La leucemia felina

Questa volta non ho una storia da raccontare per introdurvi questo argomento così temuto, ma, visto il notevole interesse dei miei clienti per questa “antipatica” malattia, ho pensato di parlarne.

Innanzi tutto vorrei fare una piccola premessa: ci sono molti gatti positivi al test ma questo non significa che sono prossimi alla morte.
Questa premessa mi serve solo per rincuorare quelle persone che si rifiutano di adottare un gatto FeLv positivo credendo di dover affrontare qualche assurda missione.

La leucemia felina é provocata da un virus, un retrovirus, virus ad RNA che, per intenderci, appartiene alla stessa famiglia del virus dell’HIV dell’uomo.
É un virus alquanto maledetto che, una volta entrato in un povero gatto, si replica nei tessuti linfoidi localizzati lungo la sede di ingresso ( tonsille, linfonodi orofaringei nel caso di ingresso attraverso il contatto oronasale ) per poi passare in circolo e sfruttare i linfociti e i monociti circolanti per raggiungere altre sedi tra cui midollo osseo, milza, tessuto linfoidi associato all’intestino, ghiandole lacrimali e salivari.

Tutti questi organi diventano automaticamente sede di replicazione del virus e diffusione.
Il virus della leucemia felina ( indicato con la sigla FeLv ) ha infatti la possibilità di trasmettersi da un gatto ad un altro attraverso diverse modalità:

trasfusioni di sangue infette: anche una trasfusione di sangue infetta può trasmettere il virus.
Secrezioni organiche: questa è la via di contagio più comune.
Il virus della FeLV viene trasmesso tramite il contatto con lacrime, saliva, urina, feci infette di un altro gatto, liquidi scambiati durante l’accoppiamento.
É sufficiente che i gatti si annusino, si lecchino, si puliscano fra di loro, usino le stesse ciotole per l’acqua ed il cibo, usino la stessa lettiera per trasmettere la malattia.
Esistono anche le infezione neonatale: molti gattini nascono già positivi alla FeLV. Si tratta di un’infezione neonatale, trasmessa da una madre positiva alla sua prole attraverso la placenta o, successivamente, il latte.

Un grande vantaggio é che questo virus è labile nell’ambiente e, quindi, una buona disinfezione dei locali ed accessori, lo elimina.
In realtà, si è visto che, anche senza alcun trattamento, il virus scompare entro una settimana, permettendo così l’ingresso di nuovi gatti sani senza alcun rischio.

Una particolarità da non sottovalutare é che il virus non determina la malattia metodicamente in tutti i gatti infettati.
La progressione del virus e, quindi lo stato di salute del gattino, é influenzato dalla capacità del suo sistema immunitario.

Ho letto che il 30% dei soggetti esposti al virus possa diventare viremico ma, fra questi, un 30% potrebbe riuscire a combattere l’infezione nell’arco di 4-6 settimane.
É importante quindi, se trovo un gatto positivo alla FeLV, ma senza alcun sintomo di malattia, ripetere il test dopo 2 mesi, prima di pensare che sia malato, perché potrebbe aver combattuto il virus ed essersi negativizzato.
Purtroppo questo non gli fornisce un’immunità di lunga durata, potrebbe prendere un nuovo virus e ammalarsi un’altra volta.

Pericolose sono le infezioni latenti, quelle più subdole: il gatto non ha sintomi, ma continua a essere positivo perché il virus è dormiente nella milza, nei linfonodi, nell’intestino. Qui rimane quiescente fino a quando un calo del sistema immunitario per un qualsiasi motivo ( stress, malattia, somministrazione di cortisone ) non abbattono la sue difese, scatenando nuovamente l’infezione.

Sono più a rischio i gatti randagi, quelli delle colonie feline o quelli di casa che escono ed hanno possibilità di incontrare gatti malati ( vengono indicati con il termine inglese “in and out” come per esempio i gatti interi, non sterilizzati, che riescono ad uscire per accoppiarsi).

Normalmente sono più suscettibili all’infezione i gatti giovani, sembra infatti che nei gatti più grandi l’incidenza della malattia diminuisca sensibilmente, anche se non si annulla mai del tutto.

Considerando che il virus può raggiungere e replicarsi in diverse sedi la sintomatologia é piuttosto varia: febbre,abbattimento,anoressia,perdita di peso a cui bisogna aggiungere tutti quelli legati alle infezioni secondarie per l’immunodepressione.

Per essere sicuri che il nostro gattino abbia la FeLv bisogna eseguire un test su sangue: un test ELISA che ricerca gli antigeni con una sicurezza pari al 98% ( io invio il campione in un laboratorio veterinario specializzato Di.Lab. ma é possibile acquistare anche lo SNAP FeLv ed eseguirlo in studio direttamente ) oppure una PCR ( un test un po’ più costoso ma ancora più sicuro ).

A questo punto il gattino malato va curato.
In realtà non esiste una cura specifica ma solo una terapia di sostegno limitando i danni legati alle infezioni secondarie e magari somministrando immunomodulatori e vitamine per migliorare le difese immunitarie del nostro gatto.

Da anni esiste in commercio un vaccino per la leucemia felina che però io consiglio solo in quei gatti a rischio perché , purtroppo, questo vaccino può essere causa di un fibrosarcoma vaccinale ( cioè un tumore che ha origine nel punto di inoculo del vaccino )e non é protettivo al 100%.

Dopo aver letto tutto questo qualcosina in più conoscete su questa antipatica malattia e quindi, se trovate un micino per strada e ne avete già un altro, prima di metterli direttamente a contatto, vi consiglio di fare il test e nel dubbio di ripeterlo dopo due mesi, così se uno dei due dovesse risultare positivo, potete vaccinare l’altro.

Ringrazio i miei gentili clienti che mi hanno permesso di pubblicare le foto dei loro bellissimi e sanissimi gatti.

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2 Responses to “La leucemia felina”

  1. Claudia Tagliabue scrive:

    Leucemia felina..!!! Santo cielo, non immaginavo esistesse, incredibile !!! Povere bestiole. Posso solo immaginare il dolore di coloro che possiedono un gatto, affetto da questa malattia…. Una dolce carezza a tutti i gattini….

    • Imma scrive:

      Purtroppo, cara Claudia ne esistono tante altre ed anche più terribili ( come la Peritonite Infettiva ).
      E’ molto importante eseguire i test ematologici per scoprirli in tempo e dare un valido sostegno terapeutico ai nostri bellissimi gatti.

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