Questa volta vorrei subito riportare una dedica ad una micina, Mya, che ha spezzato il cuore alla sua mamma “umana”.

Mya
Mya, piccola Mya, difficile rientrare a casa senza di te.
Ora ad aprirmi la porta c’è la malinconia, quella malinconia che tu scacciavi continuamente con i tuoi versetti e miagolii armoniosi e con il tuo sguardo ansioso di incrociare il mio.
La tua pelliccetta brillante ti rendeva una piccola regina, con il suo minuscolo trono saldamente ancorato nel mio cuore, il posto più caldo dove stare.
Il tuo incedere flessuoso ricordava una signorina di altri tempi, vergognosa e schiva, ma a tratti audace nella provocazione per ottenere carezze.
Il tempo era scandito dal ticchettio delle tue unghiette sul pavimento, come piccoli tacchetti di signorina frettolosa.
La tua fretta era di balzarmi in grembo per abbracciarmi stretta mentre partiva il tuo motorino di fusa sommesse e rumorose al tempo stesso.
Ti ho voluto tanto bene.
Me ne hai restituito senza riserve.
Riposa piccolo amore mio.
Il tuo piccolo mondo di carezze e attese di coccole e giochi è vuoto senza il tuo sguardo espressivo e affettuoso.
Fortunato è chi è scelto da un gatto come compagno di vita ed io lo sono stata. Enormemente.
Buon viaggio amore mio.
Floriana Narciso.
Personalmente trovo questa dedica bellissima e coglie pienamente l’amore ed il legame affettivo che si crea tra una persona ed il suo animale da compagnia, che sia un gatto o un cane o qualsiasi altro essere animale.
Mya era una gatta soriana con un colore del manto nero corvino lucidissimo, molto timida e riservata, che ho conosciuto qualche anno fa in ambulatorio accompagnata da una proprietaria altrettanto dolce e gentile. Floriana, il suo nome, è una donna molto attenta, ed abbiamo avuto modo di conoscerci per alcuni problemi della gattina. Nel corso delle varie visite ed indagini abbiamo però dovuto affrontare una terribile diagnosi : il linfoma.
Il linfoma è uno dei tumori più frequenti nei gatti e determina una sintomatologia molto varia legata al sito di partenza: occhio, intestino, reni, ecc. Non c’è organo che non possa essere interessato.
Con la diagnosi e la stadiazione ciò che resta da fare è la chemioterapia che Floriana, con tanto amore, ha anche eseguito.
Purtroppo però non tutti i linfomi rispondono bene alla chemio e Mya, dopo un primo momento di netto miglioramento, ha iniziato a star male, non reagire, fino a quando, ahimè, ci ha lasciate.

