Marley…il cane che visse due volte.

Non saprei dire se questa è una realtà tutta napoletana o anche di altre zone italiane, ma durante le feste natalizie nel mio ambulatorio c’è un via vai di amici e clienti che affettuosamente mi riempiono di regali, dal panettone allo spumante, dalle decorazioni natalizie artigianali a doni personali.

marley 1

Ovviamente la cosa mi piace tanto perchè in fondo come una bimba io adoro i regali, adoro il natale e soprattutto mi piace tanto vedere le persone più gioiose ed affettuose, anche se solo per quel breve periodo.

Quest’anno però un evento ha turbato tutto.

Era il 31 dicembre e ricevevo una insolita telefonata.

Mario, il nome del cliente, era preoccupato perché il suo enorme cagnolone, Marley, da giorni non mangiava e vomitava.

Subito risposi: “vabbè, chissà quante e quali leccornie avrà mangiato ed ora sarà disgustato!”

No, risponse lui, in verità 10 giorni fà ha vomitato un calzino ed un altro lo ha defecato, temo che ne possa aver ingerito un altro ancora”.

Cercai ovviamente di sdrammatizzare la cosa dicendogli che Marley non poteva essere così sciocco da aver mangiato un ulteriore calzino, ma nel dubbio era meglio contare la biancheria, iniziare subito una terapia endovena per reidratarlo, considerando tutti gli episodi di vomito, e intraprendere delle indagini più dettagliate.

Era necessario fare una ecografia per risolvere ogni dubbio ma volevo aspettare che la terapia endovena potesse iniziare a fare effetto.

Una radiografia addominale mi avrebbe potuto depistare visto che il calzino sarebbe stato radiotrasparente e quindi non facilmente visibile.

La mattina seguente, il 1 gennaio, mentre tutti ancora dormivano perché magari la notte prima avevano festeggiato fino a tardi, andai in ambulatorio.

Marley era sicuramente meno disidratato ma ancora con vomito e dolore addominale alla palpazione.

Ero sempre più convinta che il calzino ci fosse e quindi urgeva l’ecografia prima della laparatomia esplorativa.

Iniziai il mio solito “giro” di telefonate alla ricerca di un buon collega ( buono sia per bontà di cuore, considerando che era un giorno di festa, che per bravura professionale ) che potesse aiutarmi.

Niente da fare…tutti con il telefono spento fino a quando un’anima pia mi rispose.

Antonella, un’amica ecografista, era disponibile a raggiungermi per mezzogiorno in ambulatorio, nonostante il suo impegno di pranzo luculliano dai genitori.

Con ansia aspettammo l’orario stabilito.

marley 2

Appena giunse Antonella, posizionammo l’irruente e maestoso Marley sul tavolo visita, con non poca forza tentammo di tenerlo fermo su di un fianco, tosammo il suo addome e, finalmente la collega appoggiò la sua sonda sullo stesso.

In pochi minuti la diagnosi fu fatta : il calzino c’era...bloccato in un’ansa intestinale del piccolo intestino.
In quello stesso momento un innumerevole numero di pensieri scombussolavano la mia mente: avevo da preparare la sala operatoria, sterilizzare i ferri chirurgici, contattare un aiuto disposto a lavorare il primo dell’anno e soprattutto spiegare al proprietario i rischi dell’intervento, considerando che Marley da cucciolo aveva già subito un intervento per un intuscepto intestinale.
L’unica persona che potevo chiamare e che sarebbe venuta ad aiutarmi, anche se borbottando, era Laura.

Fissai l’orario dell’intervento alle quattro del pomeriggio per poter almeno trascorrere un paio d’ora con la mia famiglia.

All’ora stabilita, precisi come non mai e tutti con non poca preoccupazione, iniziai l’intervento.

Prima puntura: tranquillante.

Dopo circa 10 minuti Marley iniziava a barcollare e a cedere all’effetto dei farmaci.

Seconda puntura: induttore dell’anestesia.

Meno di un paio di minuti e Marley veniva intubato per somministrargli la miscela di ossigeno ed anestetico.

In pochissimo la sua anestesia era completa.

Mentre io sistemavo lama di bisturi, guanti, telini sterili e fili di sutura, Laura si occupava dello scrub chirurgico ( una serie di passaggi fatti con alcool e betadine per sgrassare la pelle e ridurre al minimo la carica batterica ) sulla superficie da incidere.

Al taglio dell’addome l’ansa incriminata balzò subito agli occhi, grossa, scura, con la parete tesa ed assottigliata.

Poco più in là il primo taglio.

Iniziai a sfilare il calzino che però era esageratamente lungo ed incastrato poco più avanti, perciò decisi di tagliarlo in due e tirare il secondo pezzo da un’altra breccia chirurgica.

Controllato tutto il tratto gastroenterico con la paura che potessero essercene altri, dopo un abbondante sciacquo con soluzione fisiologica tiepida dell’addome, richiusi ad uno ad uno tutti gli strati addominali.

Dopo pochi minuti dalla fine dell’anestesia Marley si riprese.

Eravamo stanchi ma soddisfatti.

Dopo le solite raccomandazioni al proprietario quali: seguire con attenzione la terapia, farlo mangiare dopo 24 ore poco cibo facilmente digeribile e più volte al giorno, per non sovraccaricare la funzionalità intestinale ed ovviamente utilizzare il famigerato collare di Elisabetta per non fargli leccare la ferita, gli ricordai che i primi 5 giorni sono quelli più a rischio di deiescenza della ferita.

marley 3.

Giorno dopo giorno, Mario, tralasciando completamente il suo lavoro, seguì pari passo le mie istruzioni.

