La filastrocca cordiale di gennaio

Londra: il palazzo di Westminster e la torre del Big Ben

 

Per iniziare il 2015 nel segno del sorriso (un sorriso beneaugurante e rilassato), oggi vi propongo una mia filastrocca simpatica e cordiale, anche se (che disgrazia!) alquanto modesta nello stile. L’ho redatta in due lingue differenti, a dire il vero, e devo ammettere una cosa: la versione inglese, che peraltro è in prosa e pervasa tutta quanta da un ritmo ben costante (o forse neanche un po’), si rivela assai migliore (senza dubbio e senza ma) del testo originale (ovviamente in italiano). Chissà… magari trasloco a Londra, quest’anno. :-)


 

 

Il tempo è un deposito bagagli:
là ti rechi in abbondanza
col fine di lasciarvi
tal quale una valigia
l’episodio più banale,
sì perfino quello,
della storia tua privata
sia del vivere continuo
che conduci fittamente
ed erratico trascorri
in questo mondo alla giornata.
Gli anni, diligenti,
(che impiegati scrupolosi!)
a mo’ di ricevuta, ti porgono un ricordo.

***

Time is an office for left luggage: you abundantly go there to deposit with zealous attention and in every least detail, as if some kind of invaluable suitcase, the most banal event –yes, even that!– of the existence you lead, one hour after another, in this day-by-day world whose name is “Earth”. The careful years (what diligent keepers, what clever employees, what sedulous clerks!) give you a memory, which really is a proper receipt.

Pietro Pancamo
CHI SONO

 
 
 
 

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53 Responses to “La filastrocca cordiale di gennaio”

  1. enrica talamo scrive:

    Mi è piaciuto molto proprio per la sua semplice immediatezza. Grazie
    Enrica

  2. Claudia Tagliabue scrive:

    Che carina !!! Semplice, ma veritiera. Bella….

  3. Elisa Prato scrive:

    Pietro riesce sempre a far pensare. Gia’, la nostra ricchezza e’ impiegare bene il tempo.
    Elisa

    • Pietro Pancamo scrive:

      Grazie della stima, cara Elisa.
      Hai colto nel segno: riuscire a impiegare bene il nostro tempo è fondamentale. Solo che –come ci spiega Ambrose Bierce, con lessicografica ironia– tendiamo invece a gettarlo via: “Giorno ˂gior·no˃ s.m. – Un periodo di ventiquattro ore, in gran parte sprecate”.

  4. Nella scrive:

    Quante ricevute, quanti bagagli! L’archivio si arricchisce e ritrovare la ricevuta può essere difficile. Mi fa piacere riporne altre!!!

  5. Alice scrive:

    Il tempo: quanti studi e quanti dubbi suscita. Cos´è? É semplice oppure no, come la tua poesia. Ci fa pensare.

    • Pietro Pancamo scrive:

      Cos’è il tempo? Beh, secondo Constantin Stoica “è uno strumento sul quale solo Dio sa suonare”.
      Grazie, cara Alice, d’essere passata a trovarmi!

  6. Cristiano scrive:

    Leggendo queste tue parole, mi è venuta una gran voglia di viaggiare, partire!

    • Pietro Pancamo scrive:

      “Quando vivi in un luogo a lungo, diventi cieco perché non osservi più nulla. Io viaggio per non diventare cieco” (Josef Koudelka).
      Lunga vi(s)ta ai viaggiatori, dunque! Te compreso, caro Cristiano, che contribuisci così puntualmente a questa rubrica. Grazie!

  7. Bianca scrive:

    Sicuramente in qualche baule di questo deposito dimorerà qualche scheletro! In questo caso la ricevuta non è gradita e verrà prontamente smarrita! :)

    • Pietro Pancamo scrive:

      “A volte ritornano”, diceva Stephen King. Si riferiva anche alle ricevute? Speriamo di no… :-)
      Grazie del commento, cara Bianca.

  8. Luisa scrive:

    che bella !!!!!!! quanti avvenimenti depositiamo nel deposito bagagli del tempo! Ogni giorno lasciamo qualcosa …. di lieto o di triste….., quando ricuperiamo la ricevuta del deposito saremo contenti di rivivere quei momenti ?

