La Rossini: una pizza spericolata!

La prima volta che il Pesarese ignaro e in trasferta, vista che non l’ha trovata elencata nel menù peraltro infinito, si azzarda ingenuamente a chiedere spiegazioni sulla, a suo parere, immotivata esclusione, può suscitare reazioni dalla gamma ancora più infinita di quella delle millemila varianti di pizze proposte, tra le quali però manca incredibilmente proprio lei: La Rossini.

Cos’è?” chiede il cameriere con gentile sconcerto. E quando il Pesarese in trasferta, sempre più stupito, prova a spiegarlo, invariabilmente accade.
Accade che anche il più professionale dei camerieri, anche il più imperturbabile dei maître, non riesca a reprimere una espressione che non saprei io stesso descrivere e definire.
Insomma, provate, provate, ad andare in qualsiasi pizzeria non pesarese (e non gestita da Pesaresi in trasferta) a chiedere, visto che non è in menù, di preparavi una Margherita con sopra uovo sodo a fettine e maionese, e osservate.

Questa l’ho fatta io…

Che la Rossini sia una pizza “strana” il Pesarese lo scopre, appunto, le prime volte che si allontana dal… paesello. Visto che qui, da noi, a Pesaro, la Rossini è dovunque.
In versione colazione, nei pratici formati: pizzetta tonda, standard o mignon e anche “vol au vent”; in versione merenda o break: classico “pezzo” al taglio, rettangolare e o triangolare (ricavata dal taglio radiale di una tonda al piatto) con differenze sui disegni realizzati con la maionese, affidati alla fantasia degli sfornatori; e infine al piatto, appunto semplicemente una Margherita, sulla quale l’estro artistico del decoratore sparge sapientemente rotelline di uovo sodo (in dialetto “ov tost”) e striscioline di maionese.
Esistendo, ovviamente l’opzione “fai da te” (disponibile ovunque il kit per il taglio perfetto dell’uovo a rotelline o a spicchi) che permette di personalizzare alla bisogna addirittura le (orrore orrore) comodissime pizze surgelate, la Rossini accompagna l’intera giornata, direi l’intera vita del Pesarese.

Insomma, voglio, dire, si tratta di una pizza che tutti, ma proprio tutti i pizzaioli del mondo potrebbero realizzare, senza nemmeno una briciola di quell’impegno che ci mettono per sfornare praticamente tutte le altre più incredibili fantasie elencate nei menù d’Italia e del mondo.
Se solo volessero.
E invece no. Invece se per alcuni è semplicemente inconcepibile, per altri trattasi di vero e proprio crimine.

E noi, che con la Rossini invece ci siamo cresciuti e alla quale, come Proust con la sua Madeleine, abbiamo legato momenti indimenticabili della nostra infanzia (felice), dalle ricreazioni a scuola alle mattinate in spiaggia (tanto per evocarne due) siamo molto indecisi se rassegnarci a tenercela ben stretta come un autentico tesoro autoctono e segreto o tentare la nobile ma difficile e ardimentosa pratica del proselitismo.

Nella foto: la presentazione dell’iniziativa “Festival della Pizza Rossini”
Da sx – Massimiliano Santini e Marco Perugini, consiglieri comunali, incaricati del progetto; l’assessore e Vice Sindaco Daniele Vimini,
il Sindaco Matteo Ricci (ideatore): l’assessore Luca Bartolucci;
Cristiano Andreani di Officine Creative Marchigiane
responsabile creativo di progetto

A dar retta al Sindaco Matteo Ricci, la strada giusta è la seconda. “Fino ad oggi ne abbiamo goduto, da oggi dobbiamo venderla”, è il suo mantra, riferito non solo alla nostra pizza, ma ai temi più diversi: dalla “Bicipolitana” al “Tramonto ad est”, ovvero a caratteristiche della nostra città, che a noi ormai sembrano ovvie e che invece, essendo appunto se non proprio uniche comunque piuttosto rare, andrebbero molto pubblicizzate per far conoscere ed apprezzare la città.

E allora ecco che da pietanza di nicchia ancorché di culto nella quale rifugiarsi nei momenti in cui si fa impellente l’esigenza di “pesaresità”, ma della quale quasi pentirsi, se non addirittura da rinnegare come minimo tre volte di fronte all’indignazione del pizzaiolo extrapesarese di turno, la Rossini tenta il grande salto per diventare motivo di orgoglio pesarese (www.larossini.it).

Complice la lungimiranza di chi, decenni fa, decise di chiamarla, appunto Rossini, e visto l’anno piuttosto favorevole (il 2018 ha aperto con grandissimo clamore un periodo pluriennale di celebrazioni Rossiniane) si parte alla conquista del mondo: a fine mese ci sarà in città il “Festival della Pizza Rossini”, e nel frattempo si raccolgono e mettono in rete notizie di avventurosi esploratori del gusto che con ardimento e sprezzo del pericolo hanno deciso di inserirla nei menù delle loro blasonate pizzerie in giro per l’Italia e per il mondo.

Logo ufficiale delle celebrazioni rossiniane

Intanto il pensiero va a chi, decenni fa, molto prima delle argomentate e scientificamente supportate teorizzazioni del moderno marketing, ha avuto l’idea di dedicare l’inedito e spericolato (e buonissimo, garantisco) accostamento tra pizza rossa, uovo e maionese al Cigno di Pesaro. Pare si tratti del titolare del Bar Pasticceria e Pizzeria Montesi di via San Francesco, chiusa da anni ma ben viva nel mio ricordo, grazie anche alle golosissime miniature in marzapane che affollavano la vetrina, ma qui siamo in piena leggenda e dunque soggetti ad essere smentiti.

E soprattutto a Gioachino Rossini, che per banali motivi anagrafici non ha avuto modo di conoscere ed assaggiare non solo la pizza a lui dedicata, ma neppure la celebre Margherita, che secondo la più diffusa credenza popolare fu inventata dal cuoco Raffaele Esposito della Pizzeria Brandi di Napoli nel 1889 per onorare la Regina Margherita di Savoia.
A meno che non risponda al vero, come recenti studi del filologo Emanuele Rocco tendono ad affermare, che l’invenzione possa risalire ad un periodo compreso tra il 1796 e il 1810, nel qual caso, hai visto mai, sta a vedere che…

https://it.wikipedia.org/wiki/Pizza_Margherita

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Paolo Pagnini
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One Response to “La Rossini: una pizza spericolata!”

  1. Claudia Tagliabue scrive:

    Beh, dopo aver visto la fotografia e aver letto l’articolo, l’unica cosa da fare il prima possibile è assaggiare la PIZZA ROSSINI! Certo che è ben diversa dalle solite pizze e acnhe il sapore sarà unico! Grazie Paolo Pagnini, oggi ho imparato qualcosa di nuovo!

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