Un fiore per te, Serena Jansen, usignolo della canzone….italo olandese. Ho perso una gamba a causa del cancro, imparando a vivere meglio la vita che stavo per perdere e che mi sono ripresa con gioia.

Alessandra Serena Jansen in una bellissima fotografia di Loes Schleedoorn.

Il primo fiore virtuale di quest’anno lo vogliamo donare ad una fantastica donna, cantante lirica, la cui voce angelica ti fa volare in alto, sperare, sognare: Alessandra Serena Jansen, di madre italiana e padre olandese. Quest’anno vorrei quindi sostituire il mio editoriale, tanto per cambiare un po’… con delle belle storie, delle storie importanti ma anche delle storie semplici di vita vissuta, vita ripresa. Della vita nell’universo, che respira in ogni fiore, albero, animale, in ogni essere umano, che si merita da parte nostra, appunto, un fiore virtuale!

Quindi non potevo trovare storia più bella per iniziare questo nuovo percorso insieme di quella che vi racconto oggi: con tanti, tanti auguri di un sereno anno nuovo.

Il senso delle tre parole con cui ho iniziato, volare, sperare, sognare, lo capirete leggendo l’intervista. Ho conosciuto Serena ad una serata muscale all’Aia, indetta dall’Ambasciatore italiano nei Paesi Bassi, Andrea Perugini, al Paleiskerk, in occasione dei 160 anni di relazioni bilaterali tra l’Italia e l’Olanda, in cui si sono esibiti due cori: uno di italiani, vestiti con i colori della nostra bandiera ed uno di olandesi. Il nome della manifestazione…molto significativo: “Cantano i tulipan”. Il Palaiskerk è una chiesa riformista in stile neoromanico costruita nel 1886 e restaurata nel 2002.

Anche questa significativa fotografia è opera di Loes Schleedoorn; ed è stata scattata al museo “Museum Beelden aan Zee” a Scheveningen.
La statua si chiama Dafne e la scultrice si chiama Iris Le Rütte.

La prima sorpresa è stata il suo ingresso. La sala si è riempita di un’intensa, accorata melodia ma non si vedeva chi ne era l’artefice; piano piano la voce si è avvicinata… e dal retro è entrata Alessandra Serena, reggendosi a due stampelle, con un bel vestito a fiori rossi. Sembrava proprio un usignolo che si librava alto, grazie al suo canto.

Ad attenderla sul podio un’altra musicista di talento, Nelleke ter Berg, chitarrista e cantante, con cui si esibisce spesso con il nome di “Serenatella. E lo spettacolo è iniziato! Con tante canzoni italiane folcloristiche; romane, napoletane, siciliane, fra cui Chitaratella, Scetate, Michelemmà, Calabrisella, Cola Pisci, Tulipan, Ma l’amore no, che è anche il titolo del loro ultimo CD, che vi consiglio di acquistare. Il pubblico era talmente attento che quasi non ci siamo accorti che Alessandra Serena ha una gamba sola.

Ascoltiamo la sua storia attraverso questa intervista, che in parte ho pubblicato anche nel nostro quotidiano nazionale Avvenire.

Alessandra Serena, dove è nata e che studi ha compiuto?
Sono nata nei Paesi Bassi, a Wageningen e ho conseguito cum laude due lauree di canto al Conservatorio reale dell’Aia. Sono un soprano. Mia madre è italiana, nata a Roma, mio padre olandese.

Per questo parla così bene l’italiano…e canta in italiano!
Grazie! Ho studiato la lingua italiana e l’ho imparata anche dai miei nonni quando andavo a trovarli a Roma.