    • Pietro Pancamo scrive:

      Non saprei. Devo pensarci un momento. :-)
      A parte gli scherzi (ovvero le mie battute sciocche), sei gentilissima come sempre, cara Luisa. Anzi ti sono obbligato, e tanto!, per i tuoi graditissimi complimenti.

  9. marisa scrive:

    ma che carina questa immagine del tempo come deposito bagagli e del ricordo come ricevuta, bravo mi è proprio piaciuta

  10. Peirolo Gianni scrive:

    Poesia profonda che tocca il cuore e che dedico
    Ad una donna di nome laura.
    Poesia che indica che tutto passa tranne l’amore

  11. Laura e Mariateresa scrive:

    Che fatica preparare i bagagli.Averli in deposito è già un gran sollievo!

    • Pietro Pancamo scrive:

      “Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli”. Emilio Salgari, gran furbacchione, l’aveva risolto così il problema delle valigie…
      Carissime Laura e Teresa, grazie davvero e grazie di tutto!

  12. Bianca scrive:

    Sono certa che in qualche baule nel deposito bagagli sia celato qualche scheletro! In questo caso la ricevuta non solo non è gradita ma prontamente buttata! :)

  13. susy pagliaro scrive:

    Questi versi conducono il mio pensiero ai tanti viaggi della mia vita. Il deposito è davvero pieno di bagagli…In ogni trolley, emozioni, sentimenti, immagini di luce ed ombre e buio. Rivedo: gioia, allegria, amicizia, amore… Ma anche tristezza, delusione e dolore. Ogni attimo è stato ed è importante; ogni sentire è stato ed è prezioso perché ‘ compagno’ di quel grande viaggio che è la VITA. Grazie, caro Pietro! A presto. Susy

    • Pietro Pancamo scrive:

      “Non c’è essere umano più completo di colui o colei che ha viaggiato, che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita”. Dimmi, cara Susy: Alphonse de Lamartine stava parlando proprio di te, per caso?.

      Grazie infinite per la tua testimonianza!

  14. Arrigo scrive:

    Una filastrocca per sorridere.Bene.
    Come italiano riesco a sorridere solo in inglese !!
    Oggi in italiano riesco solo a piangere….

    • Pietro Pancamo scrive:

      Grazie per questo commento spiritoso e arguto, caro Arrigo.
      Hai ragione: ovunque si guardi, non c’è che pianto e stridor di denti, ultimamente. E per di più saremo attaccati, fra poco, da una milizia di bravi terroristi, i quali ci spareranno in arabo; allora, in italiano, potremo solo morire.

  15. Marisa B. scrive:

    E’ triste pensare al tempo come deposito bagagli, preferisco pensare ai bagagli come deposito del mio tempo.
    Bagagli, valigie, tempo libero, grandi e piccoli spazi solcati da paesaggi rapiti con incanto, emozioni forti da brivido; sentimenti dolci teneri di un addio o di un arrivederci, calde lacrime che conservano i ricordi più profondi e nostalgici: io sono parte di loro e loro sono parte di me.

    • Pietro Pancamo scrive:

      Cara Marisa, questo tuo excursus, così lirico e bello, attraverso le mille sfumature della nostalgia, mi conferma che Victor Hugo non sbagliava affatto a sostenere che “gli occhi che piangono di più sono anche quelli che vedono meglio”.

      • Marisa B. scrive:

        Spesso però le lacrime annebbiano la vista. Platone:”…dobbiamo imparare a non perdere tempo a piangere sulle nostre ferite…”

  16. Marisa G. scrive:

    Ho trovato molto bello questo pensare poeticamente al nostro tempo passato come ad un bagaglio in deposito da cui possiamo estrarre i momenti che amiamo ricordare. Grazie!

  17. Marisa G. scrive:

    Ho trovato molto bello questo pensare poeticamente al nostro tempo passato come ad un bagaglio in deposito da cui possiamo estrarre i momenti che amiamo ricordare. Grazie! Marisa G.

  18. Santina. P scrive:

    Una semplice filastrocca ci fa ricordare il tempo passato dove era depositato in un baule che è la (memoria) Ciao.

    • Pietro Pancamo scrive:

      “Dio ci ha donato la memoria, così possiamo avere le rose anche a dicembre” (James Matthew Barrie).
      Grazie delle tue parole, cara Santina, e alla prossima!

  19. Elena Cassardo scrive:

    Nel deposito bagagli della stazione primaria della mia vita, ho lasciato tutto il superfluo. Ora me ne vado per il mondo con l’indispensabile:salute e gioventu ! ….. Per un attimo ho sognato, Grazie Pietro …

    • Pietro Pancamo scrive:

      Grazie d’essere scesa qui, cara Elena. Io invece proseguo il mio viaggio, e a bordo di un treno che traballa su rotaie malferme, ecco!, m’avvicino sempre più al capolinea delle Pancamian (f)railways. E come destinazione, credimi, non è da sogno. A ogni modo sono lieto che la mia filastrocca, sebbene solo per un attimo, ti sia stata d’aiuto e di conforto.

  20. Laura e Mariateresa scrive:

    Sovente , e soprattutto a livello personale,il tempo anzichè essere fedele depositario di bagagli ne èimplacabile distruttore.

    • Pietro Pancamo scrive:

      “Il tempo divora le cose”, una dopo l’altra, e non possiamo nemmeno augurargli che gli vadano di traverso (perché, ovviamente, se morisse soffocato ci rimetteremmo anche noi…).

  21. Laura e Mariateresa scrive:

    Bellissima considerazione la tua,Elena.”Ciò che non serve pesa”diceva suor Teresa di Calcutta!

  22. Elena scrive:

    Il viaggio può assumere una vasta gamma di significati.
    Può essere avventura ,scoperta,ricerca,fuga,ritorno.
    Può essere una esperienza realistica o fantastica,può diventare una metafora per parlare di sè , della conoscenza, della vita ,della morte. …

    • Pietro Pancamo scrive:

      Grazie d’essere nuovamente qui, cara Elena.
      Sì, è verissimo: la metafora del viaggio è multiforme, proprio come l’ingegno di Ulisse (che, non a caso, era un grande viaggiatore).

  23. Anna Maria Benussi scrive:

    Quanti commenti condivisibili ha suscitato la tua filastrocca! Quanti pensieri si possono formulare sul tempo che ci è concesso ed inesorabilmente passa! Vorrei solo dire a laura e Mariateresa che a volte è una bella fortuna dimenticare. Mi piace pensare al tempo come ad un filtro che elimina quanto è sgradevole e conserva ciò che merita di essere ricordato.
    Grazie Pietro.

    • Pietro Pancamo scrive:

      Cara Anna Maria, grazie per il tuo intervento.
      Sai? Massimo Bontempelli la pensa proprio come te: “Dimenticare. È spesso utile quanto il ricordare”.

  24. Antonella scrive:

    Se vogliamo conoscere le cause create nel passato, (archivio del proprio inconscio, deposito bagagli), dobbiamo guardare gli effetti che si manifestano nel presente.
    Se vogliamo conoscere gli effetti che si manifesteranno nel futuro, dobbiamo guardare le cause che stiamo mettendo nel presente.
    Nessuna causa svanisce nel nulla, si accumula dentro di noi, in una sorta di magazzino, in attesa di essere attivata.

    • Pietro Pancamo scrive:

      Cara Antonella, a suffragio di queste tue osservazioni, così intelligenti e acute, voglio ricordare quanto diceva Henri Bergson: “Quel che si trova nell’effetto era già nella causa”.

  25. Mariano F. scrive:

    Le tue poesie, Pietro, fanno sempre sognare, in questo caso anche ricordare. Il tempo, secondo me, è il bene più prezioso che noi abbiamo anche se il più delle volte lo trascuriamo senza rendercene conto.

    Ciao Pietro

    • Pietro Pancamo scrive:

      Grazie dei complimenti, caro Mariano.
      La tua giustissima osservazione mi riporta alla mente queste sagge e belle parole di Harvey MacKay: “Il tempo è gratis ma è senza prezzo”.

  26. Cinzia C scrive:

    Il bagaglio della vita è per la scienza orientale il karma accumulato, caro Pietro, a volte è un bagaglio pesante a volte è leggero, ognuno ha il suo. Si parte??

  27. enrico parco scrive:

    Fantastica associazione baglio-ricordo, quanto è bello a volte entrare nel proprio deposito bagagli ed aprire situazioni e/o eventi lieti e gratificanti…

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