La posta del cuore dei nostri amici animali di Imma Paone. La pulizia dei denti

Gentile Dottoressa Paone, la seguo sempre con molto interesse. Ho una cagnolina di 7 anni; un incrocio fra un maltese ed uno shitzu. Il problema è la paradontite. Ho sentito dire che ne vengono colpiti cani di razza piccola, quindi il suo consiglio potrà aiutare altri lettori che hanno amici a quattro zampe con problemi dentali. Il mio veterinario l’ha già operata una volta, estraendole 4 denti davanti, sopra e sotto che stavano comunque per cadere, ed uno dietro. Dopo 3 anni mi consiglia di sottoporla ad una nuova pulizia dei denti (sperando di non dover levargliene altri), con anestesia totale. Io sono un po’preoccupata. Ho sempre cercato di pulirle i denti, ma vedo che comunque spesso la gengiva sanguina. E si sente un cattivo odore molto forte. Può essere pericoloso in anestesia totale? E va bene che mangi le crocchette o dovrei passare ad un cibo più morbido? Grazie mille e cari saluti da Anna dalla Sardegna.

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Cara Anna, purtroppo i problemi del cavo orale sono abbastanza impegnativi e spesso frustranti. La paradontite è sicuramente la malattia che colpisce una buona percentuale di cani (ed anche gatti) ed è un processo infiammatorio cronico che determina la distruzione dei tessuti portanti dei denti. Si instaura inseguito ad una gengivite non diagnosticata e, se non curata, porta alla mobilità prima e perdita dei denti dopo. Sappiamo che normalmente nel cavo orale sono presenti diversi batteri (buoni e cattivi) che vivono in equilibrio tra di loro e collaborano per la stessa salute del cavo orale. Quando, per diversi motivi come la cattiva igiene orale, alcuni alimenti, malattie metaboliche come il diabete (o nel caso di un uomo anche il fumo) si altera questo equilibrio precario, si crea una disbiosi, si ha una crescita eccessiva di batteri cattivi e la loro proliferazione nei tessuti molli e duri, causa la malattia paradontale.

Conosciamo tutti il termine di placca dentaria che altro non è che un biofilm batterico che si “appiccica” alla superficie del dente. Se non adeguatamente rimossa con una corretta igiene orale questa placca si insinua negli spazi tra i denti e nell’orletto gengivale ed inizia a mineralizzarsi trasformandosi in tartaro, la cui rimozione richiede solo un intervento chirurgico. L’eccessiva produzione di tartaro genera questo stato infiammatorio profondo causa di dolore, alitosi, abbondante salivazione e addirittura perdita dei denti. Purtroppo questo stato infettivo e infiammatorio può determinare anche la formazione di ascessi e fenomeni litici a carico delle ossa mascellare e mandibolare.

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L’instaurarsi del tartaro e la conseguente malattia paradontale sono influenzati da diversi fattori, tra cui l’età (è più comune negli animali adulti-anziani), la razza ( le razze toy e i brachicefali sono più a rischio perché hanno i denti molto ravvicinati tra loro ed è più semplice la formazione della placca), lo stato di salute generale, il tipo di alimentazione (una dieta casalinga o comunque morbida è più predisponente rispetto ad una secca perché le crocchette esercitano un minimo di azione abrasiva sui denti), il modo in cui l’animale mastica e l’abitudine stessa a masticare (ad esempio utilizzando bastoncini o giochini ideati per la masticazione, si favorisce la formazione di enzimi salivari e si riduce la formazione del tartaro).

La gravità del problema si valuta dopo una accurata visita da parte del medico veterinario, con cane sveglio o meglio ancora in sedazione, avvalendosi, se necessario anche del supporto della diagnostica per immagini. Spesso infatti è necessario eseguire anche delle radiografie del cavo orale per scoprire se sono già in atti fenomeni litici a carico delle ossa, spesso responsabili anche di fratture.

Il trattamento della paradontite consiste nella rimozione della placca e del tartaro mediante ablatore ad ultrasuoni, lucidatura dei denti e, nei casi più gravi, estrazione dei denti ormai danneggiati, in soggetto in anestesia totale.

E’ necessaria l’anestesia sia per avere la possibilità di lavorare con tranquillità e sia per evitare che l’acqua spruzzata dalla punta dell’ablatore possa passare in trachea e determinare una polmonite ab ingestis.

Prima di questo trattamento chirurgico è ovviamente necessario eseguire una accurata visita pre-anestesiologica, analisi del sangue ed iniziare una profilassi antibiotica per ridurre la carica batterica esistente nel cavo orale. Per qualche giorno dopo l’intervento io personalmente continuo l’antibiotico in associazione ad un antinfiammatorio ed un gel locale per ridurre l’infiammazione conseguente alla rimozione del tartaro ed alla pulizia delle tasche gengivali.

Ovviamente, per evitare che il problema si possa ripresentare in tempi brevi, è necessario che il proprietario impari a dedicarsi alla igiene del cavo orale del proprio animale mediante l’utilizzo di spazzolino e dentifricio, gel a base di clorexidina oppure cibo (come ad esempio t/d della Hill’s) o integratori per ridurre la formazione della placca, proprio come diceva una famosa pubblicità degli anni 80: prevenire è meglio che curare!

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Come spesso spiego ai miei clienti l’igiene del cavo orale non deve essere pensata solo ai fini estetici ma è un vero e proprio investimento a lungo termine a vantaggio della salute del nostro cane. Ricordo sempre a tutti che i batteri del cavo orale non si limitano a danneggiare solo denti ed ossa mascellari e mandibolari ma possono passare in circolo ed essere causa di seri problemi al sistema cardiovascolare, fegato e reni.

Cara Anna, capisco che l’anestesia generale crea un pò di ansie ma i nuovi protocolli anestesiologici sono molto ben tollerati e la scelta dei farmaci è fatta da personale specializzato in base il tipo di intervento, la durata, la gravità della patologia e le caratteristiche del paziente stesso, un pò come un abito cucito a misura da un sarto!

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Spero di esser stata chiara nella mia spiegazione ma per qualsiasi dubbio contattami attraverso la mia email: immapaone@gmail.com
P.S. Le cagnette delle foto sono la mia dolcissima Valentina, che ahimè da qualche anno mi ha lasciata, e la mia esuberante Nirvana, entrambe “vittime” della mia propensione a lavar loro i denti.
Imma Paone
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