La posta del cuore dei nostri amici animali di Imma Paone. L’età che avanza anche per i nostri amici animali.

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Buongiorno, dottoressa Paone, sono un’amante dei gatti e vorrei sapere che cosa fare per due problemi che affliggono la mia gattona, che ha 18 di vita. Il primo è la perdita eccessiva di peli, il secondo che cammina zoppicando, come una vecchietta e miagola sempre più spesso. Soprattutto il mattino presto. Quasi un lamento. Il mio veterinario le ha dato una pastiglia contro i dolori delle ossa, forse artrosi? Ma solo per 15 giorni. Per il resto dice che è sana, solo anziana, per cui non c’è null’altro da fare. Beve, mangia bene, anche se è dimagrita. Ha qualche altro consiglio da aggiungere? Grazie mille e cari saluti dalla Svizzera.

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Cara lettrice, complimenti per l’età della sua gattona visto che 18 anni sono oltre 80 anni se paragonati a quelli di un uomo. Dei problemi che mi ha accennato la perdita del pelo è quella che reputo meno importante ai fini della qualità della vita della sua compagna di vita.
Il manto, come i nostri capelli, vanno fisiologicamente incontro ad una caduta e fino a quando il turnover rimane bilanciato, cioè i peli caduti sono sostituiti da peli nuovi e quindi non si creano delle aree completamente prive di peli (aree alopeciche) non bisogna preoccuparsi. Ci sono dei periodi dell’anno in cui questa perdita risulta più evidente, tipo in autunno ed in primavera, ed in questo caso parliamo di muta, condizione altrettanto fisiologica, perché cambia proprio la qualità e la quantità di pelo per permettere al nostro animale di affrontare meglio la differente condizione climatica che sta per cominciare, rispettivamente inverno ed estate.

Questo cambio di pelo crea solitamente un disagio sia ai proprietari, che magari devono più volte al giorno spazzare il pavimento, che agli animali stessi. Sappiamo benissimo che i gatti sono soliti ”pettinarsi” da soli utilizzando la loro stessa lingua ruvida, che proprio come una spazzola tira via i peli prossimi a cadere, ma purtroppo questa continua ingestione di peli può essere causa della formazione di tricobezorai nel loro stomaco e nel loro intestino, provocando episodi di vomito, stitichezza o addirittura occlusioni.

Per ovviare questa situazione io suggerisco sempre di spazzolare con regolarità i propri gatti e di somministrare loro un rimuovipelo in maniera regolare soprattutto durante il cambio del manto. Si tratta di alimenti complementari sotto forma di bocconcini o pasta di malto, generalmente molto graditi, che possono essere aggiunti alla razione di cibo oppure somministrati direttamente per via orale. I miei gatti ne vanno pazzi.
Una alternativa è anche un cibo specifico indicato con la dicitura “hairball” che contiene questa pasta all’interno delle crocchette stesse. Utile sarebbe anche arricchire la dieta dei nostri animali con fibre proprio perché favorisce il transito intestinale e dunque lo smaltimento dei boli.
Spesso chiedo ai miei clienti di adoperare integratori vitaminici o meglio ancora integratori a base di omega 3 per dare un supporto in più sia al gatto, perché la muta è comunque un momento di stress, che al nuovo pelo.

Quando invece la perdita del pelo lascia delle aree completamente scoperte, con o senza una evidente alterazione dello strato cutaneo sottostante, con o senza manifestazioni di prurito, irrequietezza, fastidio, non parliamo più di un evento fisiologico ed in quel caso vanno fatte delle opportune indagini per ricercare la causa sottostante e trattarla. In genere io suggerisco una visita dermatologica e un esame tricologo, l’osservazione cioè dei peli al microscopio, per poi completare con analisi del sangue ed una diagnostica per immagine. Ci sono infatti diversi disordini endocrini (come alterazioni delle surrenali o della tiroide) che possono essere responsabili di alopecia ed in questi casi l’obiettivo è ripristinare l’equilibrio ormonale.

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L’altro problema che affligge la sua gattona, ma in realtà un notevole numero di gatti adulto-anziani è l’artrosi. Questa è purtroppo una patologia piuttosto invalidante che altera la qualità di vita dei nostri animali più anziani. La zoppia al mattino, comunemente indicata come zoppia a freddo, è proprio il classico sintomo del dolore artrosico. L’artrosi è un processo degenerativo a carico delle articolazioni. La malattia ha inizio con un danno alla cartilagine che riveste le superfici articolari e che ha il compito di ridurre l’attrito durante il movimento della articolazione e ad esercitare un effetto ammortizzante nel caso di sollecitazioni. Il movimento fluido delle articolazioni è garantito anche dal liquido sinoviale che viene prodotto dalla capsula articolare, che in corso di degenerazione viene danneggiata riducendo la produzione del fluido stesso.

Nel momento in cui tutto il sistema inizia ad essere danneggiato si crea questo danno progressivo a carico dell’articolazione responsabile poi della sintomatologia. Dolore, zoppia, andatura anomala, depressione o irritabilità sono i più classici sintomi. Per conoscere l’entità del danno sono necessari una visita ortopedica ed uno studio radiografico, a volte approfondito addirittura con una TAC. In base alla diagnosi si stabilisce se è necessario un approccio farmacologico e/o chirurgico.

In linea di massima il classico antinfiammatorio lo ricetto solo nei momenti più acuti di dolore ma solitamente preferisco utilizzare degli integratori per la cartilagine a cicli continui ed i nuovi farmaci monoclonali che sono da qualche anno in commercio che vanno iniettati nel sottocute. Ultimamente mi avvalgo anche di ulteriori tecniche, come agopuntura ed ozonoterapia, evitando cosi di esagerare con l’utilizzo dei farmaci antinfiammatori.

L’osteoartrosi non è di per sé una patologia che riduce l’aspettativa di vita del nostro gatto, ma influisce seriamente sulla sua qualità di vita, sul suo benessere, proprio per sintomi importanti come il dolore. L’ultimo, e non meno importante disagio che manifesta la sua gattona è il miagolio continuo. Su questo problema mi limiterò a fare delle supposizioni perché non è semplice capire senza le opportune indagini ma, per esperienza le posso dire che, escluso il discorso dolore per l’artrosi, potrebbe trattarsi di disfunzione cognitiva, una patologia neurodegenerativa molto comune nei gatti anziani.

I sintomi sono vari: disorientamento, stato confusionale, vocalizzi eccessivi, cambiamenti comportamentali, apatia e tanti altri. La diagnosi non è sempre semplice da raggiungere e ci si basa su una accurata anamnesi e sull’esclusioni di molte altre malattie metaboliche che possono interessare l’animale in questa fascia di età. La terapia è multimodale e si basa sull’arricchimento ambientale, l’utilizzo di una dieta più ricche in vitamina, antiossidanti, omega 3-6 e farmaci, come selegina e propentofillina, il tutto per impedire che le alterazioni neuropatologiche possano progredire.

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Come sempre spero di essere stata chiara con questa mia risposta ma, per qualsiasi dubbio, la invito a contattarmi sulla mia posta elettronica: immapaone@gmail.com

Grazie per la fiducia e tanti affettuosi baci alla sua gattona.

 

Imma Paone
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