La cultura è la salvezza del mondo. Logica e magia, un interessante libro di Donato Verardi, studioso pugliese che vive a Parigi.

Il libro di cui vi parlo oggi, “Logica e magia” di Donato Verardi, edito da Agorà & Co. non è soltanto interessante ma anche un bel libro. Che cosa intendo per un bel libro? Secondo me il concetto di bellezza e dell’utilità della bellezza, implica l’unione complementare di due fattori; estrinsechi ed intrinsechi. Non è bello soltanto ciò che appare alla vista ma tutto quello che sollecita i sensi nella loro complessità, spiritualità e a livello intellettivo. Per questo motivo per Il Cofanetto magico ho recensito opere di alto spessore culturale, come quelle di Salvatore Giannella e Francesco Giorgino, pugliesi d’eccellenza, da me stessa più volte intervistati, giornalisti della carta stampata e della televisione, che hanno sempre qualcosa da dire e da scrivere che vale la pena di essere diffuso.

Il dottor Donato Verardi, nato a Scorrano, nel Salento, autore del libro Logica e magia, fotografato a Parigi dove abita.

Non dimentichiamo infatti che la cultura salva il mondo, il pensiero di chi ci è passato e lo tramanda, lo consegna ai posteri. Per questo motivo i terroristi fondamentalisti islamici affiliati all’Isis vogliono distruggerla in tutte le sue forme più splendide: a cominciare dall’arte, abbattendo templi, monumenti e musei, chiese e biblioteche. Premetto che il libro del dottor Verardi (un altro pugliese d’eccellenza!) è di difficile lettura per chi ha scarse cognizioni della storia medievale e rinascimentale, soprattutto basata su studi inerenti i segreti della natura. Ma proprio per questo è ancora più affascinante a livello di conoscenza e di ampliamento delle nostre conoscenze. Oltre che di arricchimento e nutrimento per il nostro cervello.

In esso si affrontano vari temi, primo fra tutti la filosofia naturale di Giovan Battista Della Porta, nato nel 1535 e scomparso nel 1615, con riferimenti ad autori che lo hanno seguito ed inseguito; e ad altri che hanno portato avanti teorie a volte differenti, nel campo dell’astronomia, astrologia, meteorologia. Per rendere “più digeribile” il linguaggio di quest’opera, per chi non conosce a fondo gli autori trattati, vorrei sottolineare i punti che possono indurci alla riflessione, partendo da questo nostro immenso e meraviglioso universo dove la natura e le forze naturali hanno un ruolo predominante. Talvolta ancora inesplorato, misterioso e magico. Pensiamo ad esempio all’attrazione occulta del magnete sul ferro, che rimane un punto di indagine in bilico fra la ragione, la scienza e, appunto, l’occulto, come scrive Della Porta nel suo Magia Naturalis, la cui prima edizione uscì nel 1558.

Come sapete e se non lo sapete, ve lo racconto io, il magnete (o calamita) è un corpo che genera campo magnetico, invisibile all’occhio umano ma con effetti ben noti, come lo spostamento di materiali ferromagnetici, di cui il più conosciuto è il ferro. La sua etimologia deriva dal greco (magnétes líthos) con riferimento al nome di una località dell’Asia Minore, nota nell’antichità per gli ingenti depositi di magnetite. La magnetite è il materiale ferroso con più alto tenore di ferro (72,5%): si presenta sotto forma di cristalli neri, opachi, oppure in masse granulari (a volte compatte). Anche le rocce contengono in piccole quantità minerali magnetici dotati di queste proprietà; e pensate che la magnetite è presente nel corpo umano, sempre in piccole quantità, localizzata fra il naso e gli occhi, all’interno dell’osso etmoide.

Nel libro del Dottor Verardi vengono trattati vari spunti degni di interesse, per esempio sul recupero del pensiero astronomico e astrologico di Claudio Tolomeo e Giovanni Pontano, (siamo sempre agli inizi del 1500).

Giovan Battista Della Porta (1535-1615)

E poi a Giovanni Pico della Mirandola, il quale, come scrive nel suo libro Verardi, sostiene che “la più nobile virtù posseduta dal cielo è la luce”. Una luce che viene descritta densa di colore. Lo scopo di questo libro è quindi quello di guidarci lungo il percorso di comprensione del dibattito rinascimentale sull’astrologia e quindi “sulla possibilità di ricondurre agli astri le virtù occulte della natura.”

Giovan Battista Della Porta, il “protagonista” di quest’opera, scrive Verardi, “vuole soprattutto indagare l’ordine armonico sotteso alla natura e la relazione fra il mondo celeste e terrestre.” Una specie di “affinità celeste e planetaria.” Leggendo questa frase che mi sono tornate alla mente le famose affinità elettive di Johann Wolfgang Goethe.

