Il manoscritto piu’ misterioso del mondo

La storia del “Codice Voynich”, considerato il manoscritto più misterioso del mondo, me la racconta Claudio Foti, in un pomeriggio di pioggia a Roma.

Claudio Foti con alcuni dei libri che ha scritto e coi quali ha vinto diversi premi letterari.

Quarantaquattro anni, giornalista e scrittore, da molto tempo Claudio Foti si occupa del famoso manoscritto sul quale ha pubblicato anche un libro dal titolo “Il Codice Voynich, il manoscritto che da secoli sfida l’umanità” (Eremon edizioni).

Claudio Foti mostra la riproduzione di una pagina del Codice Voynich che è conservato nella Biblioteca dell’Università di Yale negli USA.

“E’ l’unico manoscritto di epoca medioevale a non essere ancora stato decifrato”, dice Foti. “Ci hanno provato praticamente tutti: docenti universitari, crittologi militari, biologi, linguisti, studiosi di matematica, analisti della CIA e del Mossad. Ma nessuno è ancora riuscito a capire di cosa si tratta né tantomeno chi può averlo scritto.”

Foti mi mostra alcune foto che ritraggono il Codice. Un manoscritto ingiallito dal tempo, pieno di una scrittura fitta e corredato da curiosi disegni. “Il manoscritto originale si trova nella “Beinecke Rare Book and Manuscript Library” dell’Università di Yale negli Stati Uniti, con la dicitura “MS 408” “, continua.

La copertina del libro di Claudio Foti “Il Codice Voynich, il manoscritto che da secoli sfida l’umanità” edito da Eremon.

“Il suo nome invece, deriva da quello di Wilfrid Voynich, un antiquario americano, che nel 1912 lo comprò per 25 mila dollari dai gesuiti proprio a pochi chilometri da qui, a Villa Mondragone a Frascati.”

“Il Codice è formato da 112 folii ed è scritto in una lingua che nessuno ha ancora capito”, dice ancora. “Pare sia una lingua basata su una struttura alfabetica completamente sconosciuta. Persino i servizi segreti americani e quelli israeliani hanno cercato di decifrarla ma senza riuscirci.”

Claudio Foti alla scrivania del suo studio mentre esamina alcune riproduzione del Codice Voynich.

Ci hanno provato davvero tutti, a cominciare dal 1921, quando il professor William Newbold, docente all’Università della Pennsylvania, si era convinto che ogni carattere presente nel Codice contenesse piccoli segni di penna che potevano essere visti solo con un forte ingrandimento.

Il professor Newbold sosteneva che si trattava di una antica stenografia greca. Leonell Strong, genetista della Yale University, sostituì invece cifre ai caratteri del Codice ma ottenne traduzioni senza senso.

Una pagina del Codice Voynich. Il manoscritto è formato da un centinaio di folii scritti in una lingua incomprensibile e corredati da immagini di piante mai viste prima.

Nel 1945, il crittologo William F. Friedman riunì un gruppo di studio per dare un attacco in grande stile all’enigma del Codice. Lui era dell’opinione che si trattasse di un linguaggio artificiale, un po’ come l’Esperanto, non basato su lingue sconosciute. Però Friedman morì nel 1969 senza avere trovato una soluzione.

Negli anni Settanta, il Codice venne esaminato per la prima volta con un elaboratore elettronico. Si scoprì che la struttura alfabetica più simile a quella contenuta nel manoscritto era l’hawaiano ma lo stesso non si giunse ad una spiegazione esauriente. Gli esami e gli studi sul Codice continuano tutt’ora.

Una pagina del Codice Voynich con disegni di donne incinta immerse in strane vasche collegate da tubi. Il significato di questi disegni è un mistero.

“Questo, per quanto riguarda la scrittura”, spiega Foti. “Poi ci sono anche i disegni e complicano non poco le cose. Ci sono disegni di piante mai viste prima, misteriose immagini di donne incinta immerse in strane vasche collegate da tubi, diagrammi astronomici, radici e bizzarri contenitori simili a quelli un tempo usati per le spezie.”

Illustrazioni che sembrano non avere una ragione logica. In tutto questo mistero, l’unica cosa che appare certa è la datazione. Nel 2009 una produzione austriaca che ha realizzato un documentario sul Codice Voynich, è riuscita ad effettuarne l’esame al radiocarbonio 14.

Un particolare della scrittura del Codice Voynich. Il Codice è scritto in una lingua che nessuno capisce, basata su una struttura alfabetica completamente sconosciuta. E’ dal 1921 che si tenta di decifrarla ma inutilmente.

Pare che il manoscritto sia stato scritto tra il 1420 e il 1460. Però, quello conservato a Yale potrebbe non essere l’originale ma la copia di qualcosa molto più antico e ormai andato perduto.

