La bella giornalista televisiva Emma D’Aquino autrice del libro “Ancora un giro di chiave. Nino Marano. Una vita fra le sbarre,” Edito da Baldini + Castoldi: appena uscito ed è già un successo.
Continua la nostra rubrica “un fiore per te,” dedicata a persone che si sono meritate un fiore virtuale da parte nostra per motivazioni sociali, umanitarie, artistiche e per la loro professione svolta con serietà, indipendenza ed onestà. Abbiamo iniziato con un’intervista a Asmae Dachan, una donna musulmana, giornalista, che combatte contro chi distrugge il senso profondo della sua religione; vincitrice del premio della giuria “Giornalisti del Mediterraneo 2016”, che ho avuto l’onore di ricevere pure io insieme a lei: molto attiva negli aiuti alle popolazioni della Siria martoriate dalla guerra, soprattutto ai bimbi negli ospedali ed orfanotrofi.
Poi a Francesco Giorgino, giornalista, professore universitario alla Sapienza e alla Luiss, saggista, studioso di tematiche sociali. Conduttore televisivo e dal 2000 volto noto del Tg1 (di cui è anche caporedattore centrale della redazione interni).
Ora è la volta di un altro personaggio di rilievo della Rai molto amato, dove svolge la sua professione di giornalista sin dal 1997: Emma D’Aquino.
Emma D’Aquino, nata a Catania, laureata in scienze politiche, a lungo inviata di Porta a Porta, è sempre stata in prima linea per quanto riguarda i servizi di importanza nazionale ed internazionale. Ricordiamo quello svolto a New York sull’attentato alla Torri Gemelle, indi sul terremoto dell’Aquila ed il crollo del Ponte Morandi a Genova. Dopo aver condotto il Tg 1 delle 13.30 ora conduce quello delle ore 20.00.
Si è occupata a lungo di fatti di cronaca, dal terribile delitto di Cogne, all’omicidio di Sarah Scazzi e Meredith Kercher. Entrando in questo mondo angosciante ha deciso di approfondire il tema della delinquenza, cercando di capire e carpire, se mai esistono, “le motivazioni” di un criminale, partendo dalle sue origini, dal suo passato. Da qui è nato un bel libro, intitolato Ancora un giro di chiave, edito da Baldini + Castoldi, imperniato sulla figura di Nino Marano, che ha trascorso in carcere 49 anni: diventato un assassino proprio in prigione, dove all’inizio era entrato per reati minori. In un continuo peregrinaggio fra un penitenziario e l’altro, dal nord al sud dell’Italia, condannato all’ergastolo per due omicidi e due tentati omicidi. Il 22 maggio del 2014 ha ottenuto la libertà condizionale.
Attraverso una… “lunga intervista” Nino Marano racconta ad Emma D’Aquino la sua vita, la sua infanzia di miseria, la violenza subita e quella restituita, gli omicidi compiuti sempre per vendetta, in una sua “logica morale senza morale.” Il libro procede al ritmo di un film d’azione, a volte crudele, raccapricciante nella descrizione di alcune scene. Non voglio rivelare troppi particolari su questa storia per non rovinare l’impatto della lettura. Aggiungo solo che troverete anche personaggi famosi, con brevi descrizioni che li tratteggiano compiutamente, come Enzo Tortora e Franca Rame, da Marano evocata come una visione, una dea, nel ricordo della sua splendida voce.
Oltre al grande amore della sua vita, Sarina, che lo ama incondizionatamente, senza mai cedere: sempre più stanca, più invecchiata nel dolore. Tenace nella speranza che un bel giorno con un ennesimo giro di chiave venga aperta la porta della prigione di suo marito, padre dei suoi figli: e mai più ci faccia ritorno. Una speranza che forse potrà concretizzarsi, trasformarsi da sogno a realtà, quando proprio nel mese di maggio, come ci rivela Emma D’Aquino, “un giudice di sorveglianza valuterà il suo percorso di recupero e reinserimento e il buon comportamento tenuto in questi anni di libertà. Se la sua valutazione sarà positiva, emetterà un’ordinanza con la quale dichiarerà estinta la pena.”
La recensione del libro l’ho già scritta per il quotidiano Avvenire, cliccare su questo link per leggerla.
Tuttavia mi sono rimaste delle domande che ancora cercano una risposta e…chi altro se non lei, Emma D’Aquino, potrebbe rispondermi?
Emma, da che cosa è nata la sua idea ed il progetto di raccontare in un libro la storia di Nino Marano?
E’ nata da una “emozione.” Quando ho incontrato Nino in carcere per la prima volta era il 2005 e ascoltando la sua storia ho provato emozione appunto. Emozione per la sua vicenda umana, per la violenza che aveva vissuto e che aveva generato, per una vita che poteva essere vissuta in modo diverso.
Ad un certo punto scrive che lui “diventa” un uomo violento, quasi suggerendo che potrebbe essere il risultato delle circostanze avverse della sua vita. Quindi, se fosse nato in un ambiente familiare e sociale diverso forse non si sarebbe trasformato in un assassino? Eppure tante persone sono cresciute nell’indigenza e mancanza di valori morali senza aver mai scelto la strada sbagliata, la delinquenza come metodo di sopravvivenza.
Certo, sono assolutamente d’accordo con le sue osservazioni. In realtà Nino proviene da una famiglia molto povera, ma di onesti principi. Basti pensare che il padre lo costrinse da piccino a ributtare a terra dei mandarini perché gli alberi dai quali Nino li aveva raccolti non appartenevano a loro. Lo stesso padre però bastonava la madre, ciò che Nino ha sempre condannato. Quindi valori diversi, ambivalenti e confusi che a mio avviso hanno determinato molto di ciò che poi Marano è diventato.
Si può amare un pregiudicato? La figura della moglie Sarina, le toccanti pagine sulle sue visite in carcere, anche con la loro bambina, sono intrise di lacrime, sacrificio, sofferenza ma comunque amore assoluto. Come può una donna immolarsi a tal punto per un uomo, senza arrivare a giudicarlo, perdonandolo ad oltranza?
Sarina non ha mai perdonato Nino semplicemente perché Nino nei confronti della moglie non ha mai fatto nulla per cui chiedere il suo perdono. Nei confronti di Sarina, Nino ha solo dimostrato amore e dedizione anche dal carcere: non ha mai tenuto neanche un centesimo di quello che guadagnava con il lavoro in cella perché era tutto per la famiglia. Per Sarina la violenza perpetrata da Nino era altro da se stessa, da loro. Quella violenza era rivolta ad altri non a lei.
“Ancora un giro di chiave,” edito da Baldini + Castoldi, è un libro sul caso di Nino Marano, il detenuto più longevo d’Italia per reati commessi in carcere. Emma D’Aquino ha fatto scorrere “ le dita sulla tastiera,” disegnando virtualmente giochi di cupe ombre, intervallati da spazi di luce colma di speranza; dove il lettore si perde in un vortice di pensieri. Proprio come in questa bella fotografia dell’autrice, opera di Mario Giannini.
Nel capitolo “Il male non necessario” Marano diventato un assassino in carcere, “giustificandosi” così: “i detenuti, chi più chi meno, erano tutti armati. E’questo il carcere che mi ha rovinato la vita, perchè non mi ha dato scelta…Faccio un esempio: se mi portano a New York, prendo mia moglie sottobraccio e mi faccio una passeggiata insieme a lei, ma se mi portano a Baghdad mi compro una mitragliatrice e mi metto a sparare. Non ho alternative, mi devo difendere, devo mettere da parte le regole morali. O tu o io. O ti difendi o ti assoggetti.” E poi, ancora; “non mi spiace di aver ucciso quelle persone.” Emma, cosa pensava in quel momento e che cosa pensa ora di queste sue esternazioni, rileggendole e immedesimandosi in chi le legge?
Penso che Nino non chieda sconti e non li faccia a se stesso. Ha capito il male che ha fatto agli altri e a se stesso. E’ cambiato, ma non rinnega ciò che è stato e le motivazioni che lo hanno portato ad uccidere.
Verso la fine del libro la professoressa Gioia, che svolge volontariato all’interno del carcere, gli attribuisce una coscienza: lei, Emma, “una buona dose di intelligenza.” E scrive: “credo piuttosto che sia stato una vittima della sua incapacità di distinguere in modo netto il bene dal male, senza sfumature, senza contaminazioni. In fondo è un uomo buono e di questo ne sono convinta.” Ma non saper distinguere il bene dal male è la caratteristica di un disturbo pervasivo della personalità, una patologia tipica di persone prive di coscienza. A questo punto non capisco e le chiedo: in conclusione, secondo lei Nino Marano è un delinquente, il quale liberamente fra il bene ed il male ha scelto quest’ultimo? Oppure un uomo “malato,” che potrebbbe suscitare sentimenti di pietà e perdono umano?
Non sono un medico e dunque non ho strumenti per valutare una possibile malattia di Nino. Sono sicura invece che Nino possiede una coscienza ed è quella che gli ha permesso di riconoscere e accettare gli aiuti che gli venivano offerti e di cambiare finalmente la sua vita!!!
Ancora una bellissima immagine di Emma D’Aquino, giornalista della Rai, Radiotelevisione Italiana, conduttrice del Tg 1 delle ore 20.00 e ora scrittrice.
Una cosa è certa: questo libro riesce veramente ad emozionare ed impressionare. Forse proprio perchè, come ha riconosciuto la stessa Emma, esso è nato da una “emozione” che l’ha spinta a scriverlo. Una forte emozione.
Con “Ancora un giro di chiave” è già finalista dell’ottava edizione del prestigioso premio letteraio Caccuri 2019, insieme a Carlo Cottarelli, Massimo Franco ed Enrico Letta. Si tratta di un importante concorso di saggistica dell’Accademia dei Caccuriani: un’associazione di promozione sociale e culturale in passato insignita dell’onorificenza la Medaglia al valore culturale da parte dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La premiazione avrà luogo il 10 agosto nella località della Sila crotonese.
Auguri di cuore ad Emma D’Aquino a nome di tutti i lettori e redattori del Cofanetto magico! Ovviamente anche dalla direttrice,
Maria Cristina Giongo
CHI SONO
Proibita la riproduzione del testo e delle fotografie, che abbiamo ricevuto per gentile concessione da Emma D’Aquino, senza citare l’autore e la fonte di provenienza.
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Tanti Auguri alla Giornalista Emma D’Aquino ,per l’uscita del suo libro ,debbo assolutamente leggerlo dopo questa meravigliosa intervista .
Complimenti Direttrice
Complimenti al Cofanetto Magico
Maristella Grillo
Grazie di cuore per i complimenti!
Grazie mille, Maristella! Sempre felice di vederti presente con i tuoi commenti!
CARI SALUTI SEI IMPARAGONABILE BUONA NOTTE