Ipertiroidismo felino. Patologia subdola che necessita di rapida diagnosi.

Come purtroppo spesso ho visto succedere cani o gatti di una veneranda età vengono un po’ più trascurati celandosi dietro la frase ” tanto é vecchio ormai non c’è più altro da fare “!
Ed invece, posso con fermezza dire che qui inizia una “nuova medicina interna”: la geriatria.

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Il dolce Meo

Non finirò mai di ripetere ad i miei clienti che, fortunatamente, la vita dei nostri dolci animali si è allungata e, come per le persone, iniziano anche per loro malattie degenerative, tumorali ed endocrine che vanno diagnosticate e trattate.
Come la sensibilità delle persone, anche la medicina e la diagnostica per i nostri pet migliora ogni giorno di più.
Un concetto indispensabile da considerare é la prevenzione, come anni fa una nota pubblicità decantava : ” perché prevenire é meglio che curare “, permettendoci di anticipare di molto problemi ben più seri.

La storia di oggi racconta di un giovane e scrupoloso padrone e del suo gattone di 10 anni.
Tutto ha inizio con l’arrivo in ambulatorio di Renato, giovane studente di ingegneria informatica, e del suo bellissimo gatto Meo.
La bellezza di questo gatto sono i suoi occhi grandi quanto quelli di un cerbiatto, così profondi ed espressivi che sembrano parlare.

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Il non più “giovanotto” Meo era stato portato per una visita perché presentava la testa deviata da un lato, leggermente flessa e dolore al suo spostamento.

Laura, la collega che accolse il gattone, visitandolo, ipotizzò che la causa potesse essere un’otite, condizione piuttosto frequente nei nostri animali da compagnia, che spesso causa dolore e deviazione della testa, e, per essere più precisa, suggerì la possibilità di escludere un’ernia cervicale mediante una tac, indagine, ahimè, piuttosto costosa, che oltre tutto necessita un’anestesia totale.
Renato, da buon padrone, comprò subito i medicinali consigliati e iniziò la sua terapia.
Man mano che passavano i giorni l’otite migliorava ma Meo presentava sempre qualche sintomo nuovo.
Iniziarono a flettersi le zampe posteriori fino quasi a toccare terra, si muoveva con difficoltà, zoppicando ed era sempre più “svogliato“.
Chiamammo l’ortopedico per escludere un problema osseo ed eseguimmo più radiografie ma non notammo nulla di strano tranne una maggiore densità della bolla timpanica che poteva essere compatibile con l’otite diagnosticata in precedenza.

Intanto l’attentissimo Renato notava sempre un peggioramento dello stato di salute del suo adorato Meo.
Ancora una volta si parlò della necessità di eseguire una visita neurologica per capire se la sua zoppia potesse essere un disturbo neurologico ed una Tac per capire ancora di più quale fosse il problema della bolla e se realmente eravamo di fronte ad un problema di ernia cervicale.
Ma la situazione precipitò all’improvviso.
Un sabato in tarda mattinata Renato preoccupatissimo mi chiamò perché vedeva il suo gattone respirare troppo frequentemente, non riusciva a muoversi e, al tatto, sentiva il cuore battere all’impazzata.
Premesso che clienti così attenti e scrupolosi ne conosco veramente pochi, quindi, sentendo Renato allarmato gli chiesi subito di portamelo per visitarlo.

Effettivamente Meo era “strano”, svogliato, camminava a stento e con i garretti che praticamente strusciavano per terra e, come mi aveva anticipato Renato, aveva una frequenza cardiaca di 150 battiti al minuto, molto più alti di quelli che aveva solo una settimana prima, oltre ad un respiro corto e frequente.
Non riuscivamo proprio a capire che cosa stesse succedendo.
Renato era disperato.
Rimanemmo l’intera giornata affianco al suo tesoro, controllando continuamente la sua frequenza cardiaca e respiratoria, pronti ad intervenire nel caso succedesse qualsiasi cosa.
In realtà non sapevo che cosa aspettarmi, ma nel dubbio avevo già preparato il carrello anestesia ed i farmaci per un eventuale arresto cardiaco o respiratorio.
La situazione era stabile.

Ed ecco che la fidanzata di Renato mi fece una domanda: ”  potrebbe essere ipertiroideo ?”
Certo, perché no! ” risposi.
Facemmo subito un prelievo per uno screening completo comprensivo di profilo elettrolitico e degli ormoni tiroidei.
Il nostro vagare senza meta finalmente ebbe fine.
Meo era ipertiroideo ed aveva una carenza di potassio, responsabile della debolezza fisica e della iper flessione dei garretti.
Fatta la diagnosi inizió subito la terapia.
Fortunatamente la medicina evolve e con essa le terapie.
Per l’ipertiroidismo felino oggi basta mangiare regolarmente ed esclusivamente un cibo medicato ( y/d della Hill’s ) che riduce l’assorbimento dello iodio, necessario per la produzione degli ormoni tiroidei e di conseguenza riporta lentamente alla normalità il lavoro della tiroide permettendo la scomparsa di tutti i sintomi legati alla condizione patologica.
Pian piano Meo é ritornato alla normalità, migliorando la postura, l’appetito ed il suo manto, che é ritornato morbido e lucido come non aveva da tempo.

L’affetto e l’attenzione del suo giovane padrone avevano indubbiamente salvato la vita a Meo.
Per completezza di indagine fu anche eseguita una visita neurologica ed una ecografia al cuore, ma tutto era nella norma.

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L’ipertiroidismo felino è una disendocrinopatia che si può riscontrare nei soggetti di età superiore agli 8 anni senza nessuna predisposizione di razza o di sesso.

Nel 95% dei casi é dovuto ad una iperplasia benigna ma la patogenesi é ancora sconosciuta.
A causa della maggiore produzione degli ormoni tiroidei si verifica una condizione di ipermetabolismo> É come se tutto l’organismo fosse “accelerato”!
Il gatto mangia e beve molto, anche se dimagrisce a vista d’occhio, può presentare vomito e diarrea, iperattività o, di contro, debolezza per la perdita di potassio, tachicardia e polipnea, seborrea e pelo “arruffato”.
A volte si osserva agitazione, nervosismo e comportamenti aggressivi, disturbi del sonno e deambulazione senza una meta, che possono far pensare ad un disturbo cognitivo ( altra condizione che insorge negli animali anziani e spesso sottovalutata ).
Qualche volta, soprattutto con una attenta palpazione della zona del collo, é possibile sentire dei noduli tiroidei a livello dei primi anelli tracheali, anche se in realtà questa manovra non è sempre così semplice, soprattutto se il gatto non é collaborativo e se i noduli non sono così sporgenti.

La diagnosi si basa sulla determinazione sierologica degli ormoni tiroidei, su test di stimolazione ormonale e sulla diagnostica per immagine ( ecografia e scintigrafia ).
La terapia ha lo scopo di ridurre l’attività della tiroide e la sua produzione ormonale.
A metodiche più costose ed indaginose come la radioterapia, a quella medica ( carbimazolo e metimazolo ) non priva di effetti collaterali, ad una nutrizionale mediante l’esclusivo consumo di cibo medicato.

Quest’ultima e più rivoluzionaria terapia, quella scelta per Meo, il nostro protagonista, é la più semplice, economica e sicura terapia.
Unica clausola: non cedere agli occhioni da cerbiatto che sono capaci di fare i nostri dolcissimi e furbetti amici a quattro zampe.
Ovviamente, come per ogni patologia ormonale, necessita di controlli ematici continui utili anche a tenere sotto controllo tutti gli altri organi direttamente influenzati nella loro attività dal lavoro della tiroide.

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