Dico questo perché sul manoscritto non ci sono errori e correzioni né nel testo né nei disegni. Una copia originale, diciamo una “prima stesura”, dovrebbe portare qualche correzione e invece il manoscritto è perfetto. Per questo ritengo che sia stato copiato diligentemente a mano.

“E sai un’altra cosa?”, mi domanda Foti. “Il mistero circonda anche l’autore del Codice. E’ dal 1921 che lo si analizza e sono stati proposti i nomi più disparati.

Claudio Foti, giornalista e scrittore, con il suo libro sul famoso “Codice Voynich”, considerato il manoscritto più misterioso del mondo: l’unico manoscritto di epoca medioevale a non essere stato ancora decifrato. Ci hanno provato tutti:docenti universitari, crittologi, militari, biologi, linguisti, studiosi di matematica, analisti della CIA e del MOSSAD. Ma nessuno è ancora riuscito a capire di che cosa si tratta nè tantomeno chi può averlo scritto.

Ad esempio, data la particolarità del manoscritto, si è pensato a Roger Bacon, un francescano inglese noto con il nome di “Doctor Mirabilis” e che fu uno dei maggiori esperti di occultismo e alchimia del Medioevo.

Oppure a John Dee, matematico ed esperto di magia al punto da essere considerato il Mago Merlino dell’epoca elisabettiana. Qualcuno ha ipotizzato anche che sia opera di Leonardo da Vinci o di Nostradamus. Insomma, l’enigma rimane insoluto.”

Roberto Allegri
robi.allegri@gmail.com

CHI SONO

Il servizio fotografico è di Nicola Allegri: www.nicolaallegri.com

Nota di redazione: i folii (singolare: il folio) sono le pagine dei manoscritti medioevali.

Proibita la riproduzione del testo senza citare l’autore e la fonte di provenienza.

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14 Responses to “Il manoscritto piu’ misterioso del mondo”

  1. Isabella scrive:

    Bell’articolo Cristina!

    Ci vediamo in Olanda presto, perche’ verro’ il 28 Dicembre 😉

    Bacioni, xoxo
    Isabella

  2. Hans scrive:

    Vedendo le foto si immagina quasi nel libro ‘Il Signore degli Anelli’, ma sono molto curioso di che cosa si tratta. Magari non sapremo mai…

    Comunque, tanti saluti

  3. Maria Cristina Giongo scrive:

    Giusto, caro Hans! Puoi sempre provare a decifrarlo! Buon lavoro!!!!!!

    Comunque è un articolo interessantissimo!

  4. Lucia scrive:

    Ho sentito che a Roma ci saranno le celebrazioni internazionali del centenario del Voynich, qualcuno sa dirmi dove e se sono aperte?
    In ogni modo a giudicare dalle foto sembra sia qualcosa di alchemico, indagherei in quel senso.

    • Roberto Allegri scrive:

      Gentile Lucia, sì si celebreranno i cento anni dalla scoperta del manoscritto Voynich. Ci sarà un incontro-dibattito che si svolgerà venerdì 11 maggio 2012, dalle ore 9.00 alle 18.00, presso la Sala degli Svizzeri di Villa Mondragone, Università di Tor Vergata, in Via Frascati 51, Monteporzio Catone, Roma. Vi parteciperanno diversi studiosi della materia, tra cui il dottor Claudio Foti da me intervistato. Buona giornata.
      Roberto Allegri

  5. Maria Cristina Giongo scrive:

    Grazie al giornalista Roberto Allegri per questa notizia! Sarà di sicuro un dibattito molto interessante!
    Non mancate!
    Spero tanto che Roberto potrà poi pubblicarne il resoconto sul Cofanetto…

  6. Andrea scrive:

    In Italia è stato pubblicato un romanzo che promette di svelare il mistero del codice Voynich. Gli argomenti portati come prova sono del tutto convincenti. L’autore ha inteso svelare il mistero in chiave di fiction. Spero di fare cosa gradita segnalando il link dove poter approfondire http://icustodi.wordpress.com

  7. Rosario scrive:

    Bell’articolo!
    Sono uno studioso amatoriale, ho letto il saggio sul Voynich e ho partecipato alle celebrazioni internazionali. Davvero entrambe sono state molto interessanti. C’è molto da fare credo, ma molto è stato scoperto. Bravi! Vivo all’estero ma sono italiano e sono contento di questo interesse dei nostri studiosi.
    Pessimo però devo dire il libro citato da Andrea. L’ho comprato ma ho buttato i soldi. Molto meglio allora il manoscritto di dio. Sempre sul voyunich ma scritto bene! in ogni modo i romanzi non aggiungono nulla al mistero…

  8. Mario Imparato . scrive:

    Diciamo che ho studiato a fondo il manoscritto .

    DAMD ATOCTHO DANU DATEHORTROI CHO .

    DAM DATEHOJTHOJ I CHO GJ CHOI DAM OTNORTAOR EHO GEHOR.

    DAM DATNO RETEHOR I EHORIEHR.

    Possiamo parlarne?

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