Posts Tagged ‘narrativa’

Il racconto poetico di dicembre: “La mosca” (di Tommaso Meldolesi)

martedì, dicembre 27th, 2022

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“La poesia della vita, ma anche del fallimento, è pur sempre la speranza (che forse è il nome, più edulcorato e meno prosaico, che gli scrittori han voluto dare all’istinto di sopravvivenza)”. Non ricordo chi l’abbia detto, né riesco a capire bene che cosa intendesse. Io so soltanto che nei racconti di Tommaso Meldolesi, il discorso indiretto libero, talvolta denunciando apertamente l’indifferenza e l’incoscienza della società, si libra attraverso i punti di vista e le emozioni dei numerosi personaggi, per esplorare il mistero della speranza: ovvero quell’energia inesplicabile,

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Francesco Gazzè: il sentimento come ragion di scrivere (una recensione di Pietro Pancamo)

lunedì, novembre 27th, 2017

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Francesco Gazzè, Il terzo uomo sulla luna,
Baldini&Castoldi, Milano, 2002

 

C’è un’acuta distanza (quasi totale, cioè irreversibile o giù di lì) fra i sentimenti e il mondo attuale… Al punto che ognuno di noi (se fosse onesto) si dovrebbe inquisire schiettamente, sottoponendosi magari a un discorsetto accusatorio tipo questo: “Dove finisce la televisione e dove comincia la mia identità? Ahimè, non resta più alcun confine di riconoscimento…”.

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“Rabbia. Maneggiare con cura”, un’antologia di poesie e racconti, pubblicata da un collettivo artistico di Milano

martedì, giugno 27th, 2017

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A Milano, il regista Gregory Fusaro e lo scrittore Maurizio Mozzoni hanno fondato “Underground? – distribuzioni alternative”, ovvero un collettivo che, deciso a combattere e debellare l’estrema ottusità dell’arte nostrana, si sta attualmente ramificando in tutta Italia, dalla Lombardia alla Sicilia, per allestire eventi e spettacoli d’ogni sorta, espressamente concepiti per dare finalmente visibilità anche agli artisti indipendenti: scrittori, musicisti, attori, fotografi, pittori e chi più ne ha, più ne metta.

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Un racconto di Pietro Pancamo: “Succederà”

martedì, ottobre 27th, 2015

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Pieter Bruegel il Vecchio, Il trionfo della morte

 

Da lunghissimi, imperterriti anni l’Inferno è solo un grande paesaggio brullo e polveroso. Infatti Satana se n’è andato: si è stabilito sulla Terra, abbandonando i vecchi locali.
È vuoto l’Inferno, tutto spento: senza più baldoria di peccati e vendette. Adesso la perfezione del Male è in Terra.

L’identikit della malvagità ha per connotati un paio di corna adunche, gli occhiali neri da sole e un ghigno felice.
Perché i diavoli amano il fuoco quanto amano l’Inferno e cercano di ricreare il loro habitat naturale incendiando e abbrustolendo: così (dopo aver sparpagliato benzina in abbondanza su alberi, palazzi, macchine, uomini, edicole, chioschi, cravatte, lasagne, contadini, psicologi e calzette) gettano cerini accesi per strade e continenti, suscitando esplosioni molto concitate. Ma soprattutto ustioni sanguinanti. E roghi incandescenti, sterminati, luccicanti!

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Un racconto di Pietro Pancamo: “Il regista dimenticato”

mercoledì, maggio 27th, 2015

 

Esitò, quando il meteo tacque. L’occasione era propizia –si rese conto, spegnendo la radio–, ma la forza per attuare il “piano” (peraltro già studiato e preparato da tempo) tardò a presentarsi, lì per lì. L’anima non s’atteggiava all’ardimento, per dirla col poeta. Oh nessun problema, ad ogni modo, perché eccolo il rimedio: scherzare fra di sé. «Lo schiocco secco del cuore che si spezza è proprio come quello di un ciac in campo», pensò, allora. E all’improvviso trovò il coraggio: un coraggio amaro, che l’accompagnò per mano alla rada solitaria.

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