La perdita di Mya ha lasciato un enorme vuoto nell’animo di Floriana, tanto che, quando per messaggio le chiedevo come stesse, mi rispondeva che aveva trascorso in lacrime quella e più notti.
Non è insolita questa risposta, mi è capitato di riceverla più volte dai miei clienti, donne o uomini che fossero, ma del resto l’ho provato su me stessa e devo dire che il dolore ed il vuoto che lasciano è straziante, al pari di un parente o un amico.
Secondo Hunt e Padilla (2016), autori di un questionario sul lutto degli animali domestici, la morte di un animale domestico può rappresentare un fattore di stress significativo per alcune persone ed è un noto fattore di rischio per la depressione.
Ho già avuto modo, in un articolo precedente, di parlare della perdita di un animale e del lutto che ne consegue. Nel 1969 la dr.ssa E.K.Ross parla, per la prima volta, della esistenza di 5 fasi da affrontare per metabolizzare un lutto, noto come modello Kübler-Ross. Questo modello permette di capire le dinamiche mentali più comuni della persona che deve affrontare un lutto affettivo o ideologico. Successivamente anche altri autori hanno presentato dei modelli di fronteggiamento del lutto e, anche se esposti in maniera diversa, hanno tutti delle somiglianze.
Le varie fasi sono: negazione, rabbia, contrattazione, depressione, accettazione, ed essendo appunto delle fasi si possono alternare e ripresentare più volte, con varia intensità e senza un ordine preciso: le emozioni non seguono regole ma, come si manifestano, così svaniscono, magari miste e sovrapposte.
Idealmente un lutto, definito come fisiologico, può durare da 6 ai 12 mesi durante i quali si mettono in atto risposte adattive e funzionali che permettono di ritrovare la serenità ed accettare l’inevitabile cambio di vita, ma si passa ad un lutto complicato o patologico quando le manifestazioni acute del lutto si protraggono oltre questo arco temporale.
Vari autori sono d’accordo nel sostenere che esistono diversi fattori che influiscono il processo di metabolizzazione del lutto, fra i quali le caratteristiche del proprietario. Sembra ad esempio che le donne, probabilmente per la loro indole ad esprimere più liberamente i propri sentimenti, mostrano livelli di sofferenza maggiore per la loro pet loss. Sembra anche che le persone anziane più facilmente possano andare incontro ad un lutto complicato se l’animale domestico perso era la loro unica compagnia. Maggiore è il legame di attaccamento, maggiore sarà il dolore, la sensazione di smarrimento e la frustrazione che ne consegue. Un altro fattore che influisce sul lutto è la decisione di eseguire l’eutanasia.
Dover volontariamente scegliere quando è arrivato il momento di porre fine alla vita del proprio animale impatta notevolmente sullo stato psicologico, etico e fisico del proprietario. Scegliere di eseguire una eutanasia, nonostante il veterinario faccia da consigliere e da supporto emotivo, può, soprattutto in persone più fragili, aumentare i sentimenti di rabbia, colpa, ansia e frustrazione e soprattutto vivere nella indecisione di aver fatto la scelta giusta.
Negli anni ho imparato a vivere queste fasi insieme ai proprietari e cerco sempre, anche a distanza di giorni, di far sentire loro la mia presenza ed il mio supporto mandando messaggi o anche telefonando quando sono clienti con i quali ho instaurato un rapporto più personale. Un problema da non sottovalutare è la sensazione, ancora attuale, di sentirsi soli e/o poco capiti dalla società e pensare che la propria reazione al lutto sia inadeguata o eccessiva considerando che si parla di animali. Ormai ci sono numerosi studi che dimostrano le conseguenze psico-somatiche a carico di proprietari dopo la perdita di un proprio animale, con la necessità di eseguire una terapia psicologica per superare il lutto e ritrovare la serenità.
Autori del calibro di Podrazik, Walsh, Rémillard e Park in lavori diversi hanno suggerito “modi” per affrontare al meglio il lutto che possiamo traslare anche nel mondo degli animali da compagnia.
Alcuni spunti che possiamo considerare sono:
- cercare di parlare solo con persone, amici e parenti, che non sminuiscono il nostro dolore e lo possono capire,
- non trascurarsi e continuare a prendersi cura di se stessi e di eventuali altri animali in casa,
- mantenere in memoria i momenti più belli e magari conservare foto ed altri ricordi,
- creare un rituale per la morte dell’animale, come ad esempio piantare un albero, creare un album fotografico, realizzare o farsi realizzare un oggetto commemorativo,
- considerare, dopo il tempo necessario, di adottare un altro animale, non per sostituire il precedente ma semplicemente per indirizzare il proprio amore ad un altro essere che accompagnerà un nuovo nostro percorso di vita.,
- se il dolore dovesse persistere cercare un terapeuta o un gruppo di supporto specializzato in pet loss.
Ho voluto dedicare questo spazio ad un argomento così delicato ed importante quale la perdita del proprio “migliore amico” proprio perché troppo spesso ascolto amici e clienti che si sentono persi e non riescono bene ad elaborare il lutto, ma soprattutto perché voglio sottolineare che superare la perdita di un cane, gatto o di un qualsiasi altro animale da compagnia, che ha trascorso un periodo insieme a noi, richiede tempo, pazienza ed accettazione del proprio dolore senza alcun tipo di remora.

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Tags: eutanasia, fasi del lutto, imma paone, linfoma, lutto, pet loss
Un articolo meraviglioso e sensibile, leggendolo mi sono sentito capito, compreso e confortato ! Anche io ho avuto 2 esperienze di questo tipo, ed è bello sapere che ci sono persone che sono in grado di capire e accettare ciò che si prova e dalle quali avere sostegno