Lettera a Veronica Lario

Veronica Lario Berlusconi

Cara Veronica Lario in (ancora per poco) Berlusconi,

in una delle Sue lettere indirizzate ad un quotidiano (questa volta non più alla Repubblica ma al Corriere della Sera), ha espresso la Sua indignazione per come è stata trattata dalla stampa nazionale. Innanzitutto Le comunico che anche quella internazionale non è stata molto clemente nei Suoi confronti. Anzi. I media di tutto il mondo si sono chiesti per quale motivo la moglie di un Premier debba comunicare con il proprio marito via i giornali. D’accordo che si tratta di un uomo super impegnato, tuttavia non le sembra di esagerare?

In una recente intervista al nostro Cofanetto Magico il cantante Al Bano, riferendosi a Lei, ha tirato fuori una vecchia massima: i panni sporchi si lavano in famiglia. Poi si è corretto e ha ripetuto: “i panni macchiati si lavano in famiglia”. Sporchi è una brutta parola. Condivido pienamente il suo consiglio invitandola ad un gesto di signorilità: telefoni a suo marito, lo inviti a cena e poi gli dica a quattr’occhi che cosa pensa di lui. Noi abbiamo già i nostri problemi familiari da risolvere; quelli con il marito, i figli, le bollette del telefono da pagare e pure quelle del telefonino. Certi conti che non tornano… mentre altri che tornano indietro perchè in banca non ci sono più soldi. Non riusciamo a seguire tutto, mi creda. Soprattutto le vostre beghe affidate alla carta stampata. La prossima volta si rivolga a noi del Cofanetto Magico; le pubblicazioni online sono sempre più lette e si perde meno tempo a sfogliarle.

Stendiamo un velo pietoso su tutti e due; fate quello che volete e con chi volete. Posso capire che se è vero che il vostro matrimonio è finito già da 25 anni vi sentite (da tempo) moralmente liberi di avere altre relazioni. Chi vi critica è un’ ipocrita.

L’ho sempre ammirata per la sua discrezione; mai uno scandalo, una gaffe, il mettersi in mostra a tutti i costi oscurando il marito. Una perla di madre, a giudicare dall’amore che i suoi figli nutrono per Lei. Una volta apparve a seno nudo in uno spettacolo teatrale. Faceva parte del suo passato e non ci vedo nulla di male. Il seno era bello, glielo dico da donna ( etero, intendiamoci bene! ) a donna. Quanti pittori hanno rapresentato donne con questo attributo femminile e materno scoperto? In conclusione, si riappropri della sua dignità, lasci cadere un velo di silenzio su questa vicenda familiare intimamente vostra. Non ha parlato per tanti anni e si mette a farlo proprio ora, per giunta via la stampa?

Suo marito l’ha offesa? E’ da anni che va con escort e organizza feste private con varie ragazze? Gli dia uno schiaffone e se ne vada, se non lo ama più. Soprattutto se è sicura che sia tutto vero quello che certe ragazzotte (pure bruttine) in cerca di pubblicità hanno raccontato. Un settimanale a sfondo politico (ovviamente del partito opposto) ha reso noto che cosa si trova nelle registrazioni fatte da una tale escort ( Patrizia D’Addario), nella camera da letto di suo marito; ma la magistratura ha affermato che sono da tempo sigillate in una cassetta di sicurezza. Allora come hanno fatto ad ascoltarle? Insomma, indaghi per conto suo senza farsi influenzare da partiti politici o rancori personali.

Le assicuro che se divorzierete noi non perderemo l’appetito. E neanche il sonno.

In bocca al lupo, con simpatia

Maria Cristina Giongo

(foto Epa, tratta dal quotidiano olandese Pers)

Maria Cristina Giongo
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4 Responses to “Lettera a Veronica Lario”

  1. Vilma scrive:

    Bellissima lettera, Cristina, garbata, ironica, con significati profondi espressi con divertente leggerezza e, credo, pienamente condivisa da una cinquantina di milioni di italiani e soprattutto di italiane che non hanno alcun interesse a spiare dal buco della serratura le abitudini segrete dei potenti. Basta e avanza il grande fratello!
    ciao

  2. cristina scrive:

    Grazie!

