La posta del cuore dei nostri amici animali di Imma Paone. Portare a passeggio un gatto.

Cara dottoressa Imma Paone, mi chiamo Michele Mongelli ed ho pensato di scriverle una lettera per porle alcune domande sui miei mici, o meglio, le mie gattone. Premessa… io ho due gatte di razza norvegese, sorelle della stessa cucciolata. Hanno due anni e mezzo, in quanto sono nate il 23 Febbraio 2021.

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Io vivo in appartamento, loro non hanno mai messo il musetto fuori da quando vivono con me… il loro mondo consiste in casa mia ed il sottoscritto. Mi piacerebbe provare a portarle fuori al guinzaglio, ma ho parecchi timori. Anzitutto, vorrei trovare una pettorina adeguata e sicura, lei ha qualche modello da consigliarmi? Le mie gatte pesano rispettivamente 5.2 (Leila) e 4,2 Kg (Ghita) So che ci vorrà molta pazienza, prima dovrò abituarle ad indossare la pettorina -ammesso che ci riesca-, poi provare a portarle a guinzaglio a casa, poi nel pianerottolo, poi per le scale e così via. Ammesso di riuscire ad abituarle, ora vengono i miei dubbi. A portarle fuori -ad esempio, in un parco- ho paura possano entrare in contatto con malattie, virus ecc. Loro sono vaccinatissime, pure per la rabbia, ma i gatti si leccano continuamente, a partire dalle zampe. Pensa possa essere consigliabile pulire/disinfettare loro le zampette al rientro a casa? Ci sono prodotti adeguati e sicuri? Oppure, potrebbe essere una soluzione far loro indossare delle specie di calzini prima di uscire? In sostanza, quali precauzioni mi consiglia fortemente di adottare ne portarle fuori a passeggio? Io vorrei approfittare dei tanti parchi nazionali che ci sono qui nei Paesi Bassi, farebbe bene a loro prendere un po’ di aria (e anche a me). Ma, ripeto, ho paura che possano prendere malattie anche entrando in contatto con altri animali. Infine, ritiene consigliabili quei collari con GPS incorporato?

