Intervista a Lisa Tormena vincitrice del premio Ilaria Alpi per il giornalismo

Premiazione Ilaria Alpi

Lisa Tormena è la giovane giornalista che ha vinto  la sezione ” Produzione” del premio Ilaria Alpi, per il giornalismo, con il documentario “Mdj, libertà in esilio”, girato alla Maison des journalistes di Parigi, in coppia con il suo compagno di vita e di lavoro Matteo Lolletti.

Ho conosciuto Lisa due anni fa, quando mi telefonò per chiedermi una intervista sul mio lavoro, da inserire nel quotidiano della mia città; sono perciò doppiamente felice di pubblicare qualcosa su di lei, di condividere il suo successo e di intervistarla a mia volta.

Lisa,  hai solo 29 anni….  al di là delle speranze e dei sogni sul tuo lavoro di giornalista, avevi immaginato di poter vincere un premio così importante?

La vittoria è stata davvero inaspettata. Già essere tra i finalisti e concorrere “contro” Enrico Deaglio, Mario Portanova e Beppe Cremagnani rappresentava una soddisfazione enorme. Credo che la giuria sia stata davvero coraggiosa a premiare il nostro film, in particolare per i pochi mezzi che avevamo a disposizione.

Come è nata la passione per questo lavoro  e quali difficoltà hai affrontato per riuscire a svolgerlo?

La passione per il giornalismo è nata quand’ero ancora alle elementari. Poi alle superiori ho avuto una sorta di folgorazione per la politica e ho deciso di studiare Relazioni Internazionali – Politiche dello Sviluppo. Alla fine dell’università mi sono ritrovata a lavorare in un quotidiano locale, con ancora addosso la voglia di partire per i Paesi in Via di Sviluppo. Un desiderio che rimane lì, nascosto in un angolo, ma che sta prendendo forma grazie alla passione per la produzione video a stampo sociale.

Con il documentario che ha vinto il premio Ilaria Alpi affronti un tema importante che riguarda la libertà di stampa e la sicurezza fisica dei giornalisti, come è nata questa idea?

Nel 2007 ho avuto la fortuna di fare uno stage alla Maison des Journalistes di Parigi, dove il documentario è stato girato. E’ stato il mio compagno a suggerire l’idea del film, ascoltando le storie che raccontavo sui giornalisti rifugiati che abitavano alla Maison, con cui condividevo gran parte delle mie giornate. Insomma, la scintilla è nata quasi per caso e non si è più spenta. Ho un attaccamento quasi morboso al documentario e fino a pochi mesi fa, nonostante il film fosse già stato presentato a Forlì in ottobre, ho continuato a tagliare, aggiungere dei pezzi, toglierne altri, sistemare l’audio. Una cosa infinita.

Ci sono stati momenti in cui svolgendo il tuo lavoro di inchiesta e giornalismo, anche tu hai temuto per la tua sicurezza oppure hai avuto paura?

Fortunatamente non ho mai temuto per la mia sicurezza, ma devo dire che ho sempre lavorato in ambienti sicuri.

Per questo documentario hai lavorato al fianco del tuo compagno, Matteo Lolletti. E’ stato difficile? Siete stati condizionati dal fatto di essere compagni di vita, oltre che di lavoro? E’ stato un aiuto o un ostacolo ai fini del risultato?

Il fatto di lavorare con il mio compagno è stato uno splendido modo per confrontarsi. Veniamo da due settori totalmente diversi: lui ha un approccio prettamente cinematografico, io giornalistico. Le litigate, naturalmente, erano all’ordine del giorno, ma alla fine il lavoro e questo connubio sono stati premiati.

Che cosa pensi del giornalismo? Pensi che svolgere questa professione sia un impegno “civile”?

Come lo vivi tu?

Ho sempre vissuto l’attività di giornalista come una responsabilità ed un impegno sociale, anche se è molto difficile, soprattutto per i giovani che lavorano nella cronaca locale, riuscire a far emergere la propria sensibilità. La censura e l’auto-censura sono all’ordine del giorno, purtroppo. La condizione del settore, a livello di orari di lavoro, contratti e salario, è davvero tragica e questo certo non aiuta la libertà e l’indipendenza dei giornalisti italiani.

Grazie a Lisa Tormena per la disponibilità e la gentilezza. Riporto, per maggiori informazioni sul premio e sul documentario, un precedente articolo sull’evento “I sogni di Lisa Tormena ed il Premio Ilaria Alpi” da me pubblicato in occasione della premiazione. Segnalo la presenza anche di un video-anteprima del documentario premiato e i curriculum dei due giovani giornalisti Lisa Tormena e Matteo Lolletti .

Marzia Mazzavillani  © Vietata la riproduzione totale o parziale del testo

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7 Responses to “Intervista a Lisa Tormena vincitrice del premio Ilaria Alpi per il giornalismo”

  1. Bianca scrive:

    Bella questa intervista, come gli altri articoli del magico “Cofanetto”: una bella squadra!
    Di ritorno dall’Italia riprendo a leggerlo e cordialmente vi saluto e vi auguro buon lavoro,
    Bianca

  2. cristina scrive:

    Grazie, cara Bianca. Ti rispondo a nome di Marni che ora è assente.
    Anch’io credo che siano interviste importanti e Marni è molto brava.

    Leggici sempre, mi raccomando, e ogni tanto mandaci qualche pezzo; so che sei una brava scrittrice.

    Cari saluti da tutti i cofanetti!

  3. Bianca scrive:

    Certo, vi leggo ogni giorno e vi auguro ogni successo!!
    Meritato: mi è piaciuta molto anche l’intervista di Silvia a Gaja Cenciarelli, con concetti molto interessanti sull’editoria e su Internet.
    Ma siete tutti davvero brave/i.

    Magari invio un articolino nei prossimi giorni, con foto facilmente rintracciabile sul web, dunque senza problemi di diritti…

    Buona giornata!

  4. Silvia scrive:

    Grazie Bianca del complimento per l’intervista a Gaja Cenciarelli. Grazie davvero! Buona giornata
    Silvia

  5. Bianca scrive:

    Eh sì Silvia, intervengo pochino perché altrimenti aiuto, mi distraggo troppo, ma la cliccata al “Cofanetto” la eseguo praticamente ogni dì!
    Mi piace molto come è fatto.

    La sign.ra Cenciarelli ha offerto degli spunti molto interessanti perché tu le hai fatto le domande giuste; inoltre avevo già sentito parlare di “Vibrisse”.

    Buona giornata a te e buon proseguimento,
    Bianca

  6. cristina scrive:

    Cara Bianca,

    Silvia scrive molto bene. Giornalisti si nasce…non si diventa!

    Tu continua con le tue cliccatine, mi raccomando…a quando il pezzo sul libro
    “La solitudine dei numeri primi”, che sto iniziando a leggere?

    Ciao,

    Cristina

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