La prosa di settembre: “L’uomo di frodo”

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Gyula Benczúr, Narciso, olio su tela

 

Finisce l’estate e dato che settembre, se vogliamo, è un po’ come il lunedì, rieccoci in preda, cari amici del «Cofanetto Magico», a pensieri negativi, deprimenti e nerissimi sul serio. Io, in particolare, ritorno vittima della mia tendenza a riflettere amaramente sulla natura umana, per descriverne in versi, ma ogni tanto anche in prosa, i numerosi e catastrofici difetti –tutti dovuti, lo sappiamo, all’incidenza così forte del male sulle sorti del mondo e della nostra (di)sgraziata esistenza.


 

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L’UOMO DI FRODO

L’uomo di frodo nutre amore per la vita? No, al contrario, nevrotica freddezza (infatti è risaputo: spesso il male non è altro che una forma o varietà del narcisismo; di quest’ultimo una branca. Una… specializzazione).

Pietro Pancamo
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