Nessuna trincea tra l’albero e il presepe…

Non senza quel pizzico di preziosa emozione che credo caratterizzi ogni debutto, eccomi ad accomodarmi nello spazio che il Cofanetto Magico mi ha riservato.
Mi chiamo Paolo Pagnini. Mi piace scrivere (ma ancora di più leggere). Vivo a Pesaro, e da qui, da questo punto di vista un po’ decentrato, osservo il mio spicchio di mondo.
Un mondo che negli ultimi anni, per merito (o per colpa) del web e dei social network è diventato un po’ più grande. Almeno apparentemente.

Se è facile infatti, per me oggi e ogni giorno sbirciare su quello che succede dall’altra parte del mondo, la convinzione di poter arrivare a tutto e a tutti è infatti illusoria. E dunque, come molte illusioni, è un po’ pericolosa. Il pericolo sta nella convinzione che quello che vedo, che posso raggiungere in maniera così facile e immediata, sia reale e che soprattutto rappresenti “il tutto”.

Meglio ricordarsi che invece, si tratta sempre e comunque di uno spicchio di mondo, di sicuro più ampio di quello che, magari, poteva osservare mio padre Carlo dalla finestra della modesta casa dove viveva, nel quartiere di Pantano della prima metà del secolo scorso, ma pur sempre parziale e limitato.

Con la consapevolezza di non poter vantare (e dunque dispensare) verità assolute, mi riprometto di offrire ogni mese una riflessione, uno spunto, un commento su quello che, nella vita quotidiana, attrae la mia attenzione.

E per questo mio esordio, a pochi giorni dal Natale il tema è quasi obbligato.

La festa più bella dell’anno, la festa che, per definizione, ci fa tutti più buoni, la festa degli auguri, dei regali, delle luminarie, degli alberi, delle casette innevate, dei Babbi Natale sovrappeso, e delle Nataline garbatamente sexy, dei caminetti accesi, delle slitte volanti, delle esibizioni canore, delle caldarroste, del vin brulé, insomma la festa che dovrebbe unirci tutti in un momento di tregua (come in una indimenticabile pubblicità natalizia di una celebre catena inglese di supermercati), riesce invece ogni anno a dividere chi evidentemente vive cercando costantemente motivi per creare barricate.

Ecco dunque che c’è chi inizia ad imprecare al primo precoce apparire delle pubblicità di panettoni, che è vero, saranno anche ogni anno sempre più in anticipo; ma, in fondo, il panettone è buono tutto l’anno, e se proprio vuoi che in casa tua entri solo a Natale, mica c’è nessuno che ti obbliga…
Oppure c’è chi si scaglia contro le amministrazioni pubbliche, ree di iniziare ad approntare addobbi natalizi e luminarie sin dall’inizio di novembre; dimenticando che addobbare una città è operazione leggermente più complessa e dunque più lunga che fare l’albero in tinello e dunque, per stare nei tempi…
Da qualche anno, poi, ecco la madre di tutte le diatribe: no, non stiamo parlando di mare o montagna, di torrone morbido o duro, di pandoro o panettone (con o senza canditi).
No, qui la questione si fa seria ed è sintetizzabile in: albero o presepe?

Ecco, a me sembra che che la questione albero o presepe da che io mi ricordi si sia sempre bonariamente posta (e in parallelo all’attribuzione dell’incarico di dispensatore di doni, dicotomicamente divisa tra Babbo Natale e Gesù Bambino); ma in questi tempi difficili, sempre più caratterizzati da intolleranza e odio sociale, diventa incredibilmente motivo di “dibattito alto”, facendo assurgere le due posizioni addirittura a simboli di appartenenza religiosa quando non scontro di civiltà.

Albero e presepe in casa Pagnini

Ora, in casa mia, come credo in tante case, sempre da che io mi ricordi, c’è sempre stato spazio SIA per l’albero CHE per il Presepe. E a me bambino non era mai venuto in mente che si trattasse di simboli contrastanti.

Non voglio qui contribuire alla diatriba. Non è nel mio carattere e soprattutto non è nella mia filosofia di vita, che è assolutamente “inclusiva”.

Ma credo che l’evidente contraddizione di chi, proprio sui temi della festa della bontà vorrebbe (e purtroppo spesso riesce a) creare schieramenti e divisioni, è appunto così stridente, che già solo evidenziarla dovrebbe essere sufficiente a farla dissolvere, come la proverbiale neve al sole.

Insomma io sono convinto che ci sia spazio per ogni scelta e per ogni simbolo, con l’unico limite (vorrei dire ovvio) invalicabile e irrinunciabile della libertà altrui.


Buon Inclusivo Natale dunque a tutti, tutti, tutti. E già che ci siamo, anche auguri per un felicissimo 2018.

Paolo Pagnini

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Qui la straordinaria pubblicità natalizia (2014) di Sainsbury
https://youtu.be/A1GW1pYOmAs

Qui la storia dietro lo spot:
https://youtu.be/2s1YvnfcFVs

Qui la vera storia della Tregua di Natale
https://youtu.be/8GRdzM_6Jpw

Qui la descrizione di cos’è Sainsbury
https://it.wikipedia.org/wiki/Sainsbury%27s

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Paolo Pagnini è nato, legge, scrive e vive a Pesaro.
Osservatore attento e curioso, si lancia in spericolate sperimentazioni nei più diversi settori: dalla comunicazione allo spettacolo, dalla radiofonia alla fotografia, dal commercio alla ideazione e promozione di iniziative turistiche, culturali e artistiche.

Ha appena pubblicato, per Bertoni Editore, “L’ultima vita – romanzo polifonico”, disponibile nelle migliori librerie e online sul sito dell’editore.

Aggiorna quotidianamente il suo profilo facebook e frequentemente il sito web e risponde con estrema sollecitudine a messaggi in cinque diverse tecnologie.

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