Tutto stava andando per il verso giusto quando, proprio al quinto giorno dall’intervento, Mario mi telefonava con la voce rotta dal pianto per dirmi che Marley aveva appena vomitato un calzino.

Mi si strozzò in gola un NO di disperazione.

Eravamo nuovamente al punto di partenza con l’aggravante che operare nella stessa sede significava fare i conti con tutte le aderenze e le reazioni cicatriziali che si stavano realizzando.

Ancora una volta, semplicemente per illudermi di sbagliare, richiesi con urgenza una ecografia che purtroppo non lasciò spazio alla mia speranza.

Marley doveva essere rioperato.

Era la befana, il 6 gennaio, e nuovamente con lo stesso staff , ci preparavamo per un altro intervento, ma quasi con la consapevolezza che non sarebbe andato a buon fine.

Questa volta il calzino era bloccato poco più su rispetto ai precedenti tagli, ma in un ansa veramente stretta e scura per i disturbi di vascolarizzazione che si stavano creando.

Dopo aver scollato qualche aderenza, attraverso un taglio della parete dell’ansa intestinale, riuscii ad estrarre il malefico calzino.

Nuovamente uno sguardo veloce a tutto l’addome per evitare che l’anestesia durasse tanto e chiusura.

Marley, anche se questa volta con più lentezza, provato sicuramente dal doppio stress chirugico, si risvegliò.

La prognosi era veramente riservatissima.

Penso sempre che Madre Natura sia perfetta e che, per chi è credente, il Signore ha voluto dare una grande mano a questo cagnolone perchè ogni giorno Marley migliorava sempre più permettendomi, dopo 15 giorni dal secondo intervento, di togliergli i punti.

Ovviamente il proprietario era contentissimo di questo miracolo ed io soddisfatta per il buon esito della storia.

Ancora oggi ci domandiamo cosa abbia spinto Marley a mangiare più di una volta biancheria intima : noia ( forse perchè lasciato solo per troppe ore della giornata ), pica ( termine medico per indicare un disturbo comportamentale che porta a mangiare qualsiasi cosa, anche non commestibile ), fame ( forse il suo cibo non era sufficiente per la sua grossa mole ).

Di fatto ho richiesto una terapia comportamentale con la speranza che possa evitare in futuro altri episodi del genere.

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7 Responses to “Marley…il cane che visse due volte.”

  1. Claudia Tagliabue scrive:

    Imma sei grandiosa!!! Anzi UNICA!!! Non di meno i tuoi Collaboratori !!! Ho letto l’articolo (scritto benissimo), tutto d’un fiato, senza perdere una sola parola, tant’è, che paura, ansia e gioia, sono stati i sentimenti vissuti in 10 minuti !!! Complimenti Dottoressa !!! Marley è stato FORTUNATO, meglio se nascondono i calzini, visto che gli piacciono tanto…. ahahahahah

  2. Mauro scrive:

    Cane fortunato e bravi veterinari

  3. Imma scrive:

    Grazie mille :)
    Bravo anche il suo padrone.

    Ps: Devo anche ringraziare mamma Cris ( Maria Cristina Giongo ) che mensilmente mi permette di rispolverare l’uso dei verbi :)

  4. mario maddaloni scrive:

    ciao,Imma ,solo adesso ho potuto leggere l’articolo che hai dedicato a Marley. Mi hai fatto rivivere,con la tua meticolosa ricostruzione dei fatti e tempi uno dei periodi più brutti della mia vita e non ti nascondo che mi è scappata la lacrimuccia.Ora tutto è passato,Marley si è ripreso completamente (ma questo lo sai bene). I calzini sono sempre chiusi sottochiave (hai visto mai…?)ahahah.Ai padroni di animali dico:non fate i miei stessi sbagli il cane o gatto o canarino che sia ha bisogno dei suoi spazi per poter vivere in armonia con voi .Prendetevi cura del vostro animale con amorevole fermezza e cercate (se potete) di non lasciarlo per troppo tempo da solo.A te,Imma, posso solo dirti dal profondo del cuore :GRAZIE.

  5. mario maddaloni scrive:

    AHHHH…dimenticavo lo staff dei tuoi collaboratori:Laura,Daniela e non per ultima la mia amica Annamaria che mi hanno seguito passo passo nella terapia ed ancora lo fanno.A tutte e tre un caloroso ARF.. ARF da Marley ed un forte abbraccio da parte mia.

  6. anna scrive:

    grande marley e sopratutto grandi le doc che l’hanno operato!!!!

  7. mario maddaloni scrive:

    ciao,Imma ,solo adesso ho potuto leggere l’articolo che hai dedicato a Marley. Mi hai fatto rivivere,con la tua meticolosa ricostruzione dei fatti e tempi uno dei periodi più brutti della mia vita e non ti nascondo che mi è scappata la lacrimuccia.Ora tutto è passato,Marley si è ripreso completamente (ma questo lo sai bene). I calzini sono sempre chiusi sottochiave (hai visto mai…?)ahahah.Ai padroni di animali dico:non fate i miei stessi sbagli il cane o gatto o canarino che sia ha bisogno dei suoi spazi per poter vivere in armonia con voi .Prendetevi cura del vostro animale con amorevole fermezza e cercate (se potete) di non lasciarlo per troppo tempo da solo.A te,Imma, posso solo dirti dal profondo del cuore :GRAZIE.

    RispondiAHHHH…dimenticavo lo staff dei tuoi collaboratori:Laura,Daniela e non per ultima la mia amica Annamaria che mi hanno seguito passo passo nella terapia ed ancora lo fanno.A tutte e tre un caloroso ARF.. ARF da Marley ed un forte abbraccio da parte mia.

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