“L’Ammidia. Storie di Streghe d’Abruzzo”…la recensione.

Nell’aprile 2019 si è affacciato al mondo dell’editoria un curioso libro intitolato “L’Ammidia. Storie di Streghe d’Abruzzo”. Ora penserete che io sia qui a scrivervi quanto questo sia bello, che è il mio libro preferito, che non potrete viverne senza… ed invece vi stupirò: non l’ho ancora letto!
In realtà non l’ho letto perché volevano regalarmelo e con l’allungarsi dei tempi ho notato che, anche volendolo comprare, on-line era già terminato. Quindi voglio proporvi una recensione al buio, se così si può dire, esponendovi quello che mi ha spinta a volerlo tenere in cima alla pila dei libri che ho sul comodino.
Le motivazioni sono prettamente due: la 1) è che il 2 giugno ho assistito ad una delle sue presentazioni (si, ‘presentazioni’ al plurale perché sono tante in giro per il nostro bel paese) e 2) uno degli autori partecipanti è nientepopodimeno che Valentino Di Persio un nostro caro redattore de Il Cofanetto Magico.
Ma procediamo per gradi.

Come dicevo al primo punto, il 2 giugno ho avuto la fortuna di assistere agli Stati Generali Tabula Fati & Solfanelli, a Sannicandro di Bari presso il Kief Book Cafè. Un evento organizzato dal Prof. Daniele Giancane con la presenza dello stesso editore Marco Solfanelli e di protagonisti della cultura pugliese e abruzzese.
In questa occasione ho ascoltato con interesse l’intervista a David Ferrante, il curatore de L’Ammidia.
Ha spiegato come il titolo è riferito all’invidia o al malocchio, in dialetto abruzzese, e che il volume raccoglie quelle che sono fiabe, leggende, credenze, riti di magia agreste, legati alle streghe e magare abruzzesi ed anche a casi riferiti all’inquisizione. Un libro che sembra dedicato ad un pubblico ristretto ma che invece, coraggioso, sfonda la modernità galoppante e riporta alla mente i ricordi di quelle che sono le tradizioni, le usanze tipiche e il patrimonio di una cultura sempre viva e mai scontata.

Una collettanea di 17 racconti ispirati a storie vere tramandate sia della tradizione orale che da quella scritta, narrati ed anche romanzati da 17 autori come: David Ferrante, Rosetta Clissa, Gabriele Di Camillo e Valentino di Persio che erano presenti alla giornata culturale ed altri come: Fiorella Borin, Maria Elena Cialente, Marina Ciancetta, Adriana Comaschi, Daniela D’Alimonte, Carla Dolazza, Mariaester Graziano, Cristina Mosca, Anna Maria Pierdomenico, Gino Primavera, Flora Amelia Suárez Cárdenas, Patrizia Tocci e Lucia Vaccarella.
Ora capirete come, una ragazza come me, amante della storia, della cultura e soprattutto delle tradizioni popolari, anche se pugliese, si è voluta sporgere all’interno di queste pagine con rispetto e sperando di ritrovare punti in comune nel folklore di queste diverse regioni. E poi la bellissima copertina creata da Alba Carafa … esprime con grande inventiva e con tanti colori un mondo che vien sempre legato alle tetre tinte; una strega, ripresa di spalle, con vesti sgualcite, si muove verso un tipico skyline abruzzese con il suo bastone in mano.

Nella foto in alto io, Marica Caramia, con Valentino Di Persio e David Ferrante e in basso con Rosetta Clissa

Al secondo punto, Valentino di Persio che ritroviamo qui dopo la pubblicazione del suo romanzo “L’angelo di Bucarest” (clicca qui per leggerne la recensione).

Valentino, cosa ha significato per te partecipare alla stesura di questo libro, a 34 mani?

Per principio, non credo alla casualità. Da qualche tempo sono portato a credere che tutto avviene secondo un disegno preordinato. Il giorno prima del post col quale David Ferrante rendeva partecipi gli autori del progetto, avevo già cominciato a scrivere sulla mia strega. Premonizione ? Forse. Fatto sta che il giorno successivo, il mio racconto era già tra le mani del curatore della collettanea. Quindi la mia è stata una partecipazione preannunciata da una intuizione.

Quando ti hanno riferito che le “streghe d’Abruzzo” erano la tematica principale del volume, c’è stata una immagine o un episodio che ti ha riportato alla tua infanzia?

Beh, si. Da bambino mi piaceva ascoltare i discorsi che i grandi facevano attorno al focolare nelle serate d’inverno. Narravano, prevalentemente, di lupi mannari, di fantasmi, di streghe e di stregoni. Io ascoltavo facendo finta di dormire su una piccola panca. Tremavo dalla paura, ma non lo davo a vedere. Chiedevo poi chiarimenti a mia madre, la quale puntualmente sdrammatizzava con un’alzata di spalle: sono solo chiacchiere per passare il tempo, mi diceva, stringendomi sul suo seno.

La tua storia si intitola “Olinda, la strega innamorata”,ma dimmi… E’ realmente esistita? E cosa puoi dirci su di lei senza spoilerarci il finale del racconto?

Olinda è il nome fittizio della mia strega. Nella realtà aveva un nome simile. Di lei ho un ricordo positivo, anche se non l’ho mai conosciuta di persona. Il contadino che nel racconto è ricorso a lei, era mio padre.

La prima pagina del racconto su Olinda di Valentino Di Persio, tratto da L’Ammidia

Perché gli appassionati della lettura dovrebbero comprare “L’Ammidia”?

Perché questo libro racchiude aneddoti legati alla nostra cultura, meritevoli di essere affidati ai posteri. Sono racconti sopravvissuti nel tempo grazie al tramando orale, ma destinati, altrimenti, a passare nell’oblio. L’Ammidia è un libro da conservare. E’ una specie di vademecum contro il malocchio, cui nessuno crede più, ma chissà! Forse esiste ancora.

Marica Caramia
CHI SONO

Informazioni sul libro:
Editore: Edizioni Tabula Fati
Anno edizione: 2019
Formato: Tascabile
Pagine: 184 p.
ISBN: 9788874757299
link utile: http://www.streghedabruzzo.it/

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4 Responses to ““L’Ammidia. Storie di Streghe d’Abruzzo”…la recensione.”

  1. M.C. Giongo scrive:

    Mi viene voglia di leggerlo subito!!!!!!

  2. Maristella Grillo scrive:

    Ne ho di libri da leggere questa estate!
    L’ Angelo di Bucarest
    Ancora un giro di chiave
    L’ Ammidia
    Un pò di relax …e li leggerò tutti

    A presto

  3. Valentino scrive:

    Carissime Direttrice e Maristella, sappiate che l’Ammidia vi farà star sveglie, mentre l’Angelo vi farà … sognare. Cordialità. Valentino

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