l’anno scorso per la prima volta mi hanno fatto questo regalo: una passeggiata a cavallo! E’ stata la più grande gioia della mia vita ancora oggi ricordo passo passo le emozioni, dalla leggera brezza del vento nei capelli, la dolcezza di quel cavallo che ad un mio piccolo segnale mi conduceva dove volevo. E’ da provare! Andrò a comperare il libro per galoppare ancora sia pure con la fantasia, grazie a Voi!

  6. maria cristina giongo scrive:

    Grazie a tutti….anche da parte mia!

  7. GIANCARLO scrive:

    Ciao, vorrei gentilmente avere una mail di contatto con il Sig. Roberto Allegri poichè ho letto alcuni suoi articoli e volevo domandargli degli approfondimenti per me importanti. Purtroppo in internet non sono riuscito a trovare nessun contatto quindi ho usufruito di questa pagina…molte grazie cordiali saluti.

  8. Maria Cristina Giongo scrive:

    Ciao, Giancarlo,

    ho girato la sua email a Roberto Allegri. Il giornalista Allegri collabora da anni ed anni anche con il settimanale della Mondadori CHI. Io, la prima volta che l’ho cercato, ho telefonato alla loro redazione.

    Comunque ora aspettiamo la sua risposta.

    Cari saluti e buona giornata!

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