Buongiorno dottoressa Imma, la seguo già da diversi anni e leggo con molto interesse i suoi articoli.

Mi piacciono perché sono scritti in maniera chiara, senza utilizzare termini troppo “difficili” e suggeriscono degli ottimi e pratici consigli. A tal proposito vorrei porle una domanda: è utile fare la pulizia dei denti al cane ed ogni quanto va ripetuta? Ho una cagnolona di 5 anni di nome Margò e solo ora noto che i suoi denti non sono più bianchi ma hanno una colorazione più scura ed il suo alito è decisamente più intenso. Crede che sia il caso di farla? La ringrazio anticipatamente per la sua risposta. Nicoletta da Trani.
Salve Nicoletta, sono contentissima che i miei articoli siano di aiuto per tanti proprietari di animali e scriverli mi fa sentire orgogliosa della scelta lavorativa fatta ormai oltre 30 anni fa.
L’igiene orale dei nostri animali è un argomento molto interessante che spesso viene un po’ sottovalutato dai proprietari a volte semplicemente per scarsa informazione ma spesso per una paura atavica della anestesia. Ebbene si, per eseguire una ottima pulizia dei denti è necessario mettere in anestesia il proprio animale. Ai miei clienti sono solita spiegare che, mentre noi umani in corso di detartrasi, anche se per alcuni non con serenità, riusciamo a stare seduti su quella poltrona non tanto comoda con bocca aperta, glottide chiusa ed un tubicino che aspira tutta l’acqua che il manipolo del dentista emette, per un animale tutto questo è impossibile. Eseguire una anestesia profonda con intubazione oro-tracheale permette di evitare problemi ben più gravi. Placca e tartaro sono problemi comuni per cani e gatti dopo i 3 anni di età (ma ovviamente può palesarsi anche prima) e che, secondo l’American Veterinary Dental Society, interessa oltre l’80% dei cani, determinando poi problemi di salute ben più gravi.

Tutto ha inizio con la formazione della placca, un biofilm composto da batteri, sali minerali contenuti nella saliva e residui di cibo che si depositano e si stratificano sui denti, tra gli spazi interdentali e sotto le gengive, in maniera costante subito dopo i pasti. Ha un colore bianco opalescente ma, se non rimossa nell’arco delle 24-48 ore successive, si indurisce mineralizzandosi e dando inizio alla formazione del tartaro vero e proprio.
Al contrario della placca, il tartaro ha un colore più intenso, si passa man mano dal giallo al marrone, che non potrà più essere rimosso con il semplice spazzolamento ma soltanto con una pulizia professionale eseguita dal medico veterinario.

Come ho anticipato la detartrasi è una procedura che va fatta in anestesia e, come per qualsiasi altro intervento, bisogna rispettare dei passaggi ben precisi. Oltre alla visita clinica generale e locale, per avere già una idea del lavoro che andrà fatto, bisogna eseguire delle analisi del sangue, un elettrocardiogramma ed un consulto anestesiologico. Fissata la data dell’intervento si esegue una piccola preparazione con antibiotici per rendere la bocca un ambiente meno infetto. Prima della detartrasi sarebbe utile eseguire delle radiografie alla bocca ed un sondaggio delle tasche gengivali per valutare quanto colletto del dente è scoperto e se c’è materiale all’interno della tasca. Per la rimozione del tartaro si utilizza un ablatore ad ultrasuoni la cui testina, oscillando, polverizza il tartaro senza rovinare lo smalto dentale ed al tempo stesso fa fuoriuscire a getto dell’acqua demineralizzata che servirà sia ad allontanare i residui del tartaro che ad abbassare la temperatura della testina evitando il surriscaldamento della stessa e lesioni da ustione della mucosa gengivale.
L’intervento è eseguito in day-hospital in anestesia generale gassosa ed un controllo costante dei parametri vitali.
La presenza di un anestesista e del controllo con un monitor multiparametro permette di eseguire questo intervento anche su animali piu anziani e/o con patologie sottostanti. Ad oggi, quindi, veramente pochi soggetti appartengono ad una classe di rischio tale da non poter essere sottoposti ad anestesia.
Come spesso dico ai miei clienti, eseguire una pulizia dei denti non serve solo a donare loro un “sorriso smagliante”, quindi non si esegue per un discorso puramente “estetico”, ma aiuta ad evitare problemi piu gravi direttamente connessi ai denti ed alla bocca, come infiammazione gengivale, parodontite, ascessi dentali, perdita del dente, fistola odontopatica, frattura mandibolare, ma anche infezioni cardiache, polmonari, epatiche e renale per il passaggio in circolo di emboli settici.
Il sintomo più comune che spinge un proprietario ad una visita del cavo orale è l’alitosi ed il sanguinamento dalle gengive. Spesso l’alito è cosi pesante da essere sentito anche a distanza dal cane o addirittura nella stanza in cui si trova. Nei casi più gravi questi animali hanno anche difficoltà a masticare o, come nel gatto, a mangiare, rifiutando il cibo al sol pensiero di sentire dolore.
Eseguita la pulizia dei denti, comprensiva di lucidatura, solitamente suggerisco dei metodi per cercare di ridurre la formazione della placca come l’utilizzo dello spazzolino con l’apposito dentifricio, l’uso del collutorio da mettere quotidianamente nella ciotola dell’acqua da bere e magari anche degli snack da masticare adatti allo scopo.
Come per le persone, anche i nostri animali avrebbero bisogno di un esame della bocca una volta all’anno per poter decidere se procedere o meno alla detartrasi in base alla reale esigenza del pet, perché ogni medico veterinario valuta sapientemente il rapporto rischio-beneficio, evitando di esporre il proprio paziente a rischi ben più gravi.
Cara Nicoletta, spero di essere stata chiara ed esaustiva, ma per qualsiasi dubbio la e vi esorto a contattarmi al mio indirizzo email: immapaone@gmail.com.

La mia dolce Valentina con il suo simpaticissimo sorriso.
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