L’incredibile storia del gatto Sinergico e del suo orto “avvelenato”

Il titolo di questo racconto è un pò bizzarro, ma in realtà corrisponde a verità.

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Il bellissimo Sinergico

Sinergico è un bellissimo gatto rosso di poco più di un anno, che da quest’inverno è comparso dal nulla e vive in un orto in cui si mette in pratica un tipo di coltura che si chiama, appunto, “agricoltura sinergica“.

Quest’orticello è stato preso in fitto e coltivato da una stupenda coppia di ragazzi, affiatati nella vita, nel lavoro e nel loro hobby, l’agricoltura biologica, che si trova in una cittadina alle falde del Vesuvio, il cui proprietario ha diviso in lotti il suo campo e l’ha lasciato in gestione ad appassionati della natura.

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Dai prodotti della loro terra, Roberto e Marina, il nome dei due ragazzi, ricavano frutti e verdure con le quali fanno delle buonissime conserve che poi omaggiano ad amici e parenti.

L’inverno scorso,in un pomeriggio di agricoltura, “incontrarono” per la prima volta questo adorabile gattino, che si lasciò subito amare, rubando letteralmente il cuore dei due ragazzi.

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Da quel primo incontro ogni sera,come un appuntamento fisso, gli portarono del cibo e gli cambiarono l’acqua; spesso lo coccolavano e lasciavano che si divertisse a cacciare lucertole e topini nel campo, correndo immerso nel verde.

Un sabato pomeriggio però il gatto, ormai battezzato Sinergico, non era più lo stesso…troppo abbattuto, stanco e soprattutto, stranamente, senza appetito.

Attraverso un’amica comune, mi raggiunsero in ambulatorio per farmelo visitare.

Anche se non lo conoscevo, si vedeva che non era un gatto in perfetta forma, ma, il mio vero problema, era che non potevo sapere nulla di lui, visto che era un gatto libero…in gergo si dice “con un’anamesi muta“.

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Visitai gli occhi, la bocca, le orecchie, i linfonodi…niente.

Gli auscultai il cuore, i polmoni….nulla di strano.

Solo quando gli toccai la pancia….esplose in lamenti di dolore.

Individuai bene il punto e capii che la sua vescica era grande e dura come un’arancia.

Feci una radiografia per averne la conferma ed ecco la sua vescica enorme che predominava su ogni altro organo addominale.

Il gatto era in ” FLUTD ” non riusciva cioè ad urinare per un blocco lungo l’uretra e perciò la sua vescica si gonfiava sempre più.

La FLUTD è una sindrome delle basse vie urinarie del gatto che, se non tempestivamente diagnosticata e curata, può condurre a morte il povero animale.

Decisi, con tutti i rischi legati al caso, di sedare prima ed anestetizzare dopo il povero Sinergico, che con lo sguardo continuava a chiedermi aiuto e si lamentava per il dolore.

Prelevai un pò di sangue per eseguire un emocromo e capire se c’era una infezione in atto ed iniziai i tentativi di cateterizzazione.

Tentativi perchè non era per niente semplice…tutto così chiuso che a stento entravo con la punta del cateterino.

Evidentemente però questo fu sufficiente a rompere il tappo perchè all’improvviso, come un fiume in piena, si svuotò la mega vescica.

Un flotto di urina rossa riempì la bacinellina che gli avevo messo vicino.

Analizzai immediatamente quell’urina e scopri che non aveva per nulla i “cristalli” frequentemente causa di questa patologia.

Mentre Sinergico riposava tranquillamente anche perchè era stato alleviato il suo dolore, eseguii una fluidoterapia per iniziare una sorta di opera di disintossicazione e di lavaggio della vescica.

Interdetta da tutto quel sangue chiesi ai proprietari di permettermi di eseguire anche un test ematico per valutare il suo profilo coagulativo.

La mia intuizione era corretta.

I risultati del test mi faceva capire che Sinergico era avvelenato.

Non sappiamo se deliberatamente avvelenato da qualche vicino a cui poteva dar fastidio la sua presenza o semplicemente perchè aveva giocato con un’esca avvelenata o, peggio ancora, con qualche topo o lucertola a sua volta avvelenati, resta il fatto che il suo “tappo uretrale” era composto da coaguli di sangue e, se non avessimo iniziato la terapia, probabilmente, se ci fosse stato il tempo necessario, avrebbe avuto qualche altra emorragia.

Il giorno dopo purtroppo Sinergico continuava a non stare bene e soprattutto a non urinare nuovamente.

Era necessario inserire un catetere urinario e lasciarlo in sede per più giorni.

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Per riuscirci questa volta avevo l’aiuto di validi amici colleghi: Pasquale, il nostro ecografista, che seguiva l’ingresso del catetere ecograficamente per esser certi di non creare false vie e raggiungere direttamente la vescica, Luigi, il mio aiuto chirurgo e Laura, la nostra bravissima “tutto fare”.

Insertito il catetere eseguimmo dei lavaggi vescicali per tentare di rimuovere tutti i coaguletti di sangue e lo fissammo al suo prepuzio con dei punti esterni per lasciarlo in sede per almeno due giorni.

Clinicamente Sinergico migliorò con lentezza ed i due ragazzi per eseguire con meticolosità la sua terapia lo portarono a casa con loro.

Ma a questo punto iniziò un nuovo problema.

Sinergico cambiò carattere, diventò triste, depresso, piangeva tutto il giorno e dormiva spesso.

Ipotizzammo che si tratti di una vera e propria forma di depressione dovuta al fatto di non poter ritornare a scorrazzare liberto nel “suo”orto.

Nacque a questo punto un vero dilemma: riportarlo, ovviamente a fine terapia, libero nell’orto, dove però avrebbe corso nuovamente il rischio di avvelenarsi, oppure forzarlo alla vita domestica rischiando una seria depressione?

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Sinergico e la dolce Marina

Nell’attesa della decisione….ecco allora che ho voluto riscrivere un nuovo articolo sul veleno per topi, per raccontare quanto subdolo e crudele sia questo veleno che purtroppo viene usato con troppa superficialità.

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