Emozionante salvataggio di una cagnolina che stava annegando.

La frase che spesso si sente dire da giornalisti dei telegiornali o da attori di qualche serial tv “essere nel posto giusto al momento giusto” è proprio quanto mi è successo quest’estate e che mi ha permesso di salvare la vita di una bellissima cagnolona.

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il gruppo per l’escursione


Da ormai tre anni, insieme al mio compagno Alessandro ed alla mia dolcissima cagnolina Valentina, vado in vacanza per due settimane in Toscana, terra meravigliosa in cui ancora oggi viene rispettata la natura.

Follonica è precisamente il nostro luogo di vacanza dove c’è un mare quasi caraibico ed estese pinete in cui è possibile passeggiare.
La sensibilità dei suoi abitanti nei confronti dei nostri amici a quattro zampe sta crescendo, di anno in anno, in maniera esponenziale, tanto che ad oggi sempre in più posti come ristoranti, alberghi, negozi ed anche spiagge, accettano volentieri la loro presenza.

La bellezza della Toscana è la poliedricità della sua terra.
Ogni giorno c’è sempre qualcosa da vedere e da fare.
La mia giornata iniziava con una buonissima colazione, passeggiata di scarsi cinque chilometri per raggiungere una spiaggia libera dove portare Valentina, mattinata al mare in un’acqua meravigliosa e sole, ritorno sempre rigorosamente a piedi per il pranzo e, dopo la “pennichella” pomeridiana, passeggiata in qualche paesino vicino.
Un giorno decidemmo di fare un’escursione in canoa lungo il fiume Ombrone che scorre nel grandissimo parco della Maremma, in provincia di Grosseto.
In tenuta da trekking e con abbondante antizanzare, insieme ad un gruppo di dieci persone, ma questa volta senza la nostra Valentina, prenotammo una doppia canoa, guidati da un simpaticissimo e ruspante settantenne di nome Pasquale.

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Io, Alessandro e la guida Pasquale

Tra una chiacchiera ed una risata iniziammo a vogare, ahimè controcorrente, quando da lontano una donna, agitando le braccia per farsi notare, a squarciagola ci chiedeva se avevamo incontrato un cane, durante il percorso.
La povera donna, con la voce rotta dal pianto, ci faceva capire che la sua cagnolina, di nome Stella, mentre correva lungo il bordo del fiume, era caduta in acqua e lei non riusciva più a vederla.
In quello stesso momento tutti noi iniziammo a cercare ovunque, nell’acqua, lungo il bordo, tra le piante, ma niente…fino a quando una bimba che stava in canoa con noi, l’unica che riusciva a stare in piedi in equilibrio senza cadere, riuscì a scorgere lo sguardo della cagnolina tra gli arbusti di una enorme pianta radicata tra il fiume e il terreno della sua sponda.
Virginia, la piccola escursionista, indicando il fitto arbusto, cercava di farci capire dove si trovava Stella facendoci da guida.
Solo quando arrivammo quasi vicino al punto indicato da Virginia, riuscii finalmente a vedere gli occhioni spaventatissismi di Stella.
La poveretta era terrorizzata ed a stento riusciva a stare a galla, non potendo nuotare perché il suo lunghissimo guinzaglio si era ingarbugliato tra i rami dell’enorme albero.
Cercando quindi di parlarle dolcemente per tranquillizzarla, in quanto era impaurita (infatti temevamo che potesse tentare di scappare ingarbugliandosi ancora di più), riuscimmo, remando lentamente e facendoci strada tra i fitti rami, ad avvicinarci sempre di più a lei.
Non potendo andare oltre, Pasquale, la nostra guida, si tuffò in acqua ed inizió a districare il guinzaglio.
Un po’alla volta, con l’aiuto anche mio e soprattutto di Alessandro, riuscimmo a liberare completamente la cagnolina.
Intanto la sua padrona, facendosi spazio tra rami e rovi, completamente insanguinata per gli estesi graffi a braccia e gambe, incurante del dolore e del bruciore, riuscì a raggiungere il bordo del fiume in modo da tirare su per il guinzaglio Stella, energicamente spinta da Pasquale.
Ovviamente non era assolutamente una cosa semplice perché il bordo del fiume era fangoso; perciò Pasquale più di una volta perse l’equilibrio facendo ricadere in acqua la cagnolona.
Tirata su Stella, la sua padrona la strinse fortemente a sè quasi a toglierle il respiro e, con un pianto di gioia… non faceva altro che ringraziarci.
In quello stesso momento, unanime inizió un applauso di contentezza da parte di tutta la “troupe” della canoa, felicissimi per la brillante riuscita del salvataggio.
La cagnolona era solo bagnata e spaventata ma non c’era nessuna ferita apparente.
Volendo essere obiettivi le ferite peggiori furono riportate da Pasquale e dalla padrona, ma eravamo tutti così contenti, che il sangue ed il dolore delle ferite, passarono in secondo piano!
Per tutta l’attraversata del fiume non facemmo altro che parlare dell’accaduto e tutti noi avevamo un sorriso stampato sul viso…ci sentivamo soddisfatti per la buona azione.
Il giorno dopo continuavo a pensare all’accaduto ed immaginavo me nei panni della povera donna disperata…riuscivo a sentire l’angoscia che sicuramente provava sul bordo del fiume la padrona, ed immaginavo quanta disperazione potesse provare nell’attesa del ritrovamento della sua Stellina.
Ma, proprio come un vecchio detto dice :“Tutto bene quel che finisce bene”!

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Tutti insieme con la bravissima Virginia ed i suoi simpaticissimi genitori ( Stefano e Novy )

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