In quest’opera si sviluppa pertanto quello che i greci chiamano “Simpatia ed Antipatia”; che Della Porta traduce nel concetto di “consenso o convenienza o disconvenienza: nel cosmo come nell’umano”. Fermo restando che “ fra gli astri e la terra c’è similitudine, non corrispondenza sostanziale,” precisa Della Porta.

Che cosa vuol dire tutto questo? Significa che, come nel carattere dell’uomo c’è differenza (nessuno è uguale all’altro), c’è anche attrazione. Potremmo dire che tutti gli elementi si attraggono, si respingono, nascono, muoiono all’interno del loro ciclo vitale, evolutivo e in un moto perpetuo, che nè la logica nè la scienza arrivano a spiegare, chiarire, capire.

La pagina che più mi è piaciuta è quella sull’astro che “sparge la sua virtù naturale ordinata ed occulta sulla terra, nelle cose terrestri e nella natura,” influenzando le piante e il raccolto. Il Della Porta descrive “l’agricoltore del cielo,” tratteggiando compiutamente con due soli sostantivi i segreti che ogni contadino ben conosce: se conosce bene la sua terra! La quale terra “non invecchia mai, nè si stracca di partorire…di ricever nuovi semi e di produr nuove piante, fecondissima di parti perpetui.” Un’immagine meravigliosa, poetica, che mi ha donato un’emozione profonda.

Un altro capitolo interessante di questo saggio su Giovan Battista Della Porta è quello che sottolinea l’importanza del viaggio come metodo di apprendimento. Della Porta scrive che lui stesso aveva viaggiato molto “visitando i luoghi e le proprietà di numerosi coltivatori, al fine di apprendere i segreti e studiare le caratteristiche differenti di climi, terreni e luoghi.” Alla fine compie un appassionante viaggio metaforico… “all’interno del suo podere.”

In questi tragitti magici Della Porta precisa che non c’è posto per “demoni e forze demoniache,” persino inutili in un tale contesto di bellezza. A proposito di magia nel libro si accenna anche alla magia talismanica del Quattrocento, dove anche le pietre possono carpire gli influssi celesti e per questo sono sempre state sin dall’antichità prese, lavorate, inserite in anelli, gioielli, incise.

Logica e magia è quindi un testo di studio da tenere nella libreria di casa, quel prezioso mobile che dovrebbe far parte di ogni dimora, anche la più umile; accanto al desco, al focolare e ai nostri oggetti più cari. Patrimonio tangibile di quella cultura passata e presente che dobbiamo preservare a tutti i costi come testimonianza del nostro passaggio sulla terra. Un passaggio forse impercettibile se guardiamo all’Universo, “dove l’energia e la materia oscura,” come ha spiegato in una recente intervista l’astronomo olandese Edward van den Heuvel, “costituisce quasi il 96% della massa presente nello stesso universo.”

Vorrei precisare che in cosmologia con materia oscura si definisce un’ipotetica componente di materia che non è direttamente osservabile in quanto non emette radiazione elettromagnetica ( si manifesta unicamente attraverso effetti gravitazionali). Se si considera che gli atomi danno il loro contributo all’interno di questa massa solo per una percentuale del 4% si evince dunque che noi uomini, fatti di atomi….siamo veramente la parte meno importante dell’universo. Non scoraggiamoci e andiamone comunque fieri, ma ora potete capire perchè certi testi rimangono fondamentali per farci riflettere su molti temi che rimangono attuali, perchè gravitano intorno al mistero dell’ essere e dell’esistere. In quanto il problema rimane sempre lo stesso: più o meno conosciamo le leggi della natura e come agiscono ma non ne conosciamo il perchè.” (Edward van den Heuvel).

Per concludere vi propongo una breve intervista all’autore di “Logica e magia”, che ha compiuto questo pregevole studio, per farvelo conoscere “più da vicino.”

Donato Verardi è dottore di ricerca in Storia (Parigi) e in Filosofia (Pisa) ed è uno dei più autorevoli studiosi dell’opera di Giovan Battista Della Porta, a cui ha dedicato varie pubblicazioni, articoli accademici e conferenze, in Italia e all’estero. Dellaportiana è una collana volta alla promozione di studi sulla filosofia naturale di Giovan Battista Della Porta: i manoscritti inerenti che vengono presentati sono sottoposti al giudizio di tre specialisti esterni di fama internazionale. Da qui l’importanza di quest’opera. Per contatti o proposte di pubblicazioni scrivere a: dellaportiana@gmail.com

Donato Verardi durante una conferenza nell’ex conservatorio di Sant’Anna a Lecce, in Puglia.

Dottor Verardi, per prima cosa vorrei sapere dove è nato e poi dove ha studiato.
Sono nato a Scorrano, nel Salento, nel 1982. Ho studiato a Lecce, poi a Firenze con la mia grande maestra, Graziella Federici Vescovini, che mi ha indirizzato subito verso Parigi, percependo che sarebbe stata la città ‘giusta’ per me.