La ringrazio in anticipo
Michele Mongelli

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Caro Michele, ho avuto bisogno di un pò di tempo prima di poter rispondere alla tua lunghissima lettera perché ho voluto leggere quante più notizie potessi per riassumerle in maniera chiara.
Ti anticipo subito che portare un gatto a passeggio è possibile, del resto ho diversi clienti che lo fanno, ma, come puoi immaginare, bisogna rispettare una serie di passaggi.
Portare a passeggio un gatto ha diversi aspetti positivi sia per il gatto stesso, che così non è limitato alle quattro mura domestiche e può soddisfare il suo innato desiderio di camminare ed esplorare, sia per il proprietario che così potrà svolgere attività piacevoli, come appunto una passeggiata, insieme al suo “compagno”.
La prima cosa però da considerare è se il tuo gatto ha piacere di fare questa nuova esperienza. Non tutti i gatti hanno un carattere “avventuroso”, molti sono timidi o comunque non interessati a lasciare la “loro casa”, quindi innanzitutto va rispettato il suo carattere per non essere causa di stress per lui.
Il gatto Norvegese delle Foreste, quello che hai tu, Michele, è un gatto caratterialmente molto buono, socievole, affettuoso, curioso, che ha bisogno di giocare molto, di fare esercizio fisico ed anche mentale. Il Norvegese infatti non è il classico gatto di appartamento e quindi potrebbe, più facilmente rispetto ad altri, abituarsi subito alla passeggiata in ambiente esterno.
E’ importante però scegliere i posti giusti, almeno nelle prime uscite di prova, lontano dalla confusione per la presenza di molte persone e rumori e dedicare tantissima attenzione ad ogni comportamento del tuo gatto.
Sicuramente una cosa che richiederà del tempo è sia la scelta della pettorina giusta per lui che abituarlo ad indossarla.
Non tutti i gatti amano “indossare” cose, questo lo noto quotidianamente nella mia professione, ci sono gatti che non tollerano nemmeno il collarino antipulci o il collare elisabettiano che bisognerebbe portare dopo un intervento chirurgico.
Ho visto gatti che, indossando dei body post chirurgici, iniziano a camminare “all’indietro come i gamberi” o a sbandare e rotolare perché cercano di togliere qualsiasi cosa “estranea” al loro manto.
Un punto ben chiaro da tenere in mente è “calma e pazienza”, rispettare i tempi del gatto ad abituarsi al guinzaglio e, se proprio non ci riesce, allora non insistere.
In commercio esistono vari tipi di pettorina per gatti:
  • pettorina ad H: considerata da molti la più comoda; si chiama così proprio per la forma a lettera H che assume sul corpo del pet. Avvolgendo il suo busto, inoltre, è molto robusta, ergonomica e facile da indossare;
  • pettorina a 8: è la scelta migliore per i felini che non hanno mai fatto passeggiate con una pettorina. Questa tipologia ha due cinghie, una che va sopra il dorso del gatto e un’altra che va sotto la pancia: queste cinghie si incrociano sul petto di Micio, in modo da formare, appunto, una sorta di “8”;
  • pettorina a X: è la scelta migliore per i pet che hanno già provato la pettorina. Questo tipo, invece, è costituito da quattro cinghie: due che vanno sopra il dorso del pet e due che vanno posizionate sotto la pancia. Le cinghie si incrociano sul petto del gatto, in modo da formare una sorta di “X”.
Personalmente preferisco la pettorina al collare perché il fastidio del guinzaglio che tira viene percepito meno.
Alla pettorina va collegato ovviamente un guinzaglio che va lasciato morbido per permettere al gatto di muoversi liberamente senza sentirsi fastidiosamente tirare.
Man mano che aumentano le passeggiate e quindi la sicurezza del gatto ma soprattutto la fiducia per entrambi (proprietario e gatto) è addirittura possibile lasciarli liberi, ma solo se l’ambiente è circoscritto e protetto.
Un accessorio in più che vedo sempre più spesso utilizzare è il localizzatore gps. E’ un piccolo dispositivo che può essere agganciato al collare o alla pettorina che ci permettere di sapere la posizione del nostro gatto utilizzando una semplice app sul cellulare.
Addirittura esistono in commercio modelli così performanti che danno informazioni anche sul percorso fatto, il tempo di riposo, lo stato di salute del gatto.
Ormai in commercio si trovano diverse versioni di diversa grandezza ed a prezzi decisamente più abbordabili rispetto a qualche anno fa.
Un escamotage che si può adoperare nei primi tempi per spronare il gatto ad uscire dalla sua zona di confort e passeggiare è quello di utilizzare degli snack appetitosi, senza ovviamente eccedere.
Caro Michele in merito alla preoccupazione di potenziali malattie che possono contrarre i tuoi amati gatti nell’ambiente esterno posso sicuramente dirti che eseguendo regolarmente le vaccinazioni il rischio di malattie infettive è quasi nullo ed utilizzando l’antiparassitario difficilmente possono essere vittime di pulci e zecche.
Per la loro sicurezza io ti suggerisco di non farli socializzare con gatti che non conosci, sia per possibili aggressioni e sia perché purtroppo non esistono vaccini per tutte le malattie infettive trasmissibili e, come del resto faccio fare ai cagnolini, far eseguire dal tuo veterinario più frequentemente un esame coprologico ed una sverminazione almeno due volte all’anno. Non consiglio mai, nemmeno ai proprietari dei cani, di eccedere con la pulizia di zampette e genitali dopo una passeggiata perché l’utilizzo delle comode salviettine imbevute potrebbe, a lungo termine, essere causa di problemi dermatologici, soprattutto se alterano il ph della pelle. Per i miei clienti più “attenti” all’igiene, soprattutto per quelli che permettono ai loro pet di dormire sul loro letto, suggerisco una semplice soluzione “casalinga” composta da acqua, aceto di mele e bicarbonato e l’utilizzo di uno spruzzino ed un panno pelle (o cotone).

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Caro Michele, innanzitutto grazie per la tua lettera, spero di essere riuscita a dissipare ogni tuo dubbio e, allo stesso tempo, alimentare la curiosità di altri nostri lettori, inoltre, per ogni altro dubbio, non esitare ad inviarmi le tue domande sul mio indirizzo di posta elettronica: immapaone@gmail.com.

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