    Eppure ieri sera, nella trasmissione ANNO ZERO, su Rai Due, si discuteva ancora degli scandali dei nostri politici.

    Come se non ci fossero cose ben più importanti di cui parlare!

  3. Fabrizio scrive:

    Salve, sono capitato per caso a leggere oggi (15/2/2011) questa sua lettera. Non so se potrà leggere questo mio commento, però mi viene da farle una domanda: riscriverebbe ancora questa lettera alla Veronica Lario? n.b. sono da poco a conoscenza di una intervista di Virginia Sanjust, che dice di aver frequentato dal 2003 al 2006 Silvio B. Grazie per un’eventuale risposta che leggerò su questa pagina

  4. maria cristina giongo scrive:

    Bella domanda, Fabrizio! E La ringrazio di avermela posta; pensi che da tempo io stessa volevo ritrovare questa “mia”lettera per rifletterci di nuovo su, in vista dei nuovi avvenimenti.

    Per cui La ringrazio veramente per avermi incitata o almeno provocata a farlo. Tuttavia penso che la riscriverei lo stesso, per due motivi: primo perchè a maggior ragione sono convinta che Veronica Lario avrebbe dovuto affrontare il discorso con il marito SUBITO, lasciandolo nel momento in cui aveva le prove dei suoi tradimenti. Ma non via la stampa! Magari, come ho già scritto, dandogli uno schiaffone, chiudendo le porte e vedendosela loro due….

    In seguito poteva scegliere: o perdonarlo, SE FOSSE cambiato; o LASCIARLO, appunto. La fotomodella che ho intervistato e che mi ha detto che allora ( parliamo del 1980 ) Berlusconi si comportava bene con le ragazze che lavoravano per lui, dice di non aver mai visto la moglie ad Arcore, anche per incontri di lavoro o cenette fra amici. Può darsi quindi che da tempo avessero deciso, tutti e due, di vivere da separati in casa.

    Però, dire a noi giornalisti quello che accadeva perchè lo sapessero tutti…bè, almeno io, se fosse capitato a me…non lo avrei mai fatto. Avrei risolto il problema con la stessa dignità e discrezione con cui secondo me si era comportata sino a quel momento. Sarei andata dall’avvocato e poi mai più tornata nella loro casa-reggia.

    Io ho seguito questa strada, con il mio ex marito, dopo 26 anni di matrimonio. Eppure camminavo ancora con le stampelle perchè reduce da varie operazioni per un incidente: ho preso un taxi, mi sono fatta accompagnare da un avvocato, ho chiesto il divorzio, ho lasciato IO la casa coniugale ( mentre secondo gli avvocati potevo restarci, visto che avevo figli e che la colpa del divorzio non era mia). A questo punto non mi interessavano neppure i suoi soldi. Ho ripreso la MIA vita in mano, ho cominciato a lavorare di nuovo, fra tante difficoltà ( considerato che vivo in un Paese straniero); e molto dolore. E non sono tornata in Italia dove c’ era la mia famiglia perchè volevo stare accanto ai miei figli; che sono, sono sempre stati e saranno sempre la ragione della mia vita.

    Questa è la mia risposta, visto che la domanda è stata piuttosto personale.
    La riscriverei sì, aggiungendo però che spero che suo marito si presenti davanti ai giudici, dica la verità; e si dimetta se deve dimettersi. Ammettere le proprie colpe è già un bel passo avanti nel difficile cammino della vita.

    Di nuovo grazie per avermi costretta ad un’ulteriore riflessione.

    Cari saluti,
    Cristina

    P.S. Non ho letto la storia di Virginia Sanjust ( che non conosco). Mi chiedo comunque perchè tutte queste ragazze non abbiano parlato prima; magari quando lo ha fatto sua moglie Veronica, sostenendola.

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