NON DOVEVO ANDARE MA CI SONO STATO. E ORA STO MALE.

Con queste parole inizia e termina una riflessione, quasi un grido disperato lanciato all’umanità affinchè non dimentichi mai di che cosa è stata capace, è capace: e potrebbe ancora essere capace se non si ravvede. Se non cancella l’odio, la prevaricazione, la crudeltà dal suo cuore e cervello.
Dopo averle lette su facebook voglio pubblicarle pure io, anche con il profilo dell’autore, che conosco bene; da anni ed anni. Ma che ora conosco meglio, in quanto ha aperto il suo animo mostrandoci una nicchia nascosta che lo rende grande. Infatti è proprio la possibilità di compassione, bellissima parola che viene dal latino, “cum” (insieme) e “patior” (soffro), che rende una persona buona, nobile. Tutto il resto, il denaro, il potere, il successo sono beni effimeri. Tuttavia se sei ancora capace di soffrire con chi soffre e per chi ha sofferto, se ami il tuo prossimo sempre, allora sei già un vincente.

Maria Cristina Giongo

Auschwitz-Birkenau. Pasquale Adesso, autore di questa importante riflessione.

Forse non dovevo andare ma ci sono stato.
Lungo i muri del blocco 11 che fu il capannone degli orrori le foto dei prigionieri morti ad Auschwitz fissano chi passa con intensità, ma non è questo a turbarmi maggiormente nel momento in cui per la prima volta varco il cancello con la frase “Arbeit macht frei”. È la banalità del male alla sua punta più alta a sconcertare, l’apparenza innocua dei capannoni che hanno visto officiare il più orrendo rito del nostro tempo: così lungo i viali del museo che serba la memoria degli orrori nazisti cammino trattenendo il respiro e mi sento male, dico alla mia compagna che mi sento male, di fronte alla porta del crematorium, poco oltre il filo spinato che da quel cancello parte, e poi giù fino all’altro angolo del lager, fino al muro delle esecuzioni ricostruito in parte dai polacchi di Oswiecim.
Forse non dovevo andare ma ci sono stato.
Auschwitz-Birkenau: UN PUGNO ALLO STOMACO.
Non ho preso una guida, volevo respirare da solo.
Ho bisogno di sorreggermi a qualcosa, pensi che le lacrime non bastino, e intanto si apre una nuova porta e in una stanza simile a quella appena descritta, dietro la stessa vetrata, trovi un ammasso di capelli, tagliati agli stessi sfortunati.
Crini di donna e di uomo, in alcuni casi avvolti ancora in femminili trecce, invecchiati lì da mezzo secolo per gli occhi di chi guarda e sempre più non capisce come sia potuto accadere.
Per non parlare delle taniche (anche esse sparse in bella vista) di gas mortale, usate ma rimaste ancora all’interno del campo: ventotto ne servivano ad ogni eccidio di massa…
No, basta, non dovevo andare ma ci sono stato e ora… sto male.

Pasquale Adesso

Pasquale Adesso (nella foto) è nato a Giovinazzo, in Puglia. Vive da 43 anni nei Paesi Bassi, dove ha sempre svolto attività sociali per la collettività italiana. In Olanda è stato per 7 anni corrispondente consolare e Viceconsole onorario per un’utenza di 7000 connazionali. Attualmente in pensione, continua a prodigarsi in favore dei connazionali con attività sociali e di sostegno. Ha ricevuto la prestigiosa decorazione di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana, ed è stato nominato delegato estero dell’ANCRI (Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica Italiana) per i Paesi Bassi. Nel 1990 delegato della CIM (Confederazione Italiani nel Mondo). Nel 1985 ha fondato la Federazione Bocce olandese. Inoltre, alla fine degli anni ottanta Membro del Coemit, Comitato emigrazione italiana. Si ritiene orgoglioso di essere italiano. Parate Sumus Iterare é il motto dell’Associazione Nazionale Cavalieri, che vede come simbolo del suo impegno civile a continuare il suo servizio per la comunità e le istituzioni. Nella foto di copertina (in alto, sotto il titolo) è con la sua compagna Olga.

Proibita la riproduzione del testo e delle fotografie senza citare l’autore e la fonte di provenienza.
No part of this publication may be reproduced or transmitted, in any form or any means, without prior permission of the publisher and without indicating the source.

Tags: , , , , , , , , ,

4 Responses to “NON DOVEVO ANDARE MA CI SONO STATO. E ORA STO MALE.”

  1. Gianfranco Saba scrive:

    Ci sono stato anche io e noo sololi ho visitato anche la stazione dove arrivavano i treni di tutta Europa a LODZ, triste triste triste, molto più che un pugno sullo stomaco, Speriamo che certe cose non succedano mai più, pero con gli sviluppi politici odierni e la presenza di certi che si dichiarano salvatori dell’ITALIA ha paura che siamo ad un nuova svolta.

    • admin scrive:

      Speriamo veramente che questi orrori non accadano mai più, anche se purtroppo continuano ad accadere ancora adesso in altri Paesi in guerra. In quanto alla politica, per carità, diffidiamo dai “salvatori dell’Italia”! Grazie per il suo commento, Gianfranco Saba e buona giornata!

  2. Pasquale scrive:

    Sono passati molti anni da quel giorno, se ci penso – mi ritornano le stesse sensazioni di smarrimento. Non credo che ci andrò un’altra volta. Stiamo invecchiando. Grazie Cristy.

    • admin scrive:

      E’vero, Pasquale, stiamo invecchiando e vorremmo tanto farlo con la speranza che un giorno il mondo smetta di farsi guerra. Ciao, Cristy.

Lascia un commento