Ancora una fuga dei cervelli, tanto per usare un termine alla moda?
Non amo molto la retorica della fuga dei cervelli, anche se spesso è un dato di fatto. Diciamo che l’idea di partire è stata supportata da una necessità di fuga o meglio di sopravvivenza. Un cervello vive bene ovunque gli si permetta di funzionare. Per il resto, adoro Parigi e la considero la città ideale per la mia attuale sensibilità.

Giovane ma con già alle spalle un’intensa attività di studio e pubblicazioni. Si considera un talento naturale, un saggio, un appassionato studioso, oppure….
Direi un artista. Tutte le cose che faccio, anche lo scritto più accademico, sono il risultato del mio percepirmi come tale: un artista.

Non le crea disagio, rispetto ai suoi coetanei, di vivere e osservare la vita da un gradino più alto della scala? Ogni tanto conduce anche una vita dove c’è spazio per il divertimento ed i passatempi?
Una domanda che mi riporta alla mente i non pochi rimproveri dei miei amici. In effetti, lo studio e la scrittura occupano molto spazio della mia giornata. Ma provo a ritagliarmi del tempo per me nei fine settimana. Scadenze permettendo.

Per il suo libro “Logica e magia” si è ispirato a Giovan Battista Della Porta. Mi dica quale elemento del pensiero di Della Porta si avvicina più al suo, ovviamente tenendo conto della differenza d’epoca.
Della Porta è un uomo pieno di sorprese. Io lo trovo attualissimo. Riguardo a ciò che più mi avvicina a lui direi la curiosità e l’infaticabile amore per la verità (con la minuscola). Trovo molto vicina alla mia sensibilità l’idea che la ricerca non produce mai risposte ultime e definitive, ma verità provvisorie utili al prossimo, alla comunità.

Può spiegarci che cosa si intende per “naturalismo mediterraneo,” se ci riesce in poche parole? Soprattutto in riferimento al rinascimento e l’età moderna.
Il mondo mediterraneo, in particolare Napoli, ha nel corso dei secoli sviluppato una sensibilità del tutto peculiare nei riguardi dello studio della natura. In questo Della Porta è stato considerato dagli uomini di scienza un autore simbolo. A costoro egli ha insegnato un modo di procedere nell’indagine naturale che non trascura – per esempio nella medicina – la centralità di tutto l’uomo, evitando così sterili e facili riduzionismi …

Che cosa le manca dell’Italia in Francia?
Il cibo. A volte le passeggiate nei luoghi dell’infanzia.

Quanto tempo ha impiegato per la stesura di un libro impegnativo come Logica e magia?
Nel libro ci sono dieci anni di ricerca, ma la stesura definitiva è avvenuta abbastanza velocemente, in circa tre mesi. Ho percepito che era il momento di tirare le somme di così tanti anni di studio e così ho fatto.

Come sono andate le sue conferenze in Italia su temi tutto sommato ostici per chi non ha una vasta cultura nel campo? L’ultima dove l’ha tenuta? Progetti per il futuro?
Guardi, in realtà la partecipazione del pubblico è sorprendente. Mi è capitato di parlare di questi temi dinanzi a decine, a volte centinaia di persone. L’ultima è stata a Lecce, in Puglia. Un successo incredibile … Il pubblico ha bisogno di non sentirsi sottovalutato. Bisogna dargli il meglio. Se percepisce questo, la risposta è straordinaria e piena di gratitudine. Riguardo ai progetti: ho in cantiere un nuovo libro all’inizio del 2018 e una serie di conferenze a Parigi

Secondo lei, l’origine della vita va ricercata soltanto nella scienza o quella parte di mistero che rimane insondabile potrebbe essere attribuita a Dio, ad un dio considerato quasi una specie di “forza magnetica” che ha attratto a sè cellule, atomi di vita e l’uomo, plasmandolo a sua immagine e somiglianza?
Le rispondo come, probabilmente, le risponderebbe Della Porta. Più che sull’origine della vita, a mio avviso l’uomo dovrebbe interrogarsi con maggior forza sul ‘come’ funziona la vita. Tutti noi dovremmo interrogarci di più su questo ‘come’ della vita. Ne scopriremmo la meravigliosa bellezza, evitando risposte ‘ultime’ a domande fin troppo ‘ultime’. È questo che ci insegna la scienza. Non a negare Dio, ma a tenere a bada l’istinto dell’uomo di imporre Dio (o una qualsiasi altra idea). D’altronde, non è dalla presunzione di possedere la Verità (stavolta con la maiuscola) che nascono, anche oggigiorno, i conflitti più grandi?

Maria Cristina Giongo
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