Alessandra Serena Jansen con Nelleke ter Berg, con cui forma il duo “ Serenatella”. Anche lei un talento musicale. Nelleke suona il flauto, il piano, il violino e la chitarra. Ha partecipato a diversi concorsi e festival internazionali. Foto R. Rietema

Quali strumenti suona?
Il flauto dolce e la fisarmonica, che cominciai a suonare quando la trovai riposta in un armadio di mia nonna, a Roma. E da allora continuai a suonarla in varie occasioni specializzandomi in canzoni romane, in quanto mia madre aveva un disco di canzoni romane che ascoltavo sempre. In seguito sono passata a melodie siciliane, napoletane, di altre regioni, che ora canto accompagnata alla chitarra da Nelleke ter Berg; ci siamo battezzate… SERENATELLA! Serenatella significa piccola serenata; perchè alla fine sono tutte serenate che facciamo al pubblico.

Quale è il suo repertorio preferito?
La musica popolare degli anni ’30, ’40, ’50. Mi piace Kurt Weill, mi piacciono le canzoni folcloristiche italiane, il primo barocco, la musica medioevale, infine quella contemporanea. Insomma… amo tutta la musica, soprattutto quando è collegata alla poesia, al teatro. La musica è la mia vita.

Secondo lei la musica popolare, folcloristica, ha un suo pubblico limitato o può piacere a tutti, anche a chi ama quella classica?
Penso proprio di sì! Inoltre sia Nelleke che io abbiamo studiato molto la musica classica per cui facciamo elaborazioni che la portano ad un livello più alto. Infine… ho scoperto che mi piace molto dirigere i cori.

Lei ha avuto un’infanzia serena?
Sì, un’infanzia felice fra due Paesi, una ricchezza importante nella mia vita. A Roma ho scoperto un mondo bellissimo, creativo, fonte di arte, cultura. Mia madre, che si chiama Liliana Bella, conobbe mio padre a Venezia… Da piccola mi portava spesso a visitare musei e chiese, raccontandomi affascinanti storie mitologiche. Mia sorella Monica insegna letteratura italiana all’Università di Utrecht e ha scritto un importante ed interessante libro sul postmodernismo!

Ha avuto subito successo col suo canto?
Diciamo che … sono un ‘fiore di tarda estate’. Mi ci è voluto del tempo per trovare la mia strada; quella di una cantante con le sue proprie forme artistiche. Invece di adattarmi a strutture già esistenti e rigide.

Questa bellissima immagine di Alessandra Serena è di Loes Schleedoorn.

Alessandra Serena, lei è una bella donna e per chi ama la musica l’amore è essenziale, in qualsiasi forma si presenti e ci emozioni. E’ fidanzata, innamorata?
C’è un grande amore nel mio cuore, un uomo di cui sono innamorata ma….non aggiungo altro. Abbiamo parlato di tutto, della mia musica, la mia arte, passione, la mia famiglia, tuttavia mi aspettavo da lei anche un’altra domanda…che forse le interessa farmi.

Capisco a che cosa si riferisce ma per discrezione preferivo, nel caso lo volesse, che fosse lei a parlarmene, spontaneamente.
Come avrà notato, ho una gamba sola.Tutto cominciò nel 2004 dopo che mi sottoposi a degli esami clinici perchè da tre anni soffrivo di forti dolori di cui non si comprendeva l’origine; risultò che che ero affetta da una forma di tumore maligno abbastanza rara, cresciuto nella cartilagine dell’anca sinistra. Mi tolsero l’anca ed anche una parte di bacino, riparando il tessuto cartilageneo, i legamenti. Per cui potevo ancora camminare con due gambe. Purtroppo nel 2008 il cancro si ripresentò, ancora più aggressivo, come lo è questo tipo di tumore maligno, le cui metastasi si diffondono subito ai polmoni. Decisero quindi di amputarmi la gamba. La mia prospettiva di vita, il mio futuro erano limitati. Vivevo di anno in anno, conscia che ogni momento poteva essere l’ultimo.

Un sentimento terribile. Non aveva paura?
Certo! Ma anche molto coraggio e la consapevolezza di dover godere di più la vita e le sue cose belle, proprio per trattenerne maggiormente i momenti felici. Dopo 7 anni mi hanno detto che posso essere dichiarata guarita! Il cancro non si era più riformato! Finalmente davanti a me avevo ancora un futuro di più ampio respiro! Allora ho ricominciato a sperare, a trovare le ali per fare nuovi progetti. Mi sembrava di essere rinata. Come se il mio corpo si fosse riempito di bollicine di champagne, dalla gioia! Infatti ho subito inciso un CD, “Udite amanti”, donandone la prima copia proprio all’ambasciatore Andrea Perugini.

Un’altra fotografia di Serena, che è stata fatta durante la presentazione del nuovo cd con dvd di Serenatella,
intitolato “Ma l’amore no”, nel Paleiskerk dell’Aia.

Come mai non porta la protesi? Non è faticoso camminare con le stampelle e poi doversi sedere, ogni volta che sale sul podio? Mi sembra molto faticoso. Anche se, quando lei inizia a cantare… nessuno pensa a quello che le manca…fisicamente. Se lo dimentica subito.
E’proprio così! Non è importante. La mia musica lo è. Per quanto riguarda la protesi, nel mio caso è piuttosto difficile inserirla. Chi ha fatto il tentativo di portarla l’ha abbandonata quasi subito. Devo impiegare molta energia ma non ho insormontabili difficoltà pratiche come forse si potrebbe pensare, in quanto hanno usato la parte inferiore della gamba amputata per creare una nuova metà del bacino, riuscendo a ricollegare anche le vene. Sono stata operata a Leida dal miglior specialista per questo tipo di cancro, unico al mondo, il prof. Dr. A.H.M Taminiau, ora in pensione. Adesso riesco a sedermi bene. Tra l’altro ho notato che il nuoto mi aiuta molto e mi piace anche molto! Ho una macchina automatica ed una bicicletta speciale che uso parecchio. Per fortuna vivo in un Paese…tutto piatto! Circa le stampelle, grazie ad un mio ammiratore tedesco, ne ho trovate due provenienti dagli Stati Uniti d’America, molleggiate, comode, che non affaticano ulteriormente i muscoli delle braccia e avambraccia sottoposti al carico del peso corporeo.

Foto di George Pathó

Un’ultima domanda: ha un sogno che desidererebbe tanto realizzare e in cui sperare per il futuro?
Il mio sogno più grande, da sempre, è di fare un concerto oppure una serie di concerti a Roma con il nostro duo Serenatella! Cantando in uno dei tanti splendidi posti conosciuti a Roma, palazzi, chiese, al Gianicolo, dietro al Fontanone dell’Acqua Paola, dove si vedono le luci di Roma. O al Museo in Trastevere, il posto più adatto per le nostre canzoni folcloristiche. Che bello sarebbe! Spero tanto che questo sogno si possa avverare!

Per concludere speriamo tanto anche noi che questa splendida, coraggiosa donna dalla voce incantevole, possa realizzare il suo sogno italiano… tornando all’inizio di questo articolo in cui avevo accennato, riferendomi a lei, proprio al volo, alla speranza e al sogno! Buon 2020 a lei e a tutti voi, cari lettori del Cofanetto magico!

Maria Cristina Giongo
CHI SONO

Potete seguire Serena nel suo sito di Serenatella: www.serenatella.nl

Qui “Bella ciao” tratta dal suo disco “Ma l’amore no”, il canto delle mondine che andavano al lavoro.

Link all’articolo su Serena Jansen uscito nel quotidiano Avvenire lo scorso novembre.

Link a due mie interviste a S.E. Andrea Perugini, Ambasciatore italiano nei Paesi Bassi,La prima per il quotidiano nazionale Avvenire, la seconda per Il cofanetto magico.
– “Alla fine ha vinto un Paese del buonsenso”
– “Italia e Olanda, una collaborazione preziosa”

Proibita la riproduzione del testo e delle fotografie (ricevute in gentile concessione dalla stessa Serena Jansen) senza citare l’autore e la fonte di provenienza. No part of this publication may be reproduced or transmitted, in any form or any means, without prior permission of the publisher and without indicating the source.

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