“Oh, Vita!” – le due anime di un disco e le mille anime di un artista.

La mattina del 1° dicembre 2017 ho fatto un gesto antico, che non facevo, appunto, da svariati decenni.
Sono uscito di casa e sono andato a comprare il nuovo LP di Jovanotti. Non è una svista, ho scritto LP (sigla di Long Playing), perché l’album l’ho comprato proprio in vinile. Insomma, ho comprato il disco, doppio, e sono tornato a casa per ascoltarlo, tenendo in mano la busta coi testi.
Si è trattato, appunto, di un gesto antico, anche se in realtà, un primo ascolto, con un salto in avanti all’oggi, me l’ero già concesso, grazie alla tecnologia dello streaming, pochissimi minuti dopo la “pubblicazione”, più o meno, a mezzanotte e cinque…
Insomma, questa cosa di mescolare antico e moderno, mi ha proprio affascinato, anche perché, per per fortuna, vivo in una casa che mi permette di non dover badare troppo agli orari e al volume audio. Ma non affascina solo me, se è vero che un breve video in cui metto il disco sul piatto e che ho pubblicato su fb, ha avuto oltre 450 visualizzazioni e una trentina di likes…
Insomma, Jovanotti piace, e piace anche l’idea di ascoltarlo in vinile. Che, per… inciso (!), vede la sequenza dei brani suddivisa in modo diverso, rispetto a quella del cd (e della relativa playlist in streaming digitale), seguendo una idea di suddivisione delle due diverse “anime” dell’album, tra i due LP.

Lorenzo ha debuttato il 12 febbraio con la prima di 54 date in Italia di cui una ventina, ad oggi, sold out. Il debutto milanese, con una scelta senza precedenti, da avvio ad una sequenza di 12 date al Forum di Assago (Mi), per sei delle quali non ci sono più biglietti disponibili; mentre voi state leggendo, Jova si sta preparando ad uscire sul palco per la quinta volta in questo tour 2018, che segna il suo ritorno live dopo due anni di attesa, visto che la 46° data del precedente tour è del 19 gennaio 2016 a Firenze (in realtà il tour era iniziato a giugno 2015 con 12 date negli stadi, con 454mila biglietti venduti, per poi proseguire dopo una pausa da agosto a novembre, appunto nei palazzetti).

Sono numeri impressionanti, ma è ancora più impressionante quello che succede in occasione dei concerti di questo anagraficamente non più giovanissimo Jovanotti (che ha compiuto 51 anni il 27 settembre scorso).

Evidentemente in questo mio trasporto emozionale, che sempre mi coglie nel vederlo-ascoltarlo- leggerlo, non sono solo. Siamo in tanti, e quel che è bello, di una gamma di età estremamente ampia.
Del resto, il suo primo tour è del 1991 e il suo primo disco è del 1988.
Io ho iniziato a… prenderlo sul serio nel 1992. Anche se già, nel 1990 con “La gente della notte” e con “Ciao Mamma” mi ero iniziato ad accorgere, che alcune delle sue canzoni, alcuni versi riuscivano a superare quella mia personale barriera di ostilità che mio malgrado finisco per erigere di fronte a fenomeni di moda…

Io, Paolo Pagnini, e Lorenzo (fine anni ’90)

“Di notte le parole scorrono più lente, però è molto più facile parlare con la gente. Conoscere le storie, ognuna originale, sapere che nel mondo nessuno è normale. Ognuno avrà qualcosa che ti potrà insegnare, gente molto diversa di ogni colore. (da Gente della notte – Jovanotti – 1990)”

Insomma, su Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, con 14 dischi, 8 libri e 16 tournée, potrei impegnarmi anche a scrivere un libro (e non è detta che prima o poi…)
Ma qui, oggi, in contemporanea con l’avvio del suo tour e pochi mesi dopo uscita del suo disco “Oh, Vita!”, vorrei solo provare ad elencare alcuni miei perché.

Perché, ad esempio, non posso neppure immaginare di non vedere uno o più concerti di un suo tour (e ho già i biglietti per Rimini e Ancona).
Perché, ad esempio, sono convinto che la condivisione della passione per lui abbia rappresentato uno dei più intensi ed importanti temi della grande storia sentimentale della mia vita.
Perché, ad esempio, mi è capitato di accorgermi di avere difficoltà a relazionarmi non solo con chi non lo apprezza, ma anche con chi lo considera solo un “cantante” (e magari, come cantante, lo critica perché ha la zeppola, o, dicono, non sa cantare…)
Perché, ad esempio, per avere l’opportunità di collaborare con lui, rinuncerei a qualsiasi altro impegno, lascerei a metà qualsiasi altro lavoro, farei, come si dice facciano certi impiegati allo scadere dell’orario di lavoro, “cadere la penna”, per correre il più velocemente possibile ad una sua chiamata.
Perché quando lo ascolto intervistato in tv, o anche in un video di quelli che pubblica e nei quali si racconta, mi ritrovo perfettamente in linea, di più, aderente ad ogni argomentazione, ad ogni concetto, ad ogni umore espresso.
Perché leggendo il libro “Viva Tutto!” (che contiene un anno di scambi di mail tra Lorenzo e il filosofo Franco Bolelli) ho rivoluzionato molte delle mie convinzioni e ho iniziato a vivere la mia vita in modo più intenso ed emozionante (e poi ho anche conosciuto e iniziato una bella amicizia con lo stesso Bolelli).
Perché mi ritrovo, trovo me stesso, in ogni parola, e in ogni nota delle sue canzoni, passate e presenti (e, lo so che è una cosa curiosa da affermare, future).

Jovanotti in concerto a Pesaro e “NOI” con lui (seguire freccia gialla)

Ma come faccio a spiegare, anzi no, a dare credibilità a queste cose che (lo ammetto), sembrano incredibili anche a me mentre le rileggo, ma solo a patto che mi metta a una… certa distanza?

Mi sa che non ci riesco. Io, che in qualche modo mi vanto di essere un abile parolaio, questa volta rischio di non trovare le parole.

Forse perché le parole (e le musiche, perché non dimentichiamo che le canzoni sono questa magica e indissolubile fusione di parole e musica) le parole più belle, le migliori, le più adatte, insomma le parole “giuste” le ha già trovare e messe in fila lui, in questo disco, che è il più bello ma solo perché è il più recente e dunque il più nuovo, e che, come ha detto lo stesso Lorenzo, riprendendo, pare, una delle prime osservazioni del produttore Rick Rubin, due anime.

Ecco, secondo me, nelle sue canzoni Lorenzo riesce ad tirar fuori non solo due, ma tutte le sue anime, che poi sono anche le nostre, quelle di ognuno di noi. Ci regala tutti questi piccoli specchi, nei quali noi ci sorprendiamo a rimirarci e ritrovarci. E ci scopriamo allegri o tristi, innamorati o arrabbiati, delusi o addolorati, felici o affamati, sapienti o folli, navigatori solitari o pirati…

Ho iniziato a scrivere questo pezzo pensando di farcirlo di citazioni, di delineare una sorta di “guida all’ascolto”. Ma invece è uscito così. E rileggendolo man mano ho capito che ci sono altri più abili di me a fare esami dettagliati dell’opera di Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti.

Io sono un fan devoto, lo ascolto e lo leggo, e faccio diventare mie (vere e proprie parti di me) alcune (tante) cose che lui canta, e scrive e dice.
E ad ogni “incrocio” gli sono grato, per essere ormai a pieno titolo uno dei miei più importanti “maestri inconsapevoli”.

“È passato del tempo, sembra che è stato un lampo
Eravamo ragazzi e ora eccoci qua
Con le crisi del caso e gli occhiali sul naso
E un’idea più realista di felicità
Ma però sempre all’erta in agguato tra i rami
Animali notturni nati in libertà
Non disposto a mediare su questioni d’onore
Affrontando se serve anche le avversità”

[SBAGLIATO – dall’album “Oh, Vita!” – Jovanotti]

Paolo Pagnini

Paolo Pagnini è nato, legge, scrive e vive a Pesaro.
Osservatore attento e curioso, si lancia in spericolate sperimentazioni nei più diversi settori: dalla comunicazione allo spettacolo, dalla radiofonia alla fotografia, dal commercio alla ideazione e promozione di iniziative turistiche, culturali e artistiche.
Aggiorna quotidianamente il suo profilo facebook e frequentemente il sito web e risponde con estrema sollecitudine a messaggi in cinque diverse tecnologie.

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