Attraversare il dolore. Prepararsi alla rinascita. Mamma voglio morire, nonostante il titolo triste, alla fine diventa un inno di speranza, anche in questi drammatici momenti di grande, devastante sofferenza a causa del coronavirus.

Scrivere un libro non è facile. Costa tanta fatica: sia fisica che psichica. A volte comporta anni di lavoro. Una volta uscito, è quasi come se si fosse dato alla luce un figlio, una propria creatura. Questa è stata la mia esperienza anche quando è stato pubblicato il mio nuovo romanzo,
“Mamma voglio morire”, Bertoni editore. Vi chiederete perchè in questi mesi di dolore, di emergenza a causa della pandemia dovuta al diffondersi del coronavirus in tutto il mondo, io vi parli di un libro dal titolo tanto triste. Prima di tutto l’ho scritto anni fa ed è uscito pochi giorni prima dell’arrivo del virus killer covid-19. In secondo luogo per chi deve stare a casa, leggere è una delle “azioni” più salutari per la propria mente; e per passare il tempo! Inoltre comprare libri adesso aiuterebbe a salvare le librerie che purtroppo stanno chiudendo ed i giovani editori come il mio, Bertoni editore, che ha creduto subito nella mia opera, ci ha investito (e solo lui) denaro. Meriterebbe di essere sostenuto in questo pesante periodo, a rischio di fallimento anche per le case editrici. Oltre tutto pubblica sempre bei libri, anche nel settore per i bambini, della narrativa, cultura, libri gialli.

Febbraio 2020. Il settimanale OGGI (Rizzoli Rcs) è stato il primo a dare la notizia dell’uscita del mio romanzo,inserendolo in un’interessante articolo sul suicidio della giornalista Fiamma Tinelli.

Mariagiovanna Elmi è stata la prima a pubblicare una fotografia (anzi, più fotografie) mentre lo stava leggendo, con commenti bellissimi! Tarvisio, febbraio 2020

Sono stati anni di gestazione difficile in cui spesso mi sono fermata, in attesa di uno stimolo a continuare: che mi arrivava sempre poco dopo via delle email dei giovanissimi lettori del nostro Il Cofanetto magico e di alcuni articoli sul suicidio scritti per le testate con cui collaboro. Un invito a parlarne, a comunicare la loro esperienza, a dare voce alle loro disperazioni, preoccupazioni. Mentre lo stavo quasi terminando ha lasciato questa vita anche una mia amica, la giornalista Alessandra Appiano, che si è suicidata il 3 giugno 2018. Proprio alcuni mesi prima mi aveva detto che non vedeva l’ora di leggerlo. Per questo gliel’ho dedicato.

Milano. 14 giugno 2017. La giornalista scrittrice Alessandra Appiano a cui il libro è dedicato.

Mamme, amate e proteggete i vostri figli, anche da grandi, come quando erano piccoli!

La storia vera, ma romanzata, su cui si basa il libro è quella di una bambina, Muriel, che a soli tre anni di esistenza e senza neppure averla sperimentata a fondo quell’esistenza, voleva lasciare questo mondo. Da lì si è formato nella mia mente, subito passato “alla mia penna,” il ricordo di un’altra vicenda inerente un assassinio: e così il racconto ha assunto i connotati di un libro giallo, che, e lo dico con orgoglio, il grande giornalista e scrittore Salvatore Giannella, nella sua bella prefazione, ha definito “alla stregua di un episodio ricco di colpi di scena del commissario Montalbano.” Alcuni mi hanno riferito di averlo letto con il fiato sospeso, non riuscendo a staccarsene neanche per un attimo, come la mia dolce amica Mariagiovanna Elmi, la famosa “fatina” degli anni d’oro della televisione italiana.. Ovviamente ne sono felice e mi piacerebbe trovare uno sceneggiatore che ne prenda spunto per una serie televisiva.

In Mamma voglio morire troverete pure dei personaggi reali, soprattutto …pugliesi! Una mia cara amica leccese, Raffaella Lecciso, il Pubblico Ministero, il commissario, persino la nostra direttrice tecnica, Marica Caramia, la mitica Mariagiovanna Elmi, da sempre nel cuore degli italiani. Oltre che l’amata Tata Vittoria, Vittoria Veneziano, che conobbi tanti anni fa a casa del cantante Albano Carrisi, da lui stesso consigliatami come figura di riferimento, mentre stavo scrivendo il libro, per rappresentare un punto di sostegno familiare importantissimo.

Per anni l’ho vista nel “suo ambiente naturale,” efficiente ed instancabile, lavoratrice, attenta alle esigenze di tutti; a cominciare dai figli di Albano sino alla cura di sua madre Iolanda Carrisi Ottino. Per anni mi ha preparato cenette squisite; il caffè per me era sempre pronto, appena arrivavo dall’Olanda. Allora mi sedevo nella loro cucina,con mio marito Hans, Albano, Loredana Lecciso ed i loro figli.

Cellino San Marco. Vittoria Veneziano con Maria Cristina Giongo. Foto di Hans Linsen.

Cellino San Marco (Puglia), 30 luglio 2017. Tata Vittoria (Vittoria Veneziano), che nel romanzo “Mamma voglio morire,” è un prezioso punto di riferimento per i genitori di Muriel, la bimba protagonista. Il cantante Albano proprio quella sera, durante la cena, me la indicò come la persona più adatta per raffigurare una governante eccezionale; ma preciso che la storia di Muriel non ha nulla a che fare con la vita del famoso cantautore e della sua famiglia.

Quindi anche Tata Vittoria è diventata un personaggio del mio romanzo, con un ruolo significativo. Ma non ci sono solo momenti tristi in “Mamma voglio morire,” per esempio quando descrivo i dialoghi ingenui dei bambini e di una bambina in particolare, Lucrezia, che parla come un dizionario… convinta che usare bene le parole e conoscerne tante, “fa la differenza.”

Ovviamente non vi racconto come finisce. Voglio solo concludere esprimendo il desiderio che le varie emittenti televisive considerino i danni provocati su giovani menti in via di formazione con la messa in onda di immagini diseducative, cruente, violente, soprattutto in fascia protetta. Così forti da colpire anche persone adulte dotate di una sensibilità a volte esagerata, eccessiva. Tanto intensa da diventare persino una malattia, sfociare nella depressione. Perchè nessuno debba mai più pensare e gridare: “questa vita non mi piace. Non l’accetto. Non ce la faccio più. Mamma, voglio morire!”

Per questo mi sento di poter affermare che il mio romanzo, nonostante il titolo triste, è un inno alla vita attraverso il dolore, che colpisce tutti, senza fare differenze; buoni e cattivi, ricchi e poveri. E’ la prova tangente della ripresa, nonostante la sofferenza, lo sconforto, la malattia, purtroppo anche la morte.

Arrivati alla fine capirete che nessun coronavirus o qualsiasi altra forma di virus mutato vincerà mai su di noi, sino a che avremo la forza di combatterlo, sino a che possiederemo l’energia, il coraggio, la tempra per ricominciare di nuovo, per ricostruire come dopo un terremoto, un’inondazione, una catastrofe naturale. Riscoprendo la bellezza di essere vivi, di una calda giornata di sole, di piccole, preziose cose dimenticate, dell’amore per il nostro prossimo.

Tanto coraggio a tutti, in particolare alla mia bella Italia e alla mia seconda patria, l’Olanda. Tanto coraggio a coloro che soffrono per la povertà, la fame, le guerre, la discriminazione, le epidemie, le malattie, a tutto il mondo sempre.

Maria Cristina Giongo
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Mamma voglio morire si può ordinare direttamente dall’editore, se si vuole riceverlo subito, a questo indirizzo:
info@bertonieditore.com
o via il sito www.bertonieditore.com

Oppure nelle librerie, via i vari siti online come Amazon e Ibs libri .

Ricordatevi che il postino puù lasciare il pacchetto davanti a casa vostra. Non è necessario che lo prendiate direttamente dalle sue mani, per rischio contagio, a causa del coronavirus. Altrimenti non si può neppure più leggere! Lo stesso vale per le spese ed altri ordini di prodotti e oggetti.

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