Hans Hartung. L’oeuvre ultime

Lo studio di Hans Hartung ad Antibes

Lo studio di Hans Hartung ad Antibes

Per celebrare l’anniversario dei vent’anni dalla morte di Hans Hartung (Leipzig 1904 – Antibes 1989), sono in corso in tutto il mondo molte mostre che ne ricordano l’opera: in Italia la più significativa, dedicata alle ultime opere prodotte appena prima della morte, si tiene alla Caserma Cosenz di Gaeta dal 26 luglio al 18 ottobre 2009. Tra i promotori dell’iniziativa, il gallerista ed amico Antonio Sapone, che conobbe Hartung negli anni sessanta, esponendo per primo nella sua galleria di Nizza i quadri astratti di questo artista indomito che dipinse fino al suo ultimo giorno di vita: nel suo studio di Antibes, ormai esausto e non più padrone del suo corpo confinato in carrozzella, Hartung utilizza un improvvisato mezzo meccanico, una pompa usata dai contadini del luogo per vaporizzare l’insetticida sulle viti, e spruzza direttamente il colore sulla tela, in preda ad una incontenibile esplosione creativa che non si arrende neanche davanti alla malattia.

Hartung approda all’astrattismo dopo una vasta sperimentazione linguistica che lo conduce attraverso i movimenti avanguardisti del ‘900, senza scordare lo studio dei grandi pittori classici del passato, fra tutti prediligendo Goya e soprattutto Rembrandt, in ciò assecondando la matrice umanistica della sua formazione di europeo tedesco naturalizzato francese.
Spirito libero e refrattario ad ogni etichetta di genere, Hartung vede nell’astrattismo la formula mediante la quale realizzare al meglio le sue istanze di libertà, dichiarando : “L’arte astratta mi sembra essere il momento più puro nella vicenda dell’arte moderna. Con essa dopo un lungo rilassamento sul piano formale, si ha una tendenza purificatrice [….. .] La macchia ridiventa una macchia, il tratto un tratto, la superficie ridiventa superficie. Più che mai le opere vivono autonome, libere dalla sottomissione alla mimesi”.

Action painting, tachisme, graffitismo, ogni tecnica è buona per Hartung per liberare il suo segno zigzagante attraverso la tela, un segno-gesto-azione che gli dà il senso pieno della libertà e della spontaneità, perchè “scarabocchiare, grattare, agire sulla tela, dipingere infine, mi sembrano delle attività umane così immediate, spontanee e semplici….”,
Era solito dire: “L’energia è una forza che si può incarnare in ogni forma”; ed egli la organizza entro linee ora morbide e flessibili, ora curve, ora rigide, creando fitti ed armonici incroci con l’eleganza formale di raffinati arabeschi, illuminati da vividi accordi cromatici sullo sfondo di uno spazio tonale monocromo.

Hans Hartung ha sempre rivendicato la sua autonomia intellettuale e la libertà di rimanere sé stesso portando avanti lungo tutta la sua intensa carriera artistica un discorso marcatamente personale ed individuale, pur nella costante aspirazione ad un Assoluto universale che non fosse però aspirazione generica e teorica, ma espressione dell’eterno anelito dell’essere umano che nell’arte cerca il trascendente, ma soprattutto sé stesso.

HANS HARTUNG. L’OEUVRE ULTIME
Caserma Cosenz, via Annunziata – Gaeta
www.hartung-gaeta.org

Inaugurazione
Domenica 26 luglio dalle ore 19.30 alle ore 22.00

Orario
27 luglio – 13 settembre tutti i giorni 18.00 / 24.00, e sabato e domenica per gruppi e su prenotazione 10.00 / 12.30
14 settembre – 18 ottobre dal lunedì al venerdì 17.00 / 22.00 sabato e domenica 10.00 / 12.30 e 17.00 / 22.00

Vilma Torselli
http://www.artonweb.it
vilma_torselli@artonweb.it

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4 Responses to “Hans Hartung. L’oeuvre ultime”

  1. cristina scrive:

    Un benvenuto al nostro architetto, Vilma!

    Bell’articolo!

  2. Marni scrive:

    Mi unisco al benvenuto… :-) buon lavoro Vilma!

  3. Vilma scrive:

    Cristina, Marni, vi ringrazio per la bella accoglienza, sarà un piacere lavorare con voi!

  4. Auguri anche da parte mia :)

    E linkato